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Uomini e donne che non si capiscono

di uqbardeva
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.534 commenti

Pagine: 1 137 138 139 140 141 154

  1. 1381
    Giampaolo -

    Verità,
    Hai ragione su tutto.
    Ma credimi non è facile.
    Parli di un’immagine da cancellare….verissimo !
    Difficilissimo scrollarsi di dosso quell’immagine.
    E sai perchè ? Perchè non comprendo, non capisco.
    E io sono sempre uno che nella vita quando si è fatto delle domande, si è dato sempre delle risposte.
    In questo caso non ci riesco. Almeno non a tutto.

    Poi sai che c’è Verità ? Ci sono delle cose, accadute dopo che è uscita di casa che mi mandano ancora più fuori strada.

    Parli di opportunismo, debolezza e disturbi mentali. La terza forse no. Ma alle prime due ci ho spesso pensato.

    Ma nella mia vita le ho sempre riconosciute in tempo le persone così. Soprattutto quelle false. Stavolta come mai non ci sono riuscito ? E caspita, ci vivevo insieme !
    I conti non mi tornano, capisci Verità ?

    Allora continuo a domandarmi: ma ho fatto davvero qualcosa di male ?
    Ma anche qui i conti non tornano.

    Se riuscissi a far “tornare i conti” forse riuscirei a sciogliere quei nodi di cui tu parli.

    Ma la cosa più strana è che anche alle persone a noi vicine i “conti non tornano” !
    Ancora adesso a distanza di anni mi capita di sentirmi chiedere “ma come mai ? cosa è successo ?, possibile ? io ancora non ci credo !” Strano no ?

  2. 1382
    Valinda -

    Ciao ROSSANA grazie e auguri anche a te per la tua vita e le tue cose 🙂
    Realtà è anche il tipo di rapporto che si è venuto a creare con l’uomo di mio interesse..sì è vero, anche se faccio sempre un po’di fatica a rapportarmi a lui. Dice che la nostra è una storia strana e complicata. A me invece sembra tutto fin troppo semplice..io volevo starci insieme seriamente, lui no. I fatti sono questi, indietro non si può tornare ma mi sembra che non stiamo neppure andando avanti. Non ci vediamo, non ci telefoniamo ma siamo sempre lì a dirsi che era bello stare insieme, la malinconia,però, ma..sempre troppi ma. E mi chiedo che senso ha tutto questo. Ma in fondo io cosa volevo lo sapevo e sulle sue decisioni non ho nessun potere.
    Prima volevo essere la sua ragazza ma adesso troppe cose sono successe, troppe ferite..anche se lui volesse non so se mi fiderei e mi sentirei un ripiego. Per questo mi sembra di non andare avanti anche se in realtà forse lo stiamo facendo parlando, confidandoci, mettendo tutto nero su bianco.
    Io e lui ci conosciamo da quasi due anni e non ci siamo mai persi di vista. E non sono certo state tutte rose e fiore, anzi. C’è ancora attrazione, ci vogliamo bene, parliamo di tutto, ci conosciamo anche nei nostri difetti, quando siamo insieme sorridiamo sempre siamo contenti. Cos’altro serve per amare ed essere amati? Io vedo in giro tanta gente che si accontenta di molto meno.
    Forse a un certo punto bisogna solo dirsi che è andata così, che non era destino..mettere tutto in un cassetto e riaprirlo quando i ricordi non faranno più male. E questo vale per tutti noi credo.

    È vero sfogarsi fa bene grazie ROSSANA un abbraccio.

    un saluto a tutti.

