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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Ciao Verità
Io le avevo parlato CHIARO, circa la mia idiosincrasia verso le grandi città. E in particolare verso la mia.
E lei era d’accordo, visto che anche lei diceva di non amare le metropoli e il modo di vivere della nostra.
Io non ho imposti nulla. Ho solo evidenziato un mio limite. In una metropoli mi sento proprio come in leone in gabbia.
Cmq con il mio post volevo solo evidenziare come questa cosa abbia influito in maniera determinante su tutti gli aspetti importanti della mia vita.
Avrei dovuto imporre a ne stesso la scelta, fin da giovane, di trasferirmi in un’altra città più a misura d’uomo.
Non l’ho fatto e l’ho pagata piuttosto cara.
Ciao Golem, sto abbastanza bene, diciamo che vado avanti cercando di fare le cose che mi sono sempre piaciute.
Come spesso accade non ci troviamo molto d’accordo io e te.
Vedi troppo le donne come disegnate dalla natura. E i loro modi di fare e di essere quasi imposti dalla natura stessa. Posso essere parzialmente d’accordo sui figli ma poi stop.
Non é vero che non possono far nulla. Lo possono fare eccome. Anche noi uomini abbiamo degli istinti imposti dalla natura.
Ma spesso sappiamo controllarli. Altrimenti come ti ho già scritto più volte staremmo sempre a “sco....” e a ingravidare tutte le donne che ci capitino a tiro.
Ma non lo facciamo
Tua moglie sapeva quel che faceva. Non c’era nessun istinto al quale non poteva sottrarsi.
Il tizio le andava bene eccome! Lo so che ti rode. Roderebbe anche a ne. E ti diro’ di più, a me roderebbe ancora di più il fatto che mi abbia scelto come uomo della sua vita mentre il maschio della sua vita sarebbe stato un altro.
Preferisco di gran lunga essere il maschio della vita più che l’uomo caro Golem!
Sai una cosa? Quando avevo memo di 30 anni, insieme ad un mio amico ci travestimmo da donne, truccate alla grande. Ci guardavamo in faccia e se non avessimo saputo che eravamo noi ci saremmo saltati addosso a vicenda!
Be’ ci infiltrammo in un gruppo di ragazze. Tutte ottime ragazze, di buona famiglia. Caro Golem, quello che uscì fuori dalle loro dolci bocche neanche uno scaricatore di porto lo avrebbe detto. Io e il mio amico ci siamo vergognati per loro. Questo per dirti che non c’e’ nessun disegno ne istinto. Sono come è peggio di noi. Vogliono i maschi come noi vogliamo le femmine. Poi magari scelgono gli uomini come noi scegliamo le donne. Ma ripeto vorrei essere scelto più come maschio che come uomo. Gli uomini servono ad altr
…ad altre cose!
Caro Giampaolo, io ho smesso da tempo di farmi illusioni sul l’amore, rendendomi conto che in fondo, anche quando siamo leali, onesti e trasparenti con la persona che amiamo , lo facciamo per … egoismo. Io l’unico amore che posso riconoscere come tale e quello di una madre per il figlio, quando la madre e’ equilibrata. Per il resto quando amiamo una persona non lo facciamo per lei ma per noi.
Che si tratti di istinto, per il quale inconsciamente sentiamo che quel soggetto è quello che la natura ci indica come quello giusto per la riproduzione o che le affinità con un’altro ci attraggono perché assecondano i nostri gusti, in entrambe i casi quello che ci aspettiamo e di “stare bene”, di provare piacere e di sentirci realizzati.
L’amore inteso come puro interesse per il bene dell’altro e’ solo una mera illusione romantica. Nessuno sacrifica la propria esistenza se non ha almeno la speranza, o l’illusione, di avere un ritorno in termini di piacere, o comunque lo si voglia chiamare.
Certo che a mia moglie le stava bene, ANCHE così, e ovvio, ma sperava di più. Come Valinda e mille altre. Ma lo stesso vale per me, per te e per altri mille uomini che non saranno mai convinti di essere GLI UNICI per quella donna, anche se su quella donna hanno proiettato il loro ideale di donna. Ma quando lo si fa, è perché si sta AMANDO noi stessi, e non quello che l’altra persona, con tutti i limiti che questa ha.
