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Uomini e donne che non si capiscono

di uqbardeva
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 6 Dicembre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.534 commenti

Pagine: 1 99 100 101 102 103 154

  1. 1001
    Giampaolo -

    Ciao Golem
    Prendo spunto dal tuo post n. 979. Io non devo dimostrare nulla con la frequentazione in questo forum. Tra l’altro se ti fai un giro all’indietro di accorgerai che sono entrato le prime volte per sostenere una tesi. Che poi é la tesi di tantissime persone di entrambi i sessi. E che cioè la maggior parte delle donne di oggi sono aggressive, instabili emotivamente e non sanno cosa vogliono. Da li mi sono attaccato spesso con Maria Grazia che in quanto ad aggressività, almeno sul forum, spinge piuttosto forte. Poi ho cercato di capirla, di comprendere i motivi del suo essere così aggressiva, poiché mi sembrava strano che una bella donna come lei avesse questo tipo di problemi. Le ho chiesto la mail e ho postato alcuni miei commenti riguardo la mia storia proprio per far comprendere in particolare a lei che in fondo di maschilista avevo ben poco.
    Premesso ciò caro Golem io non ho bisogno di nessun tipo di solidarietà o pacca sulla spalla riguardo la mia storia. Ma mi fa piacere che alla fine anche tu ammetti che in realtà le donne sono anche più cattive di noi. Pertanto ti ribadisco che io non devo dimostrare nulla, la realtà la vivo e la vedo ogni giorno. Mi fa piacere altresi constatare che anche tu sostieni che alla natura, alla fine importa poco della morale o quant’altro perché va avanti con le sue leggi. Niente di più vero. Riguardo ciò mi ritengo davvero un ingenuo, poiché ho creduto davvero all’amore di coppia che altro non é che un inganno della natura allo scopo di poter procreare.
    Prendo spunto anche da uno degli ultimi post di Maria Grazia la quale mi pare sostenga alla fine che le donne scelgano l’uomo poco affidabile come maschio procreatore in quanto capace comunque di cavarsela da solo. Mi viene da pensare allora a quante donne con le quali sono stato avrebbero voluto un figlio da me.
    Praticamente, fatte salve le avventure, flirt e brevi relazioni,tutte le donne con le quali ho avuto una storia mi hanno chiesto un figlio. Ho sbagliato all’epoca a non chiedermi perché tutte queste donne volessero un figlio da me. Forse non sarei così deluso dalle donne come lo sono oggi. Perché forse avrei capito da subito che le donne non cercano l’amore di coppia quanto l’uomo procreatore con i giusti geni che le renda madri.
    Purtroppo questa cosa l’ho capita tardi. Ed é stato l’unico mio vero errore di comprensione nei confronti delle donne.

  2. 1002
    Giampaolo -

    Ciao Kid, mi spiace molto che lasci la discussione. Ma ti capisco e credo che probabilmente ti seguiro’ a ruota.

    Mary90, ciao. Mi lusinga quello che scrivi.
    Potrei dirti che in effetti sono così come mi hai descritto, ma lascio agli altri la scoperta dei miei eventuali “pregi”. In genere sono più propenso a mettere sempre avanti i miei difetti.
    Non ho problemi ad approfondire la conoscenza. Ma onestamente non saprei come fare. Non so tu ma io non amo pubblicare la mia mail. E per scelta non ho un profilo Facebook. Fammi sapere, io sono disponibile.

