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Vittima di violenza psichica da parte di mio marito

di gioma
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 22 Marzo 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 31 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 11
    Roberta -

    Sostengo VeramenteDisperatissima….la sua opinione come avete letto è uguale alla mia e per quanto riguarda xavier qui osannato da molti devo fare più di un appunto.Non è solo un problema di comunicazione e non serve a niente che lui lavori per la famiglia e non vada a mignotte,noi donne ne abbiamo piene le palle di questi uomini che credono di fare il loro dovere solo per il fatto che portano a casa la pagnotta…a noi la società chiede l’impossibile,dobbiamo essere mogli perfette,amiche,amanti da kamasutra,cuoche,sarte,donne di servizio,avere un’occupazione ben retribuita,essere madri ecc. e naturalmente e non per ultimo il fatto di continuare a portare la taglia 42 anche dopo i quarant’anni…bè,siamo veramente STUFE e penso lo sia anche gioma che ha scritto il suo disagio…suo marito è un mollusco e basta,magari andasse a mignotte…

  2. 12
    xavier -

    Non posso esimermi da commentare, avrei voluto non farlo.
    Primo per me non esistono uomini e donne, ma persone. Ancora vedo ragionare in termini di stereotopi, Penso che a nessun piaccia veramente la tg,42, io la porto aime’, penso che non sia bello dire “magari vada a mignotte” per un fatto di stile, soprattutto nei confronti di colei che ha chiesto un consiglio, penso che la pubblicita’ faccia male…fortunatamente oggi non si bada alla retribuzione o almeno si spera, ma il problema non e’ questo, ne mi interessa parlare di discussioni tipo uomini e donne, su questo mi sembra che ci siano trasmissioni ben piu’ quotate, ne di come ci vuole la societa’, perche’ sarebbe un discorso sui massimi sistemi, ed alcuni ci hanno impiegato una vita a studiare il fenomeno, dirlo in tre righe sarebbe riduttivo.
    Ho letto un messaggio di aiuto e mi sono permesso, con fermezza ma anche con la tenerezza che mi contraddistingue di dire a questa persona con molto buon senso, attenzione perche’ forse il problema e’ anche tuo, (non da ultimo perche’ sembra che ci viva con questa persona) . Avro’ sbagliato, probabile nessuno ha la sfera magica, ma almeno non ho alimentato tensione, in questi casi un consiglio e’ bene darlo sull’onda del distacco e della pacatezza. Chicurg ha ragione, ma una con un nick che comunica di per se un disagio forte, perche’ tutto e’ comunicazione, come Veramentedisperatissima, puo mai dare un consiglio sereno?, ma lei stessa ogni volta che parla necessita di un consiglio ……di una parola di affetto, di un incoraggiamento delle volte anche il gridare puo far bene, pero’ no in questo caso che reputo il problema piuttosto serio. Inoltre qui non si tratta di sostenere qualcuno, qui fortunamente non si vince e non si perde, si aiuta a pensare a delle possibili scelte o comportamenti da adottare Le scelte non sono mai di per se sbagliate, o giuste. Sono scelte tuttavia da queste possono nascere traumi e sofferenze. Per questo si e’ cercato di dare una soluzione mirante alla comunicazione, alla volonta’di capire il perche’ si e’ arrivati a questo punto. il consiglio piu’ serio lo ha data chigurg, molto maturo., rivolgersi ad un professionista.
    Tutto qui, come si vede un discorso banale, fatto si spera di buon senso, sicuramente non bello come quello dello shampo, ” noi valiamo”, ma questo a prescindere.

  3. 13
    gambit99 -

    mi permetto di entrare nel conflitto…ma lo faro’ in punta di piedi per non disturbare…
    prima di tutto dalla lettera di gioma e come da xavier evidenziato il vostro amore non e’ in discussione ma in pericolo perche’ non vi siete capiti e vi state fraintendendo.
    gioma e’ una donna forte, tutto fare, oserei dire quasi come un uomo(quante donne riescono a mettere a posto o capire qualcosa di tecnologico?) invece il suo uomo e’ una persona fragile e dalle conoscenze limitate. lui ha bisogno di continue conferme da amici,colleghi e moglie. vuole andare sempre in posti nuovi perche’ ha paura che qualcuno vedendolo ripetutamente capisca che e’ un uomo limitato, si sentirebbe osservato. il suo unico punto forte forse e’ il suo lavoro e lui fa leva su questo, forse e’ anche l’unica cosa che le e’ riuscito nella vita. gioma, il consiglio che ti do’ e’ vedilo da questo punto di vista, non ha fiducia in se stesso, fin’ora l’hai spinto sempre tu. tirale via questa timidezza andando in posti che conoscete con amici, voglia o non voglia,oppure invita gli amici a casa per un party!fin’ora lui si sente appagato da te, perche’ e’ troppo timido per conoscere qualcun’altra, ma se la conoscesse che cosa succederebbe?capisci, e’ l’insicurrezza che lo guida, tirala via e sarete due persone adulte e le nuvole saranno alle tue spalle. ti auguro di cuore di farcela e,fallo per me, non mangiare schifezze, piuttosto vieni qui e scrivi!
    un abbraccio

  4. 14
    Roberta -

    Per tutti:guardatevi la vignetta di Giannelli sul Corriere della sera on line di oggi,la potete trovare anche nei giorni successivi nella sezione foto del giorno…una strana coincidenza con la mia risposta di ieri,qualcuno la pensa come me,pensavo di essere un’extraterrestre….

