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Lettera pubblicata il 27 Dicembre 2020. L'autore, stukas, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Sì Adam: Stukas è geloso. Perchè ha, come “Paola”, le proprie esigenze umane, che sono lecite quanto quelle della accuditrice, e ci si chiede se tu al posto di Stukas accetteresti serenamente una relazione come la sua. Ma mentre le personalità romantico-“ameliste” vedono in quella ossessione accuditrice un aspetto “buono” -che addirittura eleverebbe la protagonista a portatrice “di sincera empatia che solo chi ne ha avuto grande bisogno ne conosce l’importanza”- la reazione di Stukas è letta quasi come inopportuna dai soggetti di cui sopra: “come ti permetti di giudicare le emozioni altrui”. Tutto questo mentre la “salvatrice” in argomento sulle emozioni di Stukas ci piazza il caso umano perfetto con cui soddisfare i suoi bisogni di “bontà”, rendendo sempre più “dipendente” da sè l’assistito, perchè mantenendolo psicologicamente in cattività non ne perda i dolceamari benefici. Un po’ quello che le formiche fanno con gli afidi. Empatia? Vabbè.
Quanti “buoni” disastri ha fatto questa “empatia” perbenista. E quanti continua a farne, nel 2021.
Stukas, ho indovinato perché in questo genere di cose non ci si inventa nulla.
La vostra modalità di “non convivenza” a me non convince, mi sembra un espediente comodo per entrambi, soprattutto per lei.
Adam, l’autore sta analizzando la propria vicenda, le sue paure ed emozioni, non è semplice ed è normale che abbia diverse prospettive, anche contrastanti.
La gelosia, non dimentichiamoci che è un sentimento umano, come la felicità, la tristezza, la rabbia. Va analizzata, a volte si basa su percezioni reali, a volte no.
Non si può negarla o demonizzarla a prescindere perché ci si sente superiori “alle cose del mondo”.
Non tutti sono in grado di vivere come “santoni”.. e meno male aggiungerei..
Stukas
Sono passato anche io da una storia con una ragazza problematica, seppur completamente diversa.
Ad essere onesto, non mi stupirebbe se tra qualche settimana scrivessi “la mia lei non è più voluta andare in terapia, dice che bla bla bla”.
Spero per te di sbagliarmi, ma la questione è torbida e se si è protratta per anni significa che lei questo cordone proprio non lo vuole tagliare. Se noti ulteriore recitenza e riluttanza da parte sua, ti consiglierei di valutare un distacco definitivo. Purtroppo dovrà essere definitivo perché quando tornerà piangendo dicendo di aver capito e di non volerti perdere, una volta ripresa la situazione tornerà come prima, Anzi peggio perché probabilmente inizierà a mentirti riguardo la questione.
Credo che la psicoterapia sarà il crocevia, ma personalmente penso che le probabilità di fallimento siano più alte di quelle del successo. È comunque l’unico tentativo da fare a questo punto.
La gelosia è un’emozione umana, certo, sicuramente comprensibile se posta al di fuori del concetto di “possesso” dell’altro, ma sposta il focus della discussione.
Stiamo parlando del benessere psico/emotivo di Paola o dell’impossibilità da parte dell’autore di accettare questo rapporto esterno alla coppia? Si è posto l’accento su quanto fosse problematica questa donna, con tanto di traumi infantili che la relegano nel ruolo di crocerossina a vita, e ora il tutto si limita ad una banale ed egoistica gelosia?
Golem, cavolo, esistono anche persone che si affezionano e si legano agli altri, lo sai? Non è sempre tutto cosí squallido, disumano, freddo. Probabilmente questa donna nutre un reale e profondo affetto verso Paolo, ma per qualche ragione non riesce a gestirlo se non attraverso queste dinamiche soffocanti. Gli esseri umani non sono solo casi clinici!
“La gelosia, non dimentichiamoci che è un sentimento umano, come la felicità, la tristezza, la rabbia. Va analizzata, a volte si basa su percezioni reali, a volte no.
Non si può negarla o demonizzarla a prescindere perché ci si sente superiori “alle cose del mondo”.
Infatti non si tratta negarla, ma, come tutti i sentimenti negativi, di ponderarla, di farla fluire senza drammatizzare eccessivamente. Una possibile soluzione è quella di parlarne spesso e apertamente e sviscerare cosa realmente fa stare male. Se è davvero il comportamento dell’altro o se è la nostra pretesa di sentirci sempre unici, insostituibili e meritevoli di ricevere, sempre, ed in modo totalizzante ed esclusivo, tutte le attenzioni della persona che amiamo.
