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Una trama complessa

di Descant

Bene, salve a tutti.
La mia situazione è molto complessa, spero di non annoiarvi.
Due anni fa ho conosciuto una ragazza tramite un amico perchè collaborassimo ad un blog. Dopo pochissimo tempo siamo diventati amici e ci siamo sentiti quasi subito per telefono. Fin qui credo sia tutto normale. La cosa curiosa è che quella telefonata durò 9 ore e mezza, e, che ci si creda o meno, quello non fu un caso isolato. Abbiamo continuato così per alcuni mesi e, per essere brevi, ci siamo resi conto che stava nascendo qualcosa di più di un’amicizia. Il problema principale era la
distanza: 1500km. In un modo o nell’altro siamo riusciti a vederci per la prima volta. Inutile dire che fu bellissimo e che ci trovammo immediatamente a nostro agio l’uno con l’altra. Purtroppo, prima di questo nostro incontro, si era fatta viva una persona che per comodità traduco come “vecchia fiamma” e mi sono ritrovato all’improvviso a dover scegliere fra le due. Per schematizzare chiamerò quest’ultima Z. e l’altra R.
Insomma nel passato avevo desiderato Z. con tutto me stesso e dato che si trattava di una persona a me vicina, non potevo che ritrovarmi fra le mani una scelta piena di dubbi. Questi dubbi li comunicai a R. e fu una tragedia, per ovvi motivi. Sì sentì presa in giro, ferita nell’orgoglio e credo anche molto sola. La prima volta che mi disse “ti amo”, stava piangendo. Piansi anch’io per molti giorni(in questo caso, non consecutivi ahaha. . . ) e quando mi resi conto che per Z. , per quanto il dolore fosse stato lancinante alle volte, non versai mai nemmeno una lacrima, ricambiai in tutto e per tutto il sentimento di R.
Quel sentimento era sincero e già presente prima di dichiararlo; mi ero bloccato perchè di fronte ad un bivio più grande di me.
In definitiva questa è solo l’orgine di mille problemi. R. non poteva fidarsi ciecamente di me e io mi sentivo mortalmente in colpa per averla ferita. Questo ha comportato conseguenze come dubbi taciuti e rancori più o meno esplosi. L’ostacolo della distanza ha quindi potuto agire per vie traverse e nonostante ci sia stato tempo per far fiorire il nostro amore, il dubbio più grande di tutti ha finito per reciderlo.
Io sono uno che non si impegna e che sostanzialmente fallisce un po’ in tutto. Lei non si sente apprezzata dalle persone.
Dopo un anno di relazione a distanza e poche occasioni per vederci, era uscita fuori l’occasione di vivere nella stessa città (Torino, la mia) in quanto lei stava finendo il liceo e voleva andar via per poter studiare all’università. A causa di seri problemi familiari, quest’estate mi disse che non poteva più essere così e dato che io non ho il diploma non sono potuto partire.
Bhe che dire, sentimenti annacquati e debolezze mentali hanno fatto sì che scoppiasse la bomba. Dopo alcuni mesi parlai di chiudere ogni cosa per non lasciare che il tempo logorasse quello che avevamo. Mai mossa più stupida. Lei si sentì nuovamente ferita e non voluta e mise in dubbio ogni sentimento. Avremmo dovuto vederci settembre scorso con una totale incertezza per il futuro ma lei non si presentò all’areoporto. Per diversi mesi aveva taciuto tutto e troppi dubbi hanno affollato la sua mente finchè lei non ha ceduto e mi ha lasciato. In quei giorni mi odiò. Mi disse che non mi ero impegnato quanto lei in quella relazione, ed è vero. Mi diceva che non se la sentiva più di continuare a questo modo e che è tutto rovinato ai suoi occhi. Mi ha gettato addosso un rancore millenario e si è comportata in maniera ossessiva tanto da non permettermi nemmeno
di parlare alle volte.
Ho fatto quindi che prendere e partire io per andare a vedere che diavolo stesse succedendo. Lei non voleva ma mi presentai sotto casa sua. Un macello. Mi schiaffeggiò e mi insultò dicendo che non l’avevo rispettata per l’ennesima volta, che non avevo rispettato la sua decisione di chiudere. Inutile spiegarle che ero lì per vederla, che non ero lì per farla tornare da me e che sapevo bene di non avere speranze dopo tutte le cose che c’eravamo detti. Ripartii la mattina dopo perchè non voleva più che stessi lì. In pratica non ci spiegammo nulla, lasciammo correre tutto.
