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Voglio morire, ma non posso

di lulu80
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Lettera pubblicata il 14 Settembre 2008. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 3.401 commenti

Pagine: 1 75 76 77 78 79 341

  1. 761
    sabrina -

    Ciao, Lucrezia..e ciao a tt! Sai, nuova arrivata, la penso proprio come te..Ci sn momenti nella vita, anche piuttosto lunghi, che uno nn trova un senso al suo vivere..Ma la colpa di chi è..dico io..se nn sua? Bisogna avere obbiettivi da raggiungere, progetti, cose da voler fare e realizzare…Ognuno avrà le sue! Capita poi che, altre volte, con la mente vorresti scalare montagne…ma il corpo nn ti segue..Allora che fare? Ognuno trovi la sua ancora…Ma la trovii!! Non si può lasciarsi annegare, non ha senso. Almeno per me! Coraggio che ognuno di noi ha una dote particolare: è da li che dovrebbe partire! Buon week-end a tutti!!

  2. 762
    leandro -

    Finitela di fare discorsoni su che cosa è o non è la depressione, questo piccolo angolo sul web è un modo come tanti altri per sfogarsi, per paragonare situazioni proprie con quelle di altre persone che stanno male,non un dizionario sulla psicologia.
    E ventolibero, mi dispiace molto per la tua situazione ma non aiuterai queste persone faccendo un riassunto sulla depressione.
    Penso che ognuno sia libero di scrivere quello che vuole.
    Non è il mio primo post qui, infatti nei post precedenti descrivo un pò la mia storia e si, mi definisco un depresso e non ho di certo bisogno di uno psicologo per definirmi tale.
    Sono senza amici, non ho più una compagna e la mia famiglia mi considera “non normale”..sapete che bello non essere considerato un membro della famiglia e essere sbefegiato da tutti perchè non ho più amici, non ho più nessuno, e trascorro tutti i giorni a casa incluso il sabato sera.
    Se non fosse per il lavoro che mi distrae probabilmente sarei ancora più giu..

  3. 763
    ventolibero -

    A parte che ti contraddici (se dici agli altri di finirla…), come potrei “aiutarle”, dicendo che voglio morire? Dichiarandomi “depresso”? Recitando la parte del comprensivo? Consigliano terapie, e magari, dato che sono uno psichiatra, anche le giuste pillole per la felicità? Lamentandomi a oltranza? Vomitando senza sosta tutte le mie difficoltà? Parlando della ragazza che dopo 6 anni mi ha lasciato? Di mia sorella che non vedo e non sento da più di un anno? Insomma dimmi, illuminami…Ma a cosa,e a chi,servirebbe? Se nonostante tutto questo, se nonostante quest’altra bellissima sorpresa che ho avuto, se nonostante i tanti terremoti che ho dovuto e devo affrontare non mi lascio andare a questa deriva, e cerco di dare una testimonianza diversa, è questa la mia colpa? Devo essere come voi, come te, come il mondo intero, per forza? Sarete anche voi quelli giusti, ma posso dire che, per me, questo modo di fare è inopportuno? Poi tu puoi continuare a definirti e ritenerti “depresso”, non sarò certo io a impedirtelo, dico solo la mia, e nemmeno lo farei se ti avessi accanto. Non ti legherei al letto, non ti stordirei coi farmaci neuroplegici, non ti negherei ascolto e sguardo, ma questo è quello che vedo fare coi veri depressi che questo schifo di mestiere mi fa incontrare ogni giorno. Mi atterrisce lo sguardo del dolore, di quello vero, autentico che mi capita di incontrare: lucido, discreto e confuso a un tempo, di chi non sa che cosa gli capiti, poichè nessuno conosce la ragione e il senso del dolore. Uno sguardo che soffre, una sofferenza dubbiosa! In questo sguardo leggi l’inquietudine e il terrore, quel senso indefinito di paura e di ansia e quel bisogno di alleanza silenziosa, di comprensione, il bisogno di uno sguardo amico che plachi l’angoscia che potrebbe paralizzare l’anima e dipingere di nero persino il sole. Ecco l’uomo depresso che vive al limite della possibilità di esistere, ecco quell’urlo soffocato che uno stronzo di psichiatra spegne con l’olanzapina o con l’aripiprazolo, e che umilia legandolo al letto. Ecco la mia depressione!
    Io rispetto il tuo malessere, ma credimi, se venissi a fare una “visita guidata” in un Spdc, sono certo che quest’uomo depresso farebbe svanire la tua “depressione”! E non sarò io psichiatra a dirti che non sei depresso, sarà la depressione, quella vera, quella che non ti fa dire “voglio morire”, ti ammazza e basta, a farti capire che, forse forse, sei fortunato: perchè non sei depresso!