Se per ipotesi domani mia moglie volesse tornare da quel soggetto, dopo aver risolto le questioni economico burocratiche, potrebbe farlo benissimo, e io dovrei accettarlo, ma lo stesso varrebbe per lei se accadesse il contrario. Qualche mese di sofferenza per le abitudini stravolte, i bei ricordi e poi si ricomincia. Per forza.
Sarà perché ho perso una splendida fidanzata di 25 anni per un incidente, ma quella tragedia mi ha fatto capire duramente che non possediamo niente per sempre, anzi non siamo padroni di niente, mai. È tutto solo in prestito, e fin tanto sta bene ad entrambi nel caso dell’amore
Questo illeggibile sentimento e’ come “l’isola che non c’è” di Peter Pan: non esiste, e’ solo un’illusione alla quale la nostra fantasia HA BISOGNO di credere, ma alla fine siamo sempre soli, con le nostre speranze e illusioni
Lei rimpiange forse il suo sogno non realizzato, io forse lo sono stato di qualcun’altra, chi lo sa, e si va avanti per compromessi, aggiustando il tiro per evitare di soffrire. AMIAMO solo perché abbiamo bisogno di ESSERE amati, non viceversa
Cara Valinda,
“perchè ha scelto e continua a stare con questa donna se è infelice? e pensi di rivederlo un giorno? e come sei riuscita a dimenticarlo?” – soltanto lui conosce le ragioni della sua scelta, che saranno di certo più di una; così come soltanto lui sa perchè continua ad accettare la presenza di questa compagna scomoda, pur essendo più che infelice.
da parte mia, posso supporre, come già ho accennato, che avesse bisogno di una donna molto più giovane, com’è logico che sia nella terza età, soprattutto per un uomo. afferma (e non ho motivo di non credergli) di non avere il coraggio e le forze di metterla fuori casa. paradossalmente, la teme, ritenendo che abbia qualche serio problema a carattere nevrotico. non sono soltanto le donne a essere vittime di soprusi domestici! ho visto altri maschi soccombere in vecchiaia alla prepotenza delle loro donne… l’età indebolisce…
a suo tempo mi è dispiaciuto dover constatare che in lui non era “scattata la scintilla”. e questa mancanza di slancio passionale taglia la testa al toro: se l’attrazione iniziale non c’è, o non è molto forte, niente si può fare per farla apparire. alcune persone sono state così deluse che non riescono più ad amare o sono riluttanti a farsi coinvolgere dai sentimenti. a loro può bastare una presenza emotivamente non troppo impegnativa (inadatta a me).
sia pure con grande rammarico, non mi è stato poi troppo difficile lasciar ricadere il rapporto in un’amicizia virtuale. credo che non lo rivedrò più, ma va bene così! se davvero si vuole, si può condizionare a piacere la mente in modo abbastanza rapido. in questo contesto volere è potere.
un abbraccio.
Vado si fretta ma voglio farvi un saluto.
GOLEM concordo con quanto scrivi anche negli ultimi post.
MARIAGRAZIA mi rivedo molto in ciò che dici perché ho avuto esperienze simili e mi sento lo stesso destino. Spero di trovare la tua forza per accettarlo al meglio perché ci ho sofferto e ci soffro tuttora.
ROSSANA forse hai ragione volere è potere e a un certo punto bisogna condizionare la propria mente per uscire dal tunnel…a riveder le stelle :))
Giampaolo. Con un lavoro si possono fare tante cose, cercare alternative. Ci sono moltissime persone che pur lavorando in città si sono trasferite a vivere in campagna, o in piccole città limitrofe, più tranquille, proprio non sopportando la grande città. Comunque, al di là di questo, mi pare importante che tu abbia identificato quali fossero i grossi “nodi” (con ogni evidenza irrisolvibili, da un certo punto in poi) tra te e la tua ex, così da fartene una ragione… Un saluto a tutti.
