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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Golem:
“Vien da pensare che se gli uomini si innamorano di una donna, le donne più che dell’uomo si innamorano dell’amore”
Non so se sia vero Golem, perché anche io l’ho sempre pensato, ma se fosse vero, ti pare una differenza da poco? (in peggio per le donne ovviamente). Perche’ vorrebbe dire per l’ennesima volta che un uomo ama una donna per quello che é, e una donna ama un uomo per quello che vorrebbe che fosse.
Ma stesse tutta qui la differenza tra un uomo e una donna relativamente all’amore?
Io spero di no perché a quel punto di meraviglioso (come scrivi tu) il mondo delle donne avrebbe ben poco!
Perche’ vorrebbe dire per l’ennesima volta che un uomo ama una donna per quello che é, e una donna ama un uomo per quello che vorrebbe che fosse.
Ed è così , infatti, almeno per la mia esperienza. Ed aggiungo anche “in funzione di come la farebbe sentire” . Per questo non mi manca più l’amore di una donna e sto bene così. Mai stato più sereno in vita mia . Ma non potrei fare a meno dell’altro , cioè della elettricità di una attrazione , delle prime uscite insieme , di quella fase iniziale di scoperta che è la più bella. E poi?
E poi “Tutto il resto è noia” , disse qualcuno e non era così lontano dalla verità . Quando “crescerò” (o meglio se ri-crescerò), vedrò!
ciao Giampaolo,
grazie per il racconto, uno dei più belli che abbia avuto modo di apprendere dalla vita vera di un uomo (di solito i maschi sono abbastanza restii ad aprirsi sui sentimenti). Ti esprimo, a ruota libera e per quello che possono valere, alcuni commenti, rispettando l’ordine con cui hai esposto i vari punti.
“Non credo, e non ho mai creduto, che un sentimento VERO possa finire. Altrimenti vuol dire che non è mai esistito. Credo che qui anche noi si faccia una gran confusione tra passione, sesso, innamoramento e amore. L’Amore è una cosa ben distinta dalle altre tre.” – Vero che si tratta di cose ben distinte fra loro, anche se quasi sempre compaiono mescolate in modo tale da faticare a rilevare l’entità di ognuna delle componenti, non solo variabili in ogni relazione ma pure nel tempo, nell’ambito della stessa. In un sentimento autentico e duraturo non viene comunque mai meno nessuna delle tre (a cui aggiungerei l’intesa mentale). Quanto alla veridicità da legarsi alla durata, ammetto di aver pensato come te per tanti anni, provando una delusione lancinante, che non accennava a diminuire. Finchè si soffre non si razionalizza. Poi lo si fa non soltanto osservando il proprio caso ma estendendo l’esame a molti altri, partendo dal concetto romantico di fine Ottocento, che oggi non ha più una vera valenza (all’epoca si moriva in media intorno ai 50-55 anni e si poteva quindi ragionare tranquillamente sul “per sempre” in amore). Ora, rispetto ad allora, si hanno almeno un paio di vite amorose, se non tre, e quindi il panorama d’insieme già cambia parecchio. Inoltre, rispetto a un secolo fa, si evolve più rapidamente, e quindi si progredisce (o regredisce) molto più di quanto non avvenisse allora. Tutti elementi che hanno il loro peso, se li si vuole considerare nella formazione di un concetto mentale.
“Credo che al giorno d’oggi, ognuno di noi, conosca poco o nulla di se stesso.” – Raramente se ne sente la necessità, presi come si è in mille altre imprese, alcune delle quali più che superflue. Ci si ferma a riflettere soltanto quando si prendono batoste tali da farci traballare, e nemmeno sempre, neppure in questi casi. Si fa prima a dare la colpa di quanto è successo ad altri!
“L’attrazione è fatta di particolari, di desiderio, non di sesso di per sé, ma desiderio dell’altra persona.” – Concordo al 100%. […]
[…] “me ne innamorai pian piano. E pian piano provai verso di lei un’attrazione sempre maggiore. Ma ancora oggi so elencare i motivi per cui lei mi attraeva e che hanno continuato ad attrarmi per venti anni.” – Una modalità stupenda di pervenire all’amore, forse persino più sicura del “colpo di fulmine”, in quanto più ponderata, come un ripulire dal suo involucro una pietra preziosa, che via via che la si vede nella sua purezza acquista sempre più maggior splendore.