  4. 764
    ventolibero -

    Ti ripeto: massimo rispetto per le tue difficoltà, per i tuoi dolori, per le tue sofferenze. Ma io, vedo sguardi lucidi ma sofferenti, di un dolore vivo che brilla sulle macerie di alcune vite, di alcune vite che sono una guerra. E per rispetto a questo, a questi sguardi, non mi definisco depresso…NONOSTANTE TUTTO! Perchè, se pure altro non facessi, quantomeno vengo su internet a declamare il mio malessere, a esporre le mie difficoltà, a lamentare il mio male di vivere…Tutte cose che il depresso di cui parlo non fa, non può fare, non è in grado di fare!
    Bada che non ti ho scritto frasi da manuale psichiatrico, è l’esperienza viva di ogni giorno, è la mia misera esperienza di ogni sacrosanto giorno…Sono delle semplici e sincere parole di chi, ogni giorno, assiste a delle storie appena nate e già finite: perchè dopo settimane al Tso, ho già visto troppe giovani vite che dopo essere state rimesse in libertà, nel tentativo di vivere, si sono ammazzate. Ho già visto troppe storie di sofferenze messe a tacere dalla chimica e dalle fascette in “prima o in quinta” (e sono certo che tutti questi “depressi” non sanno di quello che sto parlando…e ne sono ben felice!) e che dopo, dopo il “trattamento” e la “cura” hanno urlato libere da un’altezza di 30 metri…!
    Ti ho parlato con il cuore in mano, davvero, e con tutta la solidarietà per i tuoi disagi e difficoltà…Ma la depressione è altra cosa. E già il fatto stesso che tu dica “sono depresso e non ho bisogno dello psicologo per capirlo” conferma le mie parole: perchè ormai, il termine “depressione”, sta diventando un modo di dire. Ma la depressione è una patologia seria e invalidante (dico INVALIDANTE…), e che, purtroppo, necessita di psicologi e psichiatri…!
    Alessandro

    P.S Data la delicatezza della questione, spero di tutto cuore che l’attrice abbia il buon gusto e la decenza di risparmiarci ora la sua comparsa. Che rinunci a recitare la parte della padrona di casa che da il benvenuto al nuovo arrivato di turno, e che per dare valore e credibilità a insulsaggini e banalità alle quali nemmeno lei stessa crede, che pure le dice, ha bisogno, ogni volta, di screditare gli altri…non sapendo, e capendo, che scredita se stessa, e da sola!
    Spero che, almeno in questa occccasione, abbia davvero il decoro di tacere!

  5. 765
    leandro -

    caro alessandro, ho letto da cima a fondo ciò che hai scritto e mi hai profondamente colpito.
    Molto probabilmente, anzi, hai ragione sul fatto che io non sappia ancora cosa sia la vera depressione, ma è appunto questo che mi spaventa, non voglio conoscere tale inferno, ma ogni giorno mi accorgo che sprofondando sempre più giu in questo pozzo senza fondo io e la “vera depressione” ci ritroveremo a convivere faccia a faccia prima o poi se qualcosa non cambia nella mia inutile vita.
    Premetto subito che non metto in dubbio la tua sapienza sul campo della psicologia/psichiatria, ma trovo comunque normale che una persona si definisca depressa (anche se non lo è davvero) e scriva la sua situazione su un sito web perchè magari non ha nessuno con cui poter parlare o comunque non riesce a raccontarla a nessuno di persona.
    Il parere di uno psichiatra mi è di conforto se mi si viene detto che la vera depressione non l’ho ancora provata realmente, ma come ho gia detto ho paura di provarla e di restare rinchiuso per sempre in questa.
    Sai, la mia storia è molto complicata..la solitudine, la mancanza d’affetto, le delusioni, le prese in giro mi hanno portato all’essere paranoico e violento con i miei amici, e per questo mi hanno abbandonato, ma non è tutto.
    Non riuscivo a fidarmi della mia ragazza, ero geloso e possessivo e le tiravo fuori storie passate dei suoi ex come se fossi geloso del suo passato..da pazzi no?
    E adesso mi ritrovo solo senza stimoli di alcun genere, bevendo e fumando come se volessi autodistrugermi perchè mi disgusto..
    Ogni mattina guardo la mia faccia di merda e mi chiedo che c.... ci faccio in questo corpo, perchè sono cosi e ho questo comportamento autolesionistico e associale con gli altri..
    La mia situazione non è nulla se confrontata alla tua e per questo io ti ammiro perchè sei forte, hai una personalità tenace e c’è la farai e ti auguro tutta la felicità di questo mondo.

