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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Per me l’amore non si classifica in base ai sessi. E’ onnicomprensivo e indipendente dalla volontà. Non può essere piegato al “dare per ricevere”, né ridotto a versioni univoche. E’ il vento che sorge dalle viscere della vita e che la rinnova in noi ogni volta che ci coinvolge, anche se non ricambiato o se portatore di conflitti. E’ il medico della natura che tutto cura, persino le piaghe interiori, che nessuno può vedere e di cui a volte nemmeno siamo consapevoli. Nel momento più opportuno ci sospinge in avanti, verso una nuova e più matura versione di noi stessi, verso concetti e progetti esistenziali diversi da prima, più conformi a quello che siamo diventati. E’ anche il sogno che oggi ci illude e che in ogni attimo del futuro può improvvisamente svanire. Forza universale difficilissima da domare, Dio pagano che, a piacere, per dirla alla Manzoni, “atterra e suscita, … affanna e … consola”. In lui tutto si può trovare e nulla può essere garantito.
Lo si può declinare in modo superficiale, immaturo, instabile oppure intenso, profondo, duraturo: molto dipende da chi e da come siamo emotivamente strutturati nel momento in cui c’impone di guardarci nello specchio del confronto più che ravvicinato con l’altro, ma sempre d’amore si tratta, almeno finchè tale è e perdura, nella sua essenza di sincerità. Ognuno, se coinvolto, nel volerlo immortalare nella propria esistenza materiale, lo interpreta come meglio sa e può, con punte altissime di luce e altrettante voragini d’ombra. E’ il coagularsi di un momento d’infinito a due che non si potrà più dimenticare, il superamento dell’essere soli e mortali, nel perpetuo rinnovarsi incondizionato dello spirito vitale che abbraccia, in modo spesso indistricabile, corpo, mente e cuore. Privo di morale, è il sentimento che più ci avvicina al sacro e al divino, e come tale va rispettato ogni volta che si materializza, al di là della modalità, più adatta a noi, con cui sul momento sceglie di farlo. A volte rifiutare di seguirlo potrebbe essere come rifiutare di respirare. Non resta che modularlo al meglio, il più a lungo possibile.
Forse bisogna aver vissuto tanto e intensamente, nell’amore e nella privazione di esso, per concepirlo in un senso così ampio. Forse bisogna averlo cercato per anni e anni invano, aver gioito per averlo trovato e sofferto per averlo perduto. Ma tutto questo fa parte della vita, vita a cui lui più di qualsiasi altro impulso può dare vera pienezza, sia nel dare gioia che patimento.
Golem,
mi dispiace dover dissentire ancora con te. condivido perfettamente il concetto degli stimoli derivanti dalla parte più atavica del cervello ma, secondo me, come già ti è stato scritto anche da altri (in particolare, se non ricordo male, “al femminile”), non mi sembra equilibrato ricondurre tutti gli impulsi amorosi a questi soltanto (propensione materna inclusa).
– ci si innamora anche alla soglia della terza età, quando gli ormoni non sono di certo più quelli di una giovane donna, spinta alla riproduzione nel momento di maggior fecondità, nè in tali circostanze si cerca più il maschio alfa, adatto a proteggere i cuccioli… Giampaolo ha amato moltissimo pur essendo contrario alla paternità… e, come lui, potendo ora scegliere, tanti altri esseri umani sono stati e sono tuttora spinti all’amore al di fuori della volontà di procreare…
– esistono, com’è stato evidenziato dall’esempio di Wilde, amori gay che niente hanno a che fare con quanto sopra, eppure forti e indomabili, come quelli del primo coinvolgimento amoroso adolescenziale.
– nella scelta di un/una partner si può essere involontariamente condizionati da un imprinting infantile di varia natura, come riconosco esserci stato permanentemente nel mio caso, in un aspetto molto importante delle mie scelte, tuttora non superato.
perchè non voler considerare, anche e semplicemente, almeno in alcuni casi, il “bisogno d’amore” insito in ogni essere umano, se questo non è vampiraggio opportunistico e/o emotivo, come spesso accade, ma espressione di un desiderio di arricchimento e di completezza? a mio avviso, pur avvalorando tutta la forza degli istinti vitali connessi alla sopravvivenza della specie, non si può disconoscere anche altre, successive espressioni della mente umana, che può essersi formata idee soggettive dell’amore.
