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Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uqbardeva.
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Ciao Rossana, scusa il ritardo… Grazie per il tuo parere, mi trovi molto d’accordo su cose per me di sostanza, come quando dici che un amore non finisce per pochi mesi di distacco. Come, per me, non finisce di fronte ai “problemi”. Naturalmente, ci sono casi in cui i “problemi” diventano secondari, quello principale, nonché irrisolvibile, diventa il non voler risolvere i problemi… Il non volersi mettere in discussione. Di conseguenza le discussioni, il “dialogo”, in una coppia, non è più tale. Non c’è più. Non c’è più l’interesse dell’altro… Finché muore anche l’essenza… Che è (era) l’amore. L’amore inteso come cosa bellissima, ma impegnativa… Le cose più belle, in fondo, sono due, quelle “gratuite”, donate, o ricevute in dono, e quelle “sudate”, che non ti cadono servite su un piatto d’argento…
Molti desiderano solo le prime, altri concepiscono amore come esclusive e pesanti responsabilità (possibilmente solo per l’altro…), dimenticandosi di cogliere… Quello che già c’è. Non ho trovato la completezza e io solo in quella ho sempre creduto.
Un abbraccio
Maria Grazia, grazie per la risposta che mi avevi dato.
Colgo l’occasione per riprendere questo tuo passaggio: “qualcun altro – come verità – dice che le dinamiche della coppia moderna non possono più essere quelle di un tempo, se si cercano rapporti autentici. io personalmente concordo con quest’ ultima versione, aggiungendo che i cambiamenti di costume e di modi di vivere a cui stiamo assistendo ( per esempio la parità uomo-donna nel lavoro e nelle mansioni casalinghe ) non dovrebbero essere vissuti in modo traumatico, come molti li vivono, ma essere invece accolti come un passo inevitabile del percorso evolutivo della nostra società”.
Purtroppo ritengo ormai quasi “naturale” per molti questo viverla in modo “traumatico” (soprattutto uomini, poiché le donne ora “se la godono”, anche perdendo un po’ il senno…). Se, come avevo detto in altro intervento, siamo capitate in un bel casino… (cambiamento epocale), ci vorranno secoli.
A noi non restava che “scegliere” tra la tradizione (che oggi per forza più facilmente sfocia in qualcosa di “malato”, essendo cambiato tutto…) o di muoversi in questo marasma, senza più schemi. Anche sapendo TU muoverti senza schemi, c’è l’altro… Che non ha idea di come farlo. E quindi… Auguri a noi, e alla nostra solitudine e al nostro (inutile?) coraggio.
“In futuro forse si dovrà, soggetto per soggetto, coppia per coppia, scegliere se si preferisce la verità istintiva di un puro e semplice momentaneo coinvolgimento sessuale, volto al piacere, o se ci si adatta a sottomettersi a regole sociali, che prevedono impegno e fedeltà per un’unione, non soltanto sessuale, di lunga durata.”
rossana
temo che questa distinzione netta tra i due diversi modi di vivere che tu descrivi, sia alquanto poco praticabile nella realtà dei fatti. la ragione di ciò è che tutti gli esseri umani ( uomini e donne etero, uomini e donne gay ) sono creature complesse, “tormentate”, il cui lato razionale deve fare i conti con il lato emotivo e sensibile, e viceversa. questo vale per entrambi i sessi, per tutte le età, per tutti i ceti sociali. voglio dire che tutti noi sentiamo l’ esigenza di amare e di essere riamati in modo continuativo e rassicurante, ma allo stesso tempo c’è un “diavoletto” dentro ognuno di noi che di tanto in tanto “rompe le palle” e si fa sentire, e ci fa desiderare di assaporare anche il brivido dell’ imprevisto. la morale imperante della società borghese-tradizionalista vorrebbe soffocare questi nostri impulsi e tacciarli di IMMORALITA’. ma in qualunque modo vogliamo considerarli, CI SONO. e non possiamo non tenerne conto. credo che sia opportuno riconoscere che la famiglia tradizionale ha fallito come punto di riferimento sociale, che i rapporti eternamente monogamici sono solo un’ illusione ( se non in qualche raro caso ), e che il ruolo subalterno che è stato imposto alla donna per secoli ( passiva, rinunciataria, sottomessa all’ uomo )non possa più essere applicabile alla donna di oggi e a quelle delle generazioni future. con buona pace delle suocere scontente delle nuore, e dei maschilisti dell’ ultima ora.
