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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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… Per me il nocciolo dell’odierno ingigantirsi del problema relazionale uomo-donna sta nella durata dell’amore-passione. Statisticamente è di tre anni la luna di miele, e pare che la crisi del settimo anno sopraggiunga perché, trascorso tale lasso di tempo, in natura si poteva ritenere un bimbo sufficientemente autonomo da svincolare il padre dall’istinto di proteggere madre e figlio. Nella maggior parte dei casi l’amore passionale si consuma abbastanza rapidamente, senza colpa da parte di nessuno dei partner. La ricerca sociale di dare stabilità alle famiglie, per poterle meglio governare, sembra travolta dalla pretesa, soprattutto femminile, di vivere in sequenza un’intera vita di passioni (cosa potenzialmente possibile). Il matrimonio, che è un contratto a carattere economico, non sempre si basa su sentimenti veri e duraturi. Già meglio la convivenza. In entrambi i casi la passione iniziale diventa con il tempo affetto, amicizia, reciproco sostegno e reciproca comprensione, perdendo naturalmente il mordente di uno stato nascente. Alberoni ha paragonato l’innamoramento alla rivoluzione. La quotidianità e la conquista acquisita sono umanamente ben altro!
Da quanto sopra, si potrebbe dedurre che si dovrebbe aver ben chiaro in partenza se si desidera vivere un sentimento passionale o un sereno tran-tran quotidiano. Mi sa che tutte e due le cose non si possano avere, o meglio in ogni coppia sarà sempre preponderante l’una o l’altra componente. Se aspiro a una persona tranquilla, che tende alla vita di famiglia, sarà difficile che la possa trovare in discoteca. Non che si possa escludere a priori ma nemmeno che quell’ambiente presenti il massimo delle possibilità di trovare quello che cerco. Vero anche che cercare è il più delle volte inutile: si è più spesso sorpresi da affinità improvvise, più o meno spiccate, percepite a pelle, di solito rispondenti comunque al proprio temperamento. Ma, anche in questo caso, non è detto che debba essere sempre così e che non si possa raggiungere il proprio “obiettivo di coppia” attraverso altre strade, com’è logico, anche, che si possa sperare iniziando una storia di sesso iniziata su sito virtuale. Se sapessimo chi siamo fino in fondo, non saremmo tanto spesso sorpresi da evoluzioni che mai avremmo nemmeno voluto prendere in considerazione. Avere, però, le idee chiare su quello che sarebbe preferibile per noi non manca d’avere la sua importanza. …
Ciao Giampaolo, ti ringrazio per la comunicazione chiarificatrice, perchè in effetti seppure in buona fede, come hai spiegato, la sequenza delle mie dichiarazione e delle repliche poteva far pensare ad una certa ironia. Comunque è chiarito e proseguiamo pure il dibattito.
No certo non mi riferivo nè a te nè a chiunque altro su questo forum quando parlavo di certi eventuali risvolti della misoginia. Però francamente non riesco a capire cosa significhi “difetti” quando si parla di caratteristiche, femminili in questo caso.
Mi ritorna in mente quel “difetto” che ho intravisto nel passato di mia moglie, quando si è buttata via per sei anni dietro un idiota che oggi, se è vivo, di lei non ricorderebbe neppure il nome.
Era un difetto? Lo era nella misura in cui, in un momento di crisi relazionale, è emerso quello che ho ritenuto essere un comportamento di attenzione superiore a quello riservato a me. Dava tutto in cambio di niente a uno che di lei se ne fregava, mentre io ritenevo di dare tutto non avendo lo stesso ritorno in termini di “dedizione”.
Ecco che più che il rapporto con lei, ero offeso dal “confronto” con l’altro. E da maschio mediterraneo ritenevo che il massimo del valore lo si abbia quando una donna è ai tuoi piedi solo per il fatto che esisti.
Ma che errori facevo? Il primo è il contesto, dove in quel caso lei era alle prime (anzi la prima) esperienza quindi per lei gli uomini si comportavano così essendo l’unico che “conosceva”. Il secondo è che non la consideravo come una persona ma come un riferimento (della cultura latino mediterranea), attraverso il cui comportamento valutavo il mio prestigio e mascolinità. Quindi non la trattavo come donna ma come uno “strumento” funzionale alla soddisfazione di un mio…narcisismo.