  5. 15
    gioma -

    Sono anch’io convinta di tutto ciò che ha detto gambit99. Ma come superare tutti i suoi comportamenti.? Come puoi organizzare feste , invitare amici! piano piano non ci sono più nemmeno queste cose. Lui è sempre ostile con silenzi che non finiscono mai, sempre pronto a darmi la responsabilità di ogni cosa ma è bravissimo a salvare le apparenze e si preoccupa a dare una visione diversa delle cose a chi ci circonda. Questo purtroppo porta da parte di alcuni a partecipare all’aggressione in quanto testimoni di questa realtà. Il problema è anche nel mio carattere. Io aperta, purtroppo molto aperta, trasparente, convinta che parlando si trova la soluzione ad ogni cosa e lui furbo, diffidente che rifiuta ogni dialogo. Io poi difronte alla slealtà divento aggressiva e peggioro le cose. Ma ditemi voi come debbo reagire, come si può riuscire ad essere diversi? Vorrei invertire la situazione.

  6. 16
    gambit99 -

    Ciao gioma, adesso non per vantarmi, ma dovresti scegliere o trovare un paio di amici come me o come te che capiscano il problema e che sappiano come affrontarlo in modo intelligente, la fame spesso viene non perche’ si ha fame ma perche’ vediamo qualcosa che ci piace. Dovreste trovare qualcosa che lo coinvolga o interessi o scuota, io non vi conosco e quindi non posso darti una ricetta sicura. di sicuro non devi darli la torta in faccia come penso stai facendo in questo momento perche’ altrimenti la aggressiva risulti veramente tu.
    passi semplici ed intelligenti.
    all’inizio puo’ sembrare brutto, imbrogliarlo per vincere questo problema ma alla fine ne potrebbe uscire una bella coppia.
    dovresti cercare fra le cose che vi piaciano e vi danno fastidio, singolarmente ed in coppia e perche’ no anche fra le cose che non avete ancora visto o fatto. quest’ultimo sopprattutto crea complicita’ ed apertura.
    puoi anche scriverle, lasciarti criticare da tutti gli amici che ci sono qui ed alla fine scegliere SOLO TU quello che piu’ ti sembra giusto per la tua realta’.
    ce la puoi fare, non e’ una crisi di amore e perdita sentimenti, credimi. devi solo tenere il timone ed andare avanti.

  7. 17
    Luna -

    Allora… e la mia è una riflessione generale:
    attenzione agli opposti…
    attenzione, è vero, a voler vedere le molestie psicologiche ovunque, ma attenzione anche a sottovalutare un problema che esiste effettivamente, che è molto più diffuso di quanto si pensi, e che, per sua stessa natura, si diffonde anche perché, purtroppo, una delle caratteristiche paralizzanti della molestia morale è che, per tutta una serie di caratteristiche, e per le dinamiche complesse che si verificano, fa sentire chi le subisce in colpa ed incompreso, nel momento in cui espone il suo disagio e chi non sa di cosa si stia parlando, veramente, anche in buona fede, fa osservazioni che negano una realtà effettiva.
    Sarebbe come se ad una persona che ha un problema serio alle corde vocali si dicesse che ha un mal di gola e che gli basta mangiare una mentina e che andare dal medico non serve a niente. In realtà il medico serve eccome. Ma perché, a differenza di chi non sa di cosa si stia parlando, e anche in buona fede dà consigli, errati, una persona specializzata è in grado di cogliere un problema specifico. Che ha caratteristiche proprie.
    E questo lo sottolineo ancora una volta.
    Il dialogo è la prima cosa, certo, nei rapporti, insieme alla condivisione, al rispetto reciproco, alla voglia di costruire qualcosa insieme, alla capacità di mettersi in discussione, di venirsi incontro e, ovviamente, all’intimità, intesa non solo come sfera meramente fisica. Chiamiamola vicinanza, a più livelli.
    E in coppie in cui si verificano dinamiche di quel tipo (non dico sia questo il caso) c’è effettivamente anche un problema di grossa incomunicabilità.
    Ma, facendo un concreto esempio, ci sono coppie in cui un depresso, una persona affetta da fobia sociale e da acuta dipendenza dal coniuge, inconsapevolmente e/o per continuare a usare le sue dinamiche rifiuta categoricamente il dialogo, ogni forma di confronto costruttivo. E l’altra persona, che appunto è stata tirata su con la convinzione che il dialogo sia fondamentale, letteralmente si ammazza moralmente per cercare una via che l’altro rende effettivamente impossibile. E, stringi stringi, può essere che uno si metta in discussione rivoltandosi come un calzino e l’altro non lo faccia per nulla. Chi è veramente il soggetto debole della coppia?
    Ma, ripeto, il tema è così serio che riassumerne le dinamiche, che variano poi da caso a caso, in poche righe non si può.
    Quello che posso dire è che nel momento in cui percepiamo un disagio, anche se non siamo in grado di decodificare esattamente perché, perché non abbiamo i mezzi per farlo, il nostro disagio comunque è una nostra realtà oggettiva.
    E nessuno, da fuori, può venire a dire che noi non siamo a disagio o che non abbiamo ragione di provarlo, che ce lo stiamo inventando o che la facciamo troppo grossa.
    Quello che è possibile è che non siamo in grado di capire il perché ci sentiamo a disagio, ma il disagio c’è.

