“Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli, delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari, oltre il sole e l’etere, al di là dei confini delle sfere stellate, anima mia tu ti muovi con agilità” ( Ch. Baudelaire, “Elevazione” ).
Al di sopra siamo d’accordo. Ma al di sotto? che succede? Succede che faccio ben 9 test per valutare la eventuale (?) depressione, test elaborati da centri specializzati e da esperti e, per quanto tali rilevazioni possano essere approssimative, i risultati sono i seguenti: secondo un test soffro di malinconia che rischia di trasformarsi in depressione, secondo altri tre test soffro di depressione medio-alta e secondo altri cinque di depressione grave: consultare immediatamente uno specialista. Indipendentemente dai risultati leggermente divergenti, i test mi confermano ciò che già sapevo. Il grado di stress e di frustrazione sta ormai colmando ogni misura. Perchè? Non so da che parte cominciare. Cercherò di non risultare troppo lungo, altrimenti la depressione rischia di venire a qualcuno che mi sta leggendo. Seguire la famiglia, che è certamente il bene più prezioso per me, è diventato faticosissimo, anche perchè tutti richiedono da me prestazioni straordinarie e continue. La Chiesa ( sono e sarò sempre credente ) da qualche anno mi crea soltanto mal di fegato: sono stato 14 anni insieme a mia moglie in una comunità che era ed è una vera e propria setta, strutturata in modo monastico-militare con proprie leggi ed un cristianesimo altrettanto proprio, finchè di fronte ad un episodio di grave persecuzione nei nostri confronti mia moglie si è convinta ad uscire ( io non potevo uscire da solo, altrimenti avrebbero distrutto la nostra famiglia indicandomi come la pecorella nera… non smarrita,” nera” ); dopo tre anni di catechismo della cresima il parroco mi ha dato il ben servito ( non solo a me ) in quanto ha ritenuto di dare l’incarico ad un gruppo potentissimo nella parrocchia; e preferisco fermarmi qui… Al lavoro subisco discriminazioni sessiste dalla mia dirigente. Molti non mi credono, vero? E’ sempre così difficile ammettere che chiunque può fare il male? Infatti non mi crede neanche mia moglie, ma grazie a Dio mi credono e mi confortano almeno alcune colleghe, le quali vengono a loro volta perseguitate perchè osano esprimersi liberamente su certe questioni da parte di questa donna arrogante, stupida, vigliacca, ipocrita e maleducata. Io cerco sempre di stigmatizzare la più piccola discriminazione, ed ora ne subisco una macroscopica. Sempre a proposito del mio lavoro, giornalmente mi trovo a cercare di confortare e aiutare giovani e famiglie in condizioni di disagio di ogni tipo. Qualche esempio. I miei genitori si sono separati, sono distrutta. Mio padre se ne è andato, mi aiuti. Mia madre mi picchia ogni giorno, non so a chi rivolgermi se non a lei. Abbiamo perso il lavoro entrambi, deve capire nostro figlio. Mi ha lasciato la mia ragazza, non riesco più a studiare. Sto male. Non ce la faccio. Lei è l’unica persona che può aiutarmi…BASTA! Ma cosa credono tutti ? Che io sia Gesù Cristo? Non lo sono, e a dire il vero non voglio esserlo. In parte la colpa è della mia eccessiva disponibilità, del mio non riuscire a non ascoltare e confortare il prossimo. Una colpa gravissima, lo capisco. Ed ora che avrei bisogno io di un pò di conforto? Dove sono tutti? Il mondo sta andando in una direzione che non è quella giusta, ed io non posso e non riesco a fare nulla. Non parlo soltanto della crisi economica, ma del degrado morale di cui la crisi è soltanto un’espressione, ed io non riesco a far sentire la mia voce neanche nel mio piccolo, perchè sono troppo educato, troppo delicato, troppo timido ( altre gravi colpe, capisco anche questo ). Ho tanti difetti, ma non quello di voltare le spalle a chi mi chiede aiuto. Ed ora tutti sembrano voltarmi le spalle, mi additano come il responsabile delle ingiustizie che subisco, la depressione è colpa soltanto mia, e… Sei palloso, e comunque ho altro cui pensare di ben più importante. “Dulcis in fundo”: una collega di mia moglie, estremamente potente politicamente, le fa mobbing, la costringe ad ascoltare e qualche volta a partecipare a situazioni con le quali lei non concorda, ma mia moglie non è capace di essere chiara, e questo crea non pochi disagi tra di noi. Ogni mia certezza è messa in discussione, non mi appassiono più quasi a niente, sono costantemente depresso, non vedo se non un futuro nero, per me e per l’umanità. E già, perchè mi faccio carico anche delle angosce altrui: le mie non mi bastano, dico sul serio. E la notte dormo sempre meno, sempre peggio. La testa mi scoppia. Vorrei diventare cattivo, ma non ci riesco. Vorrei spaccare in due la testa della mia dirigente, ma non ci riuscirò mai ( siamo sicuri ?). Fumo sigarette in quantità industriale. E poi… e poi c’è Lei, che mi tormenta da due anni. Che avete capito? Nessun tradimento, non fisico almeno, ma è anche vero che uno sfogo da qualche parte ho bisogno di trovarlo anch’io. Lei che mi ha deluso, forse anche Lei mi ha sfruttato, come tutti gli altri. Ma è una storia complessa. Ne parlerò meglio in una prossima lettera ( chi ha letto “Ricordati di me” la conosce solo in parte).
