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Lettera pubblicata il 19 Luglio 2010. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore magirama.
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Sono andato al link proposto da Fabio e avrei molto da commentare, difficile condensare in un paio di post. Ci provo. La tesi dell’autore è che ogni sistema sociale complesso reagisce alle sfide dell’ambiente aumentando la propria complessità fino a un massimo (picco) in cui essa costringe a un dispendio insostenibile di risorse. Nel caso dell’impero romano, il picco è identificato con l’età di Marco Aurelio, alla quale sarebbe seguito un periodo di inevitabile disgregazione (semplificazione) che fin dal principio non avrebbe potuto portare ad altro che a sistema più semplice e sostenibile, quello medioevale. Non sono uno storico, ma credo che uno storico avrebbe molto da obiettare. L’autore sorvola sul IV secolo, il Basso Impero, considerandolo nient’altro che una tappa sul cammino del declino, una sorta di mostro che corrodeva le basi su cui era fondato. Esso è comunque caduto, ma che dovesse avvenire per necessità non è scontato, e comunque non si può spiegare con disinvoltura con dei grafici. Molti storici, in particolare Santo Mazzarino, hanno fatto notare che il Basso Impero è stato una civiltà completamente nuova, non uno stadio della decadenza dell’antica. I mutamenti rispetto all’epoca di Marco Aurelio erano enormi: dalla religione, all’arte, al sistema amministrativo, e soprattutto quello economico. Uno dei cardini dell’articolo è che l’impero, a partire dal “picco” del II secolo sia andato costantemente impoverendosi. Questo è falso. Al tempo di Costantino le riserve di metalli preziosi erano tali da permettere a questo sovrano una riforma epocale: mettere alla base del sistema monetario l’oro al posto dell’argento (coniando il famoso “solidus”). Questa moneta mantenne il proprio valore inalterato per ben 7 secoli, prova che la “ricchezza” dell’impero rimase costante, anche dopo le invasioni, quando ne sopravviveva solo la metà orientale. Al principio lo stato del basso impero era forte, molto più forte di quello del II secolo, sotto tutti i punti di vista. Non era scontato che si dissolvesse. Se è accaduto non è stato per la mancanza di ricchezza o risorse, ovvero l’insostenibilità dovuta a un eccesso di complessità di cui parla l’articolo. Non ne esiste alcuna prova, si tratta di una interpretazione a cui non crede nessuno storico serio. Le crepe del sistema erano altre. La discussione è su quali fossero; non vi è concordanza, ma alcune correnti di opinione. Il cristianesimo ha avuto un ruolo, i barbari un altro, ma ci sono altri fattori…
Uno su cui tutti concordano, secondo me decisivo, è l’indebolimento dell’esercito. Per farla breve, se all’epoca di Costantino era possibile reclutare nella popolazione soldati motivati ed efficienti, ciò era divenuto impossibile un secolo dopo, poco prima del crollo finale. L’esercito “romano” era a quel tempo divenuto una marmaglia di barbari infidi (non si poteva fare altro ormai che reclutare mercenari). Perché nessun abitante dell’impero era più disposto a rischiare la vita per difenderlo? Questo è il nocciolo. Lo stato del IV secolo, a differenza di quello di un secolo prima, era odiato dal popolo. Si era tramutato in un mostro burocratico che pompava tasse e imponeva corvé, senza offrire in cambio né pace né giustizia, al punto che, come riportato dai cronisti del tempo, la povera gente invocava i Barbari perché lo distruggessero! Le cause di questa trasformazione sono anche le cause della caduta. Quali? Ti dirò la mia. La società del basso impero si divideva in due classi: il popolo e un’elite di ricchi che comprendeva i possidenti e i funzionari (ciò era anche una conseguenza dell’economia basata sull’oro introdotta da Costantino: ricchi erano ormai solo coloro che possedevano oro). Era sparito quel “ceto medio” di proprietari che forniva i soldati: oppressi dalle tasse costoro si mettevano al servizio dei potenti per farsi proteggere dalle vessazioni. Questa minoranza di ricchi cercava di impedire in tutti i modi che i propri uomini