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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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M. la “ghigliottina” delle 10 mi ha tagliato il prosieguo del post precedente, che cerco di recuperare con questo.
La paura è un buon sentimento invece, l’esempio a cui tu fai riferimento per descriverla si addice più all’insicurezza, che è cosa ben diversa, ed è solo quella che spinge chi ne soffre a volersi garantire l’amore, più per averlo che non per darlo. La paura non è vigliaccheria, perchè solo provando quella e superandola si è coraggiosi. Atrimenti si parla di incoscienza. Ma anche l’insicurezza rientra nelle debolezze umane, verso le quali bisognerà cercare di essere tolleranti, sia che riguardi noi che gli altri. L’idealizzazione di un sentimento come l’amore, che si è formato nei millenni per “santificare” un bisogno vitale come quello della riproduzione, attiene all’emergere del bisogno religioso, del divino, che ogni essere umano prova attraverso le mille sfumature e declinazioni che gli consente il proprio background fatto di cultura, esperienza e intelligenza, fin da quando ha cominciato a guardare il cielo e a porsi delle domande. Ma come in tutte le manifestazioni della “creatività” e della fantasia umana, il risveglio alla realtà è sempre traumatico e deludente, quindi a volte si preferisce continuare a…sognare.
In fondo Shakespeare lo aveva capito benissimo, forse meglio del grande Wilde, quando scriveva che: “Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno
è racchiusa la nostra breve vita”.
Quanto alle tue capacità verbo-seduttive non hai dì che preoccuparti, non hanno connotazioni sessuali e affascinano indifferentemente. L’importante è che non diventino lo “specchio” cui accennavo in precedenza, ma d’acqua però, nel quale si può facilmente scivolare. Annegando.
Comunque il mio filosofo guida è Epicuro, ma credo che lo avevi intuito. Ciao.
Caro Giampaolo, la tua è una lotta contro i mulini a vento. Se non riuscirai ad accettare questa benedetta realtà, sia la tua che quella che viviamo tutti, cercando di adattartici, sei destinato a vivere il supplizio di Tantalo per il resto della vita.
Può darsi che una volta ci fossero i valori cui ti riferisci tu e nei quali ti rispecchi, ma se è vero che sono scomparsi, non serve a niente protestare contro il destino baro, ma cercare di trovava una possibile convivenza con la realtà che ci circonda. Non sarà il mondo ad adattarsi a noi, ma il contrario. E ancora una volta devo chiudere con una spiazzante banalità.
Buon fine settimana.
verità
tu hai ragione nel dire che è del tutto infondato il pregiudizio secondo il quale la donna vorrebbe la stabilità affettiva, mentre l’ uomo no. anzi spesso è vero il contrario, anche se la nostra cultura rende le donne restìe ad ammetterlo, con tutte le conseguenze e le contraddizioni che vediamo. io CREDO a giampaolo quando dice che le donne – nella maggior parte dei casi – appaiono contraddittorie. ma non appaiono così per i motivi che afferma giampaolo ( instabilità emotiva, inconsapevolezza ), ma perchè la mentalità imperante impone loro di apparire in una cera maniera ( la donna che ha avuto poche esperienze sessuali, la donna che desidera SOLO il matrimonio ) quando invece magari molte sono tutt’ altro. e quando sono tutt’ altro NON E’ PER LOGICHE INDOTTE DALLA SOCIETA’ MODERNA, ma perchè sono persone fatte così ! da qui tutte le incongruenze a cui assistiamo. ora, premesso che TUTTI gli esseri umani hanno bisogno di amare e di essere riamati ( sia quelli tradizionalisti che quelli più trasgressivi ) è chiaro che c’è un errore di fondo nell’ affermare che il matrimonio è necessariamente la FORMA MASSIMA di sublimazione del sentimento amoroso, e che non comporta NESSUN OBBLIGO ( OVVERO NESSUNA IPOTETICA GABBIA ) quando ci fosse in esso vero amore. il matrimonio, pur nella sua concezione più nobile, DI FATTO COMPORTA DEGLI OBBLIGHI, obblighi da cui INEVITABILMENTE nascono delle “gabbie”. dire che il matrimonio non è un onere è una contraddizione in termini, perchè di per sè è la dimostrazione che due esseri umani ( quindi intendo anche i matrimoni gay ) sentono il bisogno di “tutelarsi” in qualche modo dalle “intermperie” che l’ altro potrebbe manifestare nel futuro. e già questo io lo vedo come UN LIMITE nel sentimento dell’ altro nei miei confronti. IL VERO SENTIMENTO a mio avviso è incondizionato, non presuppone delle “clausole”. perchè la messa in atto di una clausola significa automaticamente che io, con il matrimonio, MI VOGLIO TUTELARE DA UN POSSIBILE ABBANDONO perchè in fondo in fondo non mi fido di te, non penso che il tuo sentimento sia abbastanza forte da evitarmi dolori e delusioni in futuro.
