Se mi metto a pensare a quel periodo mi sembra di aver perso così tanto tempo, non ho visto così tante cose che mi sono passate accanto.
Una volta, per esempio, ero con la mia coinquilina che per l’occasione chiameremo Concetta perché mi ricorda le donne del sud, dai capelli scuri e la pelle chiara, dai modi accesi e vivaci, la voce alta e una depressione torbida e nera come il velo che mia nonna porta in testa (chissà se anche le nonne in lutto hanno il problema del nero che stinge presto).
Quella volta di cui stavo parlando ero con Concetta sull’autobus, stavamo andando in ospedale per un problema al mio piede destro (problema che, per la cronaca, non si è ancora risolto del tutto). Discutevamo allegramente e una ragazza carina nascosta dalle spalle di Concetta mi guardava mentre io guardavo Concetta o il cellulare.
Mi ero ripromesso di cercarla, mi ero ripromesso di andare alla fermata del bus alla stessa ora l’indomani per provare a rivederla. Ma non avevo il tempo di concentrarmi sulla realtà, ogni cosa diventava Lei e dopo poco mi ritrovavo a chiedermi come sarebbe un giorno, salire sul bus, voltarmi e vederla.
Continuo a chiedermelo e ogni tanto cammino per strada con adesso l’idea che Lei possa guardarmi, possa essere lì con me, dietro qualche colonna del porticato che attraverso ogni giorno, o magari al bar in cui faccio colazione a metà mattina.
O magari…magari un giorno prenderemo assieme l’ascensore, perché lei avrà bisogno del consolato posto un piano sotto al mio ufficio, e allora magari i miei occhi incontreranno i suoi e probabilmente scapperanno via più volte mentre inebetito proverò a dire qualcosa che non riguarda il tempo o le mezze stagioni. Magari…magari
“Beh magari Lei non esiste”
Sono state le parole dette a schiaffo dal mio amico Picchio che mi hanno messo il dubbio di essere peggio di un completo co....... Le parole di Picchio mi avevano distratto, stranamente stavo recuperando le facoltà d ‘intendere e di volere, l’ansia del fake mi si era legata addosso trascinandomi sulla terra. Ve lo giuro, c’ero quasi, con la punta dei piedi sentivo l’asfalto. Ma Lei proprio in quei giorni aveva deciso di voltarsi verso di me, acchiapparmi per il colletto e tenermi ancora sollevato in uno spazio vuoto tra la terra e il cielo facendomi sentire la sua voce.
Non era solo la prima volta che mi parlava, era anche la prima volta che mi trattava male parlandomi. Ho quindi passato diverse ore con l’orecchio incollato al cellulare per ascoltare una donna che m’insulta mentre pensavo a tutte le donne che mi hanno lasciato dicendomi che non le ascoltavo abbastanza.
Il tempo ha continuato a scorrere inesorabile come le gocce che cadono dal lavandino della mia cucina. E Lei piano piano si faceva sempre più vicina a me. Dico “piano piano” non certo perché sono un tipo difficile da scoprire, ma piuttosto perché Lei nel conoscermi non è che provasse proprio tutta questa eccitazione. Lei si avvicinava si, ma io dovevo anche sorbirmi ore e ore e ore di pianti e crisi isteriche dedicate a vari ex.
Si, vari ex, al plurale.
E ammetto che un giorno mentre mi parlava del suo più recente ex con mia infinita gioia, leggevo, ascoltavo e forse per un attimo ho allungato la mano e le ho tolto l’aureola rubata alla Madonna per poterla poggiare su quel capo scuro e arabo e guardandola mi son detto “e se fosse anche un po’ frivola?”.
Ovviamente sono stato punito da Dio per furto alla Madonna, è stato lui a spingermi sempre più in basso nella melma imbarazzante dell’amore in cui stavo annegando e in cui forse annego anche adesso. Dio cosa fa? non solo m’inventa come Andrea, non solo mi fa avere quasi 30 anni, non solo fa diventare la mia camera più piccola, non solo fa diventare il mio letto un divano, non solo mi fa perdere tutte le mie coperte, mette anche Despacito come colonna sonora del primo video in cui lei mi guarda e mi bacia il naso legando così tutti miei sogni con ritmo latino
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Amore e relazioni
Ciao,
io ti consiglio di andarci con i piedi di piombo perché aspettare un mese in più o un anno in più non cambia niente. In questo momento di grande confusione dovremmo prima preoccuparci di rimettere apposto i pezzi delle nostre vite. Conosco tante persone che non riuscirebbero a “re- innamorarsi”, ma che allo stesso tempo si lasciano vincere dall’orgoglio e tante altre ancora che non hanno la forza fisica per stare accanto ad un uomo che a pelle gli comunica delle sensazioni difficili da decriptare. Io con la mia forza di volontà non riuscirei mai ad azzerare quella sorta d’istinto animale che, per amore di quell’uomo, ti porta a superare situazioni che mai avresti immaginato (certa di trovarti in una dimensione in cui determinate ingenuità non hanno un peso determinate perché non fanno parte di voi) e a restare un po’ disorientata davanti all’approccio ai sentimenti del tuo uomo. Sinceramente, ad oggi, nessun uomo mi ha dato l’idea di essere mio come io sono sua. L’uomo ha questo potere. Ti fa sentire stretta in una morsa. Quantomeno hai questa sensazione quando dentro di te non scatta un senso che sostanzialmente non fa parte di te. Non lo so. Per me è una questione di filo… la considero un esigenza mia. Tant’è che a volte penso che potrei evitare di riprendere certi discorsi. Ma io lo faccio quando né ho voglia. Non si tratta di un impegno che mi porta a pensare che un giorno inviterò tutti al matrimonio.
PS Io ho la mia vita. Tante volte scherzo… ma i presupposti per innamorarsi sono altri. Mi emoziono. Ma non c’è un senso in quel che dico e in quel che faccio. Ripeto: ho la mia vita. Per natura non riesco ad avere uno scopo in amore. Quando mi viene in mente, a limite, mi sento anche frustrata. Però è bello anche sognare. Soprattutto quando senti di esserti lasciata alle spalle progetti e speranze che faranno parte di te per sempre. Si va avanti per modo di dire… passa il tempo, ma non puoi vivere di solo materialismo.
Rossella ho letto tanto tuoi commenti e ti giuro mi lasci senza parole…
In senso positivo ovviamente..
In discreto silenzio sto leggendo ogni tua lettera.
Non so per quale motivo oggi abbia deciso di risponderti… Sinceramente, detto tra noi, non so nemmeno cosa scriverti.
Forse perché il tuo racconto è ancora da terminare, forse perché sono una pessima “spargi-consigli” o forse, semplicemente, perché io stessa mi trovo in una situazione tanto scomoda quanto attraente, al momento.
Come scritto sopra, non sono proprio la persona adatta a sperperare sagge parole (che poi alla fine, cosa ce ne facciamo in fondo?)… Tuttavia, confrontarmi e scambiare quattro chiacchiere con chi sta messo come me non è male per tirarsi su.
Se avrai voglia di raccontarti o avrai la pazienza di leggermi (la mia storia è decisamente lunga… forse forse, riesco a battere il tuo record) questo è il mio indirizzo:
ginevra.fantasia@gmail.com
Ti aspetto per chiacchierare e farci “pat-pat” sulla spalla a vicenda, caro Junior!