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Lettera pubblicata il 8 Ottobre 2011. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore MRC.
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@Maverick2011
Infatti non parlavo nè di arroganza, nè di maleducazione, comportamenti che non dovrebbero governare i rapporti interpersonali, ma di durezza, nel senso che non sempre c’è spazio per lasciarsi andare un pochino e spesso, anche una battuta detta proprio per riderci, diventa un tormento; simpatiche si, ma putroppo anche distaccate e sveglie (mai cadere in doppi sensi). Ma più che altro durezza nel saper affrontare i commenti e gli apprezzamenti legati ad altri ambiti, prettamente sessuale o sentimentale, senza doversi sempre sentire in obbligo di chiedere scusa agli altri. Non reagire, o non reagire malamente, a queste provocazioni non sempre è facile, ci vuole proprio tanta durezza d’animo… E in più, far si che un gruppo di uomini ti ascolti e ti riconosca come proprio “leader” a prescindere dall’essere donna, posso assicurarti che richiede un notevole sforzo morale.
Dipende poi dal significato che si da alla parola “comando”, di certo sbaglia chi si pone questa meta come unica verità da perseguire e vive come se tutti i giorni avesse una guerra da vincere
@MRC
sei in una posizione che non invidio per niente… Cosa conti di fare? Avete parlato tu e tua moglie?
@Almost-Imperfect
Non so in quale contesto aziendale tu debba lavorare, ma il semplice fatto che abbia accennato a certi str..zi, mi fa pensare che l’ambiente non sia dei migliori.
Ma allora in certi ambienti (da cui me ne sono andato da anni, e non lavorerei manco mi offrissero tutto l’oro del mondo) non è questione di uomini e donne, è proprio il clima pesante, ostile, fantozziano (pieno di ruffiani e zerbini disposti a tutto per la “carriera”) ad avvelenare i rapporti, e allora anche una battuta viene usata non per rendere il clima più piacevole, ma per attaccare chi l’ha detta, o metterlo in cattiva luce coi capi dai soliti vermi.
Di solito questo accade in aziende grandi e piene di servi, vermi e lecchini dei capi (i quali sono diventati capi come nella mega-ditta di Fantozzi, a forza di leccate e rospi e umiliazioni subite).
Ma ti posso assicurare che esistono anche ambienti di lavoro (di solito più piccoli e familiari) in cui – per fortuna – ci sono dirigenti (uomini o donne, non c’entra il sesso) e titolari simpatici, cordiali, che amano le persone creative, intelligenti, vivaci, indipendenti, e non i manichini lecchini, e gli yesmen, e si rendono conto che un ambiente di lavoro disteso, cordiale e amichevole favorisce il rendimento di tutti.
Insomma, se c’è gente che ama lavorare nei lager nazisti, con i capi che sono kapo’ o ufficiali delle ss col dobermann, sono affari loro, ci stiano.
Io piuttosto che lavorare lì andrei a mangiare bacche nei boschi e a chiedere l’elemosina.
Quando ci avevo lavorato (un paio di volte molti anni fa), poi era finita che li avevo trascinati davanti al giudice, e mi avevano anche dovuto sganciare un bel po’ di soldini, non essendo io il tipo che sopporta gli str..zi, ed essendo normalmente aziende gestite da ignoranti che violano una quantità di leggi,(e non ci vuole niente, col registratore nascosto, a procurarsi le prove).
Certa gente mi fa solo pietà, anche se poi se la tira perchè a forza di ruffianate ha ottenuto una “promozione”, e ha comprato (a rate) l’auto bella.
Ma quale auto? Di un “grande” manager che guadagnava 2 milioni di euro l’anno, ed è morto qualche anno fa, ora non resta manco il ricordo, anche sui motori di ricerca nessuno parla più di lui…
…azzarola Maverick
bella grinta…
Lavoro in un’azienda media ho un capo fuori di testa, ma veramente fuori, a livelli che a volte ci tiene a ricordarci che lui non sbaglia mai e che nella sua posizione ci può offendere come e quando vuole. Non hai idea che numeri escono quando si fanno le riunioni per il punto della situazione! Io sto sotto, a gestire il settore che dovrebbe essere lo specchio e l’anima della mia ditta, ma che non sempre riesce a dare il massimo.
