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Uomini e donne che non si capiscono

di uqbardeva
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.534 commenti

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  1. 1261
    Golem -

    Ok Rossana, ricevuto. Il mio giudizio è sull'”artista” naturalmente, mi sembrava chiaro, ma è inevitabile che se questo non esiste che nell’immaginazione di quella persona, il giudizio “sull’uomo” se lo dà da solo credo. Va bene dai, chiudiamo ‘sta storia, scusami tu. Ciao

  2. 1262
    la verità fa male -

    Giampaolo come stai?

    Maria Grazia, ti va di scambiarci le mail?

    Rossana, ti posso scrivere a quell’indirizzo che hai lasciato? Non per impegnarti in scambi di mail. Solo per chiederti come stai, di tanto in tanto, se dovessimo perderci di vista.

  3. 1263
    rossana -

    Verità,
    non sono un’esperta in materia. la psicanalisi l’ho vissuta sulla mia pella per parecchi anni, e poi me la sono continuata da sola.

    a quanto so, non tutti i traumi sono curabili. si distinguono a grandi linee fra nevrosi (meno seri) e psicosi (già parecchio più gravi), a seconda della loro qualità ed entità. questi ultimi spesso non sono del tutto guaribili. tuttavia, spesso le cure, se accettate e interiorizzate, possono permettere di conviverci con minor difficoltà e sofferenza.

    le condizioni senza le quali è difficile che si possano ottenere risultati sono: la ferma volontà del paziente di sottoporsi ad analisi; la sua età, che dev’essere relativamente giovane (pare che, superati i 35-40 anni, sia più difficile venirne fuori decentemente) ma soprattutto la fortuna d’incontrare il medico più adatto al temperamento e alle esigenze dell’interessato.

    ora esistono terapie più rapide della psicanalisi, che sembrano dare ugualmente ottimi frutti. a volte, vista l’attuale fragilità collettiva e la scarsissima capacità d’introspezione, anche una semplice terapia d’appoggio da parte di un qualsiasi psicologo può essere utile. in questo campo, più che mai, volere è potere!

  4. 1264
    rossana -

    M.,
    “che differenza c’è, per voi, tra un uomo disincantato ed uno che parte con l’idea di perdere?”

    chi è disincantato si attiene alla realtà e alla concretezza, ai fatti e non alle parole, senza farsi illusioni e senza fare previsioni, né in positivo né in negativo; chi, invece, parte con l’idea di perdere tenderà a essere meno coraggioso, a limitare i propri slanci giocando spesso in difesa, a immaginare nel tempo tutte le ricadute potenzialmente negative.

    la differenza fra i due per me consiste nel fatto che il primo, pur non essendo ottimista nel vero senso della parola, si gode il viaggio, nel meglio che da esso può trarre, mentre il secondo, più insicuro e tendenzialmente pessimista, già se lo inquina da solo, prima che ci pensino a farlo lo scorrere del tempo o eventuali circostanze sfavorevoli. il primo vive nel presente, il secondo si proietta, insensatamente nel futuro.

    in ambito amoroso entrambi gli atteggiamenti, però, possono subire notevoli variazioni, difficili da controllare, se al protagonista dovesse accadere di innamorarsi anche soltanto un tantinello, nel profondo. quindi, in questo campo le intenzioni hanno più o meno lo stesso valore/potere delle foglie trascinate dal vento…

    intelligenza e sensibilità portano quasi sempre alla curiosità, sia nei maschi che nelle femmine, anche se, obiettivamente, queste ne sono maggiormente affette.

    Caravaggio è un grande! e ben figura nella mia collezione di cartoline a colori di Madonne con Bambino di tutti i tempi (sempre uguali e sempre diverse), immaginate e immortalate da pittori, più o meno bravi, del mondo intero. la bellezza forse non potrà salvare il mondo ma ha grandi possibilità di renderlo meno amaro e forse, anche, meno egoistico… sempre se ci si accontenta di goderne, senza volersene impossessare che in piccola parte, anche solo con lo sguardo…

    Verità,
    sì, puoi scrivermi a quell’indirizzo mail, avvertendomi quando lo fai, di modo che ti possa rispondere con l’indirizzo che uso abitualmente e che tu nel tempo faccia riferimento a quello e non al primo, provvisorio. apprezzo il tuo intento anche se, come al solito, non m’impegno in termini di correttezza e continuità…

  5. 1265
    maria grazia -

    @verità
    cara la mia mail è: lapecoraneram@libero.it
    scrivimi quando vuoi 🙂
    un bacione !

  6. 1266
    M. -

    Ecco allora sono disincantato.
    Non ho mai sopportato chi si segava le gambe da solo. In tutti i campi.

    Ultimamente sto seguendo la battaglia degli omosessuali sul matrimonio.
    Sono matti!
    Anche qui……..non piace la libertà dei sentimenti.
    L’essere umano ha bisogno di catene, di zavorre.
    Chissà perché.
    Gli omosessuali, liberi, vogliono le catene del matrimonio, mentre gli eterosessuali, che quelle catene le hanno provate, se ne vogliono liberare.
    Il matrimonio è un rito arcaico, contro natura che va abolito.
    Che mondo strano. Gira al contrario.

    Rossana, ma tu sei sempre stata Rossana, oppure anche Ross?

