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Uomini e donne che non si capiscono

di uqbardeva
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.534 commenti

Pagine: 1 140 141 142 143 144 154

  1. 1411
    Golem -

    Maria Grazia, la tua e’ una storia più articolata del classico amore non ricambiato. Tuttavia contiene le caratteristiche di quelli classici nel carattere del “non ricambiatore”, quel carattere che ha un fascino irresistibile sulla maggior parte delle donne per quei motivi che un uomo, che ricambi o meno, NON COMPRENDERÀ MAI.
    La ” caratterialita” particolare, diciamo, di questi personaggi, che in una condizione di “sobrietà” sentimentale sarebbe giudicata eufemisticamente come disadattata da chiunque, ma che in chi ne è innamorata appare come portatrice di presunti talenti inespressi
    Naturalmente questi talenti non esistono, e nove volte su dieci il fallimento e’ l’unico successo al quale possono aspirare. Ma una donna ha la capacità di esprimere verso questi soggetti un’ intensità di sentimento che nessun ” ricambiatore” avrà mai.
    Strano. Sin da quando ero ragazzo sentivo le mie coetanee che desideravano il principe azzurro senza macchia e senza paura, ma il ” disgraziato” o il bello e impossibile le attraevano come mosche sulla marmellata.
    Non ho mai capito il perché, anche se non piangevo miseria con le donne, essendo per mia fortuna un bel ragazzo. Ma non ero impossibile, ne avevo complicazioni o tendenze criminali.
    Ma non ci ho fatto particolarmente vado, almeno fin tanto non ho conosciuto BENE la storia di mia moglie con quel soggetto, di cui ti evito la replica.
    Io devo dirti che. Ho invidiato quell’uomo, perché è riuscito ad avere da una donna come lei, una passione e una dedizione che ho definito. “canina”, per il solo fatto che era lui, stronzo, opportunista, mediocre e…viziato, e deliquente fsllito. Ma lei lo vedeva come tu vedevi il tuo bandito: in quelle condizioni perché incompreso e bisognoso di affetto.
    Un uomo normale come me, nel senso del possesso di un equilibrio che gli ha consentito di raggiungere obiettivi che si prefiggeva, in grado di proteggere e dare sicurezza, e pure, lasciamelo dire, un bell’uomo, NON scatena niente che somigli minimamente a quella DEDIZIONE CANINA di cui ho accennato.
    Come una mamma farebbe col figlio più disgraziato dedicandogli, più tempo, latte e fatica, così queste donne si comportano con questi uomini, dando fondo al solito istinto che le spinge a dare più amore a chi sembra averne più bidogno. Questo le fa sentire di compiere una missine. È quello che mi disse lei, quando le chiesi che senso avesse avuto passare sei anni in quelle condizioni per un fallito senza speranza che non la ricambia …

  2. 1412
    Golem -

    … neppure.
    Paradossalmente se tu ami una donna e lei percepisce in te questa sicurezza affettiva, non sentirà mai quella spinta né quell’intensita che sentiva per il disgraziato, perché PENSA che non hai bisogno come l’altro di attenzioni, sbagliando. Ma l’istinto la porta a DARSI di più a chi ritiene abbia più bisogno.
    È questo l’errore fondamentale, quello di scambiare, a causa di QUESTO ISTINTO MATERNO, il disadattato per un bambino da accudire, anche se ha trenta o quarant’anni.
    Il motivo per il quale la donna non ricambiata non si sente defraudata nasce da quella sensazione: quella di aver svolto una missione. Un po’ come al maschile avveniva quando si “moriva” per una causa, anche se questa era sbagliata. È il senso di gloria che proviene dal…sacrificio.
    Ma così come l’eroe per godersi quel momento DEVE morire, allo stesso modo la donna che si dedica alla “missione” di uomini di quel genere “muoiono” all’amore vero, quello che si fa essendo in due. E l’unica cosa che le resta è il ricordo “glorioso” di aver amato veramente un’idea di uomo. Ma non un uomo, perché questo le avrebbe saputo amare.

