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Lettera pubblicata il 9 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Toxicity21.
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Lorenzo,
ho letto la storia della tua relazione, molto triste. mi dispiace per te, soprattutto per i risvolti che ha avuto sulla tua vita, oltre che sul tuo sentire in tutti i sensi.
era per caso una ragazza brasiliana? ne aveva tutte le caratteristiche. se così è, ringrazia di averla scampata. sono stata di recente a Rio de Janeiro per qualche mese e ho appreso cose tremende sul comportamento di queste belle ragazze dopo il matrimonio, soprattutto se con stranieri. da angeli si trasformano in vere arpie.
con il Brasile si sente ancora molto la differenza culturale. quasi tutte le persone che sono state povere o maltrattate, appena salgono di mezzo gradino la scala sociale, amano rivalersi con chi è più povero di loro, quasi fosse una guerra all’ultimo sangue fra sventurati, come nell’esempio che hai citato del mendicante sulla porta della chiesa…
grazie a lei ti è successo, però, di provare l’Amore, che qualcuno vagheggia per tutta la vita senza mai riuscire a conoscerlo di persona. non è arricchimento da poco e tutto si paga, prima o poi…
Lorenzo,
le questioni essenziali per la vita a due non sono diecimila. si può e ci si deve accordare a priori, prima di decidere di stare insieme “per sempre.” per il resto, preferisco il dialogo alla leadership nuda e cruda. per me la famiglia non deve produrre utili ma gestire emozioni, sulla base di un minimo di concretezza, logicamente. i compiti, poi, possono anche dover variare: perchè cristallizzarsi più di tanto?
quanto alla natura, hai ragione: ho sbagliato il termine. intendevo dire che l’evoluzione in generale (non specificamente quella della specie) non si ferma: non siamo più nè all’età della pietra, nè a quella della schiavitù, dov’era il più forte ad avere sempre ragione. è questo che sta cambiando e rivoluzionando i comportamenti.
Spectre,
mi dispiace se per te sono troppo “didattica”. so essere solo così. se non ti va di leggere, non hai che da saltare i miei post… 🙂
lo faccio spesso anch’io, soprattutto quando sono ripetitivi e per me sconclusionati…
Per Rossana
Complicato rispondere perché i commenti qui si intersecano come gli spaghetti e rischia di uscirne un groviglio inintellegibile. Punto per punto:
– Gli ottantenni desiderano, è naturale – ma non certo le coetanee. Se hanno la grana, come Hugh Hefner, si sa cosa fanno.
– E’ vero che donne bruttine possono avere caratteristiche che le rendono molto desiderabili. Ma alla fine deve trattarsi sempre di qualcosa di fisico, altrimenti l’uccello non vola o vola basso. Può trattarsi del profumo, di una pelle dolce, una sinuosità speciale nei movimenti, di una tenerezza avvolgente e coinvolgente… ho avuto delle bellissime esperienze con donne di questo tipo, che non erano granché avvenenti nel senso che intendi tu nel post. L’equivoco sta appunto nel fatto che spesso si scambia l’avvenenza in senso erotico con la bella apparenza, mentre invece è molto di più. Quindi devo precisare: una gran fica per me è una donna avvenente in questo senso, non semplicemente una “bellona”.
– Sulle brasiliane concordo, ho scritto molto sul forum a loro dedicato (le conosco bene!) e ho ripetuto che è abbastanza non farsi fregare. Quella là, l’ultima, era venezuelana, e mi ha fregato perché era l’opposto delle brasiliane: seria, dura, severa, precisa, quasi militaresca. La cattiveria delle brasiliane è in fondo qualcosa di molto puerile in confronto a quella delle donne di razza ispanica che sono state educate non alla libertà sessuale del “pais tropical” ma a una religiosità ipocrita, al cinico fariseismo che ritiene sacrosanto adorare dio e intanto fottere il prossimo, se è per una nobile causa. Dato che lei era superiore spiritualmente io, l’ateo, dovevo farle da servo e strisciare. Lei era la protetta del cielo, anche se compiva le peggiori carognate in terra. Questo è molto spagnolo, molto franchista, molto cattolico di destra, e per me merda allo stato puro, cristallino. C’era anche dell’altro che non andava tra noi, per esempio i suoi complessi, molto franchisti, molto democristiani, ma questa irrimediabile dissonanza spirituale era il nocciolo. Il suo fantastico culo comunque lo rimpiango molto.