Una volta superata quella fase “dell’orgoglio maschile d’accatto”, grazie anche al concreto aiuto di Rossana, si sono aperte le porte della verità, tramite la quale ho potuto collocare le situazioni nella giusta luce, constatando tra l’altro la differenza qualitativa a mio favore, se vuoi, tra i due episodi. Ma soprattutto riconoscendo il fatto che lei ERA UNA PERSONA, suscettibile di sbagliare e di imparare da questi errori, e non la femmina stupida e impulsiva che si lascia abbindolare dallo stronzo. In quel caso lo stronzo erano tutti gli uomini che conosceva, e lei ne era innamorata. E’ un difetto? No, semmai lo è insistere a voler trasformare uno stronzo in un babà aggiugendovi rum. Ma lo ha capito, stando con a me. Ciao
Maria Grazia… A chi lo dici… Sono sfinita, a forza di… Irrigare. E non mi è rimasto più niente. Ma no, non sono disposta ad attribuire pure a me stessa la colpa della malafede di un altro, che sì, si presenta uguale a me, ma poi no, era un altro, si era scherzato, anzi no, guarda, eri tu che ti eri sbagliata. Eh già, dovevo capirlo io: sempre colpa mia, di tutto. No, mi spiace. Questa storiella, per quanto mi riguarda, è finita da un pezzo. Con ‘sti qui che ti devono attribuire ogni reponsabilità: comprese ovviamente le loro.
Facciano pure, all’infinito, me ne infischio di ciò oggi. Ci ritroveremo ognuno sul proprio cuscino, la notte: e vedremo la coscienza che ci dirà. Io rispondo di ciò che io voglio, di ciò che io sono e di ciò che ho affermato all’inizio di una relazione, che è rimasto, guarda un po’, lo stesso: dal principio alla fine. Non rispondo dell’altro, e non sto ad analizzare all’infinito di perché uno dica una cosa e invece ne pensi un’altra, ma lo devi SCOPRIRE DOPO, tuo malgrado. No, non ci sto. Sono AFFARI suoi. Loro, guarda. Non miei. Sono stanca di queste infinite attribuzioni di colpa ad altri di cose proprie. E facci caso: quando stanno male loro allora ci vuole la dedizione… Che tu doni a piene mani. E quando hai un qualche problema tu: allora, cara mia, fai da te, eh? Che io tornerò poi, ad “amarti”. E’ così bello “amarti”, quando sei forte e disponibile ad aiutarmi sempre…
Golem. Hai fatto, in parte, il ritratto del mio… Ex. Che naturalmente ha fatto la vittima… A che livelli di meschinità può arrivare chi era in malafede…
Allora lo scopri, allora lo sai. E mentre tu soffri come un cane, lui soffre come un cane per la sua IMMAGINE pubblica, sociale. E bravo: socialmente ti sei “salvato”? Bravo, bravo. E ora? Povero te.
Io ho lasciato che GLI ALTRI pensassero pure ciò che volevano di me. Riservatezza. A differenza sua. Che schifo. Le questioni private sono private: lo sappiamo tu e io che cosa abbiamo vissuto in casa NOSTRA, nella NOSTRA vita. E siccome non vuoi risolvere i nostri problemi, allora te ne vai in giro a insinuare che io sarei impazzita, eh già.
Sai che cosa me ne frega di che cosa pensa questo o quella? Il quale o la quale, fa sìsì con la testa ascoltandoti… E di cui, di te, gli importa, in realtà, un beato nulla? Ti dà ragione, sei una vittima, e ciao. Contento?
Io ho perso tutto, sai che cosa me ne frega di che cosa pensa “la gente”.
“La gente” siamo noi. E che bella gente che siamo.
Golem, scusa, ancora: credo che sia dimostrato anche dalla scienza in certo modo, e dalla psicologia, che l’empatia sia maggiore (leggi: superiore nella singola donna nonché maggiormente diffusa in genere, nello stesso genere femminile rispetto al maschile) nella donna, sin dalla nascita, per la ragione che ella deve occuparsi della prole appena nata… Perciò il lattante che piange ha bisogno di ESSERE COMPRESO al volo di perché pianga, eccetera.
Tuttavia la stessa psicologia, ovviamente, non esclude che l’uomo possa (e i risultati, al di là del mio personale “pessimismo” o esperienza, si vedono, e ci sono comunque: dove l’uomo voglia appunto imparare certe competenze, diciamo così) sviluppare, con buoni se non addirittura ottimi, risultati, e anzi lo incoraggia in certa direzione: sapendo benissimo quali siano i TIPICI problemi di coppia e della resistenza (durata) della stessa.
Tu sei un esempio di ciò. Ma non solo: ho conosciuto, fortunatamente, coppie felici e che durano.
