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Lettera pubblicata il 18 Febbraio 2014. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore infelice.
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Ciao Luna. Naturalmente concordo sugli effetti negativi, in generale, di Facebook, su bambini e adolescenti. Purtroppo, come giustamente fai notare, oggi basta un cellulare, e una rete wireless, dunque la “sorveglianza” di un genitore, oggi, è certamente difficile. Credo che in questa evidente difficoltà odierna l’unica strada possa essere un rapporto, di base, positivo, con i propri figli, di modo di che di un disagio del figlio si possa essere a conoscenza, comprenderlo e aiutarlo.
Prendendo a esempio questa lettera, potrei dirti che la “scusa”, del genitore, nei confronti della figlia, sull’uso di Facebook, è appunto una scusa. Non è certo con violenza, sfiducia e minacce (“dover fare una brutta fine dentro casa”) che si possa far crescere bene un figlio.
Purtroppo, questa è una realtà credo inconfutabile, moltissimi genitori sono inadeguati e in grande difficoltà.
In questo caso, ho ritenuto del tutto irrilevante questo genere di problemi (Facebook), a fronte di un grido di allarme di una ragazzina minorenne che si dichiara reclusa in casa insieme a sua madre.
Non credo inverosimile né che possa stare accadendo ciò che questa ragazzina racconta, né che nessuno, compresi i professori di scuola (molto spesso “esasperati” da una appunto inadeguatezza educativa dei genitori e sovrastati da competenze e problemi superiori alle loro, magari, “mani legate”, anche per una banale questione legale: essendo legalmente responsabili i genitori di minori, del loro benessere psico-fisico e sociale, mentre gli insegnanti dovrebbero insegnare la loro materia, e certo con fiducia e autorevolezza) abbia ancora fatto qualcosa per lei.
Personalmente, se rispondo a una lettera, lo faccio credendo alla buonafede della persona che scrive, certamente cercando di interpretare le sue parole da un punto di vista anche emotivo e psicologico.
Tuttavia, di fronte a qualcuno che scrive che è recluso in casa, privato di libertà di movimento e di crescita e minacciato, non riesco a dare altre interpretazioni di un fatto che mi pare oggettivo e urgente.
Se poi è uno “sfogo”, in parte inventato, di una adolescente, io questo ovviamente non lo posso sapere.
Preferisco prenderlo come completamente serio e oggettivo, dal momento che se così fosse, non potrei perdonarmi di aver “visto”, ma taciuto e fatto finta di niente.
Del resto, se certe cose accadono, credo che sia ANCHE proprio per questo: perché chi è intorno tace e fa finta di non vedere, pur avendo visto benissimo.
Non sono un fake quello che ho scritto è la pura verita, io ho chiesto aiuto alle mie professoressa hanno detto faranno qualcosa loro, ma non si muovono mio padre è un mostro mi dovete credere ve lo giuro io questa vita non c’è la faccio a vivere cosi tristemente, non ho un attimo di felicità, come posso fare per rintracciare qualche assistente sociale della mia zona, io a abito in un paese in provincia di caserta, vorrei andare a scuola e dire che vorrei studiare da casa ma non so se si puo’ fare, secondo voi si puo’ fare cosa dovrei dire?? ho pensato di contattare il telefono azzurro ma io ho paura di qualche reazione di mio padre, ho paura che mi picchi, e poi passerà del tempo e io nn ho temp da perdere perchè non voglio perdere quest’anno gia sn stata bocciata due anni fa per colpa sua, adesso non voglio venire bocciata, voglio ritornare a scuola !
Martina, piccola, io ti credo. Clicca sulla chat di telefono Azzurro. Lo so che hai paura che tuo padre ti faccia qualcosa, ma devi provare prima a confidarti con quelle persone che sono esperte in questo genere di problemi. La paura che hai, di quella reazione, la devi dire a quelle persone. Loro sanno come fare: prima per metterti al sicuro. Collegati dalle 16 alle 20, puoi scrivere anche lì con un nick, senza dire il tuo nome. Un’altra cosa che puoi fare, quando esci di casa, è telefonare o recarti alla polizia, dicendo che sei reclusa e che hai paura di una reazione violenta di tuo padre. Se puoi, convinci anche tua mamma a fare questo insieme, e chiedere aiuto insieme ad altri vostri parenti, amici, e di recarvi insieme o alla polizia o ai servizi sociali.
