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Lettera pubblicata il 29 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore gloria78.
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Sisley,
il tuo racconto, tra favola e cruda realtà, è molto bello.
concordo con te che una vita non è mai inutile: quella di Gloria, magari, è servita a dare gioia e sostegno emotivo a sua nonna…
Emily Dickinson, una poetessa che amo, affermava che, se anche fosse riuscita soltanto a salvare un passero, la sua vita avrebbe avuto un senso…
purtroppo questo concetto di senso e di grandezza imponderabile dell’esistenza dovrebbe poter essere acquisito da persone che sono giunte al punto di non trovarne più per se stesse.
come si può convincere Gloria a continuare a lottare? lei cerca qualcosa per sè, non può ancora essere proiettata nel disegno eventualmente previsto per lei di dare ad altri…
un abbraccio
nessuno pero considera (come potrebbe riuscirci?) che sono esistite civilta e culture
che avevano un atteggiamento completamente diverso con la morte,in alcuni casi il
suicidio non era visto come un tabu (al pari della morte stessa) ma banco di prova
di coraggio e dignita estrema che oggi non potremmo nemmeno sognarci..
veniamo da millenni di sensi di colpa nei confronti della morte e abbiamo perso per
questo il senso stesso della vita
fabio concordo con te ma quel tipo di suicidio (Roma Antica, seppukku, ecc) era inteso “per l’Onore”, in particolare in quanto la morte onorevole tramite il suicidio era intesa preferibile alla prigionia in guerra, all’onta del processo o alla disfatta.
Non penso che sia il caso esposto in questa lettera.
colam,so di essere una persona criptica,ma e’ ovvio che non e’ il caso specifico di
questa lettera.
ti faccio un paragone solo per farti capire dove volevo arrivare..spero non lo trovi
assurdo; 50 anni fa l’ideale di bellezza femminile era quello di una donna molto
rotonda e in carne..oggi la stessa cosa sarebbe vista al suo opposto,visto che
lideale di bellezza femminile si avvicina piu all’anoressica…come possiamo solo
immaginare come la pensavano e cosa provavano quelle civilta nella quale il
suicidio era comunque visto in maniera palesemente diverso da ora?
parli giustamente di onore..be a noi ora pensare di volersi suicidare per onore
sembra inconcepibile,il suicidio viene appunto visto solo come qualcosa di oscuro
al di la di tutte le implicazioni…ma pensaci bene per un attimo,con quanto senso
di colpa solo se proviamo a pensarlo..gia ci vediamo catapultati all’inferno per
l’eternita (colpa forse di duemila anni di lavaggio al cervello da parte della
chiesa?)..e inoltre; ho sentito dire spesso che la vita e’ un dono..ma chi ci dice
invece che non sia solo un passaggio e non proprio dei piu felici,dove a quanto
pare questa vita sia disseminata in larghissima parte da sofferenza e ingiustizia?
allora a quel punto perche il suicidio verrebbe visto solo come qualcosa di
negativo?
perche se non abbiamo deciso noi di venire al mondo non abbiamo neanche il
diritto di scegliere di non restarci piu?…per i sensi di colpa di prima forse?
Il suicidio, anch’io ci penso spesso, sono anni che cerco di capirne i presupposti e i significati; è un atto disperato eppure spesso è un atto proprio ragionato, sviscerato in ogni sua implicazione, le motivazioni apparenti sono sempre le più diverse ma credo che un punto in comune sia NON accettare più un dolore prolungato per anni o un dolore improvviso; il dolore non per forza deve essere scaturito da avvenimenti esterni o percorsi di vita ma anche semplicemente da ”prese di coscienza ” per cui , presente il dolre si decide di ribellarrsi e di compiere un gesto di LIBERTà , tradotto : non voglio questo mondo, non voglio stare qui, non voglio soffrire più , non ho chiesto di nascere, posso scegliere almeno di morire, certo ci vuole un momento di estremo coraggio perchè siamo anche animali, la pulsione di vita è altrettanto forte se non di più della pulsione di morte , un ragionevole ateismo poi aiuta, magari anche un buon essersi come dire, sganciati dai tabù, quello sulla morte , finito quello sul sesso resta veramente l’unico tabù da cui svincolarsi; difficile che persone grette poi pensino al suicidio.. , ciao, monica
Ciao, la penso come Rossana. La ferita dei non amati è profonda, è vero, e ti credo assolutamente quando dici che pensi seriamente ad una resa, e non lo dici tanto per. Comprendo anche che ciò ti stanchi molto. Anche se non credo tu voglia arrenderti dallo stare nella vita, ma sei stanca di sentirti in un certo modo, perché la visione di te e della vita che ti sembra di dover avere per forza ti stanca immensamente. Il punto è però che la visione di se stessi, delle proprie non possibilità di coloro che portano la ferita di non essersi sentiti amati (e per questo credono che la sola cosa che possa riscattarli è la conferma esterna di qualcuno che dica loro: ti amo al punto che tu puoi cominciare ad amare te stesso/a) tanto blocca quanto può essere cambiata. Perché qualunque sia stato il tuo possato il tuo passato non fa realmente di te una persona con meno possibilità degli altri.