“Non che non avesse difetti. Ma chi non ne ha. E mi piacevano anche quelli. Ancora oggi a distanza di anni. Sapevo quel che volevo Rossana, sapevo quel che mi piaceva.” – Una delle più sicure cartine tornasole sull’amore è proprio non soltanto l’accettazione ma la comprensione affettuosa dei difetti del partner. Il tuo modo empirico di sapere cosa ti “piaceva” di lei derivava probabilmente dal numero delle frequentazioni che il tuo carattere e la tua avvenenza ti avevano permesso di avere, dalle quali avevi ricavato una conoscenza indiretta (magari inconscia) dei tuoi gusti in tema di donne. In questo aspetto, a mio avviso, si riscontra una differenza non da poco tra uomo e donna, credo per via dell’educazione e dell’influenza sociale che ancora pesa in modo diverso sui due sessi. Di solito un uomo ha maggior sicurezza in se stesso come persona e sa, meglio di una donna, cosa gli piace o non gli piace in una persona, spesso indifferente alla possibilità di essere accettato o meno da questa. Una donna, invece, ancora si pone in linea generale nel desiderio di essere “accolta” positivamente da più persone possibile, e quindi non affina i suoi gusti in merito all’altro sesso. E questo la penalizza, non poco, nelle sue scelte amorose.
“Perché era diventata parte di me. Quel senso di appartenenza di cui parlavo qualche post fa.” – Questa è, fra tutte, la sorprendente dichiarazione che maggiormente ho apprezzato, fin da quando l’hai espressa per la prima volta. Non l’ho mai provata con l’intensità con cui ne parli. Mi suscita persino una punta d’invidia, in senso buono. La donna che ti ha voltato le spalle quasi certamente non si è resa conto di cosa ha perso. […]
[…] “Non cambiare mai le dicevo.” – “Per me lei era lei, non una relazione d’amore. Ero in equilibrio con lei in equilibrio sulla vita. Così come vedevo in equilibrio anche lei.” – Nessuno, credo, vorrebbe cambiare; eppure, purtroppo, si cambia, in meglio o in peggio, a seconda della propria inclinazione. Più spesso a seguito di influenze esterne, meno per proprie evoluzioni interiori, a meno di non essere adolescenti o molto giovani. Puoi incolpare una persona se cambia? Puoi colpevolizzarla se s’innamora di altri? Non sono cambiamenti che dipendono dalla volontà. Nella maggior parte dei casi si può, volendo, tenerli sotto controllo ma sarebbe falso volerli negare del tutto. Non conosco la differenza d’età tra te e la tua ex compagna (che spesso è di fondamentale importanza in una storia d’amore), così come non so su cosa potesse basarsi il SUO equilibrio, per cui non posso fare altre considerazioni su questi passaggi.
“Poi di punto in bianco il cambio di rotta. Dalla mattina alla sera, senza nessun segnale. Qualche problema irrisolto ? Si senz’altro. Ma che poteva tranquillamente essere risolto. A volte non si è pronti ad un cambiamento radicale. Ma questo non significa non amare. Significa solo non essere pronti. E aver paura.” – Non conoscendo la donna, né le motivazioni del suo cambiamento, non posso esprimermi in merito che in termini più che generici. 1) Uno dei più gravi errori delle donne è quello di non evidenziare in modo chiaro e netto ai propri partner quello che per loro avrebbe bisogno di trovare aggiustamenti. Innanzitutto credo che questo avvenga perché hanno quasi sempre pretese eccessive, per cui diventa difficile metterle sul tappeto in sequenza, una ad una. Inoltre, per loro ottenere qualcosa dal partner a seguito di negoziazione è vissuto in negativo. Pretenderebbero la magia di avere tutto quello che desiderano dall’uomo senza chiedere, quasi come se, chiedendolo e ottenendolo, questo perdesse totalmente di valore. 2) Di conseguenza troppo spesso si adeguano a quanto ricevono, nei piccoli come nei grandi aspetti della relazione, senza dare a vedere che questo costa loro fatica. Probabilmente un tale atteggiamento deriva anche dall’inclinazione naturale della donna a “essere amata” più che non ad “amare”. […]