  6. 766
    ventolibero -

    Vedi,caro Leandro (più o meno ci chiamiamo alla stessa maniera…e siccome a me piace molto il mio nome…),io non ho interesse a esibire la mia presunta “sapienza”:non farebbe onore a me,e non servirebbe a te che mi ascolti (te x dire chiunque).Mai mi permetterei di impedire o limitare la libertà di espressione di alcuno,e comprendo il bisogno di raccontare e raccontarsi,si ha bisogno di vomitare e liberarsi di tanti di quei fardelli,di quei macigni che pesano dentro,e lentamente ti logorano e consumano.E di te,delle tue tensioni interiori,della tua emozionalità cosa rimane?Rimane lo spettro di ciò che è essenziale al vivere:la capacità di incontro e relazione,il bisogno di ascolto e accoglienza…non te ne frega più nulla,ti trascini spento in quel deserto dell’interiorità che ti annienta,e alla fine,ti fa considerare la morte,e tutto ciò che alla morte conduce,preferibile alla vita.E qui,siamo alle depressione,appunto.Ma quando si urla no,quando si urla dentro,e ci si danna con forza e disperazione.Urli perchè senti che hai fallito e che non c’è possibilità di rimediare,non c’è più il tempo di fare quello che vorresti fare e che forse,ora,è del tutto inutile portare a termine,concludere.Tutto sembra inutile e vano:ogni sforzo,ogni fatica,ogni tentativo.No amico,non è così,tu x esempio:hai un lavoro,avverti vivo questo bisogno di parlare,di sfogarti,hai consapevolezza della solitudine che ti è compagna,e contezza che questa non è vita.Ti senti sprofondare in un pozzo sempre più profondo.Se ci pensi bene,è quella consapevolezza che ti fa percepire a te stesso:è spento tutto intorno a te,ma è vivo il male dentro di te,il male di vivere,la fatica dell’esistere,la rabbia di vederti diverso da come ti desideravi e speravi.C’è questa tensione,e certo soffri di questo scarto,e senti che la morte ti corteggia,ma allo stesso tempo senti che avresti da vivere ancora un pò,perchè le tue illusioni,che sono quelle di avere una vita diversa,hanno bisogno di altro tempo.
    Ma queste sono sensazioni che,con diversa intensità,certamente,viviamo tutti,sono connaturare alla natura umana,se non ci fossero saremmo delle bestie.Tu parli di autolesionismo e asocialità,ma quando il dolore x lo scarto tra ciò che si è e si ha e ciò che si vorrebbe essere e avere è tanto vasto è praticamente “normale” non rispettarsi e tendere a “eliminarsi”,a nascondersi,magari,appunto,spaccando quel frammento di mondo che si ha intorno.