  8. 18
    Luna -

    Gioma, per quanto riguarda la tua lettera nello specifico, io uscirei dalle etichette di “molestia psicologica”, che di per sè, come mera etichetta non aiuta, ed entrerei nel fatto che evidentemente tu cogli il tuo disagio e una dinamica sbilanciata all’interno della tua coppia. Perché tu ti senta così nessuno di noi è in grado di dirtelo, nè perché si sia creata una dinamica di questo tipo, nè perché siete stati in equilibrio così per diversi anni, con costi e benefici (non parlo di soldi, parlo di emozioni e adattamento ecc) ma ad un certo punto tu abbia iniziato a percepire che questo equilibrio per te era insoddisfacente e hai cercato aiuto da fuori, cercando un confronto con altre persone per capire cosa sta succedendo e come porvi rimedio. Ma, affidando fuori l’interpretazione del tuo disagio, a chi obiettivamente non è in grado di interpretarlo, perché come dici tu stessa, hai l’impressione di non riuscire a rendere effettivamente l’idea di cosa provi e di come sia la vita a casa, ecc ecc, hai aggiunto questa frustrazione al tuo disagio.
    Qualcuno probabilmente mi salterà alla giugulare per ciò che sto per dirti, anche perché magari non sa obiettivamente di cosa si sta parlando.
    Ma io mi sento di dirti questo:
    se chiedi intanto, e puoi farlo con serenità, un aiuto psicologico per te (e non sto parlando di analisi – molti confondono lo psicologo con l’analista, e immaginano che andare dallo psicologo sia stare per forza sul lettino per anni e anni partendo da quando aveva 3 ann – ma sto parlando anche di alcuni colloqui, di una terapia anche di breve durata, di un consiglio specializzato) la cosa non potrà che giovare a te. Perché avrai la possibilità di entrare nel tuo disagio in modo costruttivo, e di sentirti tu più consapevole di cosa senti e di come percepisci ciò che sta accadendo intorno a te.
    E se stai meglio tu, se questo è amore e il problema è solo di incomunicabilità, la cosa non potrà che giovare anche all’equilibrio generale.
    Rimane il fatto che se tuo marito ha dei disagi nell’affrontare la vita, o la socialità o problemi di aggressività, può risolverli solo andando a risolverseli lui. Non sei tu che puoi risolvere la sua insicurezza, ecc ecc.
    Però poiché una dinamica di coppia si fa sempre in due, anche quando sembra che uno detti le regole e l’altro le subisca, una maggiore consapevolezza tua, un maggiore senso di sicurezza tuo nel sapere cosa vuoi, un contatto maggiore e più sereno con te stessa potrà avere comunque un senso.
    Ci hai parlato molto delle sue “strategie”, e di come queste ti mettano in difficoltà. Sei sicura di voler “invertire” la situazione? Forse senti solo il bisogno di un nuovo equilibrio.

    Questa è solo la mia opinione. In bocca al lupo 🙂

  9. 19
    cinzia -

    IMPORTANTISSIMO: leggi “la manipolazione affettiva” e “L arte di non lasciarsi manipolare ” di I.N.Aga ma soprattutto “relazioni perverse la violenza psicologica nella coppia” di sandra filippini. ti cambieranno la vita e troverai la forza di andartene. ciao

  10. 20
    daniela -

    Aggiungo al consiglio di Cinzia la lettura di “Sottomesse” e di “Molestie morali” di Marie France Hirigoyen. Posso dire che in genere la vittima di violenza psicologica (uomo o donna che sia) ha una soglia di tolleranza molto alta e che si accorge del problema solo quando vi è totalmente immersa. Inoltre il persecutore ha una grande abilità nell’apparire docile e affettuoso e nel suscitare la pietà e la comprensione di quanti lo circondano. Mi dispiace che la disperazione di Gioma sia considerata un sintomo di disagio psichico e quindi un indizio di colpevolezza. Un po’ come dire ” Se stai male è perché te la sei voluta”. Complimenti! A presto Gioma, leggi questi libri e cerca di capire quello che puoi fare, fatti aiutare, parlane, parliamone.

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