Questa lettera vorrebbe essere lo spazio per racconti di reali viaggi nel mondo, discese negli abissi di se stessi, o ritorni al passato (o futuro). Ciascuno la interpreti come desidera, l’importante è che per una volta si abbia davvero il desiderio di condividere e di utilizzare un mezzo con infinite risorse per scopi più utili del continuo battibeccare.
Lettera pubblicata il 15 Maggio 2019. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Suzanne.
Amo viaggiare con programmazione minima, senza ipotizzare tempi e tappe. Il viaggio che ricordo più volentieri, in compagnia di mio figlio, adolescente, si è concretizzato in Grecia, a fine anni ‘80.
Andata in treno, via Trieste, Belgrado, Skopje, Salonicco, Meteora, Atene. Poi, in auto, Epidauro, Micene, Atene. Patrasso-Brindisi in traghetto, e ritorno al capoluogo della mia regione a nord in treno.
A Skopje, trasbordo in autobus per ammirare un lago patrimonio UNESCO. Rottura del mezzo a metà strada nell’andata, lunga attesa di autobus sostitutivo con conseguente impossibilità di rientrare con l’unica corsa di autobus in partenza a metà pomeriggio. Supplemento di spesa per il taxi, con qualche incertezza sull’affidabilità dell’autista e difficoltà di comunicazione.
A Salonicco, quasi accecata da una luce fortissima, e visita a un’infinità di negozi e magazzini di vario genere. Un occhio danneggiato da un non ben identificato piccolissimo corpo estraneo, che richiese cure mediche, sempre con problemi linguistici di comunicazione. Raro poter interagire con lingue diverse dal greco.
In treno, condivisi spuntini con giovani, a parole in inglese, e con altri viaggiatori, a gesti… Contributi nella compilazione di domande d’impiego…
continua…
… segue
L’affascinante visita ai monasteri di Meteora è stata funestata dall’impossibilità per mio figlio di accedervi in pantaloni corti. A fatica provvedemmo a tempi brevi al cambio e all’ammissione, per non doverla rimandare al giorno dopo.
Mi astengo dall’accennare alle meraviglie di Atene. Scalinate ornate di cuscini multicolori e ottima cucina.
A Epidauro giungemmo tardi per poterlo visitare prima della chiusura della biglietteria, e non ci era possibile fermarci un giorno in più. A sera tentammo di entrare di frodo: fummo pescati e rimessi all’esterno da un vigilante. Riuscimmo comunque a vedere il famoso teatro all’aperto, per pochi minuti, il mattino seguente.
A Micene, giretto rapido, per carenza di tempo (Porta dei Leoni, mura ciclopiche e tomba a pozzo attribuita ad Agamennone). Nella fretta, per non perdere il traghetto, il traffico di Atene in un’ora di punta mi è parso letteralmente infernale, un incubo mai sperimentato altrove!
Non ricordo dove si collochi il sopralluogo alle Termopili, d’interesse per mio figlio (una specie di avallamento, quasi anonimo, ricoperto da vegetazione). Lì, come a Epidauro, incontrammo tartarughe.
Greggi di pecore sulle stradine e arance mature nei cortili hanno completato il nostro “assaggio” di Grecia.
Ciao Rossana, anch io l’estate scorsa sono stata in Grecia: da Atene on the road fino a Meteora, e poi una piccola isola da girare in scooter ( in ricordo della mia adolescenza) : Sifnos. Chissà come sono apparsi questi stessi luoghi ai tuoi e ai miei occhi. Mi affascina l idea di un viaggio a ritmi piu lenti, magari a volte anche snervanti e faticosi, ma che permettono un assaporare fino in fondo…
Ciao Suzanne,
se hai tempo e ti va, mi racconti qualche dettaglio della tua visita a Meteora? Sono passati tanti anni: ricordo bene le difficoltà di accesso, il fascino dell’insieme dall’esterno, e un rettangolino di tereno utile nella migliore delle ipotesi per coltivarvi insalata… Poco o niente sugli interni…
Per me, i viaggi diventano importanti e indimenticabili non tanto per i luoghi visitati quanto per la compagnia con cui li condividi.
C’è invece una pubblicità che mi urta abbastanza, quella in cui sembra che un’intera vita offra il meglio soltanto nel viaggiare. tutta forma fisica e allegria!
Ciao Rossana, di Meteora ricordo il viaggio in auto per arrivarci, su strade semideserte e con un temporale in arrivo, e poi il tramonto davvero affascinante. La visita ai monasteri purtroppo ha risentito della presenza di molti turisti, anche se in certi spazi mi sembrava di percepire la quiete di quei luoghi, lontano da tutti …Come sempre mi sarebbe piaciuto fare un viaggio nel tempo e percepirne il fascino quando sono stati costruiti.
Anche per me fondamentali sono I compagni di viaggio: devono comprendere l’importanza di prendersi I propri spazi. Anche in viaggio, ho bisogno dei miei momenti di solitudine e silenzio. Ma per fortuna viaggio con gente ormai rodata!
Un posto che mi ha colpito molto è il pozzo di San Patrizio, faceva parte di una tappa nel
mio viaggio in Umbria, quelle scale che ti portano sempre più giù verso l’abisso,
mi ricordano di quando ero bambino e scendevo gli scalini di pietra che a un certo punto sparivano nelle acque del lago.
Anche a Volterra il museo etrusco, mi ha colpito
soprattutto con le iscrizioni dell’evocazione del mostro Olta, da parte di Porsenna.
Ma non dimentico che il viaggio più lungo
è dentro se stessi o come si dice nel libro
“il viaggio al centro della terra” di Verne,
sotto di noi.
Shinder,
ho visto il pozzo di S. Patrizio solo in cartolina (mai stata in Umbria). sono andata a ripassare in rete le conoscenze acquisite con la mia raccolta di arte e paesaggi italiani e ho appurato che è profondo 54 metri, con 248 scalini.
avendo di recente salito poco più di 200 scalini all’aperto, mi rendo conto benissimo di quanto possa averti colpito la costruzione e la discesa verso l’abisso.
concordo con te: il viaggio più lungo, che ha fine solo con la morte, è in se stessi.
Un’altro posto interessante è la città sotterranea, sotto Perugia.
L’ho visitata in due occasioni diverse a anni di distanza, ma la più bella è stata la prima, quando l’ho vista nel suo stato originario, poi la seconda volta avevano addirittura costruito le scale mobili, moderno
e pratico certo, ma perde tutta l’atmosfera e il fascino della prima volta.
Ciao Shinder, Perugia è una città che mi ha sempre attirato, ma purtroppo non ci sono ancora stata. Per quanto riguarda il viaggio dentro se stessi, in certi momenti mi sembra sia una sorta di spirale in cui ci si circumnaviga seguendo rotte diverse ma arrivando sempre allo stesso punto di partenza…
Shinder,
conoscevo, sulla carta, alcuni caratteristici aspetti medievali di Perugia (soprattutto vie) ma non sapevo della città sotterranea, poco pubblicizzata.
nello scorrere le immagini che offre la rete, ho avuto un’impressione simile a quella provata durante la visita a Pompei, di un passato che risorge…
da due o tre anni spero di potermi unire a un viaggio organizzato ad Assisi, per puoi muovermi magari un po’ in Umbria, che non conosco. se mi capiterà di concretizzare, magari decidendo di partire da sola, terrò presente il tuo suggerimento su Perugia.
conosci, per caso, piccole città umbre che possano offrire una temperatura media abbastanza bassa in estate?