Be’, guarda caso, i mariti (o compagni) sono molto affettuosi, incoraggiano le compagne nella loro realizzazione (personale e professionale) e sono padri dolcissimi, in cui francamente non vedi pressoché differenza nell’amore genitoriale tra l’uno e l’altro.
Che è come DOVREBBE essere, infatti.
Non dovrebbe essere una cosa ECCEZIONALE, ma la vita NORMALE.
E invece, Golem: tu divieni eccezionale.
@kid
essere forti, a mio avviso, significa anche avere il coraggio di cominciare dei rapporti con persone “non convenzionali”,e che nonostante questo ci “attirano”. questa è la ragione per la quale ho accettato la conoscenza e le avance del camionista. io non sono una che prima di rapportarsi a un uomo stila una lista di requisiti. vado a istinto: se la persona mi intriga, mi incuriosice, mi piace, approfondisco il discorso. diversamente, la faccenda finisce lì. Tra me e questo tizio si stava creando una particolare alchimia che poi lui, di punto in bianco, SENZA NESSUNA VALIDA RAGIONE APPARENTE, ha deciso di interrompere. Non credo di dovermi fare delle colpe perchè ho reagito male dinnanzi a questo comportamento, arrabbiandomi e dimostrando a lui di esserne stata offesa. Proprio perchè sono una donna che ha la sua dignità, gli ho fatto presente che la sua improvvisa sparizione non è stata un bel gesto, e che se si era accorto che non gli piacevo veramente, non avrebbe dovuto fare sesso con me. perchè di tempo per conoscermi e per capire se gli interessavo io gliene ho dato! non è che mi sono catapultata subito a fare sesso con lui! se tratti male una persona è normale aspettarsi delle reazioni, non è questione di essere deboli o forti, o di essere donne senza autostima!
il camionista saprebbe scegliere per se stesso ? NE DUBITO FORTEMENTE. una persona così intrisa di immaturità e di chiusura mentale NON CREDO CHE SAPPIA VERAMENTE SCEGLIERE. Se sapesse scegliere non manderebbe all’ aria ogni rapporto SANO e concreto che gli capita per continuare a percorrere una girandola infinita di storielle senza futuro, che non lo porteranno da nessuna parte; per poi ritrovarsi un giorno vecchio, solo, malato avvizzito e disperato ! Ma che razza di vita vuoi che gli spetti, a uno che si comporta così ? che sputa in faccia a chiunque prova a volergli bene solo per la vigliaccheria di non vivere LEGAMI VERI !
Lui è solamente vittima dell’ ambiente che lo circonda e delle amicizie sbagliate che lo condizionano. E per non venir meno alla reputazione di “irriducibile chiavatore che le stende tutte ma che non si lascia infinocchiare da nessuna” che si è costruito presso i compagni di bevute e di puttan tour, rifugge dai rapporti AUTENTICI. vive secondo una maschera, come molte altre persone. per cui non lo invidio, nè tantomeno lo rimpiango. Io non cerco un uomo con il pisello, MA UN UOMO CON I co.......
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=794132837272573&set=a.55971
@giampaolo
l’ unica cosa su cui posso basarmi leggedo il forum, è appunto quello che scrivete, non potendo incontrarvi dal vivo. è quindi naturale che nel fare una valutazione su te o su altri interlocutori, come ad es. Kid, io faccio riferimento ai vostri post. non ho altri elementi a disposizione. ma già quello che una persona scrive, secondo me DICE TANTISSIMO circa il suo modo di essere, forse dice molto di più che non trovandosela davanti, con tutte le falsature che potrebbero esserci con il filtro della VISIONE… non so se mi segui. per quanto riguarda Kid, ho cambiato idea su di lui perchè nel nostro scambio privato non mi ha dato degli imput particolari. ma comunque era sempre questione di basarsi su “uno scritto”. anche lì non cambiava molto. non dubito giampaolo che tu possa avere i tuoi riscontri presso l’ altro sesso. ma a me di questo, sinceramente, importa poco. io nel rapportarmi a qualcuno mi baso sul MIO modo di percepire quella persona, non su quello degli altri ! e sia chiaro che se lascio perdere, non è perchè ritengo quella persona non adatta in generale, ma la ritengo NON ADATTA A ME. è diverso.
Giungere al sesso attraverso il sentimento è diverso dal giungere al sentimento attraverso il sesso? Parrebbe di sì, all’attuale stato del comune buon senso, che potrebbe racchiudere preconcetti, il mio incluso.
