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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Rossana:
“mi sembra d’intuire che sei un uomo. non che il sesso sia importante in considerazioni che calzano in entrambi i generi: la mia è solo curiosità…”
La curiosità è donna.
Ebbene sì, sono un maschio e, per rimanere in tema religioso, ho l’età di Cristo, quindi sono ancora “abbastanza” giovane, così come ha intuito Verità.
Non c’è più dolore dentro di me per una storia finita. E’ una fase che ho attraversato, DA SOLO, e si è conclusa.
E devo dire che, per certi aspetti, il dolore ha i suoi lati positivi; mi ha tolto molto, ma mi ha dato altrettanto, quindi, a conti fatti, non mi ha rubato nulla. E’ stato onesto, più onesto di quel Giuda in gonnella che camminava al mio fianco.
Verità:
mi chiedi se ho amato una stronza.
Me lo sono chiesto anch’io, e fino a non moltissimo tempo fa ti avrei risposto di sì.
Ma poi, riflettendo ed ascoltando storie di amici, parenti, conoscenti, e leggendo questo blog, zeppo di storie colabrodo, ho notato che molte storie si ripetono. Incredibilmente uguali!
Ed a questo punto ho capito che la persona che io ho amato non era né una stronza particolare, né particolarmente stronza, ma era una persona comune, così comune da essere banale, infatti ciò che ha fatto non aveva un briciolo di originalità. Volgare banalità.
Il finale lo poteva intuire chi aveva già vissuto storie simili, ma io, che allora sì che vivevo su un’isola deserta con i miei ideali sull’amore, non mi ero reso conto di nulla. Non sapevo quello che sarebbe successo
Questo mio cambiamento la mia ex non può vederlo, e poi un cambiamento non lo si fa mai in funzione di una persona, ma lo si fa solo per se stessi.
Chi deve cambiare per seguire una richiesta ALTRUI, non cambierà mai.
Vi faccio una domanda: che differenza c’è, per voi, tra un uomo disincantato ed uno che parte con l’idea di perdere?
Per Rossana:
faccio fatica a pensarla come la pensi tu, perché tu prendi in considerazione il fattore tempo, ti proietti nel futuro.
Potresti essere una che fa delle promesse, promettendo cose che non puoi comandare. I sentimenti.
Chi è il tuo pittore preferito?
Dimentico sempre i pezzi!
Una persona non deve dire tutto alla propria compagna o compagno.
Gli amanti devono solo fare gli amanti.
Il loro ruolo è quello, che è diverso dal ruolo che hanno i padri confessori.
Passato e futuro sono cose che non ci devono interessare perché non ci appartengono.
Non si può possedere una cosa che non è più, ed una che non sarà ancora.
Va contro la logica umana, e più una cosa si allontana dalla logica, più lo rifiuto.
ROSSANA grazie per le tue parole..un abbraccio anche a te. Al momento il rapporto con lui è un po’rotto..in stand by. Poi figurati che l’altra sera sono uscita e l’ho visto con lei..c’era tanta gente e penso che lui nn mi abbia vista, ma mi è mancata la terra sotto i piedi e ho cambiato direzione. Non mi andava proprio di salutarlo e di ritrovarmelo faccia a faccia. Non è la prima volta che mi capita perché abitando in posti piccoli è così ma sono stanca.. sono stanca delle delusioni, sono stanca di stare da questa parte. A dover accettare, soffrire e ricominciare. Tutto questo, insieme ad altre mie problematiche, è veramente un fardello pesante per me. Evidentemente sono sbagliata io o è sfortuna, destino ma non ce la faccio più. Oltretutto abitando in un posto piccolissimo non ho un’adeguata vita sociale..alla mia età sono tutti in coppia, tante amicizie si sono perse per strada e farne di nuove non è così immediato.
Insomma ho tanto da ricostruire ma forse non ho più la forza e non ci credo neanche più. Ho amato e ho trovato anche uomini che mi hanno voluto bene, ma non abbastanza da stare con me stabilmente..e ora mi ritrovo con un pugno di mosche in mano.
In tutto questo non so che ruolo posso avere nella vita del mio ex e lui nella mia..aggiungendo poi la presenza di un’altra persona.. mi manca la sua amicizia e presenza ma evidentemente per certe cose il mio coinvolgimento e le mie ferite si fanno ancora sentire. È una situazione di conflitto per me. Poi l’aver voluto sapere troppo su di lui ha in parte peggiorato le cose mettendo in luce verità scomode..ma allo stesso tempo almeno l’ho conosciuto davvero.
