Sono un ragazzo, 24 anni, non ho praticamente una vita sociale. Per varie situazioni mi ritrovo a non avere molti amici da chiamare per anche solo andare a bere qualcosa.. Avrò si e no 5 amici che frequento sporadicamente e separatamente, e solo con forse un paio di loro mi trovo in sintonia. Nell’adolescenza conoscevo parecchie persone ma la maggior parte hanno preso una strada che non condividevo.. in pratica ora (dopo anche essere stato lasciato ormai da un anno dalla mia ex) mi ritrovo molto solo.
Questa mia situazione mi ha portato ad uno stato depressivo e di malessere esteso alquanto paralizzante. Diciamo che tiro avanti per istinto di sopravvivenza ma non riesco a venirne fuori. Il fatto è che dopo tutto questo tempo di solitudine mi ci sono abituato e non sono più abile nel socializzare, anzi mi spaventa farlo. Ciò mi catapulta in un circolo vizioso perpetuo che si rafforza con il passare del tempo.
Frequento l’università e potenzialmente di possibilità di conoscere gente ce ne sono, ma non è facile integrarsi, a maggior ragione con questo stato emotivo. Per di più non è piacevole sentire i discorsi degli altri che parlano di mille cose che fanno e pensare invece a quello che faccio io (film da solo in casa o libri) .
La prima cosa che dovrei fare è cambiare atteggiamento e so per esperienza che una delle “botte” che più ti possono pervadere di positività è la frequentazione di una ragazza. È vero che non ti risolve il problema ma di certo ti può dare quella carica per affrontare con più sicurezza la vita. È diciamo un modo per ingannare la mente giocando con gli istinti, che sono spesso sordi alle parole..
Però la mia situazione esistenziale, ovvero il non avere praticamente una vita sociale, mi blocca perché non credo che una ragazza possa essere attratta da una persona isolata come me. Secondo voi sono solo pippe mentali che proiettano le mie paure oppure effettivamente una persona, soprattutto una ragazza, se sapesse della mia situazione effettivamente non sarebbe attratta?
Lo so che sembra stupido perché effettivamente se una persona è attratta da un’altra non è per i suoi amici, però nella realtà i pregiudizi sono molto ingombranti e valorizzano parecchio una persona tanto più se sconosciuta..
Scrivo perché in università c’è una ragazza che mi ha fatto perdere la testa (idealmente, perché non ci ho mai parlato) . Sembra stupido ma ci guardiamo spesso e si capisce che almeno sul piano estetico c’è attrazione. Però la mia situazione di asocialità mi blocca, e non c’è cosa più brutta dell’avere in potenza la possibilità di conoscere ma non farlo per via della propria condizione (esistenziale e mentale) .
Il conoscere una ragazza come ho già detto potrebbe aiutarmi parecchio ad uscire da questo tunnel in cui mi trovo, mi aiuterebbe a risollevare l’autostima che da parecchio è sepolta dio solo sa a quanti metri di profondità…
Qualche parola di conforto e di incoraggiamento potrebbe aiutare…
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Categorie: - Me stesso
Caro Leonardo88,
tu stessi indichi il modo per stimolare il miglioramento della tua situazione attuale.
Il mio suggerimento è il seguente. Approccia più ragazze possibile. Per approcciare intendo anche semplicemente chiedere un’informazione, scambiare una battuta sul tempo alla fermata dell’autobus.
Ogni volta, come se stessi giocando una partita a scacchi, trova il modo di portare un po’ oltre la conversazione. Ad esempio, nota qualcosa nell’abbigliamento del tuo interlocutore, o qualche altro dettaglio, e manifesta il tuo apprezzamento.
Se lo fai con costanza ti desensibilizzerai gradualmente al contatto con estranei. Impegnandoti, avrai degli ottimi risultati. Se decidi di rivolgere la parola ad almeno una ragazza che non conosci al giorno, per il prossimo mese, probabilmente noterai un gran miglioramento. All’inizio è difficile, ma i risultati ti ripagheranno.
Per quella ragazza, io la lascerei momentaneamente in stallo. Hai già investito troppo su di lei, anche se non la conosci nemmeno. Essendo in un momento di fragilità, rischieresti di non mostrarti al meglio. Per ora è più conveniente per te fare approcci in cui l’ansia sia ridotta al minimo; questa condizione si verifica quando hai a che fare con una ragazza che trovi poco attraente. Poi, progressivamente, alzerai il tiro.