  3. 1413
    la verità fa male -

    Buongiorno.
    Io vedo le cose (riguardo l’amore) come Golem, eppure sono una donna. Non la vedo però precisamente come lui. Prima di tutto non comprendo e non accetto questa divisione NETTA tra uomini e donne, la donna, il sacrificio per un inetto eccetera e tendo ad analizzare le questioni nel particolare, ma poi le inserisco nel generale, quindi appoggiandomi a questa tesi, ad esempio, di uno sbilanciamento (in teoria a sfavore della donna, e basta), vi farei notare che se sbilanciamento c’è, è da ambo le parti. La questione allora posta così diventerà: QUALE SODDISFAZIONE, pienezza, amore veramente corrisposto, quale costruzione vera, quale crescita, può avere un uomo in un rapporto “sbilanciato”? Risposta: nessuna.

    Poi. Esistono, eccome, uomini che si “sacrificano” fuor di misura, per donne. Se non li vogliamo vedere, questi uomini, ok, non vediamoli, ma ci sono. Abbiamo un esempio qui. Giampaolo, per esempio, io lo vedo ora come uno che “sacrifica” la sua vita, il suo presente, per una “persona” (immagine) che LUI NON VIVE. E che tutto può fare per lui, in senso negativo, ma assolutamente nulla gli dà (soddisfazioni, gioia, condivisione, ecc.).

    Va bene, c’è una “tendenza” nella donna: l’istinto materno, va bene. Ma ciò di cui si parla, a mio vedere, è “deviazione” (nevrotica), con “spinta culturale”, dall’istinto materno, che ovviamente dovrebbe essere indirizzato verso UN BAMBINO. Dunque, tutti questi rapporti “sballati”, per me, sono manifestazioni “nevrotiche”. Più, o meno, nevrotiche. Ovviamente ci si può curare. Ci si può correggere. Si può cambiare.

    Strada facendo, io per esempio, penso di avere chiarito (esperienza, ma avevo certe “intuizioni” già precocemente…) sempre più che sia inaccettabile che un uomo “pretenda” da me che io gli faccia da… “Mamma”. Con tutto quello che ne consegue: atteggiamenti piagnucolosi, vittimismo, manipolazioni, giustificazioni infinite con vera mancanza di presa delle PROPRIE responsabilità (persino sui PROPRI sentimenti, poiché infatti oggi siamo talmente INDIETRO, che ora è sempre più diffuso che un uomo – e una donna – addirittura abbia PAURA di dichiarare i PROPRI sentimenti) ecc.

    Allora, poiché non ho “accettato” ruoli “materni”, decisi da altri, per LIMITI, o nevrosi, loro, ho dovuto interrompere la/le “relazioni d’amore”, che, d’accordo con Golem, NON POSSO considerare di “amore”: se stiamo parlando di amore “maturo”, tra persone “mature” e che hanno raggiunto una PROPRIA “stabilità” interiore.

  4. 1414
    la verità fa male -

    Poi se appunto vogliamo parlare di altro, e chiamarlo amore, benissimo, ognuno è – ovviamente – libero di farlo: io li chiamo rapporti nevrotici. Di persone che siccome si ostinano a non curarsi le PROPRIE nevrosi, avranno SEMPRE rapporti profondamente NEVROTICI.

    La vita è già difficile di suo e l’essere umano già complesso: non occorre iniziare un rapporto che già nelle premesse ha LA MANCANZA, l’assenza, la carenza, le falle, le ambiguità ecc. E’ chiaro che così ci si condanna a qualcosa, già in partenza, di infelice, di carente.

    E se si SBAGLIA, perché si credeva che vi fossero tutte le premesse POSITIVE per avere un amore felice, e poi invece no, si deve avere il coraggio di chiudere.

    Dopo – se si riteneva che vi erano possibilità POSITIVE – avere LOTTATO.
    Lottare va benissimo, in amore: ma ricordiamoci sempre che in un amore, e nella vita, se si è in coppia, si lotta IN DUE.

