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Lettera pubblicata il 28 Marzo 2014. L'autore ha condiviso 15 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore roxanna.
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Golem,
mi fa piacere che la tua tesi (istinti verso ragione) sia salda, anche se indugia sul tema per trovare ulteriori conferme.
io propendo di più per la soddisfazione di bisogni emotivi interiori oppure di pulsioni fisiche, a seconda dei casi, della struttura caratteriale e della maturità della persona e in questione. come te, classifico entrambe le concretizzazioni sotto l’etichetta di istinti.
credo di comprendere il sentimento che anima la tua “recherche”. forse esso è in parte conseguenza di un retaggio culturale, che porta l’uomo a voler essere l’unico per la donna che ama mentre ha abituato la donna ad accettare abbastanza spesso, soprattutto in passato, che il suo compagno possa avere altre donne purchè continui a tornare da lei.
quanto ad Albertine, nel libro “Dalla parte di Swann”, Swann, che è l’alter ego di Proust, non sembra per niente contento del suo matrimonio. la sua ricerca di parti oscure in sua moglie pare del tutto conclusa nella noia della routine, da condividere con una donna molto diversa da lui, a dispetto del precedente innamoramento.
di certo il mio è un punto di vista molto antico per questi tempi: non ho mai avuto niente da “cercare” nel passato dei miei compagni. forse che non li ho amati? a me pare di sì, soprattutto il secondo.
ho provato una punta di gelosia retroattiva per l’amore giovanile dell’uomo che non ha corrisposto il mio innamoramento senile. che fosse perchè non provava per me l’attrazione che avevo per lui? oppure perchè mi rendevo conto che in gioventù tutto è più sincero, più profondo, più vero?
per me continui a cercare conferme che possano darti la sicurezza di essere veramente amato, essendo consapevole che l’amore di tua moglie non è della stessa ampiezza onnicomprensiva del tuo. tensione, questa sì, di grande innamoramento.
stupendo, comunque, il tuo post 178 e la descrizione che fai di argomenti difficilissimi da sviscerare.
Ciao Rossana. Io navigo a vista nel mondo dei sentimenti, come tutti credo. Nella ricerca della soddisfazione di una necessità, come quella che mi caratterizza, entrano in gioco i riferimenti che possediamo, e attraverso questi cerchiamo di dare forma ad una immagine dell’oggetto amato che si conformi alle aspettative che derivano da quei riferimenti. E’ inevitabile: dipingiamo con i colori che abbiamo a disposizione..
Ma la tragedia, se così possiamo chiamarla, è che l’amore, quando arriva, non nasce da quei “riferimenti”, da quei colori che la vita e l’esperienza ci hanno concesso sino a quel momento, ma da un mondo di cui ignoriamo l’esistenza, anche se basta girare lo sguardo sul cuscino per vederne i contorni.
Quando incontri quel mondo, ti accorgi che quello che bastava “prima” per catalogare un rapporto come amore, ora è insufficiente, tante sono le sensazioni nuove che si srotolano dentro di noi, come tele dipinte con “colori” che non conoscevamo, nè pensavamo esistessero.
La reazione di fronte a questa meraviglia è, in fondo, infantile, come quando si è in un luna park pieno di luci e suoni magici che non vorresti mai abbandonare, e non vorresti che chiudesse mai.
Allora mentre sei sulle giostre stai pensando all’ebbrezza dell’ottovolante, ma appena sceso entri nelle stanze degli specchi magici, e quando sei lì ti torna in mente l’ingresso del tunnel della paura, dove chissà quali sensazioni scoprirai.
La persona amata diventa questo ai tuoi occhi: il luogo infantile dove ogni cosa meraviglia e spaventa, eccita e diverte, è pericolosa o rassicurante, ma di tutte queste sensazioni non vuoi perderne l’esperienza. Le vuoi “possedere”.