Non avevo più spazio e concludo, anzi puntualizzo: è in certo modo “naturale” che sia traumatico, siamo ancora, come avevo già scritto, nella piena “distuzione” del precedente. E’ naturale perciò lo smarrimento.
“Auguri a noi, e alla nostra solitudine e al nostro (inutile?) coraggio.”
il coraggio, cara verità, non è mai inutile. e comunque a me non interessa cosa trovo alla fine della corsa, ma come mi sento MENTRE CORRO.
ti quoto…. AUGURI A NOI ! 🙂 🙂
Golem
Io non ho detto che mi “meraviglio” che la donna ad un certo punto voglia un figlio.
Ho detto che ho capito tardi il fatto che purtroppo (o per fortuna) la donna ad un certo punto PRETENDA un figlio. Al punto tale che l’amore per il proprio compagno, vero o presunto che sia, va a farsi benedire in nome di quell’istinto.
Ecco Golem di questo mi meraviglio. Questo ho capito tardi. Il fatto che cioè per una donna, oggi in particolare, conti SOLO l’eventualita’ di diventare madre e non già la perdita del proprio compagno che a questo punto può essere tranquillamente rimpiazzato da un altro uomo che abbia in quel momento lo stesso istinto.
Per farti comprendere ancora meglio il senso di ciò che mi sembrava chiaro volessi dire ti faccio un esempio che non dovrebbe lasciare dubbio alcuno.
Nel caso in cui mia moglie fosse rimasta incinta e per una coincidenza sfortunata si fosse presentata la terribile eventualità, prima della nascita, di scegliere tra figlio vivo e moglie morta o figlio morto e moglie viva, non avrei avuto dubbio alcuno: MOGLIE VIVA!
Questo per dirti che mi meraviglio si. Ma non che una donna voglia un figlio. Ma che baratti questo desiderio con la perdita dell’amore verso il proprio compagno. Questo é ciò che ho capito tardi.
Spero che stavolta tu abbia compreso.
Caro Giampaolo. Sono anni che dentro di me si è fatta luce l’importanza che hanno gli istinti nelle decisioni che prendiamo, e che in molti casi riteniamo essere frutto di scelte che vengono dal cuore. Quella della maternità e’ una di queste, da quello che ho potuto osservare nell’esperienza ( felice ) avuta con mia moglie.
Un uomo può solo “osservare” questo straordinario fenomeno che la Natura ci comanda con i famosi istinti, e che il maschio medio conosce solo come ” attore non protagonista” attraverso l’istinto sessuale che ci spinge all’ accoppiamento, più o meno travestito dall’amore.
Io ho già avuto modo di dire che tutte le sovrastrutture sociali, morali e sentimentali, che in migliaia di anni si sono aggiunte a questi “immutati” comandi che la natura ci ordina, hanno solo cambiato lo stile con i quali questi si realizzano, ma lo scopo resta sempre quello: la riproduzione e la continuazione della vita. Artisti, pittori, scultori e anonimi innamorati come me, ci vedono la meraviglia delle emozioni che danno i sentimenti che accompagnano le manifestazioni dell’amore, perché l’intelligenza e la coscienza della nostra persona vuole sentirsi partecipe di una decisione che viene dal profondi. Ma siamo solo strumenti pensanti di un disegno che ha milioni di anni di evoluzione. SIM da quando la prima cellula ha cominciato a duplicarsi, sino all’uomo moderno. Più si evolveva la vita, più raffinata diventava la tecnica, e la comparsa dell’amore appoggia civilmente la morale sociale che è cresciuta con la civiltà. Ma nel profondo e nell’essenza le del nostro IO restiamo quegli “strumenti” della natura.