[…] Quando, però, il vaso trabocca, niente vale più. Una donna è spesso migliore di un uomo ma può diventare di gran lunga peggiore di lui, se così decide d’agire. Personalmente rifiuto la dicotomia “santa o puttana” ma accetto di buon grado quella di “fata o strega”. In una donna dedizione e crudeltà sono due facce della stessa medaglia. 3) E’ l’intrinsica difficoltà di dialogo su aspetti più o meno profondi a minare più di quanto non s’immagini una relazione, iniziata e basata sui migliori presupposti. In aggiunta a questo atavico problema, la facilità che si ha oggi di “buttare il bambino con l’acqua sporca” non aiuta a impegnarsi quanto sarebbe auspicabile nel tentare di capirsi a vicenda, per trovare le necessarie soluzioni a una semplice, normalissima crisi. Il luccicare esterno di nuove emozioni è, soprattutto per la donna, un’attrattiva che, per quanto immatura, purtroppo l’abbaglia, come se fosse facile trovare all’angolo della strada quello che non riesce più a vedere in casa. 4) Alla fine ma non ultima osservazione in termini d’importanza, non bisogna dimenticare che, per consuetudine, è la donna a lanciare il primo segnale d’invito all’amore ma che in definitiva è l’uomo a scegliere.
“il dolore non é tanto per le coltellate. Ma nel vedere chi é che tiene il coltello in mano. La persona alla quale hai creduto più di tutti nella vita.” – Difficile esaminare questo tipo di cambiamento; eppure in tutti noi ci sono parti oscure, di cui mai ci saremmo ritenuti portatori, che, in modo incontrollabile, emergono unicamente in particolari circostanze. Mi rendo conto che quanto sto per esporre come esempio vissuto si avvicina a quanto hai provato, e forse ancora provi, per alcuni versi soltanto. Il mio ex marito (umanamente parlando con più difetti che pregi) era la persona più delicata e più romantica che mai avessi incontrato. Avevamo stabilito precisi accordi di assoluta reciproca sincerità, da lui non rispettati. Nel momento in cui l’ho fatto io, si è trasformato in un mostro: insulti, minacce, calci e pugni… da parte di chi mi aveva sempre offerto violette. Si è trattato, a mio avviso, di una disperata difesa di sé e della sua autostima. Nel caso della tua donna, a questi intenti inconsci (molto più forti in una donna che in un uomo, essendo la donna mediamente un soggetto più insicuro), si aggiunge forse anche un’esasperata difesa di quella che considera la propria assoluta libertà, indipendentemente dal precedente legame con te. […]
[…] Credo che, per riavere quanto le appare oggi di fondamentale interesse, sarebbe disposta anche a negare di essere nata. Debolezze umane, tutte quante (al maschile come al femminile), che si possono comprendere solo avendo amato le persone in questione. Avendole amate, però, bisognerebbe porre l’accento sulla nostra precedente incapacità di conoscerle a fondo, o di intuirne gli aspetti nascosti, prima che questi si rivelassero. Il rinfacciare o meno, invece, è secondo me un’attitudine del carattere, una trasposizione di responsabilità, se non un darsi la zappa sui piedi. E’ un po’ come quando si suppone che una donna sia irretita dalle false attitudini di un uomo nei suoi confronti: può succedere, se la donna è emotivamente fragile, giovane e del tutto inesperta; molto meno se è emotivamente sana, adulta, matura, e sa quello che fa, disposta a pagarne il prezzo. Se la tua donna è stata adulta e matura abbastanza nello stare con te, il suo rinfacciare è pura cattiveria, volta a ferire, come quando si litiga. Altrimenti, dovrebbe ammettere di essere stata stupida e priva di alternative nel costringersi a vivere per tanto tempo una relazione che non le dava sufficienti gratificazioni. La concretezza dei vent’anni che avete condiviso, composta da tanti eventi, non basta a smentire le sue attuali parole? Si può fingere nel fare l’amore? E’ più equilibrato ammettere che la sua indole non sia quella che avevi creduto oppure darle fiducia ora e pensare che sia stata sempre falsa? C’erano opportunità di tipo economico ad avallare quest’ultima tesi?