Faccio un lavoro prettamente maschile e coordino un’intera squadra di uomini, più qualche collega donna (con le quali mi trovo benissimo), abituati fino ad ora ad essere “comandati” solo da altri uomini. L’inizio non è stato facile, sempre sotto esame, ma anche adesso non sempre le cose vanno come dovrebbero, ci sono volte in cui mi sembra di dover recitare una parte che non mi si addice. Imporsi è difficile, cerco sempre di risolvere i conflitti senza arrivare allo scontro aperto, ma credimi, alcune volte passo intere giornate ad arrovellarmi il cervello per riuscire a trovare una soluzione più “dolce”, che rispecchi anche il mio modo di essere. Allora mi dico: era meglio se cominciavo a battere i pugni sul tavolo e se matteggiavo un pò…
Però il mio lavoro mi piace, apprezzo e stimo molti di quelli che lavorano con me e cerco di vivere ogni ostacolo o sfida come un motivo di crescita, con alti e bassi; d’altronde la vita non è mai perfetta… La nota che fa stonare tutto ovviamente è lui… Ma ci vorrebbe un intero post per descrivere il terrorismo che ci fa, soprattutto a qualche mio collega, dei quali è riuscito a trovare il punto debole e che non lascia vivere; attaccandosi alla sfera del personale, se sa che può porre gli altri in una posizione di debolezza ed inferiorità. La cosa più infima che si possa fare… Quando penso al mio ufficio mi viene in mente una grande piscina, dove ognuno è costretto ad affogare gli altri per non andare a fondo; ed io, che mi faccio sempre un sacco di s…e mentali sui valori e sul rispetto, fatico il doppio per cercare di salvare almeno quelli, o quelle a cui ho imparato anche a voler bene.
Ma com’è che siamo finiti su questo argomento???
@Almost-Imperfect
Ecco, uno così o lo aspetti fuori (come nei film) con un bel gruppo di “amici” che lo gonfiano di mazzate come una zampogna, oppure ti prendi il registratore, registri una per una le sue idiozie da demente frustrato, e poi lo porti al giudice del lavoro (o magari prima lo fai sentire ai titolari dell’azienda) dicendo: “Ecco il mio capo è un malato di mente paranoico e frustrato, e dovrebbe essere ricoverato in manicomio, altro che potere insultare chi vuole perchè lui non sbaglia mai, e altre idiozie”.
Ma io con uno così non lavorerei un secondo.
Vabbé Maverick2011 e vero che su certe cose non ci si deve passare sopra, ma a lavoro, quando non sei un libero professionista, o non hai una tua attività, può succedere di trovare gente così. Di posti di lavoro né ho cambiati diversi, ho trovato capi e colleghi di tutti i tipi, inizialmente me ne andavo e cambiavo, però la mia esperienza, anche se poca, mi ha insegnato a non sfuggire più le situazioni spiacevoli, ma a cercare di affrontarle; anche perché oggi è così, ma domani potrebbe cambiare… Preferisco cercare di imparare a gestire bene persone e rapporti, secondo me è molto più utile.
Certo se poi le cose dovessero proprio peggiorare anche per me, correrei ai ripari.
Poi, di questi tempi, il lavoro sta diventando un lusso per pochi e lo stipendio sicuro un miraggio. Diciamo che in ogni cosa c’è il rovescio della medaglia.
Apprezzo chi come te è in grado di fare scelte coraggiose e buttare tutto all’aria per difendere i propri ideali; io tendenzialmente sono molto più riflessiva e cerco di soppesare ogni aspetto di una questione prima di prendere una decisione, visto che poi sono poco incline a tornare sui miei passi.
@Almost-imperfect
Mah, a me sembra che contro un personaggio simile si potrebbero prendere MOLTI provvedimenti efficaci, se si comporta così.
Prima di tutto non capisco perchè non vi coalizziate, voi che lavorate con lui, per opporvi tutti insieme davanti alla direzione.
Se domani voi trovaste uno che vi spegne le sigarette sulle mani, cosa fareste? Stareste zitti e buoni solo perchè dovete lavorare? E se ci fosse un capo che si mettesse le mani nel naso in continuazione, o sul sedere di qualche segretaria, cosa fareste? Lo lascereste fare? E allora se quello è uno che insulta (e tra l’altro è un reato penale), denigra e viola la riservatezza e la dignità delle persone, la prima cosa da fare sarebbe andare tutti insieme dai titolari e dirgli: “O lui, o noi!”.
D’altra parte questo è uno dei suggerimenti del libro che ti consigliavo: protestare insieme, e fare capire che un imbecille solo sta rovinando l’ambiente e rendendo impossibile lavorare.