venissero arruolati nell’esercito. Lo stato doveva supplire arruolando mercenari. Questo comportava una spesa che imponeva un aggravio fiscale, il quale faceva sì che ancora più contadini si mettessero sotto la protezione dei potenti, e così via. Ma non solo. Il continuo aumentare delle tasse avveniva anche al di là di ogni necessità, per l’avidità e la corruzione della classe dirigente. L’arbitrio di costoro non poteva essere frenato dallo stato perché essi “erano” lo stato, i suoi amministratori ed esecutori delle leggi. Una piccola minoranza si arricchiva sempre più, le masse si impoverivano e non avevano più interesse a difendere uno stato che essi identificavano con l’organo di dominio di classe degli sfruttatori. Questi sviluppi non credo fossero dovuti a un eccesso di complessità del sistema, come vorrebbe far credere l’articolo. Il problema stava nella mancanza di senso dello Stato di questa elite, che perseguiva ormai solo i propri interessi. Si possono svolgere tutti i paralleli che si vogliono col presente!
lorenzo non so come la pensi tu ma a me quell’articolo ha dato molto da pensare e
da come poi l’ho interpretato ci sarebbero tantissime analogie col sistema attuale..in
primis la mancanza stessa del senso dello stato,dove appunto una strettissima
oligarchia segue ciecamente ormai solo i suoi stessi interessi e la progressiva
cancellazione del ceto medio,quello stesso che appunto avrebbe fatto da “collante”
in precedenza..
un altra cosa che a parer mio si palesa e’ l’inevitabile trasformazione delle cose in perenne mutamento e riprendendo l’articolo su questo punto anche se il basso impero poteva considerarsi forte le basi su cui poggiava non erano pero piu le stesse.
La differenza di fondo tra il punto di vista (rispettabile) dell’articolo ASPO e il mio è che secondo il primo la decadenza di una civiltà sarebbe una sorta di necessità matematica, una volta raggiunta una certa sperequazione tra le risorse disponibili e il livello dei consumi, mentre secondo il mio tutto dipende esclusivamente dai difetti degli uomini, soprattutto dai membri della classe dominante. Se l’analisi dell’ascesa e del declino delle civiltà può dare un insegnamento è proprio questo: l’ascesa è contraddistinta dal fatto che le elites svolgono un ruolo creativo, positivo, di esempio per tutti e perfino sacrificio per il bene della comunità (vedi, per restare a un esempio romano, il numero spaventoso di perdite sofferte dall’aristocrazia durante le guerre puniche.) La stagnazione inizia quando l’elite ha raggiunto i propri obiettivi e si volge al godimento del proprio status, al puro vivere di rendita (come al tempo dei Giulio-Claudi). Quando infine questa classe detentrice del potere degenera allo stato parassitario (i ricchi del basso impero) il sistema si disgrega, indipendentemente dalle risorse e dalle ricchezze della civiltà nel suo insieme. Vedi la sorte della Russia zarista al tempo della rivoluzione bolscevica. Il tramonto delle civiltà non origina mai da problemi economici, ma dallo sfacelo morale delle caste dominanti, che si arroccano nei loro privilegi e se sembra loro necessario sfasciano lo stato, pur di non perderli. Se Diocleziano e Costantino come fondatori del basso impero hanno una responsabilità storica, è appunto di avere enormemente aumentato il peso di questa elite parassitaria, istituendo giganteschi apparati burocratici, un sistema di tassazione iniquo, un’economia fondata sull’oro che elevava automaticamente al rango di potentissimi i possessori di oro, cioé i ricchi, e infine riconoscendo rango e prebende a un’istituzione improduttiva e altrettanto “piramidale”, la Chiesa cristiana. Dato l’egoismo, l’avidità e la corruzione di tutti costoro, era scritto che la sorte dell’impero fosse indebolirsi sempre più per la disaffezione delle masse, ma i problemi economici non sono le cause di questo processo, semmai le conseguenze. La radice del male, ripeto, sta nella putrefazione morale della casta dei potenti. Nel tardo impero, non solo i capi militari ma perfino i supremi amministratori civili erano quasi tutti barbari. La un tempo gloriosa aristocrazia romana non era più capace nemmeno di questo!