  3. 1383
    Golem -

    Il fallimento di un rapporto diventa insostenibile quando l’altro è stato una proiezione delle proprie aspettative, e non viene accettato come individuo capace di prendere decisioni che possono anche apparirci assurde.
    In questi casi la domanda che si pone il tradito che si e’ comportato “onestamente” come Giampaolo e’: “come può aver fatto questo”, che tradotta in altri termini significa: “come si è permesso/a di aver fatto questo a me”, il che sottintende un’opinione di se’ prevalente rispetto alla dualità che il rapporto di coppia comunque contiene, nel quale NON è prevista nessuna possibilità di soggettività che non sia funzionale a quel l’idea di “mondo”. In fondo e’ come se questa persona facesse parte di un personale patrimonio, e quindi fosse una “proprietà”.
    Il tradimento visto nei termini appena spiegati dimostra la volontà del “tradito” di aver pensato di ricrearsi un proprio “mondo sicuro” già sperimentato, al quale era stato probabilmente abituato dalle figure genitoriali, “mondo” entrò il quale l’altro è solo un ulteriore tassello dell’antico, rassicurante mosaico emotivo che si vuole reiterare.
    Se si conosce solo “un mondo”, che si è tentato di ricreare in un rapporto di coppia, e questo crolla, al di la delle colpe del traditore, bisognerà interrogarsi sul ruolo che si pensava dovesse svolgere quest’ultimo. Ma soprattutto capire se questo coincideva con la personalità dello stesso.
    Io so solo una cosa, che si lascia un “mondo” solo quando in questo si “vive” male. Altrimenti nessuno si “suicida” per cattiveria verso un altro. Si abbandona un luogo perché non si riesce più ad esprimersi, e quindi a vivere. Pensiamoci.

  4. 1384
    maria grazia -

    giampaolo
    credo che nessuna analisi riguardo alla tua storia possa essere più lucida ed obiettiva come quella scritta da verità. probabilmente tu fai fatica ad accettare che a un certo punto la donna che tanto amavi e in cui hai investito tutto si sia trasformata ( o si sia rivelata ) in una persona opportunista. o semplicemente una persona che a un certo punto, non provando più quello che provava prima, non ha avuto il coraggio di essere chiara e sincera. non per giustificare il comportamento della tua ex moglie, che indubbiamente è stato ingiusto e scorretto nei tuoi confronti… ma ho come l’ impressione che questo suo limite non fosse solo insito in lei, nella sua natura, ma nascesse anche da una difficoltà creata dal fatto che FORSE tu ti aspetti molto dalle persone che ami e che hai vicino, tendendo a costruirti un’ immagine idealizzata di loro, che certamente non potrà mai essere attinente al vero, in quanto poco sostenibile sul piano pratico e meramente umano. ti sei mai posto la questione in questi termini ? ciao

  5. 1385
    Giampaolo -

    Golem,

    Il tradito non si pone la domanda tradotta in “come si è permesso di fare questo a me”

    Il tradito è solo DELUSO dall’altra persona. Ma non perchè si pensa che l’altra possa essere un patrimonio personale e quindi una PROPRIETA’ !

    Non credo proprio che una persona scelga il/la proprio compagno per crearsi un mondo sicuro. E non credo nemmeno la si consideri come un tassello.

    Credo che le cose siano un tantino più semplici. Si sceglie il/la proprio compagno in base ad attrazione e compatibilità. Un semplice incastro.

    Ti trovi bene con il corpo, la mente, e i gusti dell’altra persona.

    Non ho mai pensato che la mia compagna dovesse svolgere un ruolo. Non ho mai pensato di “plasmarla”

    Anzi è lei che fondamentalmente si è presentato dicendo “questo è il mio ruolo, questo il mio modo di fare, questo il mio modo di essere”

    A me piaceva LEI e quello che LEI proponeva.

    Se non mi piaceva LEI, se non mi piaceva quello che proponeva, cambiavo strada.

    Non ho bisogno di pensare al fatto che se si lascia un mondo è perchè in questo mondo ci si vive male. E’ normale che sia così

    Io non vado ad abitare in un seminterrato di 50 mq. Perchè so che non ci resisterei più di tanto. E se sono costretto a farlo, lo dico che lì ci sto stretto. Facendo presente che appena possibile mi trasferirò in un appartamento più grande e situato più in alto.

    Ma se chi lascia un mondo dove vive male è la stessa persona che aveva proposto di vivere in quel mondo.

    E di punto in bianco scappa da quel mondo.

    E lo fa senza aver manifestato disagio alcuno.

