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Lettera pubblicata il 27 Dicembre 2020. L'autore, stukas, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Acqua, “Un tradimento emotivo di fatto non è controllabile/verificabile e quindi non vale proprio la pena di esserne “gelosi”.”
Vero, fino a quando non causa assenze del/della partner e ingombranti terze presenze. La libertà personale nel pensiero e nell’agire è sacrosanta, per carità, ma si scontra con dinamiche di coppia, lo sappiamo tutti.
La storia di stukas la sento vicina più di altre, poiché simile a qualcosa che ho vissuto personalmente. Credimi, puoi discutere, confrontarti, razionalizzare, filosofeggiare, ma quando senti che qualcosa non va,è perché è così.
Beetlejuice, quando qualcosa non va, è sempre dentro alla relazione che va ricercata la causa. Forse insicurezze, mancanza di comunicazione efficace, equilibri sballati, tanta emotività e poco raziocinio, necessità del tempo giusto, naturale, affinché tutto si appiani.
Le forzature distorcono ciò che, secondo me, sarebbe comunque un naturale evolversi della relazione, in un senso o nell’altro.
Un’analisi più approfondita della situazione “stampella”, che pare presentarsi abbastanza spesso, nel presente come nel passato, ora soltanto meno nascosta, per me si articola come segue.
1) amante, che consente serenità al matrimonio, completando le carenze dello stesso (attitudine prettamente maschile);
2) rimpianto o ricordo di qualcuno del passato con cui non si è potuto o non si è voluto proseguire nel futuro (miglior appagamento sensuale, miglior intesa mentale o miglior condivisione di temperamenti o vissuti pregressi);
3) integrazione di un/a partner immaginario/a, che consente di portare avanti, magari mentalmente anche a letto, un completamento interiore delle proprie esigenze in ambito di coppia;
4) prosecuzione di una relazione sensuale che si è trasposta in amicizia speciale, come accade a molte coppie dopo decenni di convivenza (accudimento di tipo materno, sostegno reciproco, bisogno di continuare un interscambio mentale).
ovvio che nella vita reale nessuna di queste integrazioni è accettabile dal/la partner escluso/a, se ne è o ne viene a conoscenza.
“Amante che consente serenità al matrimonio, completando le carenze dello stesso (attitudine prettamente maschile)”. Prettamente maschile? Per personale esperienza, e non per comode ipotesi teoriche, se sapeste quante “femmine” maritate attingono a queste “attitudini” prettamente maschili non ipotizzereste per luoghi comuni.
È un problema procurarsele tutte e quattro e usarle in modo alternato? Un bel po’ di stampelle… più sono e più diventa difficile nasconderle…
Acqua, lasciamo stare le ipotesi campate per aria sulle “stampelle”. Un amante o il suo surrogato immaginifico di questo è solo la proiezione illusoria di una vita “migliore”. Il rapporto amoroso, specie nella donna, è sempre mitizzato, ed è inevitabile che la “normalità” quotidiana, se non è stata accompagnata da quella consapevolezza di cosa sia realmente quel sentimento, cui parlo spesso, porti ad illudersi di poterla compensare con certe emozioni che stimolano l’istinto sessuale e da questo sono stimolate. Prova ne sia che più frequentemente per gli uomini significa “femmina nuova, carne fresca” mentre per la donna assieme alla parte eminentemente sessuale si somma quella emotiva. Ma è appunto solo surrogato d’amore, fatto soprattutto di immaginazione e di quella adorata ansia “da mancanza” che rende così eccitante quei rapporti.
È una vita immaginata, che per molti in mancanza d’altro, diventa vita.
Comunque l’amante che consente serenità al matrimonio continuo a non capirla, anche se si sente dal Paleolitico. Stare attenti a non farsi sgamare, tenere il cellulare sempre sott’occhio, non dare troppe attenzioni all’amante ma nemmeno poche, inventarsi un sistema complesso di palle per coprire le proprie assenze, trovare luoghi fuori da circuiti di conoscenti…A me sembra un lavoraccio ad alto stress che non varrebbe la pena nemmeno se pagato. Non so dove risieda questa serenità.
Per Rossana e dintorni. Scusami ma non mi riconosco in nessuno dei tuoi 4 punti. Tra l altro nei commenti degli altri leggo molto la parola Amante che non si confa’ ne alla mia situazione, ne a Paolo a cui non calza ne come personaggio ne tantomeno nel senso etimologico del termine. Qui c è dietro una ferita profonda, che sta all interno di un cruciverba i cui incroci sono Paolo, la famiglia di Paola, la mancata emancipazione di Paola, un “doppio legame” creato da genitori anaffettivi, la continua svalutazione subita in famiglia, un ingerenza cattolica pesante fuorviante e mi fermo qui perche c è di peggio. Se la consapevolezza illumina il sottobosco dei ganci Paolo cade come una pera matura. Nei ganci c è una colpa fortissima che è uno dei 5 irretimenti che non permette un evoluzione della persona, e per evoluzione intendo autorealizzare la propria natura, i desideri, avere una direzione. Questo torbido puzzolente (colpa) si conferma nell incapacità totale e dichiarata..continua..
Golem, si’, diciamo che le stampelle, di per sé, servono solo ai claudicanti e, di certo, finché si usano, significa che la coppia è traballante e non gode di ottima salute. Forse possono servire solo temporaneamente per oltrepassare determinati periodi di crisi o stress o traumi ..Sono d’accordo con te sulle differenze tra uomo e donna sui motivi per cui si ricorre a tali surrogati.
Suzy concordo pienamente sull’elevato livello di stress che comporta la gestione di una vita parallela: probabilmente il surplus energetico necessario viene fornito dall’ effetto dopante o compensativo delle emozioni ricercate e vissute che sono reali, a differenza dei “sentimenti” che sono probabilmente fittizi o potenziati dall’idealizzazione.
di Paola, nella sua miopia, nel non vedere cosa c è dietro. È perché si protegge da questa sofferenza profonda da questa ferita mai elaborata ma che prende le decisioni per suo conto. È un processo umano ci avviciniamo al piacere e ci scostiamo dal dolore. Non è un “tanto come la metti la metti io sto qui a fare il famoso Ed io tra di voi e la sofferenza rimane”. No.
Mano mano che la conoscenza si fa strada, non si sente piu il bisogno di agganciarsi a nessun appiglio autolesivo della ns identità, ci si sente piu radicati in chi siamo senza perdere tempo e fiato in processi riparativi e segregativi che vanno contro la ns natura e contro la vita. Si chiama trasformazione. E questo porterà a vedere meglio la realtà, non ad “aggiustare” la coppia,e a contatto con la realtà e non con le bugie si valuterà in piena padronanza se lasciarsi o se continuare a stare insieme. Stiamo svelando muri e menzogne, per tornare a navigare. La nave si era arenata. Abbiamo chiamato i soccorsi