La donna, ma anche l’ uomo, CHE PRETENDONO UN CONTRATTO AMOROSO SCRITTO stanno amando l’ altro di un amore che presuppone UNA CONDIZIONE: tu non dovrai mai lasciarmi altrimenti ti “odierò”, altrimenti dovrai cedermi la casa, i figli, e il mantenimento. MA PER ME l’ amore VERO non presuppone “punizioni” quando il…
… quando il sentimento venisse a mancare.
riguardo al fatto di essere all’ avanguardia, ti dico anche in questo caso il mio punto di vista. Non pensare che io sia all’ avanguardia da quando avevo cinque anni. No, non è così ! quello di “aprire la mente” è un percorso che io ho fatto crescendo e non è stato un percorso indolore. Come tutte le ragazzine anch’ io mi immaginavo che un bel giorno sarebbe arrivato IL MIO principe a “trarmi in salvo” e che io poi mi sarei dedicata solo a lui. ma ahimè… le cose sono andate diversamente, col passare del tempo mi sono accorta che il mondo andava in un’ altra direzione rispetto ai valori tradizionali che mi aveva trasmesso la mia famiglia d’ origine e tutto l’ ambiente piccolo borghese in cui sono cresciuta. E MI SONO ADATTATA a questo “nuovo mondo” che per tanto tempo ho fatto un’ enorme fatica a capire, proprio perchè ero stata “programmata” secondo una VISIONE TRADIZIONALE: ti sposi a 25 anni, fai figli, e la tua unione dovrà durare per sempre. Scoprendo alla fine che forse, quello in cui in passato avevo sempre creduto ( il vincolo affettivo, l’ amore eterno ) era SOLO UN CONCETTO ASTRATTO E CHE LA NOSTRA NATURA UMANA E’ BEN DIVERSA. ma prima le persone erano intrappolate dalla morale cattolica, che imponeva a tutti certe scelte. ora non più, e di conseguenza la gente si mostra PER QUELLO CHE E’. è questo che io non capivo…La mia non era la “famiglia perfetta”, ma era una famiglia in cui ci si voleva bene e nella quale il matrimonio era considerato qualcosa di “sacro”. per me era impensabile quello che sta succedendo oggi nelle coppie moderne. Ma per sopravvivere mi sono dovuta RESETTARE COMPLETAMENTE altrimenti, un pò come sta facendo giampaolo, avrei continuato a scagliarmi all’ infinito contro i mulini a vento alla ricerca di cose sepolte e perdute, che non fanno più parte dell’ epoca in cui vivo la mia vita adulta. è come quando sono stata costretta a diventare un’ esperta dell’ uso del computer per motivi di lavoro, quando prima avevo sempre odiato questi aggeggi…o imparavo le “nuove logiche” del mondo professionale, o RESTAVO FUORI. non so se il paragone possa essere calzante… spero di si. un grande saluto 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=GL4LLcY3TSc
Golem,
nel tuo ultimo commento, tolta la frase alla Mandela sul coraggio, tolti i riferimenti a Wilde, tolti Epicuro e compagnia, tolto Shakespeare, di Golem che cosa resta?
Qual è la TUA idea?
Qual è la TUA visione?
In passato è stato detto tutto al contrario di tutto.
Per esempio Moravia, sulla questione coraggio e paura, diceva esattamente l’opposto di Mandela.
Tu puoi anche riportare risultati di pensiero fatti da altre persone, ma io sono interessato al TUO percorso logico che ti ha portato a pensarla come Tizio o Caio o come mai nessuno prima.
Io voglio sapere quello che Golem pensa, a parole e concetti suoi.
Maria Grazia,
“con il matrimonio, MI VOGLIO TUTELARE DA UN POSSIBILE ABBANDONO perché in fondo in fondo non mi fido di te, non penso che il tuo sentimento sia abbastanza forte da evitarmi dolori e delusioni in futuro”.
Credo che la spinta verso il matrimonio sia una enorme fiducia, e non la mancanza di essa.
Non ti sposo perché non mi fido abbastanza, ma perché mi fido, troppo, direi io.
E poi ci sono già gli strumenti giuridici per dare una tutela patrimoniale a chi ci sta di fianco, è solo che non sono conosciuti o si preferisce seguire la tradizione del matrimonio.
Attendo uno scritto di Rossana e di Golem.
Golem,
sicuramente l’hai già fatto, ma se così non fosse, leggi il Fedone.
bellissimo viaggio letterario!
E poi….la battuta sulla seduzione verso un uomo, era una battuta, appunto.
Ciao
M.
Tu, come noi noi tutti qui nel forum, non leggi l’intero contenuto dei post.
Ti ho portato l’esempio del “ti passo a prendere domattina alle otto”
Ma poco dopo ti ho scritto che nella mia vita ho detto “ti amo” una sola volta. E l’ho garantito nel tempo.
Caro M., l’orizzonte temporale non conta se si sa quel che si vuole.
E parlando di sentimenti, se si é sicuri dei propri sentimenti.
Si M. L’amore non e’ atemporale, lo dico implicitamente quando sostengo che siamo noi assieme a lui a passare. Se tu hai raggiunto, come dici, una autonomia indipendente dall’amore, e’ esattamente il momento in cui amerai veramente. L’indiffernza al bisogno e la condizione perché ‘l’umanità” presente nell’amore emerga rispetto all ‘istinto, anche se questo vigilerà sempre sullo svolgimento della missione e farà comunque sentire il suo ” pontificato”.
