Dopo sei anni in cui lui era il primo a parlare di futuro e ad emozionarsi soltanto guardandomi, mi lascia all’improvviso e in un modo anche piuttosto brutto prima di partire per l’Erasmus. Inutile dire come sono stata. Passa qualche settimana e comincia a scrivermi e a videochiamarmi per sapere di me e la cosa mi destabilizza alquanto, per cui a malincuore gli dico di non farsi più sentire. Dopo due mesi in cui non ho più notizie di lui, lo cerco (sì, che masochista) e lui comincia subito a chiedermi ossessivamente con chi sono uscita, chi ha cercato di baciarmi, di portarmi a letto, di guardarmi diversamente. Mi dice che è fidanzato e che ha anche convissuto (il tutto in quattro mesi di Erasmus?!) ma che ovviamente mi pensa e mi penserà sempre. Ci vediamo, gli dico che sto con una persona e impazzisce, mi dice che io sono rimasta qui e che trova assurdo che abbia potuto conoscere qualcun altro, stare con qualcun altro dopo tanti anni passati con lui. Gli faccio notare che lui è fidanzato e ha convissuto, mi risponde “è diverso, lì è tutto amplificato, lì vivevo da solo, non è stata una cosa voluta”. Da come parla capisco che a questa ragazza non tiene più di tanto, dice anche che le cose che abbiamo vissuto io e lui sono impossibili da rivivere con altri per entrambi, io ero la perfezione. Gli spiego che non poteva aspettarsi niente di diverso, visto che comunque con me non ci sarebbe tornato. E che non accetta l’idea che io possa essere felice. Si rattrista, parla a tratti e alla fine, come suo solito, porta la conversazione al litigio così da poter dire che sono io il problema e da convincersi che tutto quel che ha fatto sia stato giusto… “vedi, è come sempre, io e te non funzioniamo”. Io sono del tutto destabilizzata, con un dolore infinito da mesi e la consapevolezza di aver lasciato una grossa parte di me ad una persona squilibrata, voltagabbana, insensibile e sadica…alla quale tuttavia sono legata. Probabilmente anche lui è ancora innamorato, e sono convinta che passeranno gli anni e ci ameremo ed odieremo ancora anche se saremo distanti, ma adesso vorrei soltanto riuscire a smettere di avere un peso costante sul petto e un pensiero fisso in testa.
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Categorie: - Amore e relazioni
Non ci ho capito niente: stop thinking!
Il dolore costante sul petto è un segno clinico da non trascurare affatto.
Sei stata sei anni con un soggetto simile? Complimenti!
Che dire hai trovato uno dei rari casi di uomini “ donna”…nel senso che quasi sempre sono le femmine a comportarsi in tal maniera…quindi ti do un consiglio come se tu fossi un maschietto…mandalo a ca...., ignoralo e sparisci per sempre. Una tal persona non si merita altro.
E’ il mio comportamento abituale, io mi diverto come un pazzo a prendere per il culo le donne così!
“Probabilmente anche lui è ancora innamorato, e sono convinta che passeranno gli anni e ci ameremo ed odieremo ancora anche se saremo distanti…”
Probabilmente invece si tratta solo di far passare ancora qualche mese, e poi lentamente l’oblio (il suo) farà il suo lavoro.
Forse sarai tu a pensarci ancora, anzi senza forse.
Per lui si tratta solo di abituarsi alle nuove… “abitudini”.
Resta sempre il mistero del perchè tante donne si leghino a persone squilibrate, voltagabbana, insensibili e sadiche. Ma questo è tutto un altro discorso.
Preferiscoanonimato, la vedo come Golem.
Lui non è innamorato. Lo sei tu. E ancora, dopo tutto, lo pensi. E questo mi dispiace tantissimo. Ma perché dedicare ancora tutta questa energia, attenzione alla persona che ti ha ferita così tanto?
Golem, io so che tu stavi cercando di risolvere il mistero in cui parli nel tuo commento. A quale soluzione sei arrivato?
Si tratta di una alterazione abnorme dell’istinto materno. Il soggetto femminile in questione ha probabilmente “sentito” quel “caratteriale” e infantile soggetto maschile come bisognoso di “essere capito”, invece era solo un povero stronzo. In realtà neppure lei ne è innamorata in modo maturo. Lei non ha nostalgia di lui, ma della di lei sensazione di accudimento da cui si sentiva gratificata. Queste donne in realtà sono insicure dei propri mezzi, e per questo, pur di avere una storia, cercano di diventare “indispensabili” “offrendosi” come “tappabuchi” delle lacune “dell’amato”, perchè non credo che quel tipo si sia dimostrato “spostato” solo poco prima di mollare la nostra “anonima”. Era un rapporto nevrotico da entrambe le parti, è evidente. Solo che quello di lei, apparendo quella “buona”, viene scagionata da qualunque colpa, a prescindere, e invece ne ha, eccome.
Queste donne si scavano la fossa accettando quel ruolo di “accuditrici”, ma poi si lamentano quando in quella fossa ci cadono, scoprendo così che nemmeno come “tappabuchi” sono insostituibili.
Queste storie hanno il destino segnato sin dall’inizio. La fine arriva quando la fossa è sufficientemente profonda per farci stare una “cassa”. Adesso lei è chiusa lì dentro, e se continua a cercare quel fesso, la coprirà con due metri di terra e una lapide sopra. “Qui giace un’illusa”
Riposi in pace.
Guarda, devi orientare le tue energie altrove. Sul nuovo tipo, sullo sport, sul senso della vita, sulla famiglia e sul lavoro. Manda questo c…..e aff… e lascialo marcire nel suo brodo di inaffidabilità. Che vuoi cavare il miele da un buco dove sta un ragno!?
Preferiscoanonimato,
non so cosa ti abbia attratto nell’uomo che ora definisci come “una persona squilibrata, voltagabbana, insensibile e sadica.” se a suo tempo te ne sei infatuata e hai portato avanti la relazione per sei anni, qualcosa di particolare per te in lui doveva pur esserci!
in gioventù il passaggio dalla scuola superiore all’università o dalla scuola al lavoro creano spesso una forma di spaccatura negli equilibri della quotidianità. a maggior ragione la permanenza di qualche mese all’estero.
con la distanza e i cambiamenti reggono i rapporti saldi e profondi; si sfaldano gli altri. evidentemente, da parte di lui non c’era il tuo stesso interesse e trasporto. ma anche tu, hai fatto abbastanza in fretta a mettere in atto la strategia “chiodo scaccia chiodo”.
siete giovani: ancora dovete imparare a conoscere sia voi stessi che l’altro, oltre all’avere un’idea chiara di cosa desiderate per il futuro. non drammatizzare. evita di fissare il pensiero su un soggetto così egocentrico e superficiale: considera questa esperienza come parte di un apprendistato, che ti sarà utile in avvenire.