– Quoto: “Che l’essenza dell’amore per il maschio stia in questo (il sesso) mi lascia perplessa e incredula… mi sforzerò di provare a verificare meglio e più a fondo il concetto sul campo.”
Buona verifica: è tutta salute.
Mentre sperimenti ricorda sempre questo detto: “Se l’uomo fosse fatto per l’amore platonico, lo sarebbero anche i suoi genitali”.
Sempre per Rossana:
Il discorso sulle nostre nonne, che con la loro apparente sottomissione erano in realtà loro a comandare, merita un post a parte.
Secondo te si trattava di manipolazione. No.
Se così fosse stato, questi matrimoni di una volta sarebbero tutti andati a rotoli in fretta, perché nessuno ama farsi manipolare. Invece duravano tutta la vita, sia pure attraverso molte piccole e grandi baruffe.
Non si trattava di manipolazione ma di complicità.
Secondo la cultura contadina di un tempo, esisteva un copione già scritto per i ruoli del marito e della moglie, e qualsiasi coppia intendesse sposarsi si impegnava a rispettarli. L’uomo era quello che lavorava in senso proprio, a stipendio, che faceva le scelte fondamentali riguardo la casa e i figli, e si assumeva la protezione e la difesa della famiglia contro le avversità. La donna si impegnava a mantenere in ordine gli affari domestici, a curare il campo e gli animali o quantomeno a collaborare, e ad allevare ed educare i bambini. Era sottinteso che ci si potesse prendere delle distrazioni, senza fare scandalo beninteso (poi ci si alleggeriva con una confessione dal prete e qualche penitenza).
Il matrimonio poi era cementato dalla rete di solidarietà che si formava tra i clan familiari, che comprendevano nonni, bisnonni, cugini, cognati, nipoti e così via.
Quando un uomo e una donna si sposavano non cadevano dalla luna, erano consapevoli che tutto questo era già definito per tradizione, e non trovavano niente di strano neanche nell’aspetto che a te sembra manipolativo – il fatto che in casa fosse la donna, alla fin fine, a detenere il bastone del comando.
Faceva parte del copione, e del resto era compensato dal ruolo attivo che l’uomo assumeva fuori casa, nella vita sociale. Non era commedia, era attiva condivisione, per libera scelta, del proprio compito di marito e padre di famiglia, che comportava onori e oneri.
Era un mondo che con tutte le sue scappatoie e le sue piccole ipocrisie era magnificamente equilibrato, e coloro che che crescevano in queste famiglie erano giovani attivi, solidi e di buon senso, non i degenerati rincitrulliti rampolli di queste “coppie moderne” dove vige “l’eguaglianza dei sessi”.
Se poi mi chiedi perché questo antico mondo sia tramontato, la risposta non sta nel “processo di emancipazione della donna” ma nei mutamenti economici, nel mutato assetto produttivo della società, a cui questo modello familiare non era più funzionale.
Ma questa è un’altra storia…
per Lorenzo
“Era un mondo che con tutte le sue scappatoie e le sue piccole ipocrisie era magnificamente equilibrato, e coloro che che crescevano in queste famiglie erano giovani attivi, solidi e di buon senso…”
credo di essere cresciuta in una famiglia così, stabile e concreta, ipocrita e falsa, che ha rovinato la mia vita, pur senza farmi mai mancare niente. forse è soltanto per questo che vedo positivamente un cambiamento, basato non sui ruoli ma sulle persone.
certo non nella confusione e nel gioco che ci circonda ma nell’assunzione di responsabilità e nella consapevolezza, in persone che non scimmiottino i burattini e le veline della tv. cambiamento sociale, questo, indotto dal sistema, non dalle diverse aspettative delle donne.
e potremo pure andare avanti all’infinito, ma io mi fermo davvero qui. peraltro sono intervenuta essenzialmente in difesa del genere. personalmente non ho mai attaccato l’altro sesso, generalizzando…
Le uniche risposte schiette e non squallide mi sono state date da Spectre. Mi riferisco agli ultimi commenti, a quelli di Lorenzo soprattutto.