GOLEM ciao 🙂 per quanto riguarda gli amori non ricambiati prendi il grande scrittore oscar Wilde..aveva tutto eppure si è rovinato finendo pure in carcere a causa dell’amore sconfinato per quello che era niente di più che un ragazzino. Nonostante i consigli degli amici di lasciar perdere ha continuato fino alla rovina..e lui stesso riconosceva di aver dato tutto a chi aveva fatto di quell’amore “un fiore all’occhiello della sua vanità”. Ed essendo un amore omosessuale qui l’istinto materno non c’entra…
Un caro saluto a tutti
M.,
concordo su tutto, eccetto il fatto che in qualsiasi aspetto in cui prenda forma un desiderio umano, a questo si debba affiancare l’annullamento della speranza. soprattutto perchè, se cosi’ fosse per me, da tempo sarei psichicamente morta (non per questioni d’amore).
sottolineo con la massima adesione i seguenti passaggi:
– il dolore ha i suoi lati positivi; mi ha tolto molto, ma mi ha dato altrettanto, quindi, a conti fatti, non mi ha rubato nulla.
– era una persona comune, così comune da essere banale, infatti ciò che ha fatto non aveva un briciolo di originalità.
– un cambiamento non lo si fa mai in funzione di una persona, ma lo si fa solo per se stessi.
– Passato e futuro sono cose che non ci devono interessare perché non ci appartengono.
le risposte che posso dare sono:
“Potresti essere una che fa delle promesse, promettendo cose che non puoi comandare. I sentimenti.” – da tempo immemorabile ho appreso che ai sentimenti non si può comandare, nemmeno a quelli fra genitori e figli.
“Chi è il tuo pittore preferito?” – affettivamente il mio ex marito, soprattutto nei quadri in cui mi ha ritratta nei vari momenti della nostra vita insieme, che, nel bene e nel male, rivivo ogni volta che li guardo. dovendo invece scegliere altri proprio non saprei: mi piacciono tutti, indistintamente. spesso trascorro ore a scorrere quadri di tutte le epoche, tendenze, indipendentemente dalle capacità/modalità espressive e dalla fama dei loro autori. posso avere una minima preferenza per Van Gogh e Chagall, nei quali ritrovo due importanti aspetti della mia identità più profonda.
la risposta alla domanda sul disincanto per me richiede maggior riflessione.
ammiro comunque i risultati di logica e di sintetica chiarezza a cui sei pervenuto, sia per la tua giovane età che per il non elevato numero di esperienze a cui fai cenno. complimenti vivissimi!
Rossana, è curioso, perchè l’ho avuta la sensazione che ti riferissi a quanto hai detto. Ma scusami, perchè avrei dovuto procurare un’offesa gratuita a te, quando non so niente di quella persona? Invece sorprende me che tu lo abbia pensato. Speravo di aver intuito male, non capisco. Forse sbaglio a pensare che esistono scalzacani anche nell’ambiente dell’arte, che io ritengo di aver conosciuto?
Avevo un caro amico, scomparso prematuramente, che aveva lavorato con Salvatore Fiume, si chiamava Lino Linossi e credo che qualcosa sulla rete si trovi di lui. Era un pittore e mosaicista di origine friulana, che viveva suppergiù nelle condizioni di quella persona che tu hai descritto, ed era un artista quanto quello di cui mi hai parlato, a sua volta ombroso ma sensibilissimo, perennemente insicuro e “divorato” dalla sua ossessione, un vero “maledetto” suo malgrado, e ci volevamo bene. E anche se io ero un ragazzino, sapevo il “perchè” era un vero artista. Ha continuato ad esserlo fino alla morte, nel 2003, in Germania dove viveva.
Non ho voluto dare un giudizio incentrato sul successo come indicatore dell’artisticità, in quanto questo non dice nulla circa la qualità dell’opera, lo sai benissimo, cosa che vale in fondo per tutti gli aspetti della vita.
Per professione e passione ho avuto contatti con quelli che ho definito tali, ai quali assimilavo anche il mio amico di Lisbona, che millantava di esserlo, non si sa bene in quale campo, visto che i suoi pasticci non li compravano neppure i parenti. Ma questa riflessione l’avevo fatta già in tempi non sospetti, prima ancora di scoprire la velleità a cui puntava quel tipo, ho solo aggiunto lui alla nutrita schiera di “imbianchini” e scalpellini conosciuti in questi anni, che sognavano di sfondare solo per la presunzione, l’ignoranza e l’aura da “tu non sai chi sono io” di cui si circondavano. C’è chi è riuscito ad imporsi, come quei nomi famosi che ho citato, per furbizia, conoscenze e quant’altro. Proprio Hirst ha diciarato che a lui interessano i soldi e con “l’arte” ne fa a palate. A Lino, fintanto è stato in Italia, pagavamo spesso la cena, ma usciti dalla trattoria, se lui aveva mangiato, noi (io quanto meno) eravamo ancora più sazi di lui, per quello che sapeva dire. Non fingeva di essere quello che era, lo era, e il suo carisma non aveva bisogno di dichiararlo, lo sentivi tutto intorno.
