Ogni giorno mi sveglio con questa voglia, la voglia di uccidere.
Immagino ad occhi aperti di farlo mentre mi sono difronte le persone che vorrei uccidere
e mi sento bene mentre lo immagino.
Non sono un assassina e non farei del male alle persone che non conosco, come una pazza,
ma avrei come obbiettivo le persone che, ogni giorno, mi fanno del male psicologicamente.
Non mi va di raccontare la mia storia, perché è troppo lunga e complessa.
Voglio solo andare via (sto pensando al carcere dopo aver ucciso e “rifarmi” una “vita”)
o morire soltanto io.
E per favore, risparmiatevi di rispondere “fatti adesso una vita” oppure “esci, vai in palestra/piscina”.
Grazie di aver letto.
Ciao.
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Categorie: - Me stesso
Interessante…..potrei ingaggiarti come killer x far un po di pulizia nella mia vita, ma dici di non voler uccidere chi non conosci…..un vero peccato, pensaci se poi cambi idea……
Te lo sconsiglio vivamente… La vendetta non ha mai portato a nulla di buono.
Ti capisco in pieno,anche io ne avrei una bella lista ma a uno in particolare prima o poi un brutto quarto d’ora glielo faccio passare di sicuro,è solo questione di tempo Antonio caro,il mondo è piccolo ricordatelo.
premesso che TUTTI, a volte, abbiamo questi pensieri ( perchè la gente fa veramente schifo ) vuoi sapere come andrebbe a finire ? tu finiresti in galera per parecchi anni, e non ti rivarresti comunque dei torti subiti. La miglior vendetta che puoi attuare contro chi ti fa del male, è allontanare queste persone dalla tua vita, riprendere in mano la situazione e cercare di star bene .Non è possibile ?… invece SI! tutto è possibile, se lo si vuole VERAMENTE. Se poi vuoi illustrarci un pò più nel dettaglio la situazione, magari possiamo suggerirti soluzioni concrete e idonee al caso specifico. Ma togliti dalla testa l’ idea di ammazzare qualcuno… prima di tutto perchè nessuno ha il diritto di recidere la vita di altri, e poi perchè dobbiamo imparare a controllare i nostri impulsi animali se vogliamo convivere civilmente nella società. Non pensare nemmeno che sia così facile rifarti una vita dopo un’ esperienza di carcere ( pure se fosse breve ). A meno che tu non sia un miracolato o una persona che ha amicizie “molto in alto”, una volta uscita dal penitenziario seresti un nulla, un rifiuto sociale. Nessuno sarebbe disposto a darti un lavoro o una nuova vita. puoi giusto tornare a delinquere, in una giostra infinita che si ripeterebbe… insomma, una vita DISTRUTTA per quattro teste di caxxo…. Ne vale la pena secondo te ?..
Neanche continuare a vivere così, non porterà a nulla di buono.
Carissima, non ti rispondero’ banalita’ perche’ ti capisco benissimo e chi si straccia le vesti e’ spesso soltanto un ipocrita moralista. Il mondo non piu’ a misura di essere umano in cui viviamo puo’ condurre a queste fantasie. Chi le ha, difficilmente le applica. E’ una sorta di catarsi, come quando di fronte ad un film godiamo della morte del cattivo, che fino a quel momento l’aveva sempre fatta franca, facendo crescere il nostro odio nei suoi confronti. Ma nella vita reale non saremmo capaci di fare del male a nessuno. Non mi preoccuperei di questo. L’odio e il desiderio di vendetta sono sentimenti umani quanto l’amore e il perdono. Piuttosto, starei attento a non lasciarmi sopraffare da questi sentimenti per mantenere la lucidita’ e il bene che e’ giusto volere per se stessi. Perche’ negare che molti ci fanno del male, anche gratuitamente? E noi dovremmo privarci di una valvola di scarico cosi’ umana? Qualcuno potrebbe obiettare che e’ da vili e incapaci di far fronte alle difficolta’ nutrire questi pensieri, ma io mi chiedo se il vero debole e vile non sia piuttosto chi ci spinge a tali pensieri, con la sua mancanza di comprensione del prossimo e la sua arroganza…..la mia, ovviamente, e’ una domanda retorica.
angelo
comprendo perfettamente il tuo punto di vista e mi sento molto vicina a quello che dici. è vero: purtroppo ci sono persone talmente schifose, talmente squallide e talmente misere che non meriterebbero di vivere. ma non pensi che anche noi potremmo avere, per qualcuno, caratteristiche per le quali meritiamo la morte ? come ti sentiressi se tu venissi a scoprire che stanno progettando il tuo omicidio perchè stai sulle palle a qualcuno ?… dobbiamo imparare a convivere con tutti – ahimè – perchè non sta a noi decidere chi deve morire e chi deve campare. la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri, non ci siamo solo noi al mondo e bisogna accettarlo. come valvola di sfogo, più che la violenza VERA, suggerirei di prendersi qualche rivincita su queste persone, magari dandogli una lezione che li sistema definitivamente e li rimette al loro posto, ma che al tempo stesso non ci costa la galera a vita…
Forse è meglio se scrivo la mia situazione.
Ho 19 anni, sono orfana da parte di madre da quando avevo 13 anni.