Valinda
grazie cara ricambio il tuo saluto e ti rinnovo il mio sostegno. sono certa che te la caverai anche tu perchè noi donne che amiamo “dannatamente” siamo più forti di altre, a mio avviso, e riusciamo sempre a venirne fuori.
giampaolo
mi dispiace che tu abbia accettato situazioni di vita non confacenti al tuo spirito. anch’ io sono nata e cresciuta in una grande metropoli e anch’ io come te ci vivevo molto male. a 23 anni ho preso il coraggio a due mani e me ne sono andata per trasferirmi in un posto a misura d’ uomo. nonostante i problemi di mentalità e di ambientazione che ho vissuto all’ inizio ( ero pur sempre una ragazza di città in mezzo ai “campagnoli” ) a distanza di anni ti posso dire che sono contenta di aver fatto questa scelta e di aver cambiato radicalmente vita, seguendo i miei desideri ( CONTRO TUTTO E TUTTI ). probabilmente il malessere che vivi ora è frutto anche di scelte non consone che hai fatto in passato, e i cui effetti si sono uniti alla triste decisione di tua moglie.
Ciao Verita’
Come va?
Alla fine ho fatto quello che hai detto tu, avendo un lavoro sono andato a vivere in un posto “a misura”, continuando a lavorare in città.
Ho cercato un “giusto” compromesso. Quello che poi
avevo proposto a mia moglie.
Scusa sai, ma a me non sembrava un “nodo’ questo. É soltanto un modo di vivere alternativo. Se non lo sopporti lo dici.
Altrimenti scusa sai ma quanti “nodi” ci sarebbero in un rapporto ?
Anche il fatto di vivere in un condominio può essere un “nodo”
Credo che quando si scelga di andare a vivere insieme si propongano tante cose.
Tant’e’ che anche durante la cerimonia del matrimonio si leggono certe frasi “…I coniugi fissano la propria residenza….”
Ne parlai per anni con lei di questa cosa. E non la vedevo distante dal mio pensiero, tutt’altro. Quando fu il momento di attuarla l’unico problema fu la questione relativa all’allontanamento dai genitori. Che poi mi sembrava fosse risolto, in quanto non le ho mai fatto problema alcuno ogni qualvolta voleva fermarsi da loro. Tant’e’ che ho scritto che almeno tre volte a settimana passavamo a trovarli. Che mi sembrava anche troppo o no? Considerando anche il fatto che, come ho scritto prima, quando voleva si fermava da loro. Poi se invece di andare a vivere con un’altra persona vuoi vivere con i genitori allora non devi sposarti. Sbaglio?
Io credo, cara Verità, che ad una certa eta’ si debba sapere ciò che si vuole. Possibile che solo io lo so?
Ciao Maria Grazia, come stai?
Eh si, hai ragione. É una scelta che avrei dovuto fare anch’io in passato. Ma non c’e l’ho fatta. Ho riflettuto troppo. Anche se il mio malessere era evidente. A differenza di tante persone, io il mio disagio lo esternavo. Non c’era persona che non conoscesse il mio pensiero in proposito.
Brava tu che a 23 anni hai fatto quella scelta.
Io mi son posto mille problemi, i genitori, gli amici ecc.
Speravo in cuor mio di trovare un giorno una ragazza come te che la pensasse allo stesso modo.
Invece guarda un po’, l’unica l’ho incontrata in un forum!!!
In realtà come ho scritto, credevo di averla trovata in mia moglie. Me lo aveva fatto credere!
Certo ovvio che il mio malessere nasce da li. Appunto l’ho scritto. Non avendo risolto quel problema all’epoca ne lo son portato sempre dietro.
Vivere in una città, o in un ambiente dove non ti riconosci é dura!
Ciao Golem, ti rispondo più avanti!
Ciao Giampaolo, insomma, si va avanti. Tu? I “nodi” possono anche essere quelli che una persona, da un certo punto in poi, non ti dice. Nel tuo caso mi pare una scelta di dove vivere (quindi per conseguenza che tipo di vita fare, anche) e un figlio. Se dovessi dirti che il mio ex mi ha detto che tutta la vita ha cercato una come me, e che volesse fare le stesse cose sue? Che cosa cambierebbe? Al momento lui sta nella casa che ho trovato io per noi, che ho messo a posto per la maggiore io, centimetro per centimetro. Vedi tu. E quello era solo un “passaggio”, una situazione che doveva essere provvisoria, in vista di altri cambiamenti, di altri progetti. Ripeto che, guarda caso, quando ci si “ama”, è tutto possibile o quasi, a un certo punto no, e anzi, persino se si ha una situazione “ideale”, in cui ci sono solo da fare “aggiustamenti” strada facendo, non va più bene niente, o va bene così, e non bisogna aggiustare niente, perché c’è bisogno di SCUSE per far scoppiare un “bubbone” che c’è sotto, e di cui o non si sa, per propria inconsapevolezza, o si sa perfettamente e allora si è “usato” qualcuno, semplicemente, se devo seguire ciò che scrive Golem (se ho capito bene), per cui si sta in un certo senso con qualcuno finché “ci serve”. Io credo che l’amore sia qualcosa di più che stare insieme finché ci fa comodo e ci serve. Credo che sia anche l’avere cura l’uno dell’altro, e il sostenersi a vicenda, quando si è più fragili. Il mio ex è stato insieme a me, creandomi molti problemi di riflesso, quei problemi li ho sostenuti, perché i problemi fanno parte della vita, allora era “il grande amore” e “basta stare sempre insieme”, ma quando i problemi li ho avuti io, allora si è “chiarito” perfettamente il “nodo”, o i “nodi”, che c’erano sotto, la qualità dell'”amore” e della *persona*.