“qui non muore nessuno. Neanche l’amore perché non può essere esistito se questi sono i fatti. Almeno non il suo. Perché il mio c’era e non é mai morto nonostante tutto il male che mi ha fatto.” – Sul tuo amore puoi testimoniare solo tu, come ampiamente hai fatto; sul suo potrebbe farlo solo lei, se le fosse possibile essere buona e onesta. Si dice che, se si crede in Dio, si dovrebbe supporre che tutti gli esseri umani siano buoni. Di fatto, non sembra proprio così. Una cosa è la rabbia del momento; altra la cattiveria, il ferire e distruggere per partito preso (sempre che non ci siano questioni economiche di mezzo, che inquinano i rapporti più di qualsiasi altra ragione). Vero che fisicamente non muore nessuno e che una separazione può essere peggio di un lutto, perché la morte non dipende da noi mentre c’è comunque sempre una nostra parte di colpa, piccola o grande che sia, nella fine di un rapporto. […]
ho letto con vivo interesse gli ultimi commenti. riprendendo quello che ha scritto rossana, io non credo proprio che la donna sia – rispetto all’ uomo – un soggetto più insicuro, o meno selettivo. non conosco molto bene le donne di ieri, ma vedendo le donne di oggi io penso che abbiano ben chiaro ciò che desiderano in un uomo e in una relazione. e non credo affatto che si preoccupino di piacere a tutti, ma certamente ci preoccupiamo di piacere al soggetto maschile che cattura la nostra attenzione. anche sul fatto che le donne abbiano difficoltà a “negoziare”, a chiedere esplicitamente ciò che vogliamo, questo è tutto un dire… certo, ci farebbe piacere se l’ uomo che abbiamo accanto riuscisse a capire “magicamente” ciò che ci aspettiamo, ma sappiamo bene che poi nella realtà dei fatti non è così, e se a volte rinunciamo a “chiedere”, è solo perchè sappiamo che l’ altro potrebbe sentirsi infastidito dalle nostre richieste. gli uomini sono creature strane. diversamente a quello che si pensa, sono molto meno logici e lineari di noi donne. vogliono avere l’ impressione di essere loro a condurre il gioco ( in realtà non lo conduce nessuno, ma solo i nostri istinti passionali e le circostanze della vita ). quindi anche la più piccola richiesta, l’ uomo la vive di solito come una “forzatura” rispetto al suo essere. noi donne questo lo comprendiamo, per questo rinunciamo a chiedere. cosa che invece l’ uomo non si preoccupa di fare: lui chiede, senza problemi, perchè la cultura imperante lo ha abituato a “pretendere”.
infine, non penso che se un amore finisce non si è mai amato. si è amato, eccome. solamente che ci sono amori ( VERI ) che a un certo punto finiscono. in quel caso è normale che la persona che smette di provare amore cambi atteggiamenti e comportamenti. è una conseguenza naturale del non provare più sentimenti. e il sentimento può finire tanto da parte dell’ uomo che da parte della donna. anzi da parte dell’ uomo questo avviene molto più spesso ( che non sia l’ uomo ad essere più facilmente attratto dalle finte promesse degli “sbriluccichii” nella strada all’ angolo ?…). diciamo che allora, se è vero che la donna può essere fata o strega al tempo stesso, va anche però detto che pure l’ uomo può essere “principe” buono e pirata contemporaneamente, e, A SECONDA DEL TIPO DI SENTIMENTO che proverà per noi, si trasformerà in principe o IN PIRATA che tutto distrugge al suo passaggio…
Buongiorno a tutti, mentre leggo gli ultimi post.
E’ interessante notare che, seppure tracciate attraverso esperienze personali, le storie che qui vengono raccontate mostrano chiaramente come quel detto che dice che le donne arrivano da Venere e gli uomini da Marte, sia vero. Si nota chiaramente la linea di demarcazione maschile e femminile riguardo l’atteggiamento amoroso, dove la valutazione che si fa in merito al “valore” sentimentale del partner esula completamente da una considerazione oggettiva dello stesso. Il caso di Giampaolo, è eloquente, come lo è quello di MG, di Rossana, di Valinda e di Kid.
