Tra noi due non può funzionare. Il motivo? Prima dei motivi un dato di fatto: quando sto in pace con lei il resto del mondo può morire. Ma questi momenti di pace sono diventati sempre più instabili. Il mio io è stato totalmente annullato in un rapporto in cui le mie priorità hanno lasciato totalmente lo spazio al suo volere. Ho accantonato i miei gloriosi sogni post studio, le mie ambizioni, la mia voglia di viaggiare ogni mese in un posto diverso. E’ vero in una coppia si fanno dei compromessi, ma gli ho fatti tutti io. Ho accettato di vivere in quartiere che non mi piaceva, di allontanarmi progressivamente dai miei affetti, di piantare in asso tutti i miei interessi. Non me ne importava nulla, tanto ero felice quando si stava in pace, quando si faceva l’amore, quando si guardava un film. Ma poi dopo di questo? Dopo di questo la costante critica a cui mi dovevo sottoporre: i miei bisogni erano sempre e solo quelli di un bambino, etichettati come infantili e di poco conto. I miei sacrifici non solo non riconosciuti ma anche disprezzati. Il mio sbattermi a destra e sinistra economicamente totalmente trascurato. So bene che se potessi tornare indietro lo rifarei non una, non cento, ma infinite volte, perché sono fatto così. Perché a lei non doveva mancare nulla, perché i sogni da realizzare dovevano essere i suoi e i miei potevano venire dopo, perché alla fine mi accontentavo di vedere i miei amici sporadicamente e i miei genitori idem, mi accontentavo. Ecco mi sono accontentato e non dovevo farlo. Mi sentivo in colpa quando dopo mesi tornavo nella mia città nativa, per una notte, e la passavo con i miei amici. Le frecciatine, i malumori, i divieti. Io non ho mai vietato niente a nessuno, nessuna uscita, non ho mai imposto orari, non mi sono mai imposto perché le cose per e devono essere naturali e ho profondo rispetto dell’autorealizzazione altrui, purtroppo più della mia. Si perché io in questi due anni non ho pensato a me stesso. Nonostante ciò ogni giorno mi è stato ricordato di quanto sarei egoista e immaturo: bambino. Che non penso al noi ma all’io. Io che non mi compro capi di abbigliamento da mesi per poter farle passare momenti in serenità relax, che mi metto i vestiti usati del fratello, che non mi permetto una cena fuori per conto mio per poter esaudire i suoi desideri, che cerco di accontentare ogni suo desiderio materiale, che me ne sto il sabato a casa perché lei deve studiare, che ascolto come ripete fino a notte fonda l’ennesimo esame che non passerà. Lei quando vuole può uscire con gli amici, andare dai genitori e programmarsi la vita senza mia minima interferenza. E io? E io ho mollato tutto, contento di averlo fatto, ma ormai trapassando ogni limite umano. Ho messo su una casa con lei intestandole tutto, pagando a mezzi, lei tramite il padre io con i miei unici risparmi. Ciò legalmente non mi fa proprietario, ma moralmente la mia metà dovrebbe essere riconosciuta da chi ha un po’ di morale. E invece ad ogni litigio mi è stato ricordato come nulla fosse mio, come tutto fosse suo e che mi poteva cacciare via legalmente in ogni istante. Vero, verissimo, ma quanto ho sofferto per quelle parole. E poi mi doveva correggere tutto, il mio dialetto romano che le faceva schifo, mentre il suo di provenienza doveva farmi ridere. Tornavo a casa dal lavoro erano solo imposizioni: lavati le mani, i piedi, le ascelle, togli i pantaloni, mettiti il pigiama. Se tentennavo ero un bambino. Il dialogo a senso unico, se passavamo una bella serata e volevo parlare con lei liberamente mi mortificava dicendo che non avrebbe ascoltato più nulla se avessi continuato a usare il dialetto romano. E così mi sono chiuso nel silenzio, un tappo invisibile mi premeva sul petto e le serate passavano così, non riuscivo a parlare. “Il non ti sopporto più” l’ho ricevuto milioni di volte, il “non ti amo più” è stato un leitmotiv per farmi male in continuazione. Non ne potevo più. Ora sono andato via di casa. Ho preso metà delle mie cose, le altre non ci sono riuscito materialmente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Beh, un regalo. Si le ho regalato due biglietti per un concerto. Settimana scorsa mi aveva detto che non voleva andarci perché sarebbe stato troppo sbattimento, io glieli ho regalato lo stesso, visto che stra-ama questo cantante. Ho organizzato tutto, spostamenti e albergo. Mi ha detto di non volerci venire perché avrei speso