    Rinnegando successivamente ciò che aveva scelto in precedenza.

    Allora il PROBLEMA, quello VERO, sta in chi LASCIA quel mondo.

    Pensiamoci !

  6. 1386
    la verità fa male -

    Giampaolo, leggi attentamente ciò che ha scritto Golem. Guarda Giampaolo te lo ripeto, che sono cose complesse. Io credo che tu dovresti prendere in considerazione una psicoterapia, per “sciogliere” quei nodi di cui anche tu ora ti rendi ben conto.

    Golem, sono d’accordo: “Io so solo una cosa, che si lascia un “mondo” solo quando in questo si “vive” male. Altrimenti nessuno si “suicida” per cattiveria verso un altro. Si abbandona un luogo perché non si riesce più ad esprimersi, e quindi a vivere. Pensiamoci.”.

    Io ci ho pensato eccome. Sono mesi che ci penso. Mi tocca. Nonostante il problema mi sia venuto dal mio ex (dico per la maggiore; visto che col cavolo potevo pensare ai miei, di problemi: lui si prendeva tutto lo spazio; non solo: precisamente per i miei problemi, di sicuro lui non poteva aiutarmi, e non che io volessi il suo aiuto, dico intendendo che non doveva mettermi i bastoni tra le ruote per risolverli!).

    Vorrei perciò dirti che riguardo il mio ex… Lui stava, dopo essersi “presentato” come un altro (quello che da sempre, presumo, avrebbe voluto essere e fare; quello che lui “immaginava”, attribuendo inconsciamente la responsabilità del fallimento del suo matrimonio alla moglie, e lei faceva uguale se non peggio…), spostando completamente la relazione su il SUO, ahimè, modello genitoriale… Pensa che all’inizio, e per del tempo, diceva che era terrorizzato di diventare, essere, come suo padre… Al contempo mi disse che gli ricordavo sua madre, su certe cose. Bene. Dopo un inzio assolutamente “democratico”, “libero”, eccetera, mi diventa come suo padre e io stavo davvero diventando come sua madre. Tutto questo “grazie” a una somma di problemi che io da persona responsabile ho pensato di aiutare prima lui a risolvere, ma per urgenza. Che ha fatto lui? Ha creduto che andasse bene così! Capito il genio?
    Dopo un po’, e precisamente quando lui mi aveva “conquistata” e aveva avuto molte “prove” del mio amore, inizia a “trasformare” il nostro rapporto in una “replica”.
    E io non ci sto, assolutamente!

    Ho fatto un lavoro enorme su me, per non ripetere gli errori dei miei genitori, e ora mi dovrei adattare a SUE decisioni, a sue repliche? Ma nemmeno per idea!
    E poi, dopo un lavoro enorme su me, a causa dei miei genitori, ora secondo QUESTI (lui, moglie, figli) io ricomincio a essere messa in un casino, di a me perfetti estranei per giunta? Ma nemmeno per sogno.

  7. 1387
    la verità fa male -

    Quindi Golem, visto che mi ci sono spaccata il cervello, ti dico una delle interpretazioni, e che nel mio caso non è andata precisamente come tu hai scritto in generale (nel passo riportato). Lui, il mio ex, si è creato, e parecchio grazie a me, il “nuovo mondo” che “sognava” da sempre (ma come sappiamo sognare è una cosa, realizzare e vivere un’altra, oppure possiamo dire che realizzare i sogni non è facile, e siamo tutti bravissimi, finché siamo lì solo a sognare…), poi il “mondo vecchio” lo “tirava”: c’era il suo modello, e c’era la famiglia vera che lui si era creata (il fallimento… Della prima sua “replica”… Con ruoli invertiti: lui era sua mamma, lei l’aggressiva padre…), in più una montagna di sensi di colpa: che ovviamente, stratificati a tonnellate, ti fanno perdere ogni riferimento… Chi sono? Cosa sento io? Eccetera.
    Gli ho fatto capire che lui o cambiava, o proseguiva con me nel nuovo mondo (che in parte eravamo già riusciti a creare), o cambiavamo insieme, fianco a fianco, o altrimenti non sarei stata disposta, assolutamente, a replicare quei casini (per quello bastavano la ex moglie e i figli, che infatti opponevano enormi resistenze).

