Ho letto il desiderio di molti di morire ed io ci vado un po’ più leggera: vorrei sparire. Alla soglia dei 50 anni ho realizzato un fallimento perfetto: nulla, proprio nulla é andato a buon fine. Matrimonio, figli, amicizie, lavoro, hobby, religione. Niente da fare, proprio in nessuna di queste cose c’è stata una soddisfazione anche minima. Il dolore più grande mi viene dai figli, due maschi, dall’indole violenta ed estremamente maleducata, sottopongono me e mio marito, ma soprattutto me, a continui maltrattamenti ed offese di ogni tipo. Dopo 5 anni di terapie, psicologi, psichiatri siamo giunti alla conclusione CHE SONO FATTI COSÌ e non vi é nulla da fare. Solo che adesso sono spenta, non ne posso più. Sto iniziando ad isolarmi, ad evitare le occasioni e la gente ed ho attacchi di panico. Per fede ho sempre rigettato l’idea del suicidio ma, ormai da tempo, continua ad essere il mio pensiero fisso. Sto cercando di sostituirlo con quello, meno drastico, dell’allontanamento e della sparizione ma poi mi faccio mille problemi per i miei familiari, mia madre, i figli e le chiacchiere di paese che infesterebbero ulteriormente le loro vite. Sono in poche parole con le mani legate, sono in gabbia. Ormai da anni la mia vita coniugale non esiste più e in casa é un continuo piangere di nascosto e cercare conforto nel bere. Poi ci sono quei momenti in cui la mia testa si fissa sul pensiero di partire, via lontano, oppure di morire. Ho il vuoto intorno e dentro di me. Non so per quanto durerà ancora…
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Categorie: - Me stesso
Emylia, hai scritto un post molto lucido.
Escludendo il suicidio, che non è rimediabile e causa parecchi fastidi spesso anche di natura fisica (mica sempre riesce), pure “sparire” non è facilissimo, in realtà è più che altro un ideale, ma non siamo nell’Ottocento e ci sono canali televisivi ansiosi di ritrovarti.
Senza contare le rogne burocratiche: un conto è se sparisci a Ladispoli, un altro se ti eclissi a Maracay o ad Instambul, vorrei vedere quando ti scade la tessera sanitaria,
la patente o il passaporto come te la cavi, senza contare che in patria devi pur pagare IRPEF, IMU, etc.
In questi casi pure la narda non è risolutiva, ma solo egregiamente palliativa.
È dura rimanere al proprio posto quando la nave affonda, lo so, ma si deve fare, per dignità personale e perché così va fatto ebbasta.
Al limite inventati una vocazione umanitaria imprescindibile, saluti tutti e vai in Congo con qualche ONG, nessuno potrà dire niente, ma mi raccomando: avere sempre le carte a posto perché il nostro non è ancora un mondo smart, tutt’altro.
Vabbè, a parte la genetica filiale, che può pescare in ambiti lontanissimi e quindi non la puoi scegliere, ti sei fatta un’analisi razionale del perchè tutta ‘sta sfiga? Perchè non so quanti anni abbiano i due virgulti, ma se maggiorenni puoi mandare affanculo tutti e ricavarti una vita con la persona che dovresti amare più di tutti. Te stessa.
Io l’avrei giá fatto. A costo di ripartire da zero.
1) Manda i tuoi figli in casa famiglia tramite assistente sociale dove troveranno educatori e psicologi che gli insegneranno l’educazione
2) Frequenta gruppi di auto aiuto con persone simili a te presso associazioni come Itaca
Signor yog in Svizzera con 10000 euro il decesso è assistito e garantito
Ad ogni modo se non vi è via d uscita le suggerisco di racimolare i risparmi (se ve ne sono ) e sparire altrove . La vita è una sola, finché il corpo risponde bene val forse la pena far fagotto ed esplorare nuovi orizzonti
Speranza, non so da cosa venga il “Signor”, ma hai sbagliato appellativo: “Professor” è quello corretto.
Sei male informato, in Svizzera ci vuole quasi il doppio.
Uno può sognare di sparire, ma se i figli sono criminali restano prima di tutto affar tuo.
Perciò si affonda con la nave, che è meglio.
Ebbasta.
Emylia, hai descritto una situazione grave. Sembra che i tuoi problemi ti abbiano causato una depressione e il rifugio nell’alcol dà un sollievo momentaneo, ma fa gravi danni, è una complicazione in più.
Che età hanno i figli? Sei economicamente indipendente? Che rapporti hai con il marito, violento anche lui o semplicemente non lo ami più?
Invece di pensare a soluzioni drastiche come il suicidio o sparire nel nulla, se non vedi altre vie d’uscita, taglia con i figli appena saranno indipendenti, per quanto non sia possibile farlo completamente. Eventualmente tagliare con tutta la famiglia, separati, vai a vivere da un’altra parte, ricostruisciti una vita, infischiandotene delle voci della comunità che ti critica. Non saresti la prima né l’ultima che si separa.
Ti senti una fallita? Non fa niente, è andata così, succede a tanti, adesso raccogli i pezzi della tua vita e salva il salvabile.