Spero di essermi spiegato, perchè ancora non capisco come hai potuto pensare quello che hai detto nel tuo post. Ciao
“…aveva fatto di quell’amore “un fiore all’occhiello della sua vanità”.”
Brava Valinda, non so quanto volontariamente, ma hai messo il punto su uno degli aspetti “costituenti” di quegli amori inutili di cui abbiamo parlato, che spiega in parte i perchè lo sono, ma che io non ho mai voluto affrontare ritenendolo quasi un’eresia, in ragione di come NORMALMENTE siamo abituati a vivere quel sentimento
Non è “Amore” (con la A maiuscola) perchè semplicemente non “vive” per “dare”, come per esempio quello della madre (Amore = “a mors”: negazione della morte, quindi la vita, quello che dà la madre appunto) ma per “avere”, esattamente come il neonato fa con la genitrice, “succhia” la vita e la madre è felice di questo. L’amore, declinato in età adulta, deve avere queste componenti “reciproche”, altrimenti “assomiglia” a quello del neonato, che nella sua azione ” è un amore” per la tenerezza che fa, ma l’amore lo vuole, non dando in cambio altro che quella tenerezza. Spero di essermi spegato e di non urtare la sensibilità di nessuno, com’è successo involontariamente.
Wilde con quella frase dice candidamente come la pervicace “permanenza” in un rapporto di quel genere non denuncia il bisogno di amore verso quella persona, ma il contrario: la necessità di essere amati da quella persona. Che, per i cento motivi che ho cercato di spiegare, rappresenta uno “status simbol” per il proprio narcisismo o vanità se vogliamo. Niente di grave, debolezze umane, ma l’amore a cui si pensa ha un’altra forma e dimensione, e spesso non lo si incontra MAI nella vita.
Si fa in fretta a confondere l’amore con il desiderio, il “bisogno”. Invece si ama veramente solo quando NON si ha bisogno di quella persona. Per quanto ti sembrerà paradossale, se tu amassi “veramente” quell’uomo, ma lui, come, succede, non ti volesse, dovresti accontentarti di vederlo felice con un’altra. Hai capito? Il paradosso vuole solo mettere in evidenza il solito grosso equivoco che gira intorno all’amore, che a un certo punto è unn concetto talmente poco conosciuto che diventa una parola contenitore, nella quale ci si può mettere tutte le sensazioni e i sentimenti che si percepiscono come “belli”.
C’è gente che ha vissuto degne e lunghe storie “d’amore” con lo “status simbol” acquisito, ma è come essere abituati a bere il caffè di cicoria perchè non si è mai bevuto la crema d’Arabia. E’ un succedaneo che gli assomiglia, ma non è caffè.
Rileggiti la frase di Oscar, e capirai che con l’Amore non c’entra niente
verità
è proprio così ! loro odiano le loro vite piatte, l’ ambiente che li circonda e da cui provengono, le piccole e grette banalità che costellano le loro esistenze. ma non hanno il coraggio di dire basta ! di cambiare veramente vita e di IMPADRONIRSI DELLA FELICITA’. meglio sposare donne conformiste e meschine come loro ( come dici tu per poi tradirle o separarsene ), donne che non cercheranno mai la consapevolezza, non cercheranno mai di sconvolgere i loro “equilibri” malati ! molto più comodo passare la vita a lamentarsi di quello che non si ha, piuttosto che tentare di ottenere quello che si vuole veramente. qualcuno dice che non ho niente in mano perchè mi ritrovo single a 40 anni e senza prole al seguito. può darsi che sia così… ma vedi, il fatto è questo: io AVREI POTUTO avere certe cose, se avessi seguito certi schemi ora sarei accasata e con figli, e probabilmente ci sarei riuscita anche con il mio famoso “bandito” bello e maledetto se fossi stata una persona e una donna diversa. ma io come dice rossana non potevo andare contro me stessa, non potevo mettere a tacere la mia coscienza in nome delle apparenze e del quieto vivere. NO ! quella non sono io e la vita che avrei avuto facendo ciò non sarebbe stata LA MIA VITA, ma quella di qualcun altro ! la contropartita in cambio di un marito e dello status di donna “sistemata” era troppo alta: la mia vera identità, la mia libertà, la difesa dei miei principi e delle mie idee, accettare lo “stai zitta femmina che qui comando io”. si certo ! avrei potuto accettare le proposte che, più o meno velatamente, mi suggeriva lui: “tu stai a casa a badare ai bambini, una vera donna non deve fare altro, o lavori solo tre ore al giorno, lavori dove dico io, e penso a tutto io”…ma la mia COSCIENZA, LA MIA ANIMA E IL MIO ESSERE ME LO HANNO IMPEDITO, PERSINO DI FRONTE AI SUOI OCCHI AZZURRI E AL SUO SGUARDO DA CINEMA. è come negli affari: se l’ affare non è vantaggioso non lo accetti, e a me non sembra vantaggioso rinunciare alla libertà di essere me stessa in cambio dell’ “amore borghese”. Lui diceva di volermi molto bene, ma che non mi amava. del resto come si fa ad amare una donna “impura” ? diversa dalle “bambole” a cui era abituato ?!