  3. 1003
    Golem -

    Mannaggia Giampaolo, sei un po’ didascalico. La mia battuta sulle donne che sarebbero più cattive, non era una dichiarazione, ma un paradosso, mentre mi sembrava che cercassi un conforto su certe tue tesi, al di la dello scambio di idee. Come dire, “se vuoi che ti dica questo te lo dico ma non ti servirà se non fai delle distinzioni invece di generalizzare”. Insomma non penso che le donne siano più cattive dei maschi. E non sono neanche convinto che le donne di oggi siano più instabili e aggressive di una volta. Il punto e che non si deve fare di uno o più episodi un assioma.
    Io sto ” studiando” da dilettante certi aspetti che vedo preferibilmente nelle donne, quello di cacciarsi spesso in amori difficili e tormentati, per i quali non posso non pensare che se sono così frequenti nel sesso femminile, ci deve essere un piacere da qualche parte che io, maschio epicureo, non intravedo. Ma se lo faccio e’ per capire di mia moglie un aspetto che fino a tre anni fa non conoscevo. Ma mi guardo bene dal pensare che tutte le donne indistintamente si comportino così. Non è vero, e non è neanche possibile. Ci sono dei tratti tipici del comportamento sessuale, e’ ovvio, perché risalgono a quando ancora non parlavamo e in qualche modo si doveva comunicare, e si sceglieva con mezzi elementari che consentivano i tempi. Ma esistevano i caratteri allora come oggi, come esistono vari animi, buoni e cattivi, al maschile e al femminile. È maledettamente banale ma è così.
    Per esempio, tu pensi che Valinda sia buona e Maria Grazia cattiva perché mostrano due caratteri differenti?
    Sono sicuro che Valinda sia buona perché mostra un animo dolce, come ho detto, ma non sarei sicuro che MG sia cattiva solo perché è pirotecnica nel suo esprimersi.
    E questo può valere per me, per Kid o per te, o chiunque altro ovviamente.
    Insomma i cliché e i luoghi comuni aiutano e rassicurano ma non chiariscono la realtà, che è molto più sfaccettata.
    Giampaolo, le NOSTRE convinzioni sono sempre relative, quindi è bene considerare che saranno sempre suscettibili di essere invalidate. Ma questo può essere un bene, anzi, quasi sempre lo è.
    Quanto alle donne che vogliono un figlio dall’uomo che amano, la cosa non mi sorprende. A me lo ha chiesto solo mia moglie e abbiamo una bellissima ragazza ventenne. Meno male che non è successo con le altre, con le quali usavo solo la tecnica. Sennò oggi ero nei guai nel doverli mantenere tutti, con la crisi che c’è.
    Ciao, e buonanotte.

  4. 1004
    Giampaolo -

    E sbagli Golem nel pensare che solo tua moglie abbia avuto un amore di quel genere. É una caratteristica di molte donne voler vivere amori tormentati.
    Mi piacerebbe sapere in quale mondo fatato vivi per non trovare aggressività e instabilità nella maggior parte delle donne di oggi. Io non parlo di due episodi Golem, basta che ti fai un giro sui miei vecchi post. Io trovo donne aggressive e instabili sul luogo di lavoro, tra le studentesse, tra le mie amiche, nelle mie relazioni, e addirittura in casa e tra parenti. Mi pare una bella cerchia non troppo ristretta che ne pensi? Voglio citarti un esempio che dovrebbe farti riflettere: qualche anno fa stavo colloquiando del più e del meno con una decina di colleghi. Ad un certo punto parlando di donne e delle loro stranezze ci siamo soffermati
    nel pensare a quante donne nostre colleghe potevano vantarsi di non essere aggressive e strane ovvero problematiche e instabili emotivamente. Be’ Golem, su un campione di circa cento donne ne sono uscite “regolari” neanche una ventina. Fai un po’ te.
    Io non penso che Maria Grazia sua cattiva e Valinda buona. Non ho mezzi per giudicare. Posso soltanto dire che, almeno sul forum Maria Grazia appare aggressiva mentre Valinda no. Ma nella realtà potrebbe essere il contrario. Per questo ho chiesto la mail a Maria Grazia. Proprio perché non volevo credere al fatto che fosse così “terribile”.
    Cmq Golem la vediamo in maniera diversa ma soprattutto perché tu viaggi troppo in ottica femminile. Ce ne siamo accorti un po’ tutti, io, Kid e Sergio, e anche Rossana se non erro. Non é che forse abbiamo ragione?

    ho solo detto che, almeno qui sul forum appare aggressiva. Cosa che non appare Valida. Ma magari nella realtà Valida sarà aggressiva.

  5. 1005
    Golem -

    Mah Giampaolo, io di donne ne trovo aggressive e non quanto intelligenti e stupide con la stessa percentuale degli uomini. Poi bisognerà capire qual’e’ il nostro personale livello di tolleranza all’aggressivita’, insomma come sempre e’ tutto relativo.
    Gli amori tormentati ” piacciono” più alle donne che agli uomini, mediamente, almeno così mi pare, non solo per esperienza diretta, ma anche per una lettura di tanti post visti su questi forum dove viene confermata questa tendenza. Ma come ho scritto in precedenza, questi sono tratti caratteristiche di genere, ma non è matematica, le varianti, anche clamorose, si riscontrano frequentemente. Sono indicatori insomma, da considerare come tali, ma le caratteristiche delle varie personalità non si potranno mai catalogare sicuri di aver trovato la formula magica per capire le donne e gli uomini. Nel soggettivo del proprio partner valgono solo le regole della conoscenza diretta, e a volte non bastano neanche quelle, come hai scoperto anche tu.
    Giampaolo, questo per dirti che non so se ragiono TROPPO in un ottica femminile, so sicuramente che ragiono con la mia testa, e questo mi basta.
    Buona domenica.