E poiché credo che sotto sotto sia impossibile che uno non si faccia un po’… Schifo, ha avuto bisogno di crearsi una situazione da “vittima” (vedi anche la tua ex moglie), in modo tale che il peso che uno che inevitabilmente sente sia quello appunto della vittima, quando invece è un perfetto paraculo (vedi la tua ex moglie, che si era già trovato un altro, ecc. ecc.). Poco male, l’Italia in particolare è piena di paraculi. Se siamo il paese che siamo lo dobbiamo alle persone che ci stanno dentro. A un modo di vivere, pensare, agire, comportarsi, e tirarlo in tasca al prossimo sfregandosi le mani perché “che furbo, che bravo, che sono stato, non mi hanno beccato”. Buona domenica.
Ciao Verità, io credo che certa gente i “nodi” li abbia nel cervello. E li deve andare a scioglierli non in quelli degli altri.
Io ero molto chiaro sui niei “limiti’. Ci provai insieme a lei ad andare a cercare casa in città. Ma immediatamente le dissi che proprio non ce la facevo. E le proposi un’ alternativa.
Sai Verita, quello che può essere impossibile per me può non esserlo per te.
Potrei farti mille esempi di cose che io faccio e che altri non si sognerebbero nemmeno di pensare.
Quindi parlando con lei per otto lunghi anni di questa cosa non sembrava proprio fosse un problema per lei, visto che in fondo la pensava come lei. Sembrava che l’ unico vero problema lo creassero gli altri, perché non vedevano di buon occhio il fatto che ci si allontanasse dal luogo di lavoro (e da loro stessi, vedi genitori)
La questione figlio credo sua stata solo una conseguenza. Nel senso che era talmente grande la paura di dover tornare a vivere in città che solo a sentir parlare di figlio mi prendeva il oanico.
Sai Verita, durante il nostro matrimonio di parlava anche con altri. I quali ci chiedevano e mi chiedevano in continuazione il perche della scelta di andare a vivere fuori.
E io ogni volta a spiegare i motivi. Che stress!!!
E ogni volta terminavano con il dirmi “eh be’ ma come fate un figlio sarete costretti a tornare a vivere vicino ai vostri genitori! ”
A me questa frase martellava il cervello. Infatti non era la parola “figlio” che mi impauriva, quanto il fatto di sentire che sarei dovuto tornare a vivere in città.
E quindi in sostanza cercavo di allontanare il pericolo.
Capisci il nocciolo della questione.
Nel caso del tuo ex, perdonami, ma mi sembra proprio il classico tipo opportunista, che non sa quello che vuole e che fa le cose tanto per fare, tipo oggi é così è domani non di sa.
Ciò che dice Golem sul fatto che ci si ama perché “serve sono parzialmente d’accordo.
A ne mia moglie non “serviva”. Io volevo solo trovare una donna che volesse condividere con me le belle cose della vita.
E purtroppo anche quelle brutte non dipendenti da noi.
Io mi son mostrato per quel che ero e NON SONO MAI CAMBIATO. Lei si e’ mostrata per quel che era ma poi cosa ha fatto?
A me non “serviva” per nessun altro scopo se non quello di condividere le cose belle della vita.
Glielo dissi quali fossero per me le cose belle. Che dono tuttora le stesse.
Se c’era qualcosa che vedevo “brutta” glielo ducevo…..