Giampaolo dimostra una sensibilità piuttosto rara, e dando per buona la sua versione, ancorchè priva delle dichiarazioni dell’ex compagna, non ci si spiega cosa mai possa aver spinto una donna a rinunciare ad un uomo del genere. Ma certamente lei lo sa, e sarebbe stato interessante scoprirlo. Ma si possono fare delle ipotesi? Sì, se si tiene conto del bisogno tutto femminile di “innamorarsi dell’amore” di cui ho accennato, che viene confermato al maschile dalle dichiarazioni di Giampaolo che si godeva l’acquisita tranquillità, tanto desiderata dagli uomini in una relazione da tempo collaudata, prima che un fulmine a ciel sereno scatenasse la tempesta che ha fatto naufragare il suo matrimonio.
Su questo forum abbiamo uomini che, alla luce della loro “logica”, in un modo o nell’altro, non si spiegano scelte e comportamenti amorosi delle loro compagne.
Poi abbiamo donne, di estrazione, età e caratteri diversi, le quali, tutte, senza esclusione, hanno vissuto la famosa fase dell’amore non corrisposto, una condizione questa che dovrebbe configurarsi come una “mancanza” di attenzioni nei loro confronti, che non solo non le ha viste reagire come molti di noi mariti e compagni hanno potuto osservare per carenze ben più veniali, ma anzi, ricordare come importanti e costruttive, o “utili” se vogliamo, quelle esperienze.
E’ abbastanza evidente che non è l’azione che fa l’effetto, ma è chi la produce a fare la differenza.
Mentre un uomo come Giampaolo, con la sensibilità che ha dimostrato è stato buggerato malamente da un giorno con l’altro da chi riteneva esssere “sicura”, Kid ha a sua volta ha scoperto che una donna ti vuole per come vorrebbe che fossi, e sei ” un uomo” in funzione di come la fa sentire, e io scopro dolci ricordi di mia moglie per uno che l’ha usata per anni, non mi suona plausibile la frase nella quale leggo che una donna vuole essere amata più…
[…] E’ un pezzo della nostra vita, delle illusioni in cui abbiamo creduto e investito, che se ne vanno con il partner che lasciamo o che ci ha lasciati. Non bisogna però dimenticare che in coppia c’è sempre chi ama di più; l’altro può soltanto corrispondere in misura più o meno equivalente all’amore che riceve. Finchè si ama, si resta e si lotta, comunque vadano le cose. Chi è meno coinvolto nel sentimento, oppure non ama più, può essere più facilmente indotto a cambiare obiettivo, soprattutto oggi, se sente fortemente il bisogno di una persona/vita diversa o se intravvede possibilità più adeguate a soddisfare le sue esigenze, nuove o vecchie che siano. Dando per scontata la buona fede, nel presente come nel passato, per me non significa però, necessariamente, che chi lascia NON abbia amato. Dovrebbe essere un vero mostro di falsità e di ambiguità per aver sempre mentito, per decenni, a se stesso e a tutti, tanto che, in tal caso, si dovrebbe ammettere di aver sbagliato di brutto la scelta, che non sarebbe nemmeno da rimpiangere più di tanto. Sono sempre le persone a fare la differenza, sia nell’amare che nel non amare più.
Ti ho scritto quello che sentivo di getto per offrire spunti di riflessione e di eventuale approfondimento sia a te che ad altri che possano trovarsi in situazioni affini, oggi molto più frequenti di un tempo. Non ho alcun intento di fare opera di convincimento. I miei sono punti di vista personali, che ho provato ad applicare alla relazione illustrata, pur conoscendo soltanto quanto hai scritto, che è tantissimo e poco nello stesso tempo. In conclusione, è proprio vero che tutto quanto appare più semplice e più istintivo, non è per niente detto che non sia invece, alla fine dei conti, più che mai arduo e complicato. Sei un uomo che ha molto da dare, come avevo percepito fin dai tuoi primi post. Ti auguro pertanto, di tutto cuore, di elaborare più che puoi questo lungo e intenso vissuto, per trarne il meglio, pur non tralasciando il peggio, nel giusto equilibrio, come in ogni altra esperienza di vita.
un abbraccio.