    E si lotta, in due, per quale ragione? La prima ragione per cui ci si mette insieme è che ci si ama, giusto? E si GRADISCE MOLTO stare insieme, giusto? Allora poi perché io dovrei vedere strada facendo che diventa qualcosa di MOLTO diverso, per esempio, di quello che era all’inizio? E quindi dovrei stare a guardare come nulla fosse l’egoismo, la noncuranza, la sciatteria, l’assenza, il non ascolto, il dare per “scontato” ciò che si riceve, la mancanza di piacere e gioia nelle piccole cose, ecc.?

    E si lotta, insieme, per che cosa? Mi pare che sia: tu mi ami, ma anche io. Tu vuoi le mie attenzioni, ma anche io. Io ti sostengo, ma anche tu. Tu vuoi la tua crescita personale, ma anche io. Io voglio realizzarmi nella mia vita, ma anche tu. Tu hai bisogno dei tuoi spazi, ma anche io. Io voglio condividere con te gioie e dolori, ma anche tu. Tu vuoi intimità, ma anche io. Eccetera.

    Nemmeno nel rapporto tra genitori e figli si può pensare di avere un rapporto così “sbilanciato”, come invece oggi vediamo bene che è (ma lo neghiamo). Tant’è che si dice che i genitori oggi “danno tutto”: meno le cose veramente importanti. E il figlio “non deve niente”. Cosa sbagliatissima, almeno per me. Visto che un genitore non è… Un cameriere o servo personale del figlio. Pensiamoci…

  5. 1415
    maria grazia -

    golem
    ma tu sei proprio sicuro che sacrificarsi per qualcuno ( che lo faccia un uomo o che lo faccia una donna ) significhi necessariamente stargli sempre vicino o, se vogliamo, SEMPRE ADDOSSO ? Pretendere da questa persona una progettualità e un impegno magari fin da SUBITO dell’ inizio della relazione ?… il problema degli uomini che ti “ricambiano”, è quello che spesso confondono una presenza soffocante e ossessiva, che mira al possesso e al controllo, CON LA DEDIZIONE E LA PROTEZIONE VERSO LA DONNA AMATA. non mi riferisco al tuo caso, per carità ! dico solo che in queste storie dannate io non ci vedo solo la crocerossina che vuole svolgere una missione verso il caso “disperato”, ma anche un’ inconfessata volontà della donna di vivere un rapporto libero e senza schemi. purtroppo il prezzo da pagare per vivere in amore questa libertà è spesso la solitudine, o il rapportarsi con questi uomini che non ricambiano appieno i tuoi sentimenti. se riuscissero a farlo, probabilmente diventerebbero come tutti quegli altri uomini che ti stanno sempre addosso e non ti lasciano i tuoi spazi. ecco golem, credo che il fascino che assumono queste storie nasca anche da questo, anche se non tutte le donne ne sono consapevoli, perchè tutti pensano ( le donne in primis ) di aver bisogno di qualcuno che guida ogni loro passo e che fa sentire costantemente il “suo fiato adddosso”, MA NON E’ COSI’ ! ecco che allora il pirata sfuggente assume un’ immagine intrigante agli occhi della donna, quella cioè di un uomo che può anche fare a meno di te, e quindi di un uomo “forte”. anche se poi come dici tu forte non è. gli uomini innamorati e devoti devono però capire che per le donne l’ uomo “imprendibile” risulterà sempre PIU’ IRRESISTIBILE RISPETTO A TUTTI GLI ALTRI, A PRESCINDERE DALLE SUE QUALITA’ UMANE. e, come ho detto prima, non per il fascino della “missione”, ma per il fascino dell’ indipendenza e della libertà che sembra aloneggiare intorno a questi uomini.
    se molti uomini ( ma anche molte donne ) capissero che desiderare o amare qualcuno non vuol dire pretendere di averne il controllo totale, ci sarebbero molte meno storie dannate in cui c’è una persona innamorata, e un’ altra non innamorata.