troppi soldi e visto che mi lamentavo della situazione economica era esagerato. Non ho fatto pressioni, sapevo dove avrebbe portato il tutto, lei ha speso ben 4000 euro di operazione estetica un mese fa,, non le ho rimproverato nulla. Io avrei speso qualche centinaio d’euro solo, al massimo tre. Le ho comunicato che ci sarei andato con un amico allora, senza albergo, un vado e torno in nottata. Mi ha minacciato di buttarmi fuori casa, dicendo che visto che lei non si lamentava avrebbe potuto spendere tutti i soldi che voleva. Io invece, che mi lamento, ricordo che le mie erano solo preoccupazioni e i soldi li ho sempre usati per la coppia, non avevo il diritto di spendere. Sono andato via, è stato troppo. Mi è passato davanti un possibile futuro. E in questo futuro non c’ero io. C’erano i suoi bisogni, le sue voglie, i suoi desideri. Io non so neanche più cosa desidero. Al mio fare le valigie e al mio chiedere un conguaglio per tutto l’arredo di casa e i vari finanziamenti per lei aperti a mio nome mi è stato ricordato che tanto lei non era più innamorata e che io sono un vigliacco che invece di rinunciare mollo tutto e non combatto. Ora ho mollato tutto e senza più una certezza voglio girare pagina. Scrivo i miei pensieri perché voglio svuotarli dalla mia mente. Perché il pensiero di aver fatto una cazzata mia assilla, ma a quasi 26 mi sono sentito vecchio. Vecchio da non poter più reagire ad insulti e accuse, a non riuscir a trovare più la mia strada e la mia felicità. Stufo di essere accusato di essere immaturo ed egoista, di rappresentare una perdita di tempo perché con me non si sarebbe potuta costruire una famiglia. Addirittura una seduta di terapia di coppia abbiamo fatto. Tale seduta ha aumentato la sua certezza di essere un gradino sopra di me, di dovermi assecondare. Ma in cosa ancora non l’ho capito, visto che non pretendo nulla e alla prima pretesa mi è stato tirata tutta l’ingratitudine del mondo addosso. Vorrei cambiare pagina subito, togliermi l’angoscia e l’ansia che ho, il senso di profonda ingiustizia che provo. Perché io all’amore ci credo ma soprattutto credo nella libertà dell’altro.
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Categorie: - Amore e relazioni
Vedrai che andrà bene!! Peggio di così non puoi più capitare. Perché ora lo sai e al primo campanello di allarme, saprai farti valere. Ma soprattutto perché ci sono migliaia di altre ragazze che non sono così e che ti tratteranno bene!!!
Passerai un periodo triste, indubbiamente. Ma, secondo me, neanche troppo lungo. E poi vedrai che tornerà il sole, di quello che riempie l’anima!
Ti capisco quando dici che dai tutto eppure vieni accreditato come egoista. Sta accadendo anche a me. Fa male, ma alla fine capisci che il problema non siamo noi, non è il nostro essere o non essere egoisti…ma sono loro.
Vedrai che andrà bene. Hai solo 26 anni…hai ancora tanto tempo per “rifarti”.
In bocca al lupo!
Non saprei cosa consigliarti. Nel mondo di oggi un uomo su due aspetta la cartolina della Santa Sede. Una comunicazione in cui il convocato viene messa a conoscenza di far parte di una profezia che lo vuole sposato con una ragazza indicata dal Signore. Si tratta di un paradosso, anche se le vie del Signore sono infinite… ho grande rispetto delle cose di Dio e, per carità, non pongo limiti alla Sua Provvidenza, ma, ritengo che dovremmo trovare dentro di noi e intorno a noi le ragioni per amare generosamente, riconoscendo il valore della persona umana. Ci sono resistenze che frenano la donna. Secondo me sta all’uomo trovare un modo per evitare di far pesare i suoi dubbi. Questi da un angolazione diversa sembrano vizi. Ma magari non lo sono… il punto è che nasciamo nudi e questo non è un caso. Umanamente non contano le differenze sociali e tutto il resto appresso. Indubbiamente hanno un peso, e sono la prima a riconoscerlo anche per un fatto egoistico: non vorrei stare con due piedi in una scarpa e non vorrei darmi alla pazza gioia per dimostrare a me stessa e agli altri che sono una persona libera. Preferibilmente preferirei approcciarmi ad un ragazzo che ha una situazione familiare simile alla mia… sempre per il discorso umano (muoversi, comportarsi, ecc.)… però alla fine mi sono trovata a mio agio con uomini appartenenti a gruppi sociali diversi per cultura, istruzione e situazione patrimoniale. In Italia secondo me la società non è organizzata gerarchicamente.