Prima di tutto voglio dire che se le donne hanno i testicoli è di certo per colpa di persone come te che non vogliono un essere umano pensante al proprio fianco, ma un giocattolo da usare e sottomettere. Inoltre io, al contrario tuo, non mi permetto di dirti se hai amato o meno nella tua vita perchè ciò che hai nel tuo cuore appartiene soltanto a te ed anche se hai espresso dei pensieri di cui un uomo dovrebbe solo vergognarsi ed avrei tutte le buoni ragioni di questo mondo per offenderti, non sono davvero Nessuno per poter conoscere l’essenza reale e profonda dei tuoi pensieri, del tuo vissuto, etc etc.
Io non obbligavo il mio ex fidanzato a frequentare l’università perchè la scelta di iscriversi è stata SUA, non MIA. Io, poichè gli volevo bene, cercavo di stargli vicino quando lui voleva arrendersi, gettare la spugna senza provare a mettersi in discussione.
La mia autostima, Rossana, è quella di una persona che ha raggiunto un suo equilibrio e che grazie a quest’ultimo riesce ad instaurare dei rapporti sani e non malati con le persone. La costruzione di un’autostima sana è alla base della costruzione di un rapporto che sia altrettanto equilibrato. Amare se stessi porta ad amare il prossimo; se non ami te stesso non sarai capace di amare neanche una farfalla perchè tutto ti sembrerà vuoto e senza valore, dal momento che non vi è alcun significato in te. Detto questo, non credo, quindi, che avere stima di sè sia un qualcosa di negativo, anzi è proprio grazie all’autostima che si riesce a NON SOTTOMERSI mai a nessuno.
E’davvero triste leggere determinati commenti. E’triste leggere che una persona PENSA che un uomo che fa la spesa e che si prende cura del propria figlio sia uno sfigato. E’triste sentir parlare di sottomissione, sesso fatto solo per soddisfare dei bisogni, di uccelli che non si sentono mai appagati, etc etc.
Il commento più triste, però, è quello fatto da una donna, ovvero questo: “Credo fermamente che la donna debba assumere un ruolo sottomesso solo se lo vuole per intima convizione.”
..non ho davvero altro da dire perchè lo squallore mi genera un’infinita tristezza ma sono felice di non avere gli stessi vostri pensieri. Ed immediatamente mi ritorna il sorriso, il sorriso di una persona che non si è mai abbassata, neanche di fronte alla persona che amava di più al mondo perchè l’amore non ti
chiede mai di abbassarti, ma solo di INNALZARTI.
Adios.
Toxicity
sono contento di avere la libertà di innalzarmi se, come e quando lo decido io, senza che ad ordinarmelo sia l’ultima scema del villaggio. Quanto ai tuoi sentimenti sono affar tuo: a me che me ne frega? Ho solo giudicato il tuo comportamento come tu stessa l’hai descritto. E mi dispiace, hai torto marcio, e continui ad averlo. Se lui voleva arrendersi ne aveva tutto il diritto, senza che tu gli rompessi le scatole come, secondo le tue stesse parole, gliele hai rotte. E poi cos’hai ottenuto? Di avvelenare il tuo rapporto con lui, non certo di “innalzarlo”. Se questa era la tua intenzione, hai combinato un bel pasticcio: la nobiltà di spirito che pretendi di avere è accompagnata da una notevole arroganza, ottusità e insensibilità, come minimo.