    Dunque lui, pur con l’astuzia (una astuzia del tutto inutile CON ME: perché a me non la si può venire a raccontare, visto che se una cosa conosco BENE, sono queste cose… Che ho iniziato a vedere a cinque anni) ha voluto attribuire a me bla bla bla. Mentre il problema VERO lui non l’ha voluto affrontare.

    Quando ha capito che io NON MOLLAVO, allora – pur stando molto male entrambi – ha mollato.
    Ed è tornato, semplicemente, nel suo “vecchio mondo”. E io uguale.

    E il suo “male”, Golem, è che ha toccato dei limiti suoi che non riusciva a superare. E allora mi doveva buttare dentro una vita che io non volevo assolutamente: cambiandomi le carte in tavola, in corso d’opera. E NEMMENO, almeno, COMUNICANDOMELO. No, doveva essere persino SOTTINTESO. Perché lui NEMMENO questa responsabilità voleva prendersi.
    E quando io allora andavo in altra direzione, allora lui si scatenava, e si disperava.
    Ha fatto e detto di tutto: meno fare ciò che sentiva veramente, in vita sua, meno dire la verità. La semplice verità.
    E allora lui, tra un po’, stai sicuro che andrà da una, a dirle che “vuole cambiare vita”, mentre dovrà cambiarla lei. E dopo i “bei sogni”, in peggio. Perché lui è una persona negativa: nei FATTI.

  8. 1388
    la verità fa male -

    Giampaolo, “Ma nella mia vita le ho sempre riconosciute in tempo le persone così. Soprattutto quelle false. Stavolta come mai non ci sono riuscito ? E caspita, ci vivevo insieme !
    I conti non mi tornano, capisci Verità ?”.

    I conti tornano sempre, prima o dopo: per la mia esperienza. Devi fare un grosso lavoro FINCHE’ i conti ti torneranno, vedrai.
    Scusami, ma sai quante volte io mi sono sbagliata sulle persone? Non è che ti succede una volta, Giampaolo, e allora la vita ti è finita.

    Se tu lavori in proprio, ti scegli un socio. Siete amici, va tutto a gonfie vele per venti anni, finché non capisci che il socio ti ha fregato. Ti ha lasciato debiti che tu devi pagare. Che fai? Ti tocca pagare – pure – i debiti. E ti tocca pure pensare: va be’, per venti anni almeno, ho lavorato. E ho lavorato e guadagnato bene. Sennò che fai, ti spari?

    Seguendo l’ipotesi, del tutto probabile, di Golem, diciamo: tu sapevi che cosa volevi e hai cercato ciò che volevi, che si avvicinava al tuo “modello”. Bene. Non c’è nulla di male in questo. Peccato che lei forse non conosceva lei stessa. Il “modello” ormai le andava stretto, è sempre una “persona” e non un modello. Comprendi?

    Magari ti puoi togliere il “fardello” che lei ti ha buttato addosso: le colpe erano tutte tue, se lei non sapeva PRIMA che cosa voleva? Erano tutte sue perché lei è cambiata DOPO? No che non erano tutte colpe sue, se era cambiata. Ma che lo dicesse, però.

    Anche il mio ex ha fatto così, Giampaolo. Ma tu devi capire che ci sono persone che vogliono uscirne “pulite” di fronte al partner e di fronte… Al mondo intero. E che non sanno ciò che vogliono o credono di avere strumenti che non hanno in realtà.

    Io me ne sono sempre fregata, di questo. Mi prendo le responsabilità di un cambiamento, se c’è. E lo dico. Se l’altro è “ignaro”, o sta proseguendo, o crede di star proseguendo, su un’altra strada, COMUNE. Mi sembra il minimo, questo. Se ho amato, se ho stimato una persona: mi sembra il minimo.