Di fronte alla scelta di vita o di morte di cui hAi parlato, io avrei scelto come te. Mia moglie no, me lo disse al momento del parto, ma non l’avrei accontentata. Morire pur di far nascere una nuova vita, e far continuare la specie. Se l’istinto non è il vero motore della Vita, qual’ è questo allora?
“Il coraggio, cara Verità, non è mai inutile. E comunque a me non interessa cosa trovo alla fine della corsa, ma come mi sento MENTRE CORRO.”
Insomma: il viaggio più che la meta, la scalata più della vetta, l’innamoramento più del raggiungimento dell’agognato amore .
MG: 110 e lode per la dichiarazione, che a mio modesto parere rappresenta la spinta che giustifica il nostro essere “esseri umani”. Se gli istinti ci spingono a riprodurre la vita biologica attraverso i mezzi che conosciamo, ma con l’utilizzo della cultura del momento storico che viviamo, l’intelligenza dell’uomo viene nutrita dalla curiosità, che è insita nel senso della frase che hai pubblicato, caratteristica che non appartiene in maniera così determinante a nessuna altra specie vivente. In fondo è la logica istintuale dell’ “orgasmo” visto come meta, che dura però pochi secondi, ma che può essere desiderato anche per anni, come nella conquista di “quell’amore”. E’ durante questo “viaggio” che nascono le fantasie e le sensazioni che toccano il cuore, e che finiscono nel grande “zaino” che contiene i sentimenti di cui ci “vestiamo” durante il cammino.
Questo potrebbe spiegare in parte anche la mia contestata teoria di certi amori inutili, ma comunque “perseguiti” attraverso “l’attesa del piacere” che quel viaggio sta offrendo già prima del raggiungimento della immaginifica meta.
Se Leopardi nel suo “Il sabato del villaggio” ha descitto benissimo l’attesa della festa, ne ha spiegato anche la delusione che spesso questa porta con sè una volta che “il dì di festa” è arrivato. E conoscendo il recanatese, sappiamo quanto la sua poesia fosse più di una metafora della brama d’amore mai soddisfatta.
Il desiderio (e le “fantasie” che questo fa nascere) è più intrigante del soddisfacimento dello stesso, e questa evidenza la possiamo riscontrare in ogni azione che spesso compiamo per il raggiungimento di un obiettivo, compreso quello dell’amore, dove il piacere che dà la tensione dell’innamoramento è imparagonabile alla quiete della stabilità dell’amore stesso.
Siamo sempre alla ricerca di quel “viaggio” che c’è nell’innamoramento per sentirci vivi. La vera fortuna consiste nel provarlo sempre con la persona che si ama, altrimenti prima o poi capiterà che vedendo quello “zaino” vuoto, ci infileremo dentro quei “vestiti” per altre mete, anche se sarano solo coltivate con la fantasia. Come succede quando ci si innamora dell’amore. Ciao
Cara Valinda,
sono contenta che tu abbia un lavoro, che ti tiene a contatto con la gente, anche se comprendo sia la frustrazione di non avere modo di sfruttare le capacità acquisite con lo studio, sia l’incertezza imperante della precarietà.
bella, anche, la prospettiva di avere una casetta tutta tua, se la desideri. quanto alle condizioni di salute con le quali spesso ti ritrovi a combattere (come per tutta la vita è successo e ancora succede anche a me), poichè a volte possono essere determinate dalla genetica, dovresti, a mio avviso, imparare a conviverci, considerandole una difficoltà che deriva dal sistema nervoso mentre altri possono patirne anche di più gravi, originate da organi diversi. i “crolli” sono spesso motivati da più problemi che si sommano, e che poi, a poco a poco, tornano ad avere una loro soluzione.
ti percepisco molto sincera, senz’altro più della media (dote rara), e molto onesta nel tuo “bisogno d’amore”, non soltanto di sesso.