Così, mi trovo in questa zona di un crepuscolo che sembra eterno, ancora popolato dai fantasmi della notte e già contaminato dalle fobie del giorno, una zona che non mi appartiene, nella quale mi trovo imprigionato, una zona che non appartiene alla notte e nemmeno al giorno. In questo crepuscolo di malinconia la vita mi domina come qualcosa di estremamente pesante, da cui dispero di potermi mai liberare. Il pensiero della morte mi affascina in modo perverso. Non penso al suicidio, non lo farei mai, se non altro per orgoglio, ma piuttosto ad una morte “eroica”, colpito dalla polizia dopo aver distrutto con un bazouka la più vicina sede dell’Agenzia delle entrate, il posto di lavoro, ecc. ecc. Sono sicuro che al mio funerale verrebbero centinaia di persone tra colleghi, amici, ragazze e ragazzi che seguo ogni giorno e le loro famiglie, parenti e quant’altro. Probabilmente la mia dirigente terrebbe un discorso, ricordando una persona tanto mite e tanto generosa, che ad un certo punto è impazzita ( capita!), e che mancherà a tutti. Vorrà intervenire anche il parroco e di sicuro qualche ragazzo. Che bello sarebbe poter assistere ad un funerale del genere! Poi, ovviamente, ciascuno se ne tornerà a casa propria pensando ai fatti propri. Solo fantasie? Attenzione! Anche un sognatore incallito come me può stancarsi di sognare…..
Torniamo allora a sognare per il momento, e quale miglior modo per chiudere così come ho aperto il mio sfogo, con le mirabili parole di Baudelaire?
“Fuggi lontano da questi miasmi ammorbanti, vola a purificarti nell’aria superiore, e bevi come un puro e divino liquore il fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi. Alle spalle le noie e i molti dispiaceri che gravano col loro peso sulla grigia esistenza; fortunato chi può con un colpo d’ala vigoroso slanciarsi verso i campi luminosi e sereni”…. Amen!…
approvo il progetto di morte eroica. Resta solo il problema di come procurarsi il bazooka.
çGaudente, mi sono informato e nella mia città ci sono delle zone in cui, a quanto pare, vendono bazooka in ottimo stato ed insegnano anche ad usarli.Lascio intatta una certa somma in banca nel caso mi venisse voglia di tentare.
Angelo,
ricordo il tuo post “ricordati di me” e anche di aver scambiato qualche idea in un paio d’altre circostanze ma… non ricordo la tua età, se mai l’hai precisata…
se ti va, me la puoi dire, per favore?
Anch’io ricordo con piacere le nostre corrispondenze. Finora ho evitato di dire la mia età, ma siccome ho deciso di lasciare questo forum, forse a breve, la posso anche comunicare: 50 anni suonati!
Angelo,
era quello che immaginavo: ti trovi nella mezza età, in cui tutto si fa più difficile, in particolare in famiglia.
se fossi stato più giovane, ti avrei suggerito di cercare di cambiare lavoro, anche se di questi tempi averne uno già è una gran fortuna.
non resta che suggerirti, sia che tu lo faccia come attività che per tua spontanea disponibilità, di attenuare almeno per qualche tempo la partecipazione profonda che sembri provare per i guai del prossimo. ci sono momenti in cui si può sostenere, anche soltanto a parole, e momenti in cui, invece, si avrebbe bisogno di essere sostenuti, in cui non ci si può permettere di dedicare energie psico-fisiche ad altri.
sembra evidente che, per vostre caratteristiche personali, sia tu che tua moglie non siete in grado di temponare l’incidenza di persone vuote, che farebbero meglio a non approfittare delle loro autorità o influenza. quindi, su questo fronte non resta che continuare a fare il possibile, senza però dare alle loro parole troppa importanza.
