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Lettera pubblicata il 30 Settembre 2005. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore ania.
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Non credo di avere ancora una vero problema con l’alcool. Non da rivolgermi ad associazioni.
Comunque grazie per il pensiero. Il problema vero è di carattere affettivo. E della voglia di cambiare vita, ma della paura di farlo.
Della paura di fare male ad altri, e quindi di farsi male da soli.
Ciao Ania (Alina?) mi farebbe piacere leggerti ancora.
Papi infatti se leggi bene quello che ti ho scritto io parlo,
dei tuoi affatti,anche perchè non hai mai parlato di alcool,
chiamami come più ti piace a te non c’è nessun problema per
me…Per quanto riguarda il bere,bhè io lo trovo da persone
fallite che non affrontano i problemi che scappano da
vigliacchi che fanno d el male ai parenti che distruggono
prima se stessi e poi chi gli vuole bene!!!Scusa se ti parlo
così ma io combatto tutte le sere con mia madre per tale
problema e non sopporto minimamente ciò che hai scritto!!!!
Per favore non scriverlo mai più e se intendi farlo,
sarò io a non scrivere più,perchè qui c’è scritto voglio
lottare,non scappare ma lottare!!!!Ciao
Ah si ho letto ora che sopra dici di bere troppo,
ti ripeto non voglio leggerlo mai più!!!Cavolo sei un padre,
sai quanto vorrei io avere un papà???No che non lo sai,
è morto da quando avevo 3anni,ora ne ho 17 e lo stò ancora
aspettando,l’ho carcato in tutte le persone che mi trovavo
d’avanti,sai cosa ho trovato?Un uomo,che mi violentò per un
anno,se è questo quello che vuoi che i tuoi figli si perdano
fallo pure non sò cosa ne ritrovi…E ricordati che Dante,
nel limbo come dici tu non tratta bene le anime!!!
RICORDATI MAI PIU’ VOGLIO LEGGERE CIO’CHE HAI SCRITTO MAI
PIU’ O NON SCRIVERO’ IO
Beh Alina, con le tue parole mi hai certo dato una risposta, non so se decisiva, non so se sono abbastanza forte.
Ma in fondo, con le tue parole, non hai dato una risposta anche alle tue domande?
Comunque sei molto cara.
Ciao
Scusa Alina, c’è stato un accavallamento di messaggi, risposte date prima delle domande, e viceversa.
Non volevo farti arrabbiare, men che meno importi qualcosa, men che men che meno vogli oche tu smetgta di scrivere.
Ok non se ne parla più.
A presto!!!
Papi,
non volevo di certo buttarti giù di morale..ma non sopporto
certi atteggiamenti!!!No,io le mie risposte non le ho
trovate e non credo di trovarle
Sai,
mi è sempre piaciuto dare un perchè alle cose,infatti molte
volte mi ritrovo con la testa piena d’idee e non sono arrivata
da nessuna parte.Ne ho superate tante di battaglie,molto pesanti
ma sono andata avanti,sarà sciocco io che faccio la morale a
te quando qualche mese fa stavo in ospedale perchè avevo
tentato il suicidio,però una cosa che mi ripeto sempre e che
dico sempre a mia madre,io non ho una famiglia sulle spalle
non ho delle responsabilità come portare avanti una famiglia,
sicuramente i miei gesti ricadono su chi mi vuole bene,
ma non mando allo sbaraglio nessuno perchè mia madre come
te è grande e vaccinata e credo che abbia vissuto abbastanza
per non commettere degli errori come quelli che fate sia
tu che lei….
Non voglio rimproverarti,ma ti spiego la situazione com’è
da un punto di vista esteriore se pur coinvolta in certe
situazioni….Mi dispiace se sono stata dura,ma se l’ho fatto
non è assolutamente per farti del male è come una pacca che
si dà a un amico quando inciampa è un modo per dirti
oh alzate che ce la fai!!!E io sono sicura che ce la fai
perchè scrivi qui quindi un piccolo passo l’hai fatto,
ma ti ribadisco qui non voglio sentir parlare d’alcolici,
in nessunissimo modo,poi sei liberissimo di scrivere ciò che
vuoi tu,non sono io a dirti cosa fare e cosa non fare,a te
l’uso del buon senso baci Ania
Cara ania, caro papimati,
rileggendo tutto per bene credo che il bere non sia la causa del male di vivere di papi. Semmai, insieme al fumo, ne è piuttosto la conseguenza. Secondo me papi ha paura del futuro. Guarda i suoi figli così piccoli e li vede così lontani dall’autonomia. Forse ha paura di non farcela a metterli in grado, quando sarà, di avere una loro vita propria. E allora si rifugia nei rituali consolatori dell’accendere una sigaretta o di versarsi un bicchiere di troppo per stordirsi un po. Per prendere fiato dall’angoscia e non guardare in avanti. Non credo che ne abbia mai parlato con la moglie e che quindi la sua voglia di fuga sia, per la condizione di vita di papi, un’aggravante che si somma ai turbamenti platonici con l’altra.