spesso sono proprio, almeno transitoriamente, le idee a essere più parte della realtà di quanto non si possa immaginare. in fondo, anche l’amore che provi per tua moglie non potrebbe essere sostenuto soprattutto dall’idea che hai di lei (più o meno calzante con la sua mutevole e sfuggente realtà che nemmeno lei magari conosce in tutti i suoi aspetti)?
sempre azzeccato il titolo del thread! temo che, nonostante la miglior buona volontà, la simpatia e la stima reciproca, non ci sarà mai possibile capirci! e non mi sembra nemmeno un caso che tu sia più propenso ai bisogni impellenti della fisicità mentre io preferisca la tensione più aerea dello spirito… 🙂
rossana
hai tutto nel post n. 1421 !
nulla può rendere meglio l’ idea. ciao
Cara Rossana, la tua e una visione avanzata e sofisticata di quel sentimento, che è tanto più raffinata quanto lo è la personalità di chi lo esprime. Ma proprio per questo e merce rara. Paradossalmente, proprio in quanto così elaborata diventa di difficile realizzazione. Ecco perché lo si ritrova nelle opere d’arte, nella poesia e nella letteratura, o nei sogni di alcune rare personalità. Tanto da fargli dire che in fondo si tratta di un’aspirazione intellettuale più che di una possibile realtà che possa verificarsi.
Golem,
due complimenti in un solo giro sono troppi! 🙂 descrivere cos’è l’amore per se stessi potrebbe essere un ottimo esercizio per conoscersi meglio e avere idee più chiare su quanto si vorrebbe avere da esso.
l’ultimo, tardivo amore, che ha incarnato la mia necessità di rinascita emotiva, asseriva d’amare la sofisticazione in una donna, probabilmente intesa più come esteriorità, e ben poco deve aver capito della mia (da te più o meno definita) “sofisticazione mentale”. forse l’ha pure spaventato. peccato: occasione mancata per tutti e due!
quanto invece al tuo “Tanto da fargli dire che in fondo si tratta di un’aspirazione intellettuale più che di una possibile realtà che possa verificarsi.”, nel leggere questa affermazione, sono ancor più contenta di avere goduto abbastanza a lungo di questa realtà, anche se in modo per certi versi incompleto e non legato al “per sempre”, nè più nè meno di quanto mi sembra sia accaduto a Giampaolo. l’essere che mi ha regalato a piene mani anni felici, e che non è stato in grado di onorare il sentimento quanto forse avrebbe meritato, era semplicemente umano, con i suoi limiti, nel mio caso dovuti in particolare all’età abbastanza avanzata, per consentirgli di avere la forza di arrecare dolore a chi era più debole e di affrontare un futuro più incerto del presente, così come, quasi al termine del periodo fertile femminile, si può volere un figlio a tutti i costi, senza per questo forzare la volontà altrui. sono snodi di vita, non sempre collegabili a cambiamento in negativo di sentimenti. se non si ama proprio più, non ci si accanisce nelle accuse: si lascia semplicemente scivolare le proprie scelte nell’indifferenza. a volte tutto non si può avere e si è costretti a scegliere, nostro malgrado.
spero che Giampaolo mi possa capire e possa accettare prima o poi l’imperfezione, che in misura più o meno elevata, in questo o in quel contesto, affligge in varie forme, prima o poi, tutti quanti. riappacificarsi con se stessi e con il prossimo, sforzarsi di comprendere anche quanto ai nostri occhi può apparire assurdo, ridona libertà mentale ed emotiva, aiuta a vivere meglio, a essere più sereni, paradossalmente meno ancorati al sogno e maggiormente consapevoli della “realtà dei fatti”, in tutte le loro possibili sfumature.
ROSSANA bellissimo il tuo post 1421..veramente incantevole, ma forse raffinato e per pochi eletti come sostiene GOLEM.