[…] La mia italianità mi porta ad amare molto il mio paese… in altri paesi ho notato che la borghesia ha caratteristiche ben precise e via così. Questo quadro mi disorienta nella misura in cui non sono abituata: non per altro. In Italia se non se non fai della politica la tua ragione di vita ti trovi a tuo agio in ogni situazione. La maggior parte delle persone che ho frequentato in amicizia aveva idee politiche opposte alle mie, ma io, non occupandomi di politica, andavo d’accordo con tutti. Andare d’accordo per me significa godere della compagnia di qualcuno. Questo tratto del mio carattere è in contrasto con il mio intimo sentire. Infatti non mi coinvolgo mai fino in fondo… altrimenti, non ci avevo mai pensato, sarei stata di sinistra o democristiana. Invece non sono né di sinistra e tantomeno mi sento democristiana. Vuoi un consiglio? Meglio trincerarsi dietro promesse da marinaio! Nelle cose che vi riguardano da vicino dovete considerarvi nudi. La donna si sente indifesa quando si trova davanti ad un uomo troppo pragmatico che la “costringe” a prendere atto dei suoi limiti. L’amore viene sempre dall’alto. Ti trovi davanti ad una persona che crede talmente tanto in questa realtà trascendente da sacrificare con gioia le apparenze per amore della verità in cui crede. Proprio orecchie da mercate… da una parte mi entra e dall’altra mi esce senza sensi di colpa e dubbi di sorta. Avanti per la mia strada.
Ho notato che le donne come la tua ex trovano sempre uomini disposti a fare di tutto per loro, mentre quelle non possessive, non gelose, liberali e che lasciano al compagno i propri spazi trovano spesso uomini che non le apprezzano. Hai basato gli ultimi anni della tua vita su di lei e hai sbagliato, è già tanto che gli amici non ti abbiano abbandonato. Purtroppo a volte bisogna arrivare all’esasperazione per capire che si sta sprecando tempo con persone indegne. Tu ci sei arrivato, per fortuna. Sei stato miracolato da un lampo di rabbia che ti ha fatto rinsavire. Molti bravi ragazzi hanno fatto esperienze simili alla tua, credendo che bastasse accantonare la propria vita e sacrificarsi in tutto pur di tenersi vicina una donna. Ma nemmeno questo basta. Anche perché nessuno verrà santificato per aver scelto volontariamente l’infelicità. Una sola persona non può renderci felici. Lei non ti ha mai amato, anche se lo hai capito un po’ in ritardo. Meglio tardi che mai! Presumo che quando sarà nella merda, tutta sola, si farà risentire. Ma tu non tornare indietro, il tuo amor proprio deve essere più forte. Hai avuto le palle per liberartene, non farti prendere dalla nostalgia. Tanti auguri da una quasi coetanea.
A quasi 26? Ma che c.... aspetti a sparire. Lasciale tutto. La cazzata l’hai fatta, anche intestando tutto a lei, ma non devi continuare a reiterarla. Quel tipo di donne ti “svuotano” dall’interno dopo averlo fatto di fuori. VATTENE, non solo fisicamente, come hai fatto, ma con la testa, e senti un avvocato per vedere di recuperare un po’ di soldi. Vattene. Uscirai di casa levitando a mezzo metro da terra come san Giuseppe da Copertino per la riacquistata libertà e dignità. (in realtà Peppo si faceva di Primitivo a 14 gradi, ma pochi lo sanno).
Se dovessi passare da quella casa per prendere le ultime cose, prima di uscire dalle un calcio in culo. Ma forte.
P.S. Ma anche tu aspetti la cartolina dalla Santa Sede? Io sono sulle spine a questo punto.
Due anni con una così? Perdonami ma il cazzone sei stato tu. Per cortesia, ma un minimo di amor proprio? Tirati fuori immediatamente da questa situazione, resettati e riparti da capo. Prova a contenere i danni più o meno economici in funzione di scelte passate se riesci, ma se questo ti comporta di rimanere agganciato a sta tizia, molla la cima, fottitene dei soldi e pensa ai danni futuri psico-socio-fisico-economici che avresti continuando a rimanerle agganciato. Non è successo nulla, alzati le maniche della camicia e riparti. Sei un uomo, forza!
idem al contrario… 🙁
In parola povere: sei stato vittima di violenza psicologica da parte della tua, spero ex, compagna. Ti consiglio vivamente di tagliare i ponti e darle la pedata di cui parla Itto. Io l’ho fatto col mio ex. I primi tempi si soffre come un cane e alcuni strascichi forse non passeranno mai del tutto, ma è l’unico modo per rifiorire se non vuoi soccombere.
Quella non è vita: era una prigione .
Ma che dici?? Ma che stai a dì?? Ma ci stai perculando per caso??? Dai su sei un troll..non c’è dubbio…chi è così stupido da pagare metà casa e intestare tutto ad un altra persona…dai…ma la tua ex non è una ragazza è una gerarca nazista per come l’hai descritta… ok dai se semo fatti na risata..ora dicci che sei un fottuto troll per favore….
Ma ringrazia il Cielo di esserti liberato da questa sanguisuga! Sbattile la porta in faccia e gridale un bel: “mavammoriammazzata”.