L’esempio della conquista della vetta, che si rifà ad una visione adulta del valore del “viaggo” più che della meta stessa, vale anche per l’esempio che ho appena riportato. E’ la meraviglia che dà “l’esperienza della conoscenza” che non la conoscenza stessa, la scoperta, anzi, meglio, la “speranza” della scoperta di una nuova emozione, di una giostra che non sapevi che esistesse, di un tunnel ancora più terrorizzante ma che è ancor più affascinante proprio per questo.
Questo succede in alcuni di noi quando amiamo e siamo innamorati nello stesso tempo, evento rarissimo nel quale io mi sono imbattuto.
Non mi interessa che lei mi ami quanto la amo io, mi interessa che si lasci amare, e che mi conceda il lusso di quelle meraviglie, anche se mi “spaventeranno”.
Lui questo chiedeva ad Albertine in quel libro. E lo capisco.
Golem,
tutta la situazione e lo stato d’animo che ti concerne mi conferma due aspetti fondamentali del sentimento amoroso:
1) “E’ la condanna di chi ama l’altro con tutto sè stesso. Anche a dispetto di sè stesso.” – questo dovrebbe valere anche per chi ama una persona che non merita tanta dedizione, forse semplicemente perchè in questa intuisce una parte di se stessa. qualsiasi scelta non risponde quasi mai a un solo criterio, anche se segue in definitiva a una o più ragioni preponderanti.
2) che un’unione di coppia regge nel tempo in modo libero e ottimale se e quando almeno uno dei due partner conserva un’aura, anche minima, dell’innamoramento che l’ha spinto verso l’altro. non necessariamente questo deve essere per forza dettato, con tutto il rispetto per Proust, dall’attrazione derivante da parti oscure non ben conosciute. a volte può bastare “esserci e non esserci”, mantenendo buona parte della propria indipendenza in senso lato ed evitando di farsi considerare scontati.
ammirevole il tuo intento di far vivere a tua moglie emozioni simili a quelle che l’hanno accompagnata per un periodo della sua gioventù, ma temo che questo non sarà mai possibile: lei non è più quella che è stata e tu non hai le caratteristiche dell’uomo che a suo tempo ha desiderato.
tu e tua moglie siete stati molto fortunati: goditi questo immenso dono nei fatti, allontanando, se puoi, il passato dai tuoi pensieri. come anche tu hai riconosciuto, l’amore è il mistero che tende all’infinito, irraggiungibile per chiunque nella sua totale pienezza.
Rossana, ho letto le tue riflessioni, sempre molto pertinenti, e a mia volta mediterò sulle tue parole, che arricchiscono la lettura di quel mistero che cerco di svelare a me stesso.
Risponderò, ma oggi voglio augurarti una buona Pasqua, con tanto affetto. Ciao
puoi senz’altro avvicinarti al mistero che racchiudi in te; molto più difficile, se non quasi impossibile, farlo con altrettanta approssimazione in un altro essere umano, chiunque egli sia.
arrenditi e “lasciati dondolare”. la serenità è per te a portata di mano: non allontanarla tormentandoti inutilmente! intuizioni, supposizioni, deduzioni, non sono che elucubrazioni. contano i fatti, che già hai la fortuna di vivere. se fossi in te, mi sforzerei a non voler cercare di meglio o di più.
Ricambio gli auguri e l’affetto, scusandomi per la mia predilezione per la schiettezza.
La schiettezza è solo apprezzabile, altro che scusarsi. A presto.
La schiettezza è solo apprezzabile, altro che scusarsi. A presto.
P.S. So di essere fortunato con una donna come lei. Forse è questo che non le “perdono”?
rossana
ciao,tanti auguri di serena pasqua a te e tutti i signori/e qui,ciaoo
ciao Dottor,
grazie per gli auguri, molto graditi, che ricambio.
da me fa freschino ma oggi è tornato il sole!
http://www.lapersonagiusta.com/trovare-la-persona-giusta/stronza-felice-seduzione-attrazione/