Riflettendo sulle mie scelte di vita, forte e istintiva soprattutto la seconda, mi sono resa conto che forse non sarei mai stata adatta a essere una moglie nel senso tradizionale della parola. Per un certo tempo ho pensato a questa constatazione come a un ripiego, sul tipo “la volpe e l’uva”. Ritengo ora, invece, di aver sofferto più per condizionamenti sociali di vario genere che per il modo soggettivo in cui avrei potuto vivere più serenamente l’amore, errori inclusi. Resta comunque un fatto che, quando ci si lascia andare a una relazione, è praticamente impossibile considerarne tutte le potenziali varianti che si possono delineare cammin facendo. A volte si possono ricondurre gli istinti di riproduzione alla ragione (pare esistano almeno 50 possibilità di felice realizzazione amorosa per ognuno degli esseri umani sul pianeta); in altre forse sono più spesso gli istinti a prevalere, soprattutto quando questi si presentino in una forma di impulso alla sopravvivenza emotiva. Una soggettiva situazione non esclude a priori tutte le altre.
L’uomo ambisce alla stabilità, sia perché sessualmente ne risulta favorito, che forse per la sua maggior semplicità affettiva. Spesso, invece, le vedove si sentono liberate dal giogo della vita di famiglia, che ancora presenta per loro maggiori sacrifici e maggiori rinunce rispetto al maschio. Basti considerare quanto gli uomini spesso pretendano di mantenere immutate le loro uscite fra amici e i loro “giochi” di adulti anche dopo essersi assunti l’onere della paternità, rispetto all’impegno pratico, continuativo e condizionante, che per una donna comporta la crescita anche di un solo figlio, unitamente al più che legittimo desiderio di una personale realizzazione lavorativa. Senza contare i servizi che resta comunque indirettamente costretta a prestare in casa in modo sbilanciato a suo sfavore. L’ultima tazza di brodo per un uomo è preparata dalla sua donna mentre raramente avviene il contrario…
Secondo me, in passato l’uomo non aveva bisogno di evidenziare il potere, che deteneva di fondo qualsiasi individuo maschio per il solo fatto d’indossare pantaloni con la patta, mentre invece oggi la donna tende a sbandierarlo ai quattro venti, in modo prevaricante e arrogante. In linea di massima un certo tipo di potere è sempre stato e sempre sarà in mano sua, o meglio nella sua vagina (si dice che Cesare abbia impiegato 17 anni per conquistare un impero, mentre Cleopatra 17 giorni per averlo ai suoi piedi). Soltanto che prima non sempre la donna lo sapeva per certo e, comunque, non le era permesso di esternarlo, mentre ora ne è più consapevole e tende a gestirlo in eccesso. Non c’è dubbio che per il maschio era più facile la vita di relazione di prima, per molti versi. In ogni aspetto dovrebbe essere conservato un certo grado di misura, se non altro per una forma di gentilezza.
Vivere sulla base delle proprie scelte è faticoso, sia che lo si faccia come moglie che come amante oppure, da quanto leggo, come compagna di sesso. In ogni situazione ci sono i pro e i contro, e tutto resta abbastanza semplice, se si è coerenti, fino a quando non entrano in scena figli, ora pure facilmente evitabili se indesiderati. Deserto può essere vivere soli piuttosto che accompagnati alla meno peggio (cosa che è successa e tuttora succede anche a me) e deserto, anche più arido, è vivere in due un’esistenza di reciproca costrizione. Conoscere se stessi il più possibile ed evitare d’incamminarsi in strade inadatte resta il solo, esiguo baluardo per soffrire il meno possibile. La vita, checchè ci abbiano fatto credere, non è una valle di lacrime ma nemmeno una passeggiata.
In un forum finisce con il prevalere chi è più colto, chi sa meglio argomentare le proprie opinioni, o anche chi ha più pazienza o è più tenace. Credo che, in alcuni casi, siano di più gli utenti che leggono senza osare esprimersi che quelli che si “perdono”, come capita di fare a me quando un argomento mi interessa. Assurdo pretendere di avere ragione ma più che logico difendere le proprie opinioni, soprattutto se queste si basano sul proprio modo di essere e sulla propria reale, consapevole esperienza. Per stemperare un po’ la discussione, che diventa di fatto dispersiva, riconosco di avere un’intelligenza e una razionalità forse più di tipo maschile che femminile, inclini alla coerenza e alla responsabilità. Sono pure molto prolissa e incapace di ragionare e di esprimermi altrimenti…
Mg.
Peccato che tu interpreti gli scritti altrui liberamente , molto liberamente! Spesso , e ne son sicuro , alla luce della tua storia , accomunandoci tutti. Perché prendi degli abbagli assurdi!