  6. 1416
    Golem -

    Certo Verità, non esiste una demarcazione comportamentale netta negli esseri umani, quello spirito “eroico” di cui ho accennato e’ caratteristico di entrambe i sessi, ma si manifesta in ambiti differenti. L’esempio dell’eroe maschile che si immola per la Patria o per una comunità, corrisponde a quello femminile indirizzato verso il ” bisognoso”. Entrambi contengono il sacrificio dei propri ” interessi” per uno scopo che sentono intimamente, e che, comunque, pur nel prezzo che costa la loro generosità, sentono come un’ altrettanto intima soddisfazione e appagamento. Che non da’ felicità, ma gloria, come sostengo, che qualcuno può leggere anche come un contorto narcisismo masochistico. Ma questa e solo una mia illazione.
    Nessuno si sentirà mai di “criticare” chi sacrifica se stesso per “generosità”, ecco perché la donna, in questo caso, che consuma la vita per compiere la ” missione” sarà sempre guardata con tenerezza, e l’eroe, morto per la causa, con ammirazione. Ma il prezzo è alto: perdere se’ stessi.
    C’è un vecchio detto che credo sia di Bertold Brecht e che dice così: ” Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”. Dichiarando implicitamente quanto ci sia di ” malato” dietro questa manifestazione, che se appare empaticamente ammirevole, cela in realtà un profondo disagio dell’anima di chi sente il bisogno di esprimerla e della stessa cultura nella quale questa viene santificata.

  7. 1417
    rossana -

    Giampaolo,
    “E non si compra casa con chi non vuoi più stare!” – non ti sei mai trovato in un serio conflitto, nel desiderare una cosa e farne un’altra, per la difficoltà a cambiare le tue prospettive? Non voglio giustificare questa donna, che ha avuto il grave torto di non esprimerti dissenso e di non litigare con te per far valere le sue ragioni. Forse sapeva che nel confronto con le tue capacità logiche avrebbe perso comunque… forse, invece, poteva ritenere inutile cercare di convincerti a vivere in positivo, come lei desiderava, un qualcosa che non sentivi per niente tale… forse si vergognava del suo cambiamento, rispetto a quanto aveva prima accettato come progetto di vita condiviso…

    “E non direi che sia stato saggio il suo intuito.” – saggio, per me, nei confronti del figlio che voleva e che tu non avresti probabilmente potuto amare come lei avrebbe auspicato. Dal mio punto di vista, meglio allontanarsi da qualcuno che non desidera figli piuttosto che portarlo a condividere un progetto di questo tipo, se davvero troppo lontano dal suo sentire. I sentimenti non si possono forzare più di tanto e un figlio ha diritto all’amore di entrambi i genitori.

    “ha nascosto a tutti la sua relazione extra-coniugale.” – pura e semplice vergogna, in quanto ben sapeva che stava tradendo non soltanto te ma anche quella che era stata in precedenza, che aveva condiviso una visione di vita che ora stava rinnegando. Definisci questo atteggiamento come preferisci ma per me non è né maturo né responsabile.

    “Mi ha accusato di tutto Rossana, di cose non commesse, di modi di essere che non mi appartengono.” – spero non ti farai condizionare da parole rispetto ai fatti. Parole pronunciate per ferire e per apparire più “candida” di quanto in realtà questa donna non sia stata, e ti assicuro che, se c’è una persona che ha imparato a sforzarsi di capire gli altri in tutte le loro sfumature, incluse quelle negative, quella ritengo di essere proprio io. Fai un bell’elenco di tutte le accuse e le colpe che ti ha addossato e scrivi accanto ad ogni concetto di fondo una tua accettazione in percentuale. Poi, prendi il foglietto e brucialo, restando quello che sei e quello che ritieni di essere. Non permettere a nessuno di giudicarti più di quanto tu non possa fare da solo.

    Mi sorprende che in te persista amore, pur avendo ben chiare tutte le mancanze di questa donna nei tuoi confronti e nonostante tutto il male che ti ha fatto. Tuttavia, nel contempo riconosco che è giusto così.