se ti puo interessare da un occhiata a questo link,ce anche un articolo -de reditu-
che ha a che vedere in qualche modo con gli ultimi post
http://www.giornaledelribelle.com/
Ci hai preso alla perfezione, sono un grande seguace di Massimo Fini. Cosa te l’ha fatto capire?
me li sono letti tutti,anzi divorati i libri di massimo fini !
secondo me e’ uno fra i primissimi pensatori contemporanei e autentico giornalista,
uno che la realta,oltre ad averla intuita con la massima lucidita e lungimiranza te la
spiattella cosi come’ senza nascondersi dietro a un dito,come fanno praticamente
tutti!..sara’ stato proprio questo che mha fatto capire che stai sulla stessa lunghezza
d’onda.
Allora non sono solo al mondo! Quando mi capita di avere qualche discussione sullo stato dell’Italia e si arriva a dibattere argomenti come la droga, la depressione, l’ingiustizia, la corruzione, l’inquinamento, mi tocca sentire che la colpa è di questa o quell’altra causa remota o presente, e che però si potrebbe rimediare facendo questo o quello e se intervengo per dire: no! la colpa è del sistema, dell’intera civiltà industriale per come si è strutturata negli ultimi due secoli – mi prendono per pazzo… Bisognerebbe piuttosto cercare di diventare paesi più civili, tipo Svezia o Norvegia… “Guardate una società perfetta o quasi come potrebbe essere quella svedese o norvegese – rispondo – immaginate che il mondo sia tutto un’immensa Norvegia, onestamente amministrato, con equa ripatizione dei redditi, giustizia per tutti, protezione dalla culla alla tomba. Cosa credete che avverrebbe? Un’epidemia di suicidi, perché i tassi scandinavi di depressione e malattie mentali sono tra i più alti al mondo. Una desolazione culturale senza eguali, avendo omologato tutto al modello scandinavo, per splendido che sia. La rovina della Terra, perché se i consumi fossero quelli di sei miliardi di scandinavi occorrerebbero le risorse di otto pianeti per soddisfarli! Se questa visione, la visione di Fukuyama, si realizzerà un giorno, povera la nostra specie!” “Ma allora che vorresti fare? Tornare al feudalesimo? Al neolitico? Alle caverne?” La mia risposta è quella di Fini: ciascuno dovrebbe avere della terra, produrre da sé quel che gli serve, nei limiti del possibile, ritrovare il legame con la natura e l’orgoglio di non dover dipendere da nessuno! E non dover vendere agli altri le proprie braccia! I contadini del Medioevo vivevano poco, sgobbavano come bestie e avevano un sacco di malanni ma erano molto più felici di noi, e soprattutto avevano molto più amor proprio. Noi moderni ci siamo venduti l’anima per un po’ più di salute e di comfort. E dopo esserci così rammolliti fisicamente, abbiamo perso la dignità. Per qualche euro in più venderemmo la madre. Qui sta il busillis! E più si è corrotti, avidi e interiormente marci, più ci si fa strada e carriera! Il più marcio di tutti diventa il capo supremo di una nazione… Non faccio nomi. Il mondo alla rovescia. Abbiamo ragione di temere i musulmani. Per loro esiste ancora qualcosa di più sacro del denaro. Allah e l’amor proprio virile. Sono anime di signori e non di schiavi. Mi fermo, se no ho un travaso di bile…
🙂 eh si non posso che concordare!