quanto al sentimento da cui intendi prendere le distanze, fallo se vuoi, come vuoi e con i tempi che preferisci. ogni relazione ha un inizio e una fine e, secondo me, ognuno la deve vivere come meglio sa e può. se così non fosse, non sarebbe nemmeno iniziata.
un abbraccio.
cari uomini.. alla fine noi donne siamo molto più “strumenti della natura” di quello che credete e che siete voi.. proprio con l’istinto del fare un figlio.. e anche io sceglierei di far vivere mio figlio e non me al momento del parto se ci fossero complicazioni.. non ho ancora figli ma spero di averne.. ma sentire che un uomo, il mio compagno in questo caso, potrebbe ragionare come voi, e invece far morire il piccolino per salvare me, non mi renderebbe per nulla felice.. per nulla.. anche perché non è mica detto che potrebbe venire facilmente un altro figlio, voi la fate facile… salvo mia moglie tanto poi se ne fa un altro di figlio.. no, affatto non funziona così, anche perché quell’esserino che in quel momento muore è unico, non ce ne sarebbe un altro come lui/lei.. anche un secondo figlio dopo quello, pure volendo e se viene, non sostituirebbe mai e poi mai la morte del primo, non funziona così ragazzi.. siete troppo meccanici nelle vostre logiche… io penso che se una donna, nel momento del parto, vi chiede di far nascere il figlio, e non pensare a lei, dovreste rispettarla.. altrimenti VOI di che amore parlate?? ma fatemi capire… rispettare i desideri dell’altro non è segno di amore?? e dov’è il vostro se mettereste al primo posto voi stessi e il vostro egoismo di non perdere la vostra donna? non ritenetevi così speciali e superiori alle donne ritenendo voi sì di sapere amare mentre le donne no perché preferirebbero il figlio… perché dimostra solo molto egoismo questo vostro modo di scegliere…. non credo potreste mai arrivare a capirmi, a capire una donna (anche se non siamo tutte uguali e non tutte la vedono come me) e questo mi dispiace, perché si tratta di un’altra vita, mettere al mondo un’altra vita, perché sì, il mondo va avanti e non possiamo essere highlander che viviamo in eterno.. e noi siamo strumenti della natura nel perpetuare la specie.. anche voi che vi vantate tanto di quanto il vostro istinto di fare sesso sia “salutare”, “fa bene alla salute” “non lo potete soffocare” ecc.. e quindi avete bisogno di far sesso tanto e spesso, anche voi che in questo modo vi giustificate pure di eventuali tradimenti fisici (non dico voi in particolare ma altri uomini sì) non vi rendete minimamente conto che la controparte voluta dalla natura è il nostro desiderio di fare un figlio! sono due istinti complementari che si sposano bene tra loro, anzi gli unici istinti biologici alla base della vita… e se voi in un rapporto senza sesso state mal
state male tanto che arriva sempre il punto che “dovete” tradire la compagna perché il vostro istinto sessuale è troppo forte e invece quella non vuole farlo e ve lo nega, e arrivate pure a mollarla e a innamorarvi di nuovo di un’altra che invece non si nega a voi affatto.. anche per noi è uguale! basta condanne! se non riuscite a capire il desiderio di maternità, che è un istinto molto forte nelle donne, anche quello è legato agli ormoni così come per voi il vostro desiderio sessuale, se non lo capite e lo negate all’infinito alla moglie, compagna o partner, non meravigliatevi poi se quella se ne va con un altro! è la stessa cosa che fate voi quando siete a secco di rapporti sessuali nel vostro menage di coppia! allora riconosciamo a tutti quello che è dovuto, e come voi siete guidati dal vostro istinto di copulare tutti i giorni anche noi abbiamo il nostro… e entrambi siamo vittime, strumenti, della natura, in questo, per questo diciamo entrambi, uomini e donne, che “è più forte di noi”…. spero sia chiaro e che faccia ragionare quel che ho scritto, senza alzare polemiche che non ce ne è bisogno. non c’è da polemizzare di fronte alla “vita”, cioè alla natura e a ciò che ci fa desiderare lei e noi siamo solo uno strumento nelle sue mani. saluti