Quando poi il signorino ha avuto dei problemi, o quando ha rischiato la galera, sono stata io a salvargli il culo, e non le sue belle fate d’ altri tempi che stanno a casa a fare la calzetta ! ….quelle si erano divincolate tutte. ERO RIMASTA SOLO IO, AD AMARLO FINO ALLA FINE
Golem,
“Forse sbaglio a pensare che esistono scalzacani anche nell’ambiente dell’arte, che io ritengo di aver conosciuto?” – no, non sbagli affatto. molto dipende dal metro con cui li giudichi, evitando, se possibile, di farlo in blocco. può essere facile avere un’opinione (soggettiva) su un’opera; secondo me, molto meno su una qualsiasi persona, se non hai avuto modo di avere a che fare direttamente con lei.
mi rendo conto che tra noi c’è un’intreccio quasi perverso su questo argomento, che d’ora in avanti starò attenta a evitare. scusami.
Rossana,
aspetto la tua riflessione sul disincanto.
Sono curioso.
Di esperienze ne ho avute. Sono stato lasciato ed ho lasciato, e l’ho fatto anche in modo abbastanza crudo, dicendo la verità per quella che è, senza ricorrere a ipocrisie, a frasi di circostanza, ad inutile retorica.
Avrei voluto essere oggetto della stessa brutalità della verità, ma evidentemente questo è un lusso concesso a pochi, e comunque non a me, ma poco mi importa ormai.
Paradossalmente io non ho perso niente. Paradossalmente, quando si affronta un abbandono, ci si sente strappare via qualcosa di sé, ma non è così!
Credevo anche che la risposta più giusta da dare a certa gente fosse l’indifferenza. Invece no.
L’indifferenza presuppone la conservazione di un ricordo di una cosa che è stata, ma che ora non è più.
La risposta più giusta è l’oblio, la non esistenza di quella persona su questa terra.
Caia, nome azzeccatissimo per chiamare la mia ex, semplicemente è per me una mai nata.
Lei, e chi come lei, va obliata.
Il tuo ex marito ritraeva te, così come Dalì ritraeva la sua musa.
E’ un bel regalo.
Tu parli di speranza.
Io sono capace di provare speranza, non è che l’ho messa da parte. La speranza non l’ho obliata, però non la indirizzo più su certe cose.
Anche la speranza si proietta sul futuro, ma distoglie l’attenzione su ciò che c’è ora.
Un uomo che, come me, è diventato una mina vagante, e non si nasconde più dietro a certe idee ipocrite ed arcaiche, e non si fa più ingannare da esse, è un problema?
Non credo.
Sicuramente impegnativo da sostenere, ma forse si diventa migliori.
Me lo auguro.
Comunque il mio pittore preferito è Michelangelo Merisi.
M., rispondo alla tua domanda: “Vi faccio una domanda: che differenza c’è, per voi, tra un uomo disincantato ed uno che parte con l’idea di perdere?”
Un uomo disincantato è un cinico (più spesso “nato cinico”, più raramente “diventato cinico”) oppure è un “sopravvissuto” a cose… Devastanti.
Un uomo che parte con l’idea di perdere è solo un uomo che non ha fiducia. Dunque, per me, è uno che ha ancora molta *speranza*. Di rovesciare, al positivo, molto, se non tutto.
Sta a lui, aiutato anche da un po’ di fortuna e dall’esterno, ricostruire la sua fiducia.
Sempre per l’uomo che parte con l’idea di perdere, infine, vi sono casi in cui la sua “fiducia” è irrimediabilmente compromessa (traumi gravi o incurabili, e qui ne approfitterei per domandare a Rossana, perché mi è venuta ora l’idea e mi pare che lei qui sia la più esperta di psicologia e psicoanalisi: Rossana, per la psicoanalisi o la psicologia, esistono traumi – di quelli molto gravi – incurabili? O sono tutti curabili?).