  6. 1006
    rossana -

    Giampaolo,
    anch’io ritengo l’istinto uno dei principali “motori” di fondo dell’umana esistenza, a cui, in determinate circostanze, è pressochè impossibile sottrarsi (vedi “donne in cerca di maternità”, che secondo me sono la maggioranza – di solito le prime a denunciare cali di sessualità nel lungo corso). Tuttavia, ritengo eccessivo riportare tutto, ma proprio tutto, sempre, ma proprio sempre, a questa pulsione.

    l’essere umano, a partire dal suo cervello, è sì orientato in modo uniforme nelle principali impostazioni di vita ma è altresì, anche, troppo complesso per essere ridotto a questo unico percorso obbligato. sintetizzo alcuni punti fondamentali, tratti da: http://lateca.info/quarta-via/articoli-approfondimento/48-cervello-gurdjieff.html

    – “tre cervelli in uno operano come “tre computer biologici interconnessi’, ciascuno con la sua propria speciale intelligenza, la sua propria soggettività, il suo proprio senso del tempo e dello spazio e la sua propria memoria”
    – “attraverso l’amigdala, una sorta di centralina di emergenza del sistema limbico, le vie neurali emozionali riescono spesso ad aggirare la neocorteccia compiendo dei veri e propri ‘sequestri emozionali’ ai danni della mente razionale. Questi sequestri vengono poi modulati o talvolta inibiti, nei mammiferi superiori, dai lobi prefrontali della neocorteccia che, su scale temporali più lente, finiscono per riprendere il controllo della situazione.”
    – “l’antico cervello rettiliano non trae molto profitto dall’esperienza. E’ dunque un ottimo candidato per rappresentare il ‘centro istintivo’ di Gurdjieff (e in parte anche quello ‘sessuale’, che nel sistema gurdjieffiano riveste un’importanza particolare).
    – “a questa suddivisione ‘verticale’ del cervello uno e trino va però affiancata, per completare il quadro neuroscientifico, la suddivisione ‘orizzontale’ del cervello nei due emisferi destro e sinistro, interconnessi per mezzo del corpo calloso.
    – “questa bi-partizione si manifesta, ad esempio, nel centro intellettuale sotto forma della contrapposizione sì-no, ossia del bipolarismo ‘affermazione-negazione’, mentre nel centro istintivo sotto forma del binomio ‘piacere-dolore’. E anche il centro emozionale sembra consistere nelle due metà rappresentate rispettivamente dalle emozioni piacevoli o spiacevoli, anche se nella ‘Quarta Via’ Ouspensky avverte che le ‘emozioni negative’ funzionano con l’aiuto di un ‘centro artificiale’ a parte, che le alimenta soprattutto per ‘imitazione’.” […]

  7. 1007
    rossana -

    […] riporto, poi, a suffragio della mia opinione, faticosissimamente raggiunta, due estratti in merito di autori che mi sono parsi sia autorevoli che convincenti:

    “La voce dell’istinto, cui l’animale selvatico, nello spazio vitale in cui si trova naturalmente collocato, può ubbidire senza freni, perché essa lo consiglia sempre per il bene dell’individuo e della specie, nell’uomo diviene anche troppo spesso fonte di suggestioni perniciose, ed è tanto più pericolosa in quanto ci parla nello stesso linguaggio in cui ci si manifestano anche altri impulsi, ai quali ancor oggi non solo possiamo, ma dobbiamo ubbidire. L’uomo è quindi costretto a vagliare alla luce del pensiero concettuale ogni singolo impulso.” (Konrad Lorenz)

    “L’unica cosa che posso fare è suggerirti il modo migliore per prendere la giusta decisione.
    In che modo prendevi le tue decisioni quando eri bambino?
    Quando si è giovani le decisioni si prendono con il cuore.
    Le cose si fanno e basta, senza stare troppo a pensarci.
    E’ quello che chiamiamo istinto, e purtroppo perdiamo questa nostra preziosa dote innata quando cominciamo a condizionare noi stessi e il nostro pensiero.
    Non c’è niente di sbagliato nell’avere regole da seguire.
    Qualcuno ha detto che la ragione per cui gli esseri umani sono superiori alle altre creature è che sono in grado di prendere decisioni per mezzo del ragionamento, mentre gli animali si basano esclusivamente sull’istinto.
    Io credo che per essere veramente superiori dovremmo trovare il giusto equilibrio tra istinto e ragione.”(Sergio Bambarén – scrittore contemporaneo australiano, d’origine peruviana – da: “L’onda perfetta”)

    concludo con una voce, purtroppo abbastanza anonima, atta a indurre a riflessioni in senso più ampio:

    “Diventa amore e l’unica scelta che l’amore può fare: seguire se stesso, lasciando tutto alle spalle, … fino alla fine, fino a quando l’amore è tradito e il dolore è uno sconosciuto che conduce alla rovina e, quindi, alla rinascita.” (A. Olivieri)

    spero di non essere stata noiosa più di tanto…
    un abbraccio.

  8. 1008
    rossana -

    Golem,
    “l’amore deve essere anche investimento, deve cioè dare dei frutti, ma non come quelli che tu ora hai solo dai ricordi. Sennò e’ come se avessero ripagato la tua preziosa “merce” non con una moneta, ma col suono che questa faceva sul banco del negozio, che in questo caso e’ il tuo cuore.” posso chiedere quali sono, per te, i frutti dell’amore? e anche se operi una differenza nei ragionamenti su brevi relazioni (pochi mesi, sì e no un paio d’anni) rispetto ad altre che durano ben di più, essendo già veri e propri intrecci amorosi e non solo tentativi a carattere esplorativo? le distingui, poi, fra serene, essenzialmente condivise o tormentate per una o per entrambe le parti? quelle espresse fin qui da giovani donne sembrano essere in linea di massima “prove d’amore”, più o meno direttamente supportate da sentimenti, parecchio diverse però dal vissuto fortemente “masochistico” di tuo interesse (eccezione, non regola).

    astenendomi dall’entrare nel merito più concreto del tuo pensiero sulla relazione di tua moglie a cui ti stai sforzando di dare una definitiva connotazione di massa, ti preciso – a fin di bene e, nel mio intento, a beneficio della signora – che, se mi trovassi al posto suo, preferirei essere compresa nel mio modo di essere passato e presente, con i miei limiti e le mie debolezze, piuttosto che beneficiare di una idealizzazione a oltranza e di una pur apprezzabile inclinazione a ricevere “protezione” postuma, tendente a svalutare sia la persona che sono stata che la persona con cui sono stata coinvolta in un sentimento che riguarda solo me, parte di un passato precedente all’inizio dell’attuale rapporto di coppia.

    azzardo di nuovo, a titolo di puro stimolo alla riflessione: non è che, per caso, la relazione di questa donna con un uomo che disprezzi finisca con lo svalutare inconsciamente, ai tuoi occhi e al tuo sentire, non soltanto lei ma anche te, nell’amore che a lei ti lega e che vorresti fosse del tutto privo d’ombre? la questione è molto delicata: mi trattengo ai margini, senza però esimermi dall’esprimere un pensiero in senso lato. pensaci su, se ti sembra che possa esserti utile.

    ognuno degli intervenuti tende a ragionare in base a convincimenti acquisiti dalle proprie esperienze. siccome nessuno di noi è più un ragazzino, è più che logico che sia difficile da smuovere nelle sue opinioni. al termine del confronto non si può che prendere atto delle diverse posizioni e regolarsi con reciproco rispetto.

    un caro saluto.

