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Lettera pubblicata il 28 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore toroseduto.
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Coleman diventa credibile perché fa parte di quella categoria di persone che solo in america possono diventarlo. Riesci ad immaginare un Coleman italiano?
Io no. Forse ti ho sorpreso con quello che ho scritto, ma non amo la sintesi.
Un uomo dotato di un’intelligenza superiore dovrebbe tirarla fuori a 360 gradi. Faunia è la vera protagonista della storia. Ho provato simpatia per le sue vicende, è più credibile dell’immenso professorone. La sua vita non è appartenuta a nessuno, mai. Concludo. Mi chiamo toroseduto perché io sto con gli indiani, ho la casa piena di simboli che ho raccolto durante tutto l’arco della mia vita. Ho sempre pensato che in un’altra esistenza ero un pellerossa. E non sto scherzando. Quindi puoi capire chi sono i miei nemici. Forse ti sconvolgerà questo che ho scritto, ti aspettavi qualcos’altro. Se non altro, con questo puoi farti un’idea più precisa della mia persona. Ciao
Toro, mi è piaciuto moltissimo ciò che hai scritto, e l’idea che mi sono fatta di Roth è un po’ questa : un raffinato critico delle immense contraddizioni del popolo americano. Anche leggendo “Pastorale americana” si cammina su un sottile filo che separa il “pubblicamente corretto” dalle gigantesche voragini di paura e irrazionale. La grande farsa del sogno americano insomma.
Anche per me Faunia è colei che ne esce meglio: spirito talmente libero da non assoggettarsi nemmeno al vincolo della cultura nelle sue primissime forme ( finge addirittura di essere analfabeta). Coleman è la grande vittima della macchia umana, la sua macchia umana interiore prima ancora di quella di un mondo grottesco.
Purtroppo scrivo dal cellulare perché ho il pc fuori uso quindi non riesco a scrivere molto.
Rossana cara anche io ti ho pensato spesso!! diciamo che sto benino soffro un po’ la mancanza di un compagno e di una vita sociale appagante. Ma sto cominciando a capire che bisogna accettare ciò che non dipende da noi e nn si può cambiare…anche se non è facile trovare la propria dimensione in tutto questo.
Toroseduto il mio scrittore preferito è Bukowski del quale ho letto quasi tutto. Comunque sono passata in libreria e visto che c era un’offerta ho preso il dottor sleep di king…vi farò sapere se mi è piaciuto, spero mi coinvolga così magari ne leggerò altri!
Rossana penso che la lettura aiuti molto nei casi di “solitarietà” diciamo..che ne pensi..?
Ciao Valinda.
Io non vengo spesso sul direttore, penso che mi hai conosciuto su questa mia lettera. Rossana la conosco da moltissimi anni, è sempre presente, abbiamo quasi la stessa età ed un vissuto non molto piacevole in comune. Con te ho in comune la solitudine. Ma non me ne faccio un cruccio. Ho, oltre la passione dei bei libri, la mia medicina infallibile: comporre musica. Mi piace molto il tuo modo di porti, garbato, sereno, in punta di piedi…poi ho la fortuna di abitare in provincia di Napoli, fra poco, a mezzanotte andrò a fare una passeggiata sul lungomare, mi porto un panino e una minerale, vado sugli scogli e mi godo il suono del mare. Guardo le stelle, respiro profondo e non so a che ora farò ritorno a casa.
Ti dispiacerebbe parlarmi un po di te? Penso che mi piacerebbe avere un’altra amica con cui parlare e commentare i libri che leggiamo.Penso che hai scelto un libro non molto adatto per cominciare con king. Vedi se trovi “STAGIONI DIVERSE” è in edizione economica.
E’ un libro di tre racconti LE ALI DELLA LIBERTA’ L’ALLIEVO e STAND BY ME. Questi racconti sono diventati dei bellissimi film, ho i 3 DVD, comprati in edizione economica, ma ne è valsa la pena.
Buona Notte
Valinda, se ti piace Bukowski allora ti consiglio “I Merlose” di Aubyn, è molto caustico, ma secondo me geniale. Anch’io, per quel che riguarda King, ti consiglierei di partire dal “vecchio re” ; “Notte buia, niente stelle” ( raccolta di racconti), oppure ” Cuori in Atlantide” (romanzo).
Credo che per la “solitarietà” si debbano però preferire i libri che ti portano via, in cui puoi vivere infinite vite in infiniti mondi.