  7. 767
    ventolibero -

    E allora così facendo si ottiene solo più solitudine,uomo solo che ormai non ha nessuno con sè e attorno a sè.Ho visto e conosciuto storie di violenza estrema,da studentello idealista e sognatore,e ora,da giovane medico alle “prime armi”.E in queste storie ci ho sempre trovato dolore,nient’altro che dolore.Il dolore di progetti falliti,il dolore di non essere stato quello che si sarebbe voluto essere.Il dolore di darsi,di doversi dare,della parvenze diverse,che nascondessero la realtà,una realtà difficile da accettare.Ma alla fine si esplode,e dati i troppi stronzi che ci sono in giro,alla fine si resta soli,alla fine,ci si trova costretti ad agitare l’agonia del proprio male di vivere su un sito internet…dove è facile,troppo facile,dire “ti capisco”,”ti abbraccio”,”ti stringo”…Ma porca puttana dico io:perchè in questo merdoso mondo,incontro un volto tra miliardi di volti e nessuno è disposto a dirmi che mi capisce,che mi abbraccia,che mi stringe e mi è vicino?No amico,risposte non ne ho!
    E qui,proprio qui che scatta la molla del vittimismo,che non serve mai a un c....:vorresti stare al mondo,vorresti essere parte attiva del tuo mondo,vorresti superare questo dolore che ti sta ammazzando e cerchi qualcuno ma non trovi nessuno,nessun uomo,nessun volto,nessuna voce:e allora vuoi morire.Che c.... ci sto a fare in questo mondo di merda?Vuoi morire non perchè depresso,ma perchè ti vedi privato di ciò che è essenziale al vivere:il sentirsi parte del mondo di qualcun altro! Pensi alla morte ma non ti ammazzi,e agonizzi nel tentativo di cercare di fermare un dolore che ti spaventa,e che senti possa diventare sempre più forte,più insuperabile.In sostanza,amico mio,è la tua paura di poter conoscere la depressione che porta alla morte che può salvarti.La paura è sì il dramma dell’uomo,il “filo conduttore della sua tragedia”,ma quando ti senti morto e paradossalmenteallo stesso tempo senti questa paura,vuol dire che devi impegnarti x superarla,e cominciare a vivere,vivere davvero!
    La mia non è forza,non ho un carattere strafottente e prepotente,tutt’altro:sono dimesso e mite,anche nell’aspetto,”angelicato”come diceva il mio parroco anni fa…Semplicemente,ci credo,e non mi concedo facili comodità nel rischioso mestiere di vivere.
    Prova a crederci anche tu…Tenta almeno,cerca di scoprire un altro te stesso e vedi come va a finire…può darsi meglio,può darsi peggio…”ma se non hai mai tentato,non hai mai vissuto”
    Con umana solidarietà,
    Alessandro

  8. 768
    sergio -

    buonasera sto leggendo con interesse ciò che scrivete.io non sono ne
    un medico ne un luminario ma una persona che non ha mai avuto voglia
    di studiare.ma non per questo incolto.è vero in parte ciò che dice il
    nostro caro psichiatra.la depressione è tutt altro.la depressione
    annulla il tuo cervello e ti rende un vegetale.io soffro da ben 21
    anni di disturbi di attacco di panico e vi garantisco che la mia vita
    è una lotta continua giorno dopo giorno.mille medici mille terapie
    mille sedute non sono servite a niente.il morale è sotto i piedi ed
    anche questa sera il pensiero di chiudere con questa vita è
    presente.non ne ho avuto mai il coraggio solo per la paura di restare
    in questa vita peggio di prima.ma credetemi quante volte mi fermavo
    davanti al passaggio a livello con il pensiero di mettere la testa sui
    binari.ora non chiamiamola depressione diamogli pure un altro nome ma
    la realtà è che anche noi abbiamo dei problemi.forse siamo qua per
    confrontarci oppure per trovare una parola di conforto.fatto sta che
    stiamo veramente male e trovo sbagliato chi dice devi farti forza
    perchè la vita è bella.chi sta male interiormente non ha la forza di
    vedere le cose in positivo e nemmeno rendersi conto che la vita è
    bella.si vede tutto nero e quando ti chiedono come vedi il tuo futuro
    la risposta è sempre quella……..più nero di adesso.perciò prima di
    scrivere che uno che tenta o si toglie la vita è un vigliacco
    pensateci due volte.evidentemente non avete mai toccato realmente il
    fondo e non sapete quale sia il dolore che ti porti dentro ed annienta
    ogni tuo sforzo.ci sono persone che reagiscono in un modo altre in
    altri.nessuno è uguale a nessuno ed ognuno vive la sua angoscia o
    malattia in modo diverso.io comprendo e capisco tutti quelli che
    dicono che vogliono farla finita perchè anch io come loro ho lo stesso
    identico problema.ho paura veramente che un giorno possa accadere
    tutto questo.comunque ragazzi da soli non ne usciamo.abbiamo bisogno
    di un supporto medico e dei farmaci.certo e lo ripeto sono 21 anni che
    soffro di attacchi di panico e non ho ancora risolto il problema ma
    credo che senza farmaci e medici forse non sarei arrivato fin
    qua.forse sarei già finito sotto il treno molti anni fa.comunque
    ricordate che il nostro male è la nostra troppa sensibilità.dovremmo
    essere più egoisti ma non è parte di noi.un abbraccio a tutti.sergio