  9. 1009
    la verità fa male -

    Ciao Rossana…
    Ti scrivo un po’ stordita, per ringraziarti della risposta che avevi preparato per me e rassicurarti che no, non mi ero risentita per niente, nella richiesta di chiarimenti ai miei interventi, da te e Giampaolo. Volevo chiarire allora, rilessi e compresi (nel mio stato) che probabilmente le ragioni erano due, della mancanza di chiarezza: la prima, perché avevo troppo ragionato da sola… Per quanto mi sono scritta con altri, ho parlato, ho cercato confronti… In quel momento, a parte voi, mancandomi interlocutori (che conoscessero bene la mia storia), mi sforzavo di proseguire nell’analisi, da sola. Perciò temo proprio che in parte, non volutamente, potesse essere un vero e proprio monologo… La seconda ragione è che, per ragione di riservatezza, cercavo di dire cose utilizzando da una parte metafore, dall’altra ero “offuscata” e ricadevo nelle analisi che mi dovevo fare da sola…
    Poco dopo è successo una specie di finimondo interiore, durato giorni, e non sono più riuscita a intervenire. A quel punto stavo così male che ho capito (se era veramente questo) che avevo un trauma. Anzi, più d’uno (per la coincidenza dei fatti famigliari). Ho capito (spero di avere capito: ma non ho nessuno – con strumenti – che mi dia almeno certezza che fosse questo) che la cosa che mi stava bloccando proprio fisicamente, tra pancia e stomaco, era appunto un “blocco”. Ossia: ero stata a credere di essere andata avanti, pur stando male certo, a credere di avere avviato il processo di elaborazione. Avevo fatto cose per mia madre, l’avevo stabilizzata, altre cose, piano piano, si risolvevano. Mi ero messa a studiare qualcosa, fare cose che mi piacevano. Invece, pochi giorni fa ho capito di questo “blocco”. Non avevo fatto nulla, Rossana. Nulla di nulla. Mi sono svegliata, dopo lo tzunami in famiglia, e io avevo la vita distrutta. Vivevo in un posto, e ora in un altro. Vivevo con l’uomo che amavo e ora vivevo in un altro posto e lui non c’era più. Questo “blocco” non lo sostenevo. Il tempo si era fermato, in realtà, Rossana. E io ero scioccata. Ero rimasta nel punto in cui successe tutto, A quando finì tutto. In quel momento, allora, nel reale tempo, io ero già stremata, e fui sommersa dai problemi di cui mi dovevo in qualche modo occupare, e una cosa certa dovevo dare, poi: la presenza, qui. Notte e giorno, e non mi sarei dovuta assentare. Lui si mostrò “freddo”, distante, da quanto mi accadeva, dentro e fuori.

  10. 1010
    la verità fa male -

    Questo mi diede “un colpo”. Poi ne arrivarono altri. Mi ritrassi, mi distanziai, crollai. Lui divenne ansioso, iniziò a pressarmi, a chiedere in qualche modo spiegazioni. Confermai che stavo male, molto male. Non riuscivo, talora, nemmeno a parlare. Continuò in quel modo, finché non mi senti obbligata a “chiudere”. Dentro di me, in realtà, speravo sempre che lui mi capisse, mi amasse, mi sostenesse. Come io amavo lui, e come sempre io avevo compreso e sostenuto lui. Nulla di ciò accadde. Fece di tutto per recuperarmi, ma solo a parole, Rossana. Io lo sapevo che erano solo parole: non era più vicino a me. Non lo sentivo più. Così, nella disperazione, aspettavo i fatti: che non arrivarono mai. Continuò, per diverso tempo, a “starmi addosso”. Finché ci perdemmo. Le parole, Rossana, non bastavano proprio, in quel momento. E disse di tutto, di bello e di brutto. Mi addossava le colpe, di quanto stava succedendo: ero solo io a deciderlo, non lui. Dei “propositi” belli disse di tutto. Anche che mi amava. Così, mi sono svegliata, e non c’era più. Ed era tutta colpa mia. No, non era possibile ciò. Non era proprio possibile che lo avessi deciso io. Così, Rossana, sono dubbi, dubbi atroci. Che lui se ne sia andato, e proprio nel momento peggiore per me, e nel modo peggiore. E poi ancora dubbi, perché io sapevo che qualcosa non andava, tra noi, da prima che io arrivassi qui: era per quello che stavo così male. Come dici, sono sensibilissima. “Sentivo”, e stavo male. E poi vedevo anche, ragionavo. Si era spostato, poco alla volta, da noi a lui. Da noi, ad altro. Da noi, a… I problemi che c’erano sempre stati, e che forse mi aveva tenuto, molto di più di quanto potessi immaginare, nascosti. Tornava molto: ma al negativo. E ancora dubbi: aveva capito che certe cose, con la sua famiglia… non si sarebbero mai risolte. Aveva capito che doveva rinunciare. Aveva capito che non se la sentiva più. O che non mi amava più, forse. Ma non me l’ha mai detto. Ha detto sempre che mi amava, non venendo mai veramente in mio soccorso. Mi ha destabilizzata, completamente. Così ho provato a ripartire da lui, ricomporre i pezzi, Rossana. Ma lo facevo già da tempo. E dunque? E dunque non ne venivo mai a capo. Ed era strano, è strano, Rossana. Troppo strano. Ho sempre superato tutto. Ma questa volta è diverso. Spero di salvarmi, Rossana, perché non sto più vivendo. E ho fatto delle cose, in questi giorni, spero che servano.

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