  7. 1267
    rossana -

    M.,
    sono sempre solo rossana, fin da quando LaD ha aperto la prima versione.

    nel dirti quali sono i pittori che preferisco ho fatto torto a Giotto, che credo rappresenti la mia parte più realistica.

    Valinda,
    “sono stanca delle delusioni, sono stanca di stare da questa parte. A dover accettare, soffrire e ricominciare. Tutto questo, insieme ad altre mie problematiche, è veramente un fardello pesante per me. Evidentemente sono sbagliata io o è sfortuna, destino ma non ce la faccio più.” – con il tempo s’impara a illudersi di meno e quindi a rimanerci meno male quando le persone non si comportano secondo le nostre aspettative. Purtroppo i momenti bui sono abbastanza frequenti per tutti, per questo o quel motivo. Non è consolatorio pensare a chi sta peggio ma a volte si ha modo d’imparare, per imitazione, a rigirare la frittata dalla parte meno bruciacchiata.

    Un amico, più o meno della mia età, che vive con un cane in una roulotte, tramite l’assistente sociale, ha trovato in un cimitero il solo lavoro che gli consente la sopravvivenza. Essendo in cattive condizioni di salute, in quell’ambiente, dove la fanno da padroni ex carcerati, ex alcolizzati, ex tossici, è trattato male da gran parte di questi colleghi inariditi, nonché dai capi, che sono della stessa risma. La grandezza dell’essere umano, che più trovi proprio là dove meno te l’aspetti, consiste nel fatto che è stato “adottato” dai pochi altri operatori che, pur derivando dagli stessi ambienti degradati, hanno saputo rigenerarsi nell’amore. Li definisce “i suoi badanti”, perché hanno per lui tutte le attenzioni possibili. E lui stesso, che per la sua sensibilità, fisica e psichica, non poteva materialmente eseguire alcuni lavori cimiteriali, ha saputo reciclarsi nella veste di “confessore”. Aiuta, con molto tatto, chi soffre nella fase più acuta del dolore per la perdita di una persona cara. L’ultima è stata una giovane sulla trentina, che stava da settimane accucciata sulla ghiaia, vicino alla tomba del fidanzato, per interi pomeriggi, come inebetita. Fragilità che sostiene dolore, senza nulla chiedere in cambio ma ricevendo, però, moltissimo, nel dare un senso a se stesso. Il mio amico è felice del lavoro che ha saputo ritagliarsi, apprezzato da molti abituali frequentatori di quel luogo senza speranze. Sentendolo raccontare di sé e del suo mondo, mi sono riconciliata con mio, che in questo periodo è più pesante del solito. Non è quello che si vive ma come lo si vive che conta! [..]

  8. 1268
    rossana -

    […] “È una situazione di conflitto per me. Poi l’aver voluto sapere troppo su di lui ha in parte peggiorato le cose mettendo in luce verità scomode..ma allo stesso tempo almeno l’ho conosciuto davvero.” – Il grado di verità da approfondire è quello via via giusto per te. ll conflitto prima o poi si dissolverà e vedrai chiaro cos’è meglio perseguire. non voler affrettare le decisioni: lasciale lievitare progressivamente e agisci soltanto quando sei sicura di quello che vuoi. A volte poco è meglio di niente; in altri casi, il niente può essere tutto e il tutto niente… a seconda delle persone e dei momenti in cui si trovano a vivere determinate esperienze, volontariamente scelte.

    A mio avviso, è importante la consapevolezza di essere stati, se non amati, almeno apprezzati in modo particolare (e possibilmente intimo) da qualcuno dell’altro sesso, non importa se in modo perfetto o carente, se per 10 minuti o 10 anni, con il solo presupposto che il sentimento in questione fosse in quei momenti sincero. si tratta di dare il giusto valore ai frutti che si è riusciti a cogliere, anche se sono soltanto more di rovo. Meglio ammettere con sincerità di aver avuto poco o negare anche quello? Meglio aver amato senza essere stati adeguatamente ricambiati o non aver mai provato per nessuno un sentimento d’amore? Chi ha o ha avuto molto fatica a comprendere il valore del poco.

    Interessante l’esempio di Wilde, che ha scritto: “Ogni volta che uno ama, è la sola volta che egli è amato. La differenza dell’oggetto non altera la singolarità della passione: la intensifica, semplicemente”. Meglio se non al prezzo della propria distruzione fisica e sociale, com’è purtroppo successo a lui! Ovviamente, non per tutti vale l’identico sentire, da valutarsi soggettivamente.

  9. 1269
    la verità fa male -

    Rossana, grazie per la risposta che mi soddisfa pienamente. Ti ho mandato ora la mail per avere il tuo indirizzo usuale, ma non ti devi preoccupare di corrispondere con me in maniera impegnativa. Vorrei chiederti come stai, se ci perdiamo di vista qua… Un abbraccio

    Cara Maria Grazia,
    anzi, cara Pecora Nera… 🙂 Ti ho mandato la mia mail, grazie…

  10. 1270
    la verità fa male -

    Rossana, scusa ancora… Ti vorrei chiedere ancora, ma non vorrei affaticarti, quindi se è impegnativo non rispondere, cercherò qualcosa su internet per conto mio in caso.

    Per la tua esperienza, o le letture che hai fatto, come lo spiegano gli studiosi di psicoanalisi e psicologia, che cosa succede nel trauma di tipo incurabile? C’è una specie di “rottura”, definitiva, di qualcosa nella mente? C’è una specie di black-out, definitivo?

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