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Lettera pubblicata il 28 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 14 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore toroseduto.
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va benissimo, ognuno sa per se’. dall’esterno vi vedevo buoni amici e non vedevo ostacoli a un semplice scambio via mail piu’ privato per approfondire l’amicizia, ma ognuno sa per se’. un saluto a entrambi, buona continuazione. 🙂
@rossana
ho finito di leggere un libro che in gioventù non avevo apprezzato. Il gioco delle perle di vetro di Hermann Hesse. Che sicuramente conoscerai, se non l’hai letto te lo raccomando vivamente, purtroppo è vero che per apprezzare certi capolavori bisogna avere una certa maturità, intellettuale e una lunga esperienza di vita!
Ciao
Toroseduto,
seguendo il tuo suggerimento sto leggendo “Il lupo della steppa”. Ho così capito la ragione per cui lo hai consigliato in particolare a Beppino.
Sono arrivata a poco meno di metà: interessante e originale il tema. Ovviamente, molto ben delineato, anche se da qualche anno trovo più “succosi” i saggi.
Passi di magistrale sintesi, da annotare:
– “… possedeva quell’oggettività quasi fredda, quella sicurezza di pensiero che hanno soltanto gli uomini veramente dotati di spirito, i quali sono senza ambizione e non desiderano mai di brillare o di persuadere gli altri o di aver ragione ad ogni costo.”: obiettivo che credo irraggiungibile per la maggior parte degli esseri umani. forse, dipende dal tipo di temperamento del soggetto e dalla sua caratteristica predominante, fra fisicità e raziocinio.
– “La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri.”: per me, è stata una conquista così lenta e faticosa che adesso, quando ne vengo richiamata fuori, provo sensazioni d’instabilità e di timore. quasi come se corressi il rischio di perdere una parte importante del mio attuale modo di essere, molto diverso da quello dell’indole naturale.
Non ho letto “Il gioco delle perle di vetro”. Ti va di riportarne qualche passo per eventuali confronti?
Un caro saluto.
“Oh! Poter diventare sapienti!”esclamò Knecht. Trovare una dottrina, una cosa nella quale si possa credere! Tutto si contraddice, tutte le cose si sfiorano senza incontrarsi,non vi è nessuna certezza. Tutto si può interpretare così e se si può anche interpretare viceversa.Si può spiegare tutta la storia universale come evoluzione e progresso e d’altro canto si può scorgervi nient’altro che decadenza e assurdità.Ma non esiste dunque una verità? Non c’è una dottrina vera e valida?
Il Maestro non l’aveva mai udito parlare con tanto impeto. Disse “La verità esiste, mio caro,ma non esiste la dottrina assoluta, perfetta, che da sola dà la saggezza.E tu,amico,non devi neanche desiderare una dottrina perfetta,bensì il perfezionamento di te stesso.La divinità è in te, non nei concetti e nei libri. La verità si vive,non s’insegna.Preparati a combattere,Josef Knecth,vedo che la lotta è già cominciata”
Ciao Rossana, è un libro molto più impegnativo del lupo, Hesse ebbe il Nobel grazie a questo libro. All’epoca fu vietato in Germania. Qui ho trovato la sua maturità, la completa padronanza su quello che vuole comunicare,mi riesce difficile estrapolare da un libro così complesso. E’ sicuramente il migliore per uno scrittore che aveva molti intellettuali che gli remavano contro, bisogna entrare pienamente nel suo mondo, non è un libro per tutti, te lo raccomando vivamente.
Ciao, alla prossima
Toroseduto,
– “non devi neanche desiderare una dottrina perfetta,bensì il perfezionamento di te stesso.”: secondo me, è il lento e complesso affinamento di se stessi che può, eventualmente, portare a una propria dottrina, tutt’altro che perfetta e nella migliore delle ipotesi valida solo soggettivamente.
anche in merito alla fede, il suggerimento più appropriato sembra essere quello di limitarsi ad accogliere quanto al nostro sentire è convincente, scartando tutto il resto.
di recente ho trascorso sei mesi molto lontano da casa, immersa in una cultura tanto diversa dalla nostra; isolata, anche per l’incapacità di comprendere e parlare la lingua del Paese, ostica e chiusa. ne ho approfittato per un approfondimento sulla mia indole e sulla mia modalità di esprimerla.
ho letto Montaigne, Tolstoj, Rousseau, Pascal e Twain, nei loro diari o confessioni intime, e ne ho tratto, finalmente, la similitudine con i seguaci di Pirrone, scettico prima maniera ma NON sofista.
– “La verità si vive,non s’insegna.”: infatti, c’è grande differenza fra quello che si decide e si fa per sé e quello che, talvolta, si dice o si suggerisce per altri, immedesimandosi il più possibile nelle loro situazioni, come descritte.
gli estratti pubblicati, sottolineati dalle tue opinioni su “Il gioco delle perle di vetro”, sono più che convincenti. lo leggerò, consapevole che un Nobel non è un riconoscimento di poco conto. grazie per averne illustrato i meriti.
buon pomeriggio!
Ciao Rossana.
Proprio ieri sono andato alla Feltrinelli.
Giravo per i vari reparti cercando qualcosa di nuovo. Ogni tanto devo cambiare genere, come d’abitudine scarto gli autori italiani, ho avuto troppe delusioni tranne qualche rara eccezione.
Nello scaffale “Religione ed Esoterico” presi in mano un libro a caso, “I Vangeli Apocrifi”. Leggo che c’è la prefazione di Dario Fo, il “nostro Nobel” mi ha convinto! Ho letto il suo commento e sono andato alla cassa, 17 euro.
Sono sicuro che era quello che cercavo, dalle religioni sono molto distante, ma la stima che ho sempre avuto per Fo, sono stato a vederlo in teatro varie volte, lo considero un gigante! Due ore da solo in scena spaziando su tutto e su tutti, senza mai annoiare, solo lui poteva farlo.
Poi ti farò sapere, in questa oasi di tranquillità che è diventata per me questa lettera.
buona serata!