Ciao
Toroseduto,
grazie per il riscontro, che mi ha confermato quanto ricordavo di te.
Sono meno rigorosa nei confronti di Coleman, considerando sia la cultura in cui era immerso (sogno americano, fine da raggiungere indipendentemente dai mezzi) che le spinte inconsce alla sua indole ricevute nell’adolescenza dall’allenatore e in seguito dal rifiuto di una giovane donna che avrebbe voluto trattenere.
Mi ha invece intrigata la reazione, di quasi eccessiva permalosità, alle accuse di razzismo, che mi sono parse più motivate dall’attacco a un uomo abituato a ritenersi inattaccabile che non alla loro effettiva consistenza. Vero, però, che si trattava di rivalse, attuate in una fase senile calante, sociale e fisica, in cui diventa più difficile lasciar correre. Meccanismo di lesionistica autodifesa che si verifica un po’ in tutti i contesti.
Anche a me è piaciuta molto Faunia, ad eccezione dello spregio, non solo economico, per il valore dell’anello. Prosa intricata da continui incisi ma sempre accattivante.
Valinda,
i libri sono da sempre una mia piccola passione, a cui non so resistere. Ho letto tanto, fin da bambina, e a maggior ragione lo faccio ora, che posso godere dell’enorme ricchezza di disporre di tutto il tempo che desidero.
Nei decenni ho esplorato per filoni tematici e per autori, cercando quasi sempre di analizzare i personaggi e di comprenderne le dinamiche esistenziali. Bello anche spaziare in tutti i sensi fra le epoche, come nella recente lettura di un testo scritto in un italiano popolare di metà Ottocento.
Ci sono autori che lasciano segni più incisivi di altri. Spesso l’aspetto più difficile è scegliere. Sono comunque sempre un’ottima compagnia. Per la “solitarietà” ti suggerisco di prepararti come per recarti a un appuntamento e di andare a leggere al parco, al tavolino di un bar o in una biblioteca. E’ come uscire a passeggio con un cane…
Di Bukowski credo d’aver letto solo “Post Office”. A te quale dei suoi romanzi è piaciuto di più? E perché?
Rossana,
Sono contento di aver scritto questa lettera dopo tanti anni. Mi sento in un’oasi di serenità.
Mi è venuta la voglia di raccontarti un ricordo della mia infanzia. Avevo non più di 4 anni. Andai con mia madre da un maestro di musica. Mentre loro parlavano io mi avvicinai al piano, suonai 4 note SI-RE-LA SOL, le ripetevo in continuazione, non riuscivo ad aggiungerne altre. Il maestro sentenziò che era troppo presto per cominciare, avrei prima dovuto imparare a leggere. Mi dimenticai del piano e cominciai a studiare la chitarra da autodidatta, grazie a mio nonno che mi diede i soldi per comprarla. A 16 anni ero già un virtuoso, poi arrivarono i Beatles, e con 3 miei coetanei formammo un complesso. Avemmo un ingaggio da un impresario che conosceva il proprietario di uno chalet nella villa comunale di Napoli. Ci anticipò la paga dei 4 mesi che avremmo dovuto suonare, da maggio a settembre. Comprammo tutta l’attrezzatura, e poi allargando il gruppo, abbiamo suonato a Ischia, Capri
E nella penisola sorrentina.
Verso i 25 anni sciogliemmo il gruppo, eravamo preoccupati per il nostro futuro, erano arrivate le discoteche.
A 13 anni andai a vedere un film che ha segnato la mia vita. AGOSTINO.tratto da un libro di Moravia. Veramente il film era vietato ai minori di 16 anni,ma il cassiere chiuse gli occhi.Scoprii il sesso,ero un bambino che non sapeva… A 26 anni comprai il pianoforte.Le prime note che suonai erano sempre quelle 4 SI-RE-LA SOL, A-GO-STI-NO.Era come me,anche lui scoprì il sesso… La perdita dell’innocenza. Sebbene ho vissuto una vita normale, sono rimasto legato a quel bambino. Non ho mai voluto staccarmi da lui. Questo è il motivo principale che mi ha fatto vedere Coleman come un rinnegato. Ho studiato il piano per 10 anni, adesso che ho uno studio di registrazione, circa 6 anni fa trovai tutte le note della musica della mia vita. AGOSTINO è completo!
http://www.youtube.com/watch?v=6JBq_X0ijZY
Per prudenza ho scritto che avevo 16 anni Ciao!