Uffa! Ha ragione la Caselli: si muore un po’ per poter vivere.
Ania,
capisco la tua inflessibilità, perché la leggo attraverso la tua pesantissima esperienza personale. Ma credo che non vorrai fuggire, se papi ti (ci) chiede (e offre) aiuto.
Ciao, scriviamoci ancora.
(ora vi lascio, il mio nipotino biondo, 4 anni, aspetta il nonno, ma non sa che qui si chiama Silver)
Bacioni
Silver
Siete tutti e due fortissimi. Mi piace molto invece, Ania, che tu sia passata dalla tua disperazione al consigliare me.
Lo trovo bellissimo, e dimostri così la tua forza, quella stessa che ti serve per superare i tuoi di problemi.
Devo dire però, e la spiegazione sta nella esperienza di vita, che Silver, lui un uomo forte, coglie meglio la complessità, forse stupida, del mio problema.
In realtà, però, credo che il mio disagio derivi dalla dilemma di far del male ai miei bambini o farne a me, peraltro per una persona rispetto alla quale non ho nessuna certezza, visto che la conosco solo da pochi mesi. Pochi mesi, con pochi momenti, in cui però mi sono sentito di nuovo vivo, con voglia di fare, di lavorare, di parlare. Una sensazione che non provavo da tempo.
Certo, il mondo è pieno di persone separate e di figli di persone separate, e non credo che siano per forza tutte infelici. Ma la storia con mia moglie è nata con un amore immenso che ha resistito per anni e sento troppo triste l’idea che sia finito. Voglio troppo bene ai miei bambini per solo concepire di essere io la causa di un loro trauma o del loro dolore. Però devo dire che il sogno di essere felice è bello e abbandonarlo è difficile, ed oltre tutto non so quanto produttivo.
Il tuo rimprovero, Ania, ci sta bene, in realtà sono solo un debole che non sa fare delle scelte.
E pensare che il mio lavoro è fare scelte per gli altri. A casa, però, non riesco a stare bene.
E’ l’indifferenza, forse peggio del litigio, forse peggio dell’odio. E’ il non capire più le esigenze dell’altro, è il non voler più sacrificare le proprie per l’altro, perché l’altro non fa lo stesso.
In fondo l’amore è mettere l’altro prima di se stesso, non credete? Ma quando questo non ci rende più felici, cosa bisogna fare? Prenderne atto e cambiare, oppure lasciarsi vivere per la paura di far male a qualcuno?
A volte sogno di scappare con la persona che adesso credo di amare e credo mi ami, per non dover fare i conti con le mie responsabilità, scappare lontano e far finta di essere nato di nuovo. Il nostro sogno è il Canada, ed una figlia, Letizia.
Ma non ho neppure il coraggio di fare questo, non sono capace di scegliere, sono proprio una merda.
Con mia moglie ho parlato, ma non ho risposte, se non un generico, ma indimostrato, io ti amo.
Non so se avete visto il film i giorni dell’abbandono, ma il film finisce con una domanda:
è una colpa smettere di amare?
Poi c’è la persona che adesso credo di amare: mi prende, mi molla, mi dà spiegazioni plausibili e credibili riguardo ai suoi sensi di colpa, ai suoi sogni che con me, data la mia condizione, non potrebbe realizzare, il vestito bianco, la chiesa, la gioia di urlare al mondo che mi ama, senza doversi sentire giudicata. Mi sento preso per il culo, scusate la parola, però nello stesso tempo credo di capire quello che vuole dire. Solo non so se crederci. Insomma, in una parola mi ha distrutto la vita facendomi intravvedere la mia felicità, ma facendomi capire che non potrò mai averla.
Scusate lo sfogo. Scusa Ania, scusa ancora, ma aiutami. E Silver ci farà da papà.
A proposito, la sai una cosa, mio papà non è morto quando ero piccolo, ma ha avuto una gravissima malattia quando avevo tre anni, Per diverso tempo non c’è stato, e poi è stato un po’ assente.
Io, da bambino, lo amavo solo perché mi portava ai baracconi a sparare. Quando è morto, non ti dico quanto mi sono sentito in colpa per non averlo amato solo perché era papà.
Di fatto il mio papà vero, quello di cui mia madre mi parlava e mi parla mia sorella più grande, non l’ho mai conosciuto, ho conosciuto solo una parvenza di lui. Se ci fosse ancora e se fosse sano, sicuramente mi rivolgerei a lui, forte, deciso, razionale, fiducioso, ma nonn c’è.
Grazie della vostra presenza
Silver,
io non nego il mio aiuto a nessuno e tu lo sai più o meno
come sono fatta è parecchio che ci scriviamo e credo
d’essermi fatta capire!!Non sopporto certe cose,non le voglio
sentire se lui vuole aiuto e qui l’ha trovato,bene io mi
allontano perchè non tollero certe cose credo sia l’ultima
volta che scrivo qui aiutalo tu io non posso