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Lettera pubblicata il 27 Aprile 2008. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore VERMAX 72.
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Consiglio vivamente psicoterapia, tanta tanta.
Di te ricorderà gli strattonamenti e lo sputo, qualsiasi cosa tu faccia. Non si deve piangere sul latte versato. Dovevi pensarci prima. Mi sembra che tu stia sbagliando ancora, purtroppo. Devi dimostrarle questo e quello per poi ucciderti. Ti sei pianificato un’esistenza da favola. Ti riabiliti, insomma e, una volta che ci sei riuscito, le dimostri che ha avuto ragione a lasciarti, in qualche modo suicidandoti. Che figura meschina! E perché tutto questo dispiego di energie? Vuoi forse che dopo rimanga a marcire in una palude di sensi di colpa? Molto spesso il suicidio (lasciarsi morire è poi l’equivalente!), è nient’altro che una rivendicazione. Sì, si arriva anche a questo, per quanto incredibile possa sembrare. In caso contrario, potresti agire anche subito… E perché ci stai rendendo partecipi della tua folle intenzione? Speri forse di ricevere qualche consenso, sentirti dire che sei un eroe? Non me la sento perché mentirei. Ci sono madri che perdono i figli e proseguono tutta la vita col cuore spaccato in quattro, magari da sole, sole completamente… Che sei tu, paragonato a loro, eroe del nulla? Hai dei genitori, dei parenti, dei fratelli o l’universo si è messo a ruotare solo attorno a te stesso? Li ami?
Grazie daniela!
Caro Vermax, devi capire che, talora non serve unirsi simbioticamente alle altrui sofferenze, se queste scaturiscono da situazioni per cui occorre solo reagire. Si rischierebbe di aggravare l’altrui situazione. Ti ho detto quello che avrei detto a mio figlio, anche se è più giovane di te. Brusca quanto vuoi ma, talora, occorre esserlo. Mai smetterò di essere grata a mia madre per essersi comportata in modo rude in talune occasioni. Mi ha dato lo sprone a proseguire, a volermi più bene, a valutare, pensare, considerare me stessa rapportandomi agli altri, a lei, mio padre e mia sorella, principalmente. In questi giorni aprirò una nuova lettera, in questo sito. Probabilmente si chiamerà “Nella vita ci vuole coraggio”. Ti aspetto lì. Ho passato mille traversie, nella mia vita e, se le ho superate, è perché, ad un certo momento, è intervenuto il mio istinto di salvaguardia, la razionalità, quel ‘basta’ che ti obbliga a voltare pagina, a migliorarti, a sorvolare, a non degnare coloro per cui non vale la pena. La vita è purtroppo corta anche se uno può raggiungere i cento. E’ comunque sacra. Sacra la tua come quella di tutti. Non sprechiamola. Personalmente ho preso atto delle situazioni, dell’impotenza che talvolta ingenerano e mi sono detta ‘Per quanto dura possa essere, va’ oltre”. Così ho fatto. Ho un figlio, una sorella, dei genitori. Sono dunque fortunata rispetto a tanti altri. Devo considerare quello che ho. Poi, rivedendo le cose con il senno del ‘poi’, mi sono trovata a considerare il loro lato grottesco. Così ho iniziato a scrivere in modo fantasy quanto vuoi ma, soprattutto, umoristico. La penna mi ha salvata da grattacapi e malumori. Vai pure a leggere il primo argomento del 2008 e lì mi trovi. Niente di sorprendente, ma ho sfidato me stessa e la scia di disavventure che mi portavo e mi porto tuttora appresso, minimizzandole. E di coloro che mi hanno lasciata o si sono comportati ben malamente con me, sai che dico? Chi se ne frega! Questo vale anche per l’ex marito.
Belle parole le tue Daniela, vorrei tanto avere una mamma ma anche solo un amica come te…
Grandissimo! Hai fatto bene, ho vissuto una situazione simile alla tua per 2 anni e ti capisco pienamente.
Quando ci vuole ci vuole… Ma te si superiore è dimostrale che si pentirà di averti lasciato…