  8. 1418
    rossana -

    Maria Grazia,
    “non per il fascino della “missione”, ma per il fascino dell’ indipendenza e della libertà che sembra aloneggiare intorno a questi uomini.” – concordo con te: se l’amore è inteso come “missione”, si tratta di amore, almeno in parte, malato. ma, se l’amore dà una qualsiasi forma di appagamento, magari anche soltanto interiore e/o temporanea, perchè rifiutarlo a priori o classificarlo in serie B? non sta ad ognuno scegliere di volta in volta quanto più ci attrae, senza essere costretti a farlo da nessuno? così dovrebbe essere per persone in grado d’intendere e di volere… altra cosa è la sublimazione, che è davvero appannaggio di pochi!

    ciao, donna “moderna”, con cui ho tanto e nel contempo tanto poco in comune. 🙂

    Golem,
    mi farebbe piacere sapere che hai potuto capire, come spero, almeno in parte quanto ho voluto esprimere, al di là del personale vissuto e dello “sfogo”. attenzione, però: ammirare potrebbe significare “amare con la mente”! 🙂

    grazie per l’apprezzamento. buon fine settimana.!

  9. 1419
    maria grazia -

    “E le donne cosa vogliono? Lascio a voi la risposta. E spero che sia utile ai maschi che la leggeranno.”

    voglio un pazzo
    voglio un ribelle
    voglio il brivido sulla mia pelle
    voglio il vento
    voglio le stelle
    voglio vivere senza catene
    voglio correre
    voglio ridere
    voglio amare
    non voglio preventivare !
    voglio vivere
    e voglio morire
    voglio gioire
    voglio soffrire
    non voglio che stai sempre lì
    ma voglio che quando ci sei sei il massimo
    non voglio stare sempre lì
    ma quando ci sono ti prometto che sarò il massimo
    voglio che mi sconvolgi
    non voglio che ti arrabbi perchè ti sconvolgo
    voglio un cuore pulsante
    non un copione incastrante !

  10. 1420
    Golem -

    Maria Grazia, l’attrazione per l’uomo sicuro di se’, e che può fare a meno di te, e’ solo legata alla ” forza” atavica che questo esprime, e tocca le stesse antiche corde della femminilità che cerca il maschio Alfa per investire meglio possibile il proprio patrimonio genetico. Sono pronto a discuterlo sapendo di poterlo dimostrare in qualunque momento. La lettura moderna di questa attrazione viene declinata nei modi e mezzi che conosciamo, che anni fa veniva tristemente pubblicizzata con lo spot ” dell’uomo che non deve chiedere mai”.
    Per un maschio del genere la femmina e’ disponibile a qualunque sacrificio pur di assicurarsi i suoi cromosomi. Questo e’ il titolo del “compito”, lo svolgimento ognuna di queste donne lo realizza tramite il carattere, il temperamento, l’educazione e la cultura in suo possesso, compreso quello che sostieni tu. Ma come tutte le strade portano a Roma, allo stesso modo l’attrazione verso un maschio del genere ( o meglio: ritenuto tale) pur non riconosciuta nei suoi ingredienti di base, porta sempre alla stessa ricetta finale: lo voglio, e’ l’uomo della mia vita.
    Questa unicità, che può essere quella di un Sean Connery, o di un Jim Morrison, cioè di un maschio protettivo o di un disperato, nella visuale tipologica dell’innamorata del caso di un uomo qualunque, ma nel quale si “sentono” le caratteristiche di cui sopra, le dispone verso questi come colei che vuole la protezione del maschio ” Padre” o quella che si offre verso l’altro come la femmina “madre”.
    Se penso a mia moglie, per esempio, la vedo completamente diversa nelle due manifestazioni “sentimentali” , perché col Jim Morrison di Lisbona era ” madre” mentre con me si sente (si sentiva, via) ” figlia”. Entrambe necessità immanenti nella donna, in questo caso, e nell’essere umano in generale. Io stesso la vorrei “madre” in certi momenti, perche’ non si perdono mai questi bisogni di amore “gratuito” come quando si era bambini.
    Quando io “invidio” quella dedizione che la mia lei dava a quel disgraziato, succede perché nessuno e’ bianco o nero, ma ci portiamo dentro una varietà di “grigi” che comunque chiedono di essere riconosciuti. Questo caleidoscopio di sentimenti e sensazioni ci sfuggono razionalmente, ma quando emergono dal profondo reclamano il loro ruolo e la loro soddisfazione. Riuscire a capirlo, come sto tentando di fare io, significa fare un passo avanti nel superamento di quegli ostacoli che bloccano la propria crescita e quella del rapporto dove nascono.

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