Io ci sono arrivato grazie a lei, la mia donna, a questa autonomia. Questo miracolo e’ frutto della sinergia che miracolosamente si viene a creare tra due anime simili, delle quali una potrebbe essere ancora alla ricerca di quell’equilibrio che tu hai raggiunto per motivi opposti ai miei. Attraverso il dolore.
Io no l’ho raggiunta attraverso il suo amore. Quello che ti lascia libero di scoprire chi sei veramente. Che c’è senza bisogno di cercarlo, che colma quelle carenze di attenzione che non hai avuto quando avresti dovuto, che ti ama anche quando meriteresti di non essere amato. Allora cresci e ti completi e capisci che per poter amare veramente…non devi avere BISOGNO di amare. Avrai accettato la realtà e te stesso in quella realtà e sarai in equilibrio con entrambi. Non sarà la sete a spingerti verso la bevanda ma il piacere della degustazione, non la fame ma l’appetito ad apprezzare le sfumature di sapori di quel piatto.
In fondo e’ la base della filosofia di Epicuro che non ricercava il piacere edonistico come e’ stato stravolto nel suo significato originario da chi non ha saputo cogliere la vera essenza del suo pensiero. Quello di godere delle piccole cose, per estrarne l’essenza piu’ intima, fino a fargli dire ad uno dei suoi discepoli: ” qualche volta portatemi un pezzo di pane e un po’ di formaggio perché io possa scialare “.
Un cordiale saluto.
M. credo di aver risposto nel post precedente alla tua domanda postami contemporaneamente al momento in cui scrivevo il mio messaggio. Se non fossi stato chiaro lo sarò successivamente. Ciao e grazie per l’indicazione su Fedone. Non basta la vita per leggere tutto.
Giampaolo,
io leggo tutti i post che sono stati scritti da quando ci sono anch’io, in avanti.
Compresi i tuoi.
Do l’idea di uno incapace di capire cosa voglio dalla vita?
Hai detto ti amo una sola volta nella vita?
Va bene. Com’è andata a finire? Cos’ha garantito, questo, di diverso da chi ha detto ti amo più di una volta, e tutte le volte che lo ha pronunciato?
In fin dei conti io non trovo tanta differenza nei risultati che si possono raggiungere in un rapporto.
O una cosa funziona o non funziona, non ci sono altre vie.
La differenza la fa il modo in cui ti vivi l’inizio, il durante e la fine.
Per quanto riguarda me, non accadrà mai più di rincorrere una persona; cosa che ho fatto.
E’ stato un grande errore questo mio rincorrere, ma mi sono perdono.
Io sono disincantato, le frasi alla bacio perugina non mi toccano più, eventuali promesse le respingo al mittente.
Se in futuro dovrò fare i conti con la fine di un rapporto, non mi interessa dilaniarmi per un amore che è finito, so di avere la forza di affrontare tutto, e nemmeno mi sottraggo a questo.
Non mi SOTTRAGGO a nulla per PAURA di soffrire.
Questa cosa la fanno i codardi.
Io chiedo verità e coerenza con i propri sentimenti, e GARANTISCO verità e coerenza a chi mi sta vicino, nel momento in cui mi sta vicino.
Garantisco la verità e la PRESENZA di un sentimento, fino a quando questo durerà.
Non voglio sopportazione, frustrazione, finzione in un rapporto.
Ne vedo tante di persone che sopportano, che hanno preferito tradire la propria natura, castrare la propria esistenza, per paura di vedere le cose per quelle che erano, per incapacità di tagliare il cordone ombelicale.
Io non voglio diventare come loro. Privi di forma. E sostanza.
In fin dei conti che cosa ci differenzia?
Verità, non credevo di avere così tanti punti in comune con te (rif. Post n. 1300)
Gli amici non sono quelli di Facebook (ennesima cazzata del 2000). Gli amici sono reali e non virtuali.
I miei, almeno ultratrentennali ci sono sempre stati. Quando c’era da ridere e quando c’era da piangere. Quando anni fa mia moglie fece la bastardata, loro c’erano. Mi telefonavano: “come stai?” E se mi sentivano un po’ giù partivano. Anche se si trovavano a 100 km di distanza. Da soli o in compagnia per stare con me un’ora o un giorno. Ed erano tutti sotto la bara di mio padre, insieme a me, quando é venuto a mancare.
Per questo non ci sto a certe cose. Perché ho vissuto, e vivo sulla mia pelle, quelli che sono i valori veri della vita.
Eccole le certezze M. Se c’e’ bisogno loro scappano da me ed io da loro. E ridiamo quando c’e’ da ridere. E ci mandiamo affanculo se necessario.
É già successo e succederà ancora. Sempre!
Eccole le certezze M. Se c’e’ bisogno loro scappano da me ed io da loro. E ridiamo quando c’e’ da ridere. E ci mandiamo affanculo se necessario.
É già successo e succederà ancora. Sempre!
Non hai capito nulla, Giampaolo, ma va bene così