Dibattito Renzi/Zagrebelsky condotto da Mentana su La 7 di venerdì 30 settembre
Zagrebelsky paventa una deriva autoritaria insita nelle nuove modalità di votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica: al settimo scrutinio sono sufficienti i 3/5 dei “votanti” anziché dei “componenti” per cui, se l’opposizione abbandona l’aula, sono sufficienti i 3/5 della maggioranza per eleggere il Presidente che, pertanto, non può rappresentare una larga parte dei cittadini, ma un’esigua minoranza, per giunta gonfiata dal premio di maggioranza secondo la nuova legge elettorale.
Intendo dimostrare, con la matematica, che il Prof. Zagrebelsky si sbaglia
Prendiamo la calcolatrice e facciamo il confronto tra l’attuale Costituzione e quella riformata.
Supponiamo essere pari a 1.000 gli aventi diritto al voto del Pres.della Repubblica
Secondo l’attuale Costituzione al quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta deil’Assemblea, pertanto il P.d.R. viene eletto da 501 membri.
Seconda la Costituzione riformata al sesto scrutinio è sufficiente la soglia di 3/5 dei componenti, cioè 600 votanti.
Se questo quorum non viene raggiunto (perché la maggioranza ha, per esempio, solo 510 membri, essendo l’opposizione pari a 490 membri) si possono verificare diversi casi in relazione al numero di membri dell’opposizione che abbandonano l’aula:
- se tutta l’opposizione resta in aula l’elezione fallisce perché non si raggiunge il quorum di 3/5 dei votanti pari a 3/5 di 1.000 = 600 (essendo solo 510 i membri della maggioranza)
- se tutti i 490 membri dell’opposizione abbandonano l’aula (ipotesi assurda avanzata da Zagrebelsky perché in questo caso l’elezione diventa possibile) i 510 membri della maggioranza eleggono il P.d.R. con il 100% dei votanti presenti in aula
- il numero finale è variabile in relazione al numero di membri dell’opposizione che abbandonano l’aula; fermo restando che la maggioranza conta 510 membri, il numero minimo di membri della opposizione che deve uscire dall’aula per consentire di raggiungere il quorum di 3/5 dei votanti è pari a 150: infatti 000 – 150 = 850 votanti e 3/5 di 850 = 510
Conclusione:
Ha ragione Renzi, il quorum è maggiore, 60% contro il 51 % Al limite, se la maggioranza fosse pari a 501 membri, il Presidente d.R. sarebbe eletto con lo stesso numero della Costituzione attuale, l’unica differenza è che dopo il sesto scrutino l’elezione è certa, mentre oggi non lo è e si deve continuare a votare all’infinito.
Arnaldo Cantaro
arch.cantaro@gmail-com
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Categorie: - Enrico Mentana - Politica
ah Arnaldo ma a chi vuole che gliene fotta di tutti sti numeri,qui servirebbero solo delle buone scarpe e pedate nel culo per tutti dalla mattina alla sera
il presidente della Repubblica viene eletto dai componenti della Camera e del Senato, a cui si aggiungono alcuni delegati eletti dai consigli regionali.Quindi, se è al completo, è formata da 630 deputati, 315 senatori eletti più i senatori a vita, che in totale sono circa 950 come ipotizzavi. MA.. i membri della Camera dei deputati sono eletti attraverso un sistema proporzionale con premio di maggioranza che gli assegna minimo 340 seggi. Attualmente la maggioranza ha circa 380 membri mentre l’opposizione ne ha 250. Ipotizzando un senato equamente suddiviso (migliore delle ipotesi) diventerebbero 380+160 alla maggioranza e 250+160 all’opposizione.
Non mi dilungerò oltre con i calcoli matematici, ma viene da se che abolendo il senato la camera si troverebbe, in virtù del premio di maggioranza ad avere molta più influenza anche nelle elezioni del P.d.R. da cui la deriva autoritaria come paventa Zagrebelsky.
Ma chi se ne frega di qualsiasi numero. Rensi ha detto che se vinceva il NO se ne andava. Adesso ha mangiato la foglia e ha detto che non se ne andrà lo stesso. Però votare NO è come dargli un calcio in culo, è una soddisfazione, sia che vada, sia che resti. Il resto è noia, se vi piace approfondire Ingroia ha scritto un ottimo testo sul tema, inutile che perdete tempo a leggere LaD.
Nicola, il tuo ragionamento è corretto: il premio di maggioranza della nuova legge elettorale “Italicum” può portare come conseguenza una elezione del Presidente della Repubblica di una parte minoritaria degli italiani: il Capo dello stato rischia di diventare il rappresentante di una minoranza. Ma nella discussione Renzi-Zagrebelsky il tema era la riforma della Costituzione, non la legge elettorale…sulla quale Renzi, tra l’altro, ha detto di essere favorevole a modifiche. Puoi rivedere la registrazione della trasmissione: Zagrebelsky criticava come “deriva autoritaria” il fatto che al settimo scrutinio il Presidente potesse essere eletto con i 3/5 dei presenti votanti, anziché degli aventi diritto, per questo ho voluto dimostrare che si sbaglia.