schiavi senza nemmeno la consapevolezza di esserlo…appunto senza anima!
in italia secondo me siamo (ancora per poco) nella fase di transito: da schiavi
senz’anima a schiavi effettivi nel senso proprio materiale del termine,basta vedere
l’ultimo atto della fiat che fara da apripista a tutti i lavori ancora disponibili..il
mondo sta diventando un immensa cina dove non esistono piu regole e le minime
tutele,quelle che fanno una vita dignitosa.
conosco dei coreani che lavorano con me (non mi trovo in italia,da 7 anni) e mi
hanno raccontato un po le cose del loro paese..li dovresti vedere quando lavorano!
sembrano delle macchine!..al loro paese sono abituati a lavorare fino a 12 ore al
giorno e se gli viene richiesto di fare dei straordinari e’ implicito il fatto che sono
obbligati a farli e senza retribuzione! se il capo di qui gli dice; devi fare questo e
quello,la loro mentalita ormai collaudata e’ quella di obbedire cecamente agli
ordini superiori,spesso infatti pur avendone diritto,non prendono pause se devono
portare a termine cio che gli sarebbe stato detto di fare e per loro risulta
normale!…e questa non e’ fantascenza ma la pura realta che vivono in casa loro e
che piano piano si sta travasando da tutte le parti!
Ciao a tutti. Purtroppo bisogna dire che siamo un popolo che si lamenta molto ma che non riesce a essere padrone del proprio destino, è vero, diamo la colpa a questo e a quello e certe volte non ci rendiamo conto che il vero, solo ed unico responsabile di tutto questo degrado, è il sistema stesso. Però, questa tecnica di “deviazione dell’attenzione unita al rincoglionimento”, è un’arma di autodifesa del sistema stesso. Un esempio del perchè va tutto male? Semplice, perchè veniamo da un magnifico mese di partite di calcio che come strascico hanno lasciato solo una spogliarellista paraguayana che ha capito di poter sfruttare la propria bellezza per fare soldi, è impossibile non notarla nemmeno volendo, è d’appertutto… Poi ci lamentiamo che le ragazzine si spogliano e si prostituiscono invece di studiare, beh, chi glie lo fa fare di sbattersi sui libri, prendersi una laurea e poi andare a friggere le patatine al McDonald’s?? Pensiamo alle vacanze, ci tiriamo il collo pur di andare in ferie e non dimentichiamoci del calcio mercato, di questi tempi sembra che il pasaggio di un giocatore da una a un’altra squadra possa decidere il destino del mondo… Ma per favore!!!
La verità è che la politica è in ferie e nell’oscurità sta esaurendo le ultime malefatte di stagione o sta architettando le prossime… Questo governo ridicolo è alla frutta?? Ben venga, tanto, questo o un altro non cambierebbe assolutamente NULLA…
Lo schiavismo è uno dei peggiori sintomi di una società sottomessa e in cui gli ideali sono forzati in modo infimo e meschino, prendere Norvegia o Corea come esempi consiste nel valutare due realtà sicuramente differenti ed entrambe assolutamente estreme, comunque non da assumere come modelli.
Io penso semplicemente che sarebbe ora di togliere di mezzo certa gente, falsa e corrotta, che governa ogni cosa e che davanti ci fa credere che vada tutto bene, che meglio di così non si può, ma che dietro fa delle porcate schifose mettendosi in tasca fior di interessi. Bisognerebbe mettere sotto la luce le loro malefatte, toglierli di mezzo con la forza, prendere a calci questi giornalisti e questi media “burattini” che servono solo a tenerci buoni.
Io sono convinto che se i politici, i dirigenti, gli industriali e compagnia bella, fossero onesti, ci sarebbero opportunità per tutti, ogni nazione sarebbe florida, tutto filerebbe liscio… E’ un sogno, tutto qui, però ci stanno davvero tirando all’osso, siamo al limite della sopportazione.