Per Rossana:
stavolta hai perso il tuo aplomb. Di solito non ti lasci mai trascinare dall’animosità, ti apprezzo appunto per questo. Ci saranno delle amare ferite all’origine ma non saprei dire, non hai scritto niente di preciso sulla tua famiglia. Il mondo che intendevo non può essere quello della tua infanzia, perchè è quello di 100 anni fa, raccontatomi da mio padre che ne ha 85. Non ricordo quanti anni hai, ma nei primi anni 70 tutto era quasi come adesso, nella vita familiare.
Il fatto di generalizzare, così criticato, è indispensabile. Se non fosse possibile astrarre dei principi generali dalla casistica, bisognerebbe trattare a parte ogni caso individuale, e servirebbe un’enciclopedia. Va da sé che nel concreto esistono poi delle deviazioni più o meno pronunciate da quanto dedotto in astratto. E’ sottinteso. Se la media delle altezze di un gruppo di persone è 1.70, solo un imbecille potrebbe obiettare che il calcolo non è valido perché nel gruppo è presente anche uno spilungone di due metri. Sia detto una volta per tutte: perché una delle obiezioni preferite delle donne è “Tu generalizzi!” Se non si generalizzasse non si potrebbe nemmeno discutere. Questo processo è alla base del pensiero. Solo gli handicappati non generalizzano. I casi singoli si distinguono e si esaminano dopo aver generalizzato, non prima.
Cosa sarebbe qualsiasi disciplina scientifica e non se di fronte a una congerie di dati confusi e incoerenti non si potesse operare una generalizzazione! Già, dovrei dirlo, ho letto in Schopenhauer che le donne non ne sono capaci, guardano sempre e solo al caso singolo… Ma stavolta spero che sbagli. Se avesse ragione che razza di opinione si dovrebbe avere sul “pensiero” femminile?
Lorenzo,
mi hai presa… per sfinimento, e ho gettato la spugna. basta! stava diventando troppo faticoso per una che non ha voglia di impegnarsi e che cercava di giocare soltanto in difesa…
premesso quanto sopra, hai toccato un tasto doloroso, che ho dovuto riconoscere alla base della mia ribellione verso le granitiche forme familiari del passato.
sono stata “piccola” all’inizio degli anni ’50. la mia era una famiglia molto solida e di sani principi, in cui non s’intravvedeva nemmeno l’ombra dell’amore, che mi è mancato quanto l’aria per respirare.
aveva in sè il rigore della famiglia che descriveva tuo nonno, senza le libertà che, forse, la maggior parte dei nuclei familiari di fine ‘800-inizio ‘900 si potevano permettere, soprattutto se in campagna. era una famiglia di transizione, fra il mondo contadino e il mondo operaio della fabbrica, all’inizio del boom economico.
non attribuisco i miei errori in campo sentimentale unicamente a questo ambiente (tutto in ordine ma NIENTE tenerezza, MAI, quasi fosse qualcosa di sporco e peccaminoso) ma so per certo che ha avuto un’influenza molto negativa sulla mia formazione.
hai ragione: non si può passare dalle generalizzazioni al caso singolo. però la lingua batte dove il dente duole, e la correttezza del dialogo è andata a farsi benedire.
d’altronde spesso le opinioni derivano dai propri vissuti…
Avvelenato cosa? Il rapporto con persone che COME TE vogliono essere servite e riverite è avvelenato nella sua natura stessa. Quando comprendi che stai con una persona che si arrende perchè ha già un’alternativa servita su un piatto d’argento, bisogna allontanarsene immediatamente se non ci si vuole rovinare la vita.
Mi dispiace ma non riesco a comunicare con persone come te, è davvero triste. Mi fai una tristezza immonda perchè i tuoi pensieri sono squallidi ed infimi.
Prova a domandarti perchè nel tuo passato hai avuto esperienze sentimentali disastrose. Non dare SOLO la colpa al genere femminile che PER SUA FORTUNA non si è sottomesso, tra l’altro a chi?
Ad una bestia.
Perchè solo una bestia, se potesse parlare, avrebbe la tua stessa forma mentis, chiusa quanto un recinto per animali feroci.
Passo e chiudo.
Questo argomento non può essere affrontato da persone tristi come te e soprattutto IO non ho intenzione di confrontarmi con uno squallido.