Ovviamente, uno stupido come me, non si limita a sbagliare. Persevera. Pensai che se il problema fosse il rispetto, allora avrei dovuto lasciarle tutto il tempo di questo mondo. Credo purtroppo che se un problema umano sia legato all’orgoglio, quest’ultimo, col tempo, può solo rinforzarsi di convinzioni che lo proteggano. Quando ci risentimmo dopo due settimane lei non si era mossa di un passo e credeva più fermamente nelle sue scelte e nei suoi pensieri. Io non ero rimasto con le mani in mano e mi ero messo a lavorare per potermi trasferire nella sua città. Quello che seguì sono solo un mucchio di parole e rancori. Non le dissi niente dei soldi che stavo raccimolando fino a quando
non ebbi la certezza assoluta di essere in grado economicamente di fare quel passo. Lei mi disse che non c’era più nulla da fare ormai. Che si trattava di una cosa forzata. La sua intenzione è quella di vivere serena, senza costruire nulla di dubbio valore. Lei aveva per le mani qualcosa di molto più sicuro e sentito di quello che poteva avere con me e si stava impegnando ad ottenerlo nella sua totalità. Voleva cambiare e sentiva di poter diventare migliore. Tante altre parole quindi, e una mia rinuncia formale. Lei lasciò giusto il beneficio di poter discutere di altre parole ancora: “Non so se un giorno cambierò idea. Magari me ne pentirò”; poi tacque.
Sono arrivato quindi ai giorni più vicini ad oggi. . . Tutto quel silenzio da parte sua ed il suo essere schiva nel dialogare apertamente con me mi hanno fatto collassare e circa due settimane fa le ho mandato una email di addio perchè sentivo di non farcela a tornare ad essere un semplice nome sullo schermo. Una settimana fa mi ha risposto cambiando totalmente la linea che aveva seguito fino a quel momento. Mi ha detto di aver giocato col suo cervello e di essersi convinta di tante cose, come il poter controllare la propria vita. A suo dire, lei è una persona che non accetta consciamente di esser stata ferita dagli altri e quindi pensa di essere lei in prima persona ad infangarsi con le sue mani. Queste sue spiegazione vanno totalmente in contrasto con ciò che dice nella stessa email. All’improvviso io sono diventato quello puro e maturo ed una delle tante persone che hanno avuto la sfortuna di incontrarla sulla sua strada. A quanto pare, mai e poi mai potrebbe rivedermi come soggetto d’amore perchè noi, e, da come parla, soprattutto lei, abbiamo abbruttito qualche cosa che in realtà è sempre stato fasullo dopo i problemi avuti all’epoca di Z.
Di fronte ad un indizio ed una soluzione così evidenti, le ho scritto un’ennesima email in cui ho provato a smontare le sue tesi. Le ho detto inoltre di essermi praticamente arreso ma che credo in ciò che sento e che non andrò via. Da una settimana sono tornato su msn ma lei non mi ha detto nemmeno una parola.
Per tirare le somme, sto tremendamente male, tanto da soffrire di insonnia e perdita di appetito e non ho idea di che diavolo fare e di che posizione prendere. Non so in quali parole credere. So per certo che vorrei anche solo la possibilità di sperare in una nuova occasione. Farei di tutto ma rischio di farla allontanare ancora di più se non smetto di farla sentire in colpa indirettamente con questo mio amore straziato. La soluzione non c’è, lo so. Vorrei qualche opinione e basta.
Dovrei lasciare che lei prenda la sua strada ed io dovrei a mia volta prenderne una. . . ma mi sembra insulso dividere due persone che si sono volute così bene e accettare con uno sfondo di “normalità della vita” lo scorrere del tempo.

Lettera pubblicata il 12 Dicembre 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Chiaramente -

    Hai fatto un gran casino e lei è pi casinista di te. Io al posto di lei ti avrei lasciato semplicemente dicendoti che quella storia di z non la mandavo giù.
    Cosa fare? E chi lo sa, lo sapete solo voi.

  2. 2
    descant -

    Hai assolutamente ragione.Peccato che sia impraticabile anche volendo,una semplificazione del genere.

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