Tutto questo non solo aumenterà le tue probabilità di trovare una ragazza – eventualità che ti darebbe una grande spinta – ma ti sarà di grande aiuto anche in modo diretto: il tuo inconscio registrerà a livello profondo messaggi del tipo “sono in grado di approcciare una ragazza”, “le ragazze mi trovano interessante”, “io sono interessante”. Questo gioverà molto alla tua autostima. La cosa più importante è che tu lo faccia davvero, anche con tutte le resistenze interne che potrai avere.
grazie kombo,
sono giusti i tuoi consigli però purtroppo il mio problema non è tanto l’approccio, ne la conoscenza in se. Non mi provoca ansia il conoscere ma mi provoca ansia il farmi vedere per quello che sono. La domanda infatti verte più sul fatto del non essere diciamo inserito in un “circolo sociale”, banalmente il pensiero che mi provoca ansia è “se la conoscessi potrebbe andare tutto benissimo finché non viene fuori che ho pochi amici e passo tanto tempo in casa..controvoglia..” poi come ho già detto ci sono parecchie situazioni che mi hanno portato a questa condizione. Pochi mesi fa mi è capitato di frequentare un’altra ragazza e uscendo siamo stati molto bene insieme. Poi vabè la cosa non è andata, ma ero ancora fresco di abbandono.. comunque sia questo per dirti non ho problemi nell’approcciare, se fossi in un altra situazione esistenziale e mentale sarebbe anche divertente.. Il problema è che anche solo con il pensiero vado già sempre troppo oltre prevedendo il momento in cui tipo ci dovrebbe essere il “ti presento ai miei amici” o comunque robe del genere, tipo che hai fatto l’altra sera. Sono come vedi cose molto banali che però velano un inquietudine che per prima cosa interessa a me, perchè sono io che non sto bene in questa situazione. Comunque sia credo sia il caso di abbandonare l’idea perchè magari una perona con pochi amici può comunque giocarsi le sue carte, ma non una persona con così poche sicurezze.
Poi si, sono anche disabituato a socializzare in generale, ma più che altro è una questione mentale, e sii ricollega al discorso della mia situazione asociale..stessso discorso vale con gli amici “se conoscessi qualcuno prima o poi vedrebbe che ho pochi amici e mi giudicherebbe uno sfigato”. Sono pensieri molto infantili che mi vergogno ad ammettere, però la mente ha tutta una sua temporalità e in fondo rimaniamo sempre dei bambinoni per tutta la vita, e lo sto constatando.
E’ quel muro massiccio che elevo di critica e autocritica ad ostacolarmi e paralizzarmi.. Vorrei capire come abbatterlo
Come la maggior parte delle persone molto intelligenti, pecchi di un eccesso di analisi. In realtà, la tua capacità di individuare la struttura logica sottostante a ogni evento, può rivelarsi utile, a patto che tu decida deliberatamente di usarla per migliorare la tua situazione.
In realtà la questione su cui insisti, è un’aporia insolubile, un paradosso irrisolvibile. Infatti, ti costringe a non conoscere nessuno perché non hai un circolo sociale da poter presentare a una eventuale nuova persona. D’altronde, se non fai nuove conoscenze, non puoi crearti un circolo sociale.
Il tuo inconscio si è arenato in questo punto con le sue elucubrazioni per un preciso motivo. Che non è il non poter dire: “ti presento i miei amici”. Ma è una problematica più profonda, forse relativa all’autostima, forse alla paura col confronto con l’altro. Non posso conoscere il reale motivo che ti porta a fare queste razionalizzazioni. Tu, conoscendo te stesso, puoi quantomeno intuirlo.