Anche io abito in un paesino in culo ai lupi 🙂 e anche io fatico a trovare affinità con le persone, anche perchè non mi riesce essere amicona di tutti e fare buon viso a cattivo gioco..il tutto unito a una dose innata di riservatezza e timidezza. sarà per questo che mi sono sempre piaciuti lo studio, la lettura..e intuisco che tu sei una donna informata e di grande cultura. tuttavia non sono un’asociale, anzi se mi apro sono una gran chiacchierona e riesco a interagire adeguatamente col prossimo. ma infatti pensandoci l’affinità è una cosa ben diversa..
mi spiace per questo tuo amore e per i tuoi problemi di salute, spero comunque che tu ora stia bene e se la corrispondenza con quest’uomo ti dà benessere e ti rende contenta è giusto continuare! anche se penso tu sia indubbiamente una donna che merita molto di più e credimi l’età in queste cose non c’entra, ma ripeto..comprendo benissimo la tua situazione.
per quanto riguarda il “bisogno d’amore” di cui parli sono pienamente d’accordo con te. io credo sia umano questo bisogno di una carezza, di calore, di vicinanza con un altro essere umano..non è forse questo che ci rende animali sociali? non è forse nelle relazioni interpersonali che possiamo capirci e misurarci con noi stessi? e chissà forse è proprio questo bisogno d’amore che ci porta a volte a sbagliare a livello razionale e poi a soffrirne…
scusate sono di fretta, torno con più calma.
buona serata a tutti :))
Rossana, ho due amici gay che stanno per ” avere” due gemelli. Seme di uno ovuli di una donatrice e utero in affitto in Messico. Inoltre non è necessario avere gli ormoni a palla per essere maschi o femmine. Gli ormoni servono a fornire lo stimolo in un’età giovanile per dare la spinta all’accoppiamento. Infatti è in questo periodo che spesso si commettono gli errori di valutazione, quando il rapporto innescato dall’istinto sessuale lo si crede benedetto dall’amore. Tu stessa hai avuto modo di dire che “l’amore” dura mediamente sette anni, il tempo necessario per il minimo allevamento della prole.
Io capisco quello che dici, e sono convinto che possa realizzarsi, come e’ successo nella mia coppia, ma con l’amore di quel “genere” non c’entra più niente, e non sono sicuro che neppure sia mai stato collegato. È una questione di affinità intellettuali che sono le uniche nei rapporti interpersonali destinate a “crescere”, al contrario dell’attrazione sessuale pura. Se mia moglie fosse stata un uomo, data la mia eterosessualità saremmo stati i migliori amici l’uno dell’altro, e viceversa se io fossi stato una donna, amici come lo siamo effettivamente, con la grossa fortuna di poter fare anche l’amore, che diventa un ulteriore modo di comunicare. Questo tipo di attrazione e’ raro a verificarsi, ma mi rendo conto della differenza che esiste tra i due tipi di… amore, e soprattutto quanto quello sessuale sia l’unica causa della passione e dell’innamoramento che fa gioire, soffrire e creare le opere di cui ho parlato.
Quello lei l’ha provato per il portoghese, con tutta la” poesia” che una brava ragazza ci aggiunge per dare la famosa dignità del grande amore che tutte le brave ragazze sognano. Se si fosse concretizzato sono certo che non sarebbe durato sette anni, ma come dicevo in altri interventi, questo per la natura e’ del tutto irrilevante. Quello che contava in quel caso, e in tanti altri che ho visto su questo forum, era la ” riproduzione”, e le ” scuse ” del cuore che si cercano per giustificate l’attrazione irresistibile quanto inspiegabile, sono tanto più convincenti quanto l’educazione e la morale sono salde.
Su Giampaolo non voglio pronunciarmi più a fondo riguardo al “suo” amore, ma tu sai che la paternità e’ più una scelta razionale, l’istinto maschile pende verso l’accoppiamento e non le conseguenze di questo. Ma non è solo una mia opinione, lo e’ di Giampaolo e di migliaia di altri uomini. Ros sono romantico anch’io, ma non ingenuo.
Golem,
anch’io sono romantica ma alquanto realista e non ingenua. il tuo post 1427 mi trova sostanzialmente d’accordo, con la leggerissima variante che per me i primi amori, spesso abbastanza superficiali e immaturi, sono esperienze a tutto campo, nella maggior parte dei casi dolorose, necessarie per cominciare a capire l’abc di un rapporto di coppia, anche se quasi sempre pilotati dalla normale esplosione giovanile di ormoni, volti alla riproduzione.
concordo che la relazione d’amore ha possibilità di durare se all’attrazione fisica si unisce una grande sintonia mentale, perchè (particolare molto importante) il tipo di vita a cui si aspira non può essere che allineato a desideri spontanemente condivisi da entrambi i partner (ecco perchè, se si è più maturi al momento della scelta, questa ha maggiori probabilità di durare nel tempo).