Prima di morire mia madre andavo ancora a scuola e stavo per finire la
terza media. Morta lei, tanti saluti anche alla scuola.
Ho 4 fratelli. E dopo la morte di mia madre ho dovuto fare
da mamma io a loro.
Portavano in casa prostitute e latitanti.
Hanno quasi tutti dei problemi con la giustizia.
Uno sta in carcere già e un altro agli arresti domiciliari.
Non ho un soldo, neanche per prendermi la patente e andare a cercare
fortuna in un altra città.
Non ho un lavoro che mi possa aiutare a farmi allontanare dalle persone
che vorrei uccidere.
Vivo con una zia disabile che mi insulta dalla mattina alla sera,
mio padre se n’è andato di casa quando avevo 11 anni, picchiava mia madre
e l’avrò visto si e no 5 volte da allora.
I miei cari fratelli non fanno altro che trattarmi come una poco di buono
perchè mi ero messa con un ragazzo di colore.
E uno è finito per alzarmi le mani addosso quando lo ha scoperto.
Credimi Maria Grazia, le ho pensate tutte.
Ho pensato di scappare e vivere di prostituzione o elemosina.
Ho pensato di andare a far volontariato all’estero.
Ho pensato di entrare nell’esercito.
Ho pensato di andare in un associazione/casa famiglia.
E infine ho pensato questo.
E come ho già scritto non è per il fatto che mi “stanno sulle palle”
magari fosse solo questo, io non voglio convivere o imparare a convivere
con tutti.
Oggi in carcere ci sono molte persone che si sono laureate,
che scrivono libri e che hanno anche grande successo.
E conosco persone che uscite dal carcere (grazie anche al cossidetto
“carcerato modello”) hanno trovato prima loro lavoro che non altri
che non hanno neanche mai preso una multa.
E un rifiuto sociale già lo sono. Cosa avrei da perdere se entrassi in carcere?
Non posso prendermi la patante e neanche una macchina perchè non
ho soldi. Almeno con la patente e un auto pure mezza scassata potrei andare
a lavorare come ragazza delle pulizie.
A chiedere soldi a mia zia neanche per sogno, già non paga le bollette
perchè dice che sono alte.
E sto con la paura che ci vengano a staccare corrente, gas e acqua.
Di andare da mio padre non ne ho proprio voglia.
Il mio in fondo non è neanche desiderio di vendetta, ma voglia di liberarmi di tutti i problemi ( e con problemi intendo persone ).
Ditemi voi, cosa posso fare?!
Sarò ben felice di leggervi se mi diciate chiaro e tondo
“guarda puoi provare a far questo o quello”.
Cara Maria Grazia,avevo il dubbio di non essermi spiegato. Io sono perfettamente d’accordo con te e da parte mia non ho mai fatto ne’ farei del male ad alcuno. Sono padre e a leggere quanto ha scritto Surrlo mi sono venuti i brividi, perche’ io non ho mai nemmeno pensato di toccare i miei figli o mia moglie, sono contrario a qualunque tipo di violenza, fisica e psicologica. Intendevo soltanto ridimensionare certe fantasie e considerarle come sfogo, ma invito fortemente la nostra amica a mantenerle come tali. La vita e’ sacra, quella di tutti, anche di chi ci fa del male, tuttavia, come credente, ti dico che di fronte a tanto male gratuito che stiamo ricevendo io e la mia famiglia, rivendico il diritto di peccare almeno col pensiero, proprio perche’ siamo tutti esseri umani. Un esempio. Una collega di mia moglie non fa che riempirle la testa di messaggi negativi contro la nostra fede e contro gli uomini. Mia moglie ovviamente non la pensa come lei, ma e’ troppo delicata nel risponderle e da un po’ di tempo si sta facendo condizionare da questi continui attacchi. Insomma, questa signora, pur non conoscendomi, mi sta facendo molto male ed io, pur non conoscendola, la odio, anzi e’ la prima volta in vita mia che comprendo cosa e’ l’odio. Che ne sa lei di quanto mi prodigo per la famiglia, di che vita difficile ho avuto ed ho,di come per natura non abbia mai fatto discriminazioni ne’ sessite ne’ di altro tipo, mentre lei, quale moglie di un architetto e protetta da un certo contesto politico, ha una vita ingiustamente facile e si lamenta tutto il giorno delle discriminazioni. E’ lei la vera sessista, ed ora per colpa sua si sono create tensioni con mia moglie, che non e’ capace di dirle che gli uomini non sono tutti uguali, come non lo sono le donne…e meno male che non sono tutte come lei.A volte immagino con soddisfazione che le venga un brutto male. Non e’ bello pensarlo ma sono esasperato. Per questo mi ha colpito questa lettera.
Quanto al consiglio chiesto,Surrlo, direi che le possibilita’ da te elencate vanno bene tutte tranne che la prima. Devi cercare di uscire da quel carcere vero e proprio in cui ti trovi. Puoi provare ad arruolarti o a trovare una sistemazione qualunque. Quanto alla casa famiglia, ormai sei maggiorenne e il Tribunale dei minori, che in questi casi interviene spesso con tempestivita’, non e’ piu’ interpellabile. Pero’ puoi provare a chiamare Telefono azzurro o Telefono rosa, ti sapranno dare indicazioni mirate. In bocca al lupo.