Se poi gli altri hanno paura, o temono ritorsioni, puoi sempre farlo tu, se ci tieni. Se quello fosse un parente stretto o congiunto dei titolari (figlio, nipote, cugino, marito ecc.) e fossi sicura che non lo riprendono, allora vedi tu. Non credo proprio sia così dappertutto, io conosco posti di lavoro in cui uno così verrebbe cacciato….
@Maverick2011
tra dire e fare c’è di mezzo il mare… Qualcuno ha paura, qualcuno tra poco va in pensione (forse…), qualcuno c’ha il suo tornaconto.
Sono tutti bravi a lamentarsi, ma a parte me ed un altro mio collega, nessuno apre bocca quando c’è un problema, o quando fa il tiranno.
I capi sanno tutto, ci sono stati episodi di richiamo per problemi avuti con un mio collega e i suoi familiari, però è un personaggio che fa comodo.
E’ competente in molte cose, ha le mani in pasta in così tanti interessi che secondo me, se affonda lui si porta dietro un bel pò di gente; troppa forse. Quindi tutti si lamentano, ma tutti lo temono. Andrà così finché non arriverà qualcuno al di fuori dei giochi che vorrà scozzare un pò le carte.
Per quanto mi riguarda cerco di mantenere la situazione in una dimensione “quasi vivibile”, anche perché, fortunatamente, anch’io servo a lui e perché sa bene che in un futuro non lontano potrei chiedere il trasferimento.
Lo so che ogni giorno mi mette alla prova e che ogni suo atteggiamento, positivo o negativo, è studiato apposta per ridefinire i “ranghi”, è subdolo, devo solo riuscire a sgamare tutti questi giochetti e non caderci.
In ogni caso la mia intenzione è quella di rimanere lì fino a che dal bilancio finale avrò un mio tornaconto, poi si vedrà.
Comunque il libro mi sa che me lo compro, a parte l’utilità, mi hai incuriosito
@Almost-Imperfect
Insomma, quello che hai descritto tu è un classico caso collocabile tra il mobbing e la dequalificazione. Quel tizio sa di avere un potere contrattuale, e lo usa per maltrattare e dequalificare (e credo che faccia anche comodo alla direzione, in tal modo quello riesce a “bloccare” qualsiasi esigenza – anche economica – dei collaboratori a vedere rispettata e riconosciuta la propria professionalità) chi lavora con lui.
E poco importa che lo faccia abitualmente, e con più persone, e non precisamente per indurre un collaboratore a dimettersi, ma solo come “tratto caratteriale”.
Quel che è certo è che in un caso del genere, se uno si procura le prove (esempio registrazione delle sue sfuriate, o dei suoi insulti e vessazioni varie) e le porta al giudice del lavoro, meglio ancora dopo essersi procurato certificati medici allegando depressione, ansia, insonnia, malesseri vari, ecc. a causa del clima invivibile creato da quello, sicuramente il giudice li condanna al risarcimento del danno biologico, in funzione anche della durata ed estensione dei comportamenti insultanti e vessatori tenuti dal tipino.
Questo è ciò che farei (e in passato avevo fatto) io, anche perchè aziende simili non meritano di lavorare.
La direzione dovrebbe dire al tipino: “Senti caro, se tuo padre ti menava, o la moglie ti cornifica, ecc., sono affari tuoi, ma tu non venire qui a sfogarti sui colleghi, altrimenti puoi andartene fuori dalle palle.”
Se un’azienda è seria si comporta così, altrimenti se copre un imbecille solo perchè porta clienti e lavoro, per me non merita pietà.
@Maverick2011
Non riesco a mettermi in conflitto aperto, penso a tutte le possibilità che potrei avere, ma anche alle perdite e considerato soprattutto che il lavoro mi serve per andare avanti, non ho il coraggio di rischiare. Anche se in alcuni periodi mi sento quasi un’automa…
Ciao a tutti! io per curiosità volevo chiedere a mrc se le cose sono migliorate con la moglie. se hanno deciso che ruoli assumere (mamma papà dirigente subordinato, mammo bambinaio donna in carriera )o se vige il ancora casino e apatia.
POi volevo sapere se sei riuscito tu a ritagliarti degli spazi e mi farebbe piacere anche sapere se aggredisci verbalmente la moglie.
Comunque spero che questo perido riporti giustamente tanta serenità a te e alla tua famiglia. in bocca al lupo.