Qualunque sia questa ragione di fondo, ti conduce all’immobilismo. Ed è per questo che devi iniziare a muoverti. Puoi passare una vita a pensare una soluzione, ma non la troverai mai, almeno sul piano razionale. Risulta più utile attivarsi direttamente.
ciao,
capisco il tuo stato di malessere, che condivido nonostante io..sia in realtà piena di persone che frequento. ho molti amici, ma avendo gravi problemi, devo fingere che tutto vada bene, nonostante io mi sento come morta dentro, perché le persone sempre tristi, dopo un po di tempo, rompono. è veramente triste essere soli, o sentirsi incompresi.. ti invio tutta la mia solidarietà
Ciao Leonardo!sei la mia versione maschile.non ho una vita sociale per niente.non esco mai perché ho solo un amica che sta fuori paese e poi inpaese non ci sono svaghi.quindi non so proprio come conoscere gente.quando andavo alla università avevo il tuo problema.ho bisogno pschuco e fisico diconposcefe un ragazzo per avere autostima.io penso che se una raga ti vuolbene non pensa se hai amici ma a quelche gli dai.anch’io a volte ho paura che nessuno mi andrà perche sono isolata.ti va di fare amicizia?ho @26anni.ti do la mia email angelamaggiore1@Virgilio.Italia
kombo,
hai compreso perfettamente la situazione. Quello che mi chiedo è che cosa cambierebbe il conoscere le motivazioni che stanno alla base di un comportamento. Credo comunque, nel lungo periodo introspettivo in cui mi sono inoltrato, di aver individuato quei “traumi” che possono aver motivato un mio certo modo di comportarmi, che motivano questa mia ansia sociale. Per ogni cosa c’è una motivazione ma il comprenderla non è detto che voglia dire risolvere il problema. Ho scavato e sto ancora scavando a fondo nella mia vita, in tutte le mie esperienze cercando di rivedere certe posizioni che avevo assodato riguardo la mia identità. Ma nel fare ciò poi finisci con l’andare in tilt, se cioè inizi a rivalorizzare tutta la tua vita rischi di non venirne fuori e di provare quella sensazione di nullità che pervade la propria autoconsapevolezza. E non è un caso che in tutto questo ho anche esigenza di decidermi, di progettarmi e capire quello che realmente voglio essere e addirittura voglio volere.
Comunque sia ho anche provato ad agire, a uscire sforzandomi anche con gente che non mi va a genio. Il problema delle persone un po’ troppo introspettive è poi quello di sognare un mondo utopico col rischio di respingere quello reale. Infatti un’altra cosa che mi fa “schizzare” il cervello è che se da una parte mi pongo sotto tutte le persone, sentendomi un inetto e inferiore, per altre cose succede l’esatto contrario, mi elevo sentendomi molto più superiore. Questo perchè è come se ci fosse un’istanza che mi comandasse, un giudice molto severo che se ne sta li a criticare duramente sia me stesso sia gli altri. Questa situazione mi logora perchè continuo a cambiare idea sia su ciò che penso di me, sia su ciò che penso degli altri. Ciò mi disstacca molto dalla realtà e mi rende incapace di valutare correttamente o una persona o me stesso. Anche per esempio nella conoscenza di un’altro tendo sempre a comprendere determinati suoi comportamenti, cercando di abbracciare tutta la sua polivalente identità senza soffermarmi su frivolezze. Ma facendo ciò dimentico me stesso, o meglio quello che voglio io. Per esempio con chi mi voglio frequentare. Dico questo perchè troppo spesso ho giocato a fare l’anticonformista e usscivo anche con gente che so un po’ fuori dal coro (che poi la medietà è abbastanza utopica..vabeh). Questo però mi ha di conseguenza spinto sempre più fuori la normalità..sto andando fuori argomento, ho tanto dentro..
phoenix,
grazie, fa sempre piacere vedere altre persone soffrire quando si soffre =) (scherzo naturalmente, più o meno..)
Mi spiace per i tuoi problemi, ami qualcuno? forse in quella dolce illusione che è l’amore puoi trovare quella comprensione che ti serve..
angela85,
sicuramente il vivere in un paese è un po’ limitante. Comunque ti ringrazio per la proposta di amicizia ma non condivido la conoscenza via web. Mi piace parlare in via anonima di determinati argomenti ma non voglio andare oltre.. Preferisco la conoscenza vis à vis.
Va bene.sai?dite tutti che siete soli ma non vi va un amicizia che può diventare reale a volte.io ci ho provato.fa niente!!!!!!!
Il fatto di scavare a fondo dentro di te deve avere una funzione precisa. Sennò è come se ti scavassi la fossa da solo, impantanandoti in ragionamenti che non ti fanno andare né avanti, né indietro.