Io, spero di riuscire a spiegarmi, non sto discutendo il fatto che avere avuto un passato difficile e di disamore, sia una cosa che fa male e che non condiziona la propria percezione di sè o non crea disagio emotivo. Sto dicendo che però non è una condanna.
Il fatto è che le persone che hanno sofferto il disamore sentono in maniera ancora più esponenziale il bisogno di essere confermati e non abbandonati, per avere la dimostrazione che il passato non sia davvero una condanna e che il futuro possa aprire nuove possibilità.
Come tutti possono incontrare invece delle persone sbagliate o delle storie che non funzionano. Solo che rischiano di vedere in una storia che va male o nell’eventuale arroganza di chi sta fuori una conferma negativa di qualcosa che credono di sapere già. In realtà chissà quante cose non sai di te. Se sei stata una figlia che nessuno voleva il problema era degli adulti che non hanno saputo/potuto creare un diverso rapporto con loro stessi, con te e con la vita in genere. Che si sono privati, loro per primi, per le ragioni che non so, della gioia di avere una figlia e anche di crescere a loro volta insieme a lei. Tua nonna, invece, ha saputo amarti in modo incondizionato e proteggerti. Quindi come vedi il problema non è tuo.
Ma diventa un tuo problema nel momento in cui passi “l’adolescenza (o la vita adulta) a cercare l’uomo che ti porterà via da tutto questo!!!” perché rischi di non riconoscere veramente se davanti hai una persona che merita il TUO amore, prima di chiederti sempre se tu meriti il suo. Carissima, io credo che più che morire tu abbia bisogno di rinascere, che è un’altra cosa. Per staccarti dagli
“amori sbagliati, amori inutili, botte, violenze, sia psicologiche che fisiche” e scoprire dentro di te, innanzitutto, che non hai bisogno di amori inutili, anche se hai la possibilità, come tutti, di vivere cose belle. Come è stato ed è l’amore di tua nonna.
La mia non è retorica. Spero di cuore che tu riesca a darti la possibilità di rinascere e di scoprire tante cose (belle) che ancora non sai di te, a parte i meccanismi in cui ti senti
bloccata, e le sensazioni in cui ti senti bloccata, anche a causa delle false idee, su se stessi e i sentimenti e la vita, che (è naturale, sono meccanismi di difesa e adattamento, appunto perché come dici hai imparato troppo presto a pensare che la vita fosse soprattutto una lotta per la sopravvivenza) che coloro che hanno le ferite dei non amati conoscono. A volte dandoli troppo per scontati, mentre scontati non sono.
Tu puoi scegliere se “andartene” dalla vita o restare.
Sarebbe bello se tu riuscissi a farti il regalo di restare, di restare per darti la possibilità di vivere meglio, prima ancora di cercarla negli altri.
Se hai subito violenza fisica e morale e psicologica ancora di più potrebbe esserti utile trovare qualcuno, preparato, che possa aiutarti a sciogliere quei nodi che causano sofferenza e male di vivere, ma che non sono “noi stessi”. Sono esperienze brutali e sconvolgenti ma che non ci dicono che siamo diversi da chi non le ha subite o che abbiamo meno possibilità degli altri, se torniamo a volerci bene, di vivere una vita “al sicuro” e serena.