l’equilibrio tonerà. non dar retta ai test ma soltanto a come ti senti. in psicologia pare che si finisca per essere tutti ammalati, cosa forse in parte vera ma in parte no. la tristezza e la delusione sono componenti della vita, con le quali si deve, prima o poi, imparare a convivere. per te è ancora presto per questo tipo di svolta. cerca di reagire, facendo maggior attenzione alle piccole cose e a quanto di buono c’è nella tua quotidianità rispetto a quanto vorresti ci fosse.
non lasciare il forum. non isolarti. esprimersi in modo anonimo aiuta a comprendersi meglio, che non guasta mai…
Cara Rossana, ero certo che avresti trovato le parole giuste per spronarmi. Hai ragione ancora una volta, tuttavia esco di casa la mattina col muso a terra e torno nello stesso modo, il mio stato e’ evidente al di la’ dei test. Riflettero’ sulle tue sagge parole. Quanto al forum,provo repulsione istintiva per le cose che durano troppo a lungo. Ci pensero’. Grazie infinite.
Angelo,
scrivo a te un esempio che sarebbe stato più adeguato per Esse, che si è sfogata (in modo ben diverso dal tuo ma per ragioni a mio avviso non troppo dissimili) su un altro thread.
ieri, sulla piazza del paese, animato da pocchissime persone religiose, nella manciata di minuti che precedevano la messa serale, una signora abbastanza avanti negli anni, vestita in modo più che elegante e molto curata in tutti gli aspetti, a seguito di un breve scambio di parole sulla salute, ha espresso la seguente brutale sintesi: “la vita è uno schifo!”.
mi è stato riferito che ha perso da poco il marito ma questa, secondo me, non è una ragione sufficiente per essere così disgustata. spero tanto di non ridurmi così, e di continuare a distinguere il buono che c’è anche soltanto nel levar del sole o nella luce, che ogni mattina torna, accompagnata dal canto di uccellini.
il senso siamo noi a darlo, anche se a volte costa fatica e impegno. continua a sforzarti nell’apprezzare quello che hai, nel modificare quello che puoi e nell’accettare quello che non si può cambiare. è il succo di un detto che mi è sempre molto piaciuto, anche se in questo momento non ne ricordo l’autore.
quella donna aveva di certo almeno alcune ragioni per essere grata, ben prima di entrare in chiesa: peccato, per lei, che non fosse in grado di riconoscerle e di apprezzarle per il loro sia pur minimo intrinseco valore! per almeno un decennio sono andata al lavoro con l’umore che ora ti ritrovi tu: ci sono gli anni dell’oro, quelli dell’argento e anche, purtroppo, quelli della mirra. tutto viene e tutto va, con il tempo… basta non perdere di vista gli aspetti essenziali, che risiedono nelle relazioni affettive sulle quali si può contare…
un abbraccio.
Bellissimo il tuo post Rossana, un insegnamento e un consiglio prezioso per tutti. Anche io sto cercando di modificare il mio approccio alla vita proprio andando in questo senso…certo non è facile ma devo dire che pian piano mi sembra di acquistare un po’piú di serenità e di capacità di gustarmi la vita..altrimenti si rischia di viverla sempre soffrendo e non è giusto prima di tutto per noi stessi!
Valinda,
mi fa piacere che stia cercando di modificare in meglio il tuo approccio alla vita: a mio avviso, non è quanto ci circonda a dettare la musica ma come noi siamo in grado di percepirlo.
un abbraccio.
Angelo,
siccome sei una persona che stimo, ho voluto rileggere le tue due precedenti lettere. e ne ho tratto la stessa impressione positiva della prima lettura, quella di un uomo buono e tormentato.
non so come potrei esserti di sostegno, se non in quanto già ho scritto, anche nell’ultimo post, appena pubblicato. quando non so che dire, cerco in altri, più bravi di me, una possibilità alternativa d’espressione che risponda al mio sentire:
“Se ti tradiscono nel cuore… rifugiati nell’intelletto, se ti tradiscono nell’intelletto, rifugiati nell’anima, e se continuano a ferirti persino nell’anima, alzati in piedi, voltati e cattura per un’ultima volta gli eventi, racchiudili in una lacrima e chiedi asilo dallo spirito.”
tu sei uno dei pochi che ha facoltà di accedere allo spirito. sforzati di farlo, come Baudelaire stesso suggerisce, e lì potrai trovare pace.
un abbraccio.