fino alla metà del secolo scorso in Occidente le aspirazioni nell’unione di coppia erano di solito racchiuse nell’intento di sommare le forze per sfangare l’esistenza mentre ora sono diventate molto più instabili e sfaccettate, minate da possibilità e pesi destabilizzanti di vario genere, famiglie a rimorchio incluse.
anche Erasmo da Rotterdam scrive che il matrimonio “altro non è se non un vincolo d’amicizia che dura per tutta la vita”. se fosse così concepito, avrebbe ancora una sua ragione d’esistere. il guaio è che si tende troppo a confondere e a voler far entrare nello stesso calderone sentimenti che sono l’uno la prosecuzione dell’altro, SE la prosecuzione si concretizza.
fra l’altro “Elogio alla follia” è un simpaticissimo libretto che suggerisco di leggere a Giampaolo. fa un gran bene a persone razionali, dotate di forti Super-Io…
buona domenica a tutti!
Valinda,
mi sembra di capirti molto perchè, a parte la timidezza, mi sa che abbiamo parecchio in comune.
non ti preoccupare per la mia salute: non si tratta esattamente di me (anche se su di me incide molto) ma di problemi a carattere psico-fisico di qualcuno che mi è più che caro, e che ha ben poche speranze per un futuro migliore. ho imparato da alcuni anni a convivere con la sofferenza: ultima, importantissima lezione in ordine di tempo che aiuta a comprendere anche quello che prima si bollava subito, senza la minima esitazione, in negativo. nella vita quasi niente si sceglie davvero ma tutto ha un senso e una sua ragione d’essere. in particolare se si considera l’esistenza come lo spazio accordato per raggiungere il maggior livello di maturità e di consapevolezza possibili.
l’età ha però la sua importanza in tutti gli aspetti della quotidianità e soprattutto per quanto riguarda gli affari di cuore. oltre i cinquanta-sessant’anni la delusione regna sovrana e sono pochissime le persone che hanno conservato quel minimo di fiducia e di tenerezza indispensabili per poter amare ancora. come ben puoi capire, non a tutti basta un po’ di compagnia. di questa ho fatto a meno prima, figurati se mi può bastare ora!
per te è diverso, e diverso dev’essere in tutti i sensi: vivi ogni giorno con l’animo aperto alla speranza di una piacevole sorpresa e, se è destino che questo avvenga, sarà sempre all’improvviso che questa ti potrà apparire, in qualsiasi contesto tu la possa maggiormente desiderare. l’energia positiva non può che portare positività. nel frattempo, sii il più possibile te stessa e decidi ogni cosa secondo il tuo sentire; cullati con le piccole cose gratuite o quasi che possono darti piccoli piaceri (se si riesce a sommarne alcuni, già ci si sente meglio).
non ho affatto cultura: mi sono interessata ad alcuni temi e su questi ho acquisito conoscenze a macchia di leopardo ma forse è stato meglio così, in quanto riesco a coniugarle più facilmente con le esperienze di vita, che restano le più interessanti e le più istruttive.
un abbraccio.
Buona domenica Rossana. Leggi questo, lo scrive il filosofo Galimberti su D di Repubblica: “… I sentimenti si imparano. È solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l’amore dall’odio, la partecipazione dall’ indifferenza… di qui la necessita’di educare al sentimento, perché gli impulsi si hanno per natura, ma i sentimenti si acquisiscono per cultura…”
Credo che questo stralcio chiarisca quello che ho inteso sostenere con i miei interventi. E dalla sostanziale differenza tra impulso e sentimenti si può comprendere quanto l’applicazione del primo alle nostre azioni sia modulata dai secondi. Tanto più la cultura e la sensibilità e’ raffinata dall’esperienza e dalle cognizioni, come dicevo in altri momenti, tanto più sofisticata sarà la ricerca della soddisfazione di quel bisogno. Da questa differenza qualitativa si puo’ capire perche’ in certi momenti ho avvicinato l’amore al sacro, considerando come una strutturazione intellettuale di un certo genere porti inevitabilmente ad avvicinare questo misterioso sentimento al “divino”, come hai fatto anche tu ieri in uno dei tuoi interventi. Un buzzurro lo farà in un modo, mentre una persona come te lo fa tramite tutto il patrimonio di sensibilità e intelligenza che si riconosce nei tuoi pensieri. Ma in entrambe i soggetti il bisogno richiesto da quell’impulso nasce dallo stesso antico mondo degli istinti.
Un caro saluto.