Certo Suzy, esistono persone che si affezionano, succede persino a me, pensa, ma qui siamo nel campo della nevrosi ossessiva, e non serve uno specialista per intuirlo. Quella donna avrà passato chissà quali traumi, è chiaro, e avrebbe bisogno di essere resettata e ricominciare da zero, ma è anche evidente che vive un loop psicologico dal quale non vuole uscire, ben sapendo che è durissima, perché, come dice Stukas, Paolo gli fornisce una zona di comfort che le consente una sopravvivenza “statica”, dove quella condizione offre una scusa per non impegnarsi realmente. Otto anni di “sterile” assistenza (perchè Paolo non fa un passo avanti) non li farebbe neppure una badante professionale, e ancora meno una affezionata in “equilibrio”. La gelosia di Stukas è normale, anzi, è sin troppo tollerante, e nessuno può ragionevolmente sostenere che il suo sia un desiderio di possesso.
Ripeto, qui si tratta di due psicotici che si “sostengono” in simbiosi, non è squallido, ma tragico sicuramente, mentre Stukas sembra lui il terzo incomodo. Vediamo le cose per quelle che sono.
il format del ns rapporto fa comodo a lei ma anche a me (beetlejuice)non sono esente da responsabilità compreso di non aver fatto una scelta e accettato questa situazione perché dava molto spazio anche a me pur se non ne fruivo per frequentazioni extra. Un po’come se Paolo assolvesse al compito di farle compagnia. L assenza totale della componente sessuale mi teneva tranquillo.la gelosia che invece si manifesta è perché l appuntamento è ridondante tanto che io l ho ribattezzata gelosia affettiva.Per mesi interi la cosa non mi tange e il rigurgito insieme ad insonnia mi torna piu forte in prossimita di giorni in cui sto con lei piu tempo (ferie,feste,ponti,non weekend).sono felice della scelta della terapia di coppia perché Paolo potrebbe essere la punta dell iceberg e quello che fa acqua è il ns rapporto per esempio l accordo reciproco di distanza, per motivi diversi ma strategici-immaturi.ho sofferto sempre in passato con altre donne la convivenza per dinamiche di territorio.
La sofferenza è stare in questa strettoia fatta di sentimenti antitetici:accettazione e rifiuto (nel rifiuto c è anche Paolo) Voglia di stare con lei e voglia di libertà. La voglia e la paura della solitudine. La mia gelosia in passato è stata messa poco alla prova per cui mi sono ritrovato un po’impreparato peraltro con una situazione paradosso non facile da ritrovare in amici e conoscenti. C è un “altro” un po’farlocco un derelitto che non toglie nulla al ns rapporto. Non c è una paura della serie “Paolo mi porta via Paola” o lei fa cose con lui che con me non fa, oppure con lui si confida piu che con me. Lui è un analfabeta emotivo che appena il cursore si posa su temi come essere-sentimenti-emozioni-psiche-amore sposta il discorso ed è a disagio. Mi fa piacere dire che i vs scritti diversi e contrapposti mi danno una varietà cromatica che mi apre nuovi spazi di consapevolezza. Quel parlarne spesso, anche qui, alleggerisce e chiarisce. Troppe cose avrei da raccontare
stukas,
se la tua partner dovesse rifiutare o interrompere la terapia di coppia , considerando la peculiarità del lungo legame in case separate, potrebbe forse esserci un’altra via, molto semplice, per equilibrare il rapporto. cioè che tu provassi, per finta o per davvero, a coltivare relazioni alternative abbastanza intense, di varia natura, con altre donne.
una specie di cartina tornasole, per appurare meglio quanto lei tenga a te e, nell’ambito del suo modo di essere, se e come possa accettarti a sua volta in un contesto relazionale affine al suo con Paolo.
per me, nessuno ha diritto on line di fare diagnosi, magari senza nemmeno conoscere di persona gli interessati. solo uno/a specialista può tentare, ragionevolmente, di provare a districare matasse complesse, che hanno a che fare con i vissuti intimi di persone amate, che meritano libertà e rispetto, in tutti i sensi.
valido anche il suggerimento di parlarne spesso, per affievolirne in entrambi la portata, che però non considero risolutivo.
Acqua, infatti l’autore della lettera si sta ponendo più di un interrogativo, come accade a quasi tutti.
Come sai bene tutto ciò che è irrazionale non è facile da imbrigliare in giusto/sbagliato o farlo sparire con facilità.
Stukas, avevo compreso che la vostra modalità di coppia fosse della serie “un piede dentro e uno fuori” e spesso nasconde altre problematiche.
È vero, la gelosia non è solo sessuale e tra l’altro è presente nelle dinamiche più disparate (tra parenti, nipoti, amici..). Da quello che dici vorresti la tua libertà, lo spazio per stare solo, ma dall’altra parte che lei impegnasse il suo tempo come vuole, senza Paolo però. Come hai notato tu stesso, il vostro rapporto si basa su di una struttura piuttosto fragile, credo anche io che l’unico modo per andare avanti sia che entrambi facciate i conti con i numerosi non detti.