La tua autoconsapevolezza deve essere orientata, indirizzata in un senso voluto da te, non casuale. Altrimenti si tratta di una autoanalisi ossessiva, di uno sminuzzamento ai minimi termini dei tuoi processi mentali. Il che da un lato ti dà la sensazione di possederli, di dominarli, concedendoti un certo sollievo; dall’altro li trasforma in una poltiglia informe con cui risulta impossibile costruire qualcosa di solido.
Interessante è il fatto che in questo modo fai il gioco del tuo giudice interno. Essendo il tuo cervello ingolfato da queste preoccupazioni, molte delle energie da destinare alla realizzazione di te stesso sono dissipate in questo modo. E infatti il SuperIo si oppone alla realizzazione personale.
Poi emerge un’altra cosa importante. Il fatto che, come dici, a volte ti elevi, a volte ti senti da meno rispetto agli altri. E’ ancora il tuo giudice interno che ti obbliga a confrontare il tuo valore con quello degli altri. In una qualche misura, può farti sentire inadeguato; facendoti percepire gli altri come minaccia, ti spinge a una valutazione circa i rischi che potresti correre relazionandoti con gli altri. Ecco quindi una “gerarchizzazione”, che ti permette di catalogare le persone da temere e quelle da non temere.
Mi rendo conto che posso darti un aiuto realtivo. Probabilmente per te sarebbe più utile un amico che ti scuotesse vigorosamente le spalle dicendoti a gran voce: “Svegliati, ca**o!”, interrompendo il loop in cui ti trovi.
Infatti, kombo, come esattamente hai intuito quello che faccio è proprio gerarchizzare le persone. Solitamente infaatti, sentendomi più al sicuro, ho sempre tendenzialmente preferito frequentare persone semplici (il che lo considero virtuoso) ma magari con meno interessi di quelli che effettivamente sento di possedere io invece. Frequentare gente poco impegnativa mi fa sentire al sicuro, ma nello stesso tempo mi preclude di frequentare le persone che vorrei realmente frequentare, persone più vicine a me. Ci deve essere stato qualcosa che mi ha bloccato duraante la mia infanzia, qualcosa che mi impedisce di raggiungere ciò che desidero. E se sono gli altri a cercarmi ok altrimenti io è come se avessi un blocco.. Infatti oltre ai (pochi) amici che ho e che cerco anche io, se c’è un conoscente con cui mmi trovo bene, che mi piace insomma, fatico poi a costruire un legame, anche se so di andarci d’accordo e se so che è reciproca la cosa. C’è da dire che, pur essendo sempre stato un po’ timido e introverso nel periodo adolescenziale, all’età di 18 anni è morto il mio più grande amico di infanzia, il classico amico con il quale hai condiviso tutte le prime esperienze della vita da ragazzo. Forse anche incosciamente questo trauma si è insidiato in profondità e in un certo modo determina tutta questa ansia, e anche se l’ho superata consciamente da molto tempo, forse inconsciamente no.. Bah..Sono disposto a risolvere i miei conflitti interiori ma è come se a volte credessi che il capire il perchè delle cose non le risolvesse. Ho paura di rimanere così per sempre, come se fossi sfregiato mentalmente, con una cicatrice incurabile. Eppure tutti questi problemi durante il rapporto non li avevo quindi un modo per tacerli esiste. Mi chiedo se da solo sono in grado di risolvermi o ho bisogno di qualcuna..Wow, è proprio un bel macello la mia mente, però volgio cercare di affrontare questa depressione nella maniera migliore.. Grazie per i consigli =)
Hello.
Sicuramente devi trovare un modo per uscire da questa situazione che a mio parere è imparare ad amare più te stesso. Ovviamente socializzare ti farebbe bene ma prima senza dubbio devi lavorare su te stesso. Secondo me più che una conoscenza superficiale sono le amicizie profonde che possono sia aiutare l’autostima sia impegnare il tuo cervello a gestire l’affetto. Ma devi fare attenzione a non riporre tutto te stesso negli altri: non affidarti ad una ragazza potresti piacergli subito ma se il tuo mondo ruota attorno a lei 1) la perdi subito 2) ci rimani peggio che se fossi rimasto nel tuo guscio. Potresti cominciare da un hobby, uno sport, frequentare un circolo di cinema, qualcosa che ampli i tuoi orizzonti, ti porti a ingannare il tempo e allo stesso tempo ad aggiungere qualcosa alla tua persona.