Chi sceglierà lui , il camionista , non è affar tuo . Tu dovresti metterti nell’ottica di saper scegliere per te , visto che non sei una ragazzina :”vado a istinto: se la persona mi intriga, mi incuriosice, mi piace, approfondisco il discorso. diversamente, la faccenda finisce lì”
Ed è qui che sbagli , non puoi dare nulla per scontato in base solo alle tue deduzioni. Sarebbe come se noi uomini ci lasciassimo affascinare solo dalla bellezza di una donna ed , invece , a quanto pare abbiamo ribadito tutti lo stesso concetto e cioè che essa non è tutto . Potrebbe bastare , anzi è condizione “sine qua non ” in un rapporto occasionale , ma non lo è per niente sufficiente in una relazione .
Poi , se tu non vuoi confrontarti per prima con te stessa(il mio è solo un consiglio visto che t’ho letto abbastanza e mi sembra che ti manchi proprio questo) , e pensi di essere quella che ha capito tutto , quando già hai una certa difficoltà a capire il senso di quello che scrivono gli altri, segno che ti resta difficile ascoltare e comprendere , fai come credi . La mia non vuol essere una critica fine a sé stessa , ma ti offro uno spunto di riflessione spassionato , malgrado quante me ne hai dette!E’ un percorso che ho fatto anche io , cosa credi? Dare tutte le colpe agli altri è troppo spesso un alibi: Ti ripeto che hai fatto tu degli errori di valutazione se volevi, in finale, altro!
I presupposti, per questo “altro”, erano sbagliati (come quelli di “la verità fa male” che sembra aver vissuto una relazione non proprio paritaria) , altrimenti non saresti arrivata a questo punto ! Ma se non ti metti nell’ottica neppure di provarci a comprenderlo non ne uscirai mai fuori, ti arroccherai ancor di più nelle tue posizioni che lasciano il tempo che trovano.
Rossana, scusami, ma avevo perso il tuo intervento. Fai il mio nome (nick) e quindi ti domando che cosa volevi dirmi, se qualcosa volevi dire proprio a me, perché non credo di avere capito bene. Mi tocca particolarmente la cosa dei “traslochi”, però: perché ne ho fatti eccome, per amore. Qualcuno per me, invece, mai. Sarà un caso (più d’uno) sicuramente, che ti devo dire? La mia esperienza è che a chiacchiere sono tutti bravissimi e innamoratissimi. Poi le fatiche e i traslochi me li faccio io, però. E viene il giorno che una, anche se ha il fisico e i nervi saldi, che una non ce la fa più. La dolcezza? Ah già, la dolcezza. Quella di un “uomo” che siccome tu non ce la fai più, hai seri problemi in quel momento, e stai distesa con la faccia a terra con una mano alzata, pronta a ricevere una mano da chi in assoluto dovrebbe amarti di più, vedi (con trauma ovviamente) che quello vorrebbe proprio in quel punto schiacciarti con la scarpa la testa. Ci prova, almeno. Dolcissimo. Fortunatamente per me, se ti vedo far questo, nonostante l’incredulità e il trauma, tu con me hai chiuso. A meno che tu non mi dia prova di SAPERE che eri impazzito TU, in quel momento, o mi spieghi le “ragioni” di un comportamento per me folle, o che tu sia disposto ad ammettere un tuo serio problema e a curarti. Invece ora dovevi pensare solo ai tuoi problemi (un autentico messaggio amoroso…), poi invece eri disperato, disperatissimo senza di me, poi avevi sbagliato, poi chiedevi perdono, poi mi facevi la lista degli errori per dimostrarmi che avevi capito, poi rifacevi immediatamente dopo gli stessi errori, non si capisce bene se perché li avevi BEN capiti e li VOLEVI PROPRIO FARE o se perché non li avevi capiti AFFATTO ed era più forte di te FARLI, o perché semplicemente non amavi, ma per te quello era amore, il massimo, sì, amore “più di così non posso” cioè non amore, ma non dovevi dirlo perché c’era un po’ da vergognarsi dal “cambiamento”, troppo rischioso per te. E tu, come sappiamo, rischi, non te ne prendi nella vita. Li fai prendere agli altri. Da perfetto parassita quale ti stai DIMOSTRANDO. Però, stranissimo, eri un uomo stupendo, all’inizio: quando io dovevo traslocare, io faticare, io rischiare, io dimostrare. L’uomo “coi co......”. Incredibile: ho trovato l’uomo coi co...... a quarant’anni, è stata dura, ma ne è valsa la pena, ce l’ho fatta. Eh sì, ce l’ho fatta proprio…