Potresti anche riuscire a dividere le responsabilità, non caricandoti completamente della resposanbilità di chi, per diverse sue ragioni, non è stato in grado di dare amore o quel senso di sicurezza e protezione.
Scusa se mi sono dilungata.
Un bacio a te e alla nonna, che, a quanto mi racconti, ha saputo e sa amare 🙂
cesare pavese… pensava al suicidio dall’età di 6 anni….. e all’età di 42 anni si suicidò, lasciando sul comodino un bigliettino con su scritto :Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.».Lui era un uomo silenzioso riflessivo e molto intelligenze…. grandissimo poeta e letterato.. sin da piccolo dopo la morte del padre , il cambiamento della madre… donna poco affettuosa rigida ecc piano piano lacerò il cuore di questo bambino..poi la tendenza al “vizio assurdo” la vocazione per il suicidio.. c’è sempre stata in lui!!!dopo tante sofferenze amorose politiche ecc si tolse la vita!! credimi vorrei suicidarmi anke io… ma non lo faccio per un motivo non ho il coraggio… e non posso far soffrire i miei…. !!! ho una vita perfetta ecc nn pox lamentarmi…anzi…. però io credo ke ki si suicida o ki pensa di farlo è perkè dentro se è come se sa di nn appartenere a questo mondo …. io dico sempre: c’è ki è portato alla vita e a vivere.. c’è invece ki non lo è…e vivere è uno sforzo una sofferenza…. !!!al mio diploma al liceo… indovina un po??? la mia tesina era sul suicidio : il titolo era : combattutti tra il desiderio di morire e l’ansia di vivere!!! e questo titolo per me spiega tutto… è un mio titolo… non copiato da nessuna parte… è un mio pensiero sul suicidio e sul suicida…desidera morire perkè la vita gli porta sconforto ansia trsitezza!!! appunto combattuto tra il desiderio di morire e l’ansia di vivere!!! io credo ke per ucciderti non deve proprio piacerti vivere….. tolte le sofferenze di amore ecc…c’è ki ha il tumore e sa di nn farcela e continua a vivere… perkè ama la vita…..ki si uccide solo per amore… fa una cazzata… perkè l’amore è così vasto… ti puoi innamorare tantissime volte e sarai ricambiata fidati..quando meno te l’aspetti… se invece ti vorresti uccidere..perkè nn ti piace la vita in generale,…. per le sensazioni ke da… perkè semplicemente non ti piace la vita e te nn sei portata a vivere…allora non dico ke sia giusto farlo..ma almeno è un motivo piu sensato… rispetto ucciderti per amore o cosa!!!ti dico una cs.. un altro motivo perkè nn riesco a farla finita.. perkè sono curiosa di vedere il destino cosa ha scelto per me….!!! e penso tanto prima o poi tutti moriremo… a questo punto aspetto e intanto mi godo lo spetttacolo ke il destino mi ha offerto! come un film: titolo: la mia vita. regista : destinio. attore : me stessa… altri attori : la mia famiglia …attori secondari: amici ecc. comparse: il resto del mondo…; spettaore: sempre me stessa!!! io sn sia l’attore ke lo spettatore del mio film!!! quindi un consiglio io mi godo il mio film…. tu goditi il tuo!!!fidati…poi a 80 anni ti uccidi… ma almeno hai visto il destino cosa ti ha riservato!!! auguri su tutto… e una cs… se ti ucciderai sappi ke anke se nn ti conosco…mi dipiacerà!!! veramente!!! quindi nn lo fare 🙂 un motivo in piu per vivere 🙂
Pure io la penso come te
Pure io la vita non l’ho mai amata e lei non mi ha mai amato.Ho perso amici morti suicidi,ho avuto sofferenze d’amore,ho avuto pochi amiciho avuto un’adolescenza di solitudine,non conosco le persone che abitano nel mio palazzo.Ho desiderato la morte già nell’adolescenza,ho salvato amici dal suicidio,ho desiderato la solitudine come stile di vita e ora sono a pezzi.Voglio farla finita.Ho un animo nobile e sensibile,ma nessuno mi capisce.Ho disprezzato i giovani di oggi,troppe balle per la testa.Non voglio più vivere,voglio solo morire e farla finita.Ho scritto poesie ma nessuno me le apprezza.