    Ma mancano le basi. L’ABC, del rispetto, in generale, oggi, e tutto questo è molto legato alla non consapevolezza di sé. Quindi torneremmo in discorsi già fatti… Se tutti cominciano a fare come “gli altri”, le cose peggioreranno, in questo senso. Se siamo umani, dimostriamolo, e non comportiamoci da bestie. Come dicevi anche tu e M.
    Però, se lo hanno fatto, Giampaolo, si deve andare, e non voltarsi più. E’ vita di loro, è cosa di loro.

  9. 1389
    Giampaolo -

    Maria Grazia,

    “…ma ho come l’ impressione che questo suo limite non fosse solo insito in lei, nella sua natura, ma nascesse anche da una difficoltà creata dal fatto che FORSE tu ti aspetti molto dalle persone che ami e che hai vicino, tendendo a costruirti un’ immagine idealizzata di loro, che certamente non potrà mai essere attinente al vero, in quanto poco sostenibile sul piano pratico e meramente umano. ti sei mai posto la questione in questi termini ? ciao…”

    Assolutamente no Maria Grazia. Io non avevo idealizzato nulla. Mi attenevo a ciò che lei era e diceva. Mi fidavo così come lei si fidava di me.
    Non me la sono mai posta questa questione perchè non è mai esistita !

    Verità,

    Psicoterapia ? Ci ho provato.

  10. 1390
    Golem -

    Cari amici io ho imparato, come tutti, che si finisce di conoscere e di conoscersi solo quando si finisce di vivere, e a volte si diparte con la sensazione di non aver che cominciato a capire.
    Queste “mutazioni” della prospettiva dovute alla nuova conoscenza con la quale si osserva la realtà, cambiano inevitabilmente il giudizio che su questa si ha.
    Giampaolo non comprende il comportamento della moglie, ma come nel caso della scena di un delitto senza testimoni, dai fatti si possono trarre delle conclusioni. La moglie ha cambiato mondo, senza esservi costretta pare, in quanto EVIDENTEMENTE non si riconosceva più nel primo. Movente? E questo se non lo ha compreso Giampaolo, difficilmente potremo farlo noi. Infatti le mie sono solo ipotesi basate sull’atteggiamento incredulo di lui, che in un modo o nell’altro ha subìto un fatto che non immaginava neanche lontanamente.
    Tempo fa ho avuto modo di dire che stando con mia moglie da due decenni, basta un insignificante dettaglio, che sfuggirebbe anche a Sherlock Holmes, perchè io, e ancor di più lei, ci si accorga che c’è qualcosa di diverso tra noi. Di solito è così in chi si frequenta da anni, ma succede anche tra amici e persino tra colleghi.
    Il fatto che Giampaolo non abbia percepito NIENTE che facesse pensare all’epilogo che conosciamo, dimostra due cose: o che non c’era una VERA comunicazione tra i due, o che lei abbia recitato per anni. Ma la domanda è: che convenienza c’è nel portare avanti una recita? Una vita da principessa di Monaco? L’ingresso nel jet set arrivando da un ceto sociale molto più modesto? Non credo, anche se molte donne dimostrano di gradire questo genere di scambi del tipo “do ut des”. Ma senza voler offendere nessuno, a occhio e croce non mi pare il caso di questa donna.
    Allora, se non è impazzita come dice Giampaolo, cosa può essere successo? Quello che ci DICE la logica: nel mondo di Giampaolo lei non si identificava più.

    Caro Giampaolo, se non puoi sapere il perchè, o addirittura non vuoi, ammesso che conoscerlo servisse a farla tornare, o davvero volti pagina, come io, Verità e altri in un modo o nell’altro ti stiamo consigliando, oppure devi interrogarti sul fatto che tu, anche inconsapevolmente, abbia prodotto in lei quella decisione che ora ti fa soffrire. Insomma, converrai con me che un maledetto motivo ci deve essere? Lascia stare che secondo te quando si dice “ti amo” dovrebbe essere per sempre, perchè come vedi NON è così, anche se quando lei te l’ha giurato lo pensava.
    >>

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