  9. 769
    sabrina -

    E invece ” l’attrice” ritorna…ma non per dirti quello che ti aspetti!! Volevo solo condividere la mia esperienza perchè nelle tue parole, quando descrivi gli sguardi e i volti di chi soffre veramente e che tu incontri per il lavoro che svolgi..ho riconosciuto la verità! Non l’ho mai scritto fin’ ora ma, alla bella età di 43 anni, mi sn rimessa a studiare, come: “Operatore sociale”. Quest’anno prendo la qualifica..ma nn è questo..volevo dirti che di quegli sguardi e di quegli urli silenziosi ne ho visti parecchi nella mia vita.Li stò vedendo ogni giovedì nella casa di cura per grandi anziani ,nel senso ke hanno una media di 80 anni, quando vado per il tirocinio settimanale. Li ho visti in 15 anni di tossicodipendenza, li ho visti in tanti disperati che ogni giorno fanno una fatica immane solo ad alzarsi dal letto..Infatti nn lo fanno..Ho visto gli occhi di mia madre, nel 99, quando, all’improvviso ,dopo giorni di “pazzia” (la trovavamo sdraiata sul tavolo di cucina, a pancia insotto, con le braccia allargate e lo sguardo vaquo.).ha tentato il suicidio ed è stata in coma quasi una settimana, salvandosi per miracolo!e poi altre volte ancora. Compreso quando, circa alla tua età, anzi forse un pò prima, ho sofferto anche io di depressione, quella vera, e per non suicidarmi, mi sn fatta le pere. Basta ,solo questo..Di sofferenza ce n’è tanta al mondo ed io nn pretendo assolutamente di risolvere le cose dicendo quì, a chi scrive, ti voglio bene o su con la vita..Hai capito proprio male! Il mio è sl un voler dare un segno di vita, nel senso di: Hei, c’è qualcuno ke ti ha letto e ti saluta, dicendoti nn mollare. lUNGI DA ME TT CIò PER CUI MI HAI FIN’ORA ETICHETTATO. Comunque buonanotte a tutti.L’attrice esce di scena!

  10. 770
    ventolibero -

    Hai “riconosciuto la verità” eh…Ma come:non era solo la mia verità?
    Hai parlato di mie “contraddizioni”,sei spesso intervenuta per schernire e screditare,e ora…e ora,nelle mie stronzate,a cui non bisovagna “far caso”, riconosci la verità.Ma quella verità è sempre la stessa amica mia,sempre quella di cui ho parlato in tutti gli altri post dove tu vedi delle contraddizioni,che comunque non sei riuscita a mostrare,a mostrarmi.Diciamo che ti faceva piacere,ti allietava poter bistrattare qualcuno,e ora invece,ora parli di ciò di cui non avevi mai parlato,e nelle mie parole,che non si sono mai contraddette,riconosci la verità:è questo un atteggiamento incoerente.Se vivi queste esperienze,se incontri questi sguardi e ne cogli l’urlo soffocato,se hai avuto,come dici,esperienze familiari di questo genere,allora fin da subito,avresti dovuto riconoscere la verità nelle mie parole:che non è la mia verità,è la verità del dolore.La tua esperienza,avrebbe dovuto farti comprendere,da subito,che quando facevo quelle opportune e sacrosante distinzioni tra depressione,vera,e malessere esistenziale,forse,magari,non dicevo poi delle stronzate campate in aria,ma magari dicevo delle cose su cui valeva la pena riflettere un attimo…anche se dette in un contesto dove molti amano atteggiarsi a vittime di tutto il male dell’universo,erano impopolari.Queste sono le vere,tue,contraddizioni !
    E ora,esprimendoti la mia solidarietà,umana,senza dirti che ti capisco e ti abbraccio (io resto,in questo,coerente),chiudo qui ogni polemica!
    Ma vorrei dire due parole a commento di chi parla con troppa facilità di farmaci.Ci tengo a dire che io personalemente,non ho mai detto minchiete del genere:”forza che la vita è bella” o “se ti ammazzi sei un vigliacco” ecc…Sono stronzate che non mi appartengono! Ma allo stesso tempo,francamente,rinuncio all’esclusività: infatti nemmeno mai ho espresso concetti di questo genere: “evidentemente non avete mai toccato realmente il
    fondo e non sapete quale sia il dolore che ti porti dentro ed annienta
    ogni tuo sforzo”.Quando parlo di vittimismo,è anche questo:ammantarsi quasi di esclusività! Il fondo io l’ho toccato amico,e lo tocco oggi,e tutti i giorni,perchè o ti adegui a sofferenze estreme o cambi mestiere.Perchè se devo fare lo psichiatra e appiattire il mio mestiere sulla farmacologia riducendo a cellule e molecole le sofferenze di un uomo e meglio che me ne vada a casa,e alla svelta.

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