Qui c’è una mail dei servizi sociali della provincia di Caserta.
http://www.provincia.caserta.it/it/web/servizi-sociali/pianisociosanitari/
qui la chat http://www.114.it/joom114/absolutels/test.htm
Verita’, che queste vicende esistano ampiamente e anche a un metro di distanza, a volte persino a amici o in famiglia senza saperlo (e non e’ solo questione di far finta di non vedere…) e’ purtroppo fuori dubbio. Aton commenta come crede ed e’ responsabile dei suoi commenti, io dei miei. Ho gia’ detto perche’ gli ho scritto. / per quanto riguarda gli insegnanti: e’ vero che si ritrovano anche in un sistema che anche quando funziona bene funziona in un certo modo per cui e’ diverso (non dal punto di vista empatico o umano ovviamente) se sei un vicino di casa o un insegnante di un minore. Nell’agire impulsivamente indifferentemente dal ruolo tutti abbiamo le stesse responsabilita’, chi e’in determinati ruoli (che siano anche l’assistenza sociale, la polizia, gli insegnanti) non solo devono rispettare degli iter (che non hanno solo lo scopo di ingarbugliare le cose, burocraticamente, ma hanno anche un senso) ma vivono anche a contatto con una serie di problematiche, nei loro vari aspetti e passaggi. Poi ovviamente ognuno e’ un individuo a se’ in qualsiasiruolo si trovi e si confronta con la realta’ con cui ha a che fare. Ma dal momento in cui una segnalazione viene fatta puo’ non essere evidente una presa in carico di questa segnalazione mentre invece qualcosa si sta di fatto muovendo. Forse non mi spiego, ma intendo dire: da utente di Lad leggo una lettera e leggo un problema, ma non ho assolutamente idea della situazione effettiva. Il che non significa che dubito della veridicita’ del problema, ma non ho la piu’ pallida idea, tanto piu’ parlando di un minore, di quale sia l’effettiva situazione. Esistono degli “iter” ma anche in situazioni analoghe le variabili sono moltissime e quindi anche le “strategie” e le “soluzioni”. Ecco perche’ ho scritto che per prima cosa una persona, tanto piu’ un adolescente, che si sente in un certo modo dovrebbe parlarne con qualcuno. In ogni caso. Portare il suo problema (e le sue emozioni, paure) e la sua situazione da chi sia in grado di avere tutti gli strumenti per accogliere anche emotivamente un disagio ma anche valutare nel dettaglio la precisa situazione.
Infelice, non devi morire, semmai vivere. Non voglio chiederti troppe cose, non per mancanza di interesse, ma per non creare confusione, ma non ho capito una cosa: i tuoi insegnanti, secondo te, sono totalmente all’oscuro sulla tua situazione famigliare? Quando sei mancata a lungo da scuola qual e’ statala giustificazione? Essendo tu minore si presume (non che sia scontato, ma cosi’ dovrebbe essere) che gli insegnanti, anche al momento del tuo ritorno a scuola abbiano parlato o chiesto un colloquio con i tuoi per capire le ragioni del tuo abbandono scolastico e del tuo ritorno in classe. Ti chiedo questo perche’ e’ la scuola stessa che ha (dovrebbe) avere dei contatti con i supporti che stai cercando. Visto che dici che hai timore al momento di chiamare il telefono azzurro forse effettivamente dialogare prima in un contesto piu’ “famigliare” potrebbe essere per te meno fonte d’ansia. Ribadisco pero’ che io non sono la’ e quindi non ho idea della situazione, anche se il problema e’ chiaro. Quindi non sono certo in grado di dire se dovresti chiamare il tel azzurro ora. Tu non hai parlato direttamente con l’insegnante e ora non hai modo di farlo? Hai fatto riferimento a dei docenti con cui tu senti di avere un rapporto di maggiore confidenza e fiducia?
Grazie che credete alla mia storia vi giuro che e tutto vero vi ringrazio dei consigli che mi date,Luna io quei due mesi di assenza a scuola mi chiamo la mi professoressa chiamo a mio padre e lui indovina che gli disse “È mia figlia che non vuolevenire a scuola” mi diede la colpa a me quel mostro… quando sono ritornata a scuola la prof mi disse io ho chiamato tuo padre e.lui mi disse che eri tu a nn voler venire a scuola io gli dissi che avevo dei problemi di famiglia percio sn stata assente per due mesi, nn gli dissi la veritá per vergogna peche la mia storia e troppo vergognosa che gl dicevo mio padre mi comanda la vita a quasi 17 anni che nn mi ha mai fatto uscire con un amica, che non mi voleva mandare a scuola che lui mi ha rovinato la vita che mi tieme in casa tutto il giorno.. noo troppo vergognoso non c e l avrei fatta ma adesso veramente non c e la faccio a vivere cosi non c e la faccio piú subire.. ne ho subito troppo nella mia vita!! per questo ho raccontayo alla professoressa che mio padre non vuole mandarmi a scuola anche se.non ci ho parlato di persona ma glielo fatto dire dalla mia amica.. Perche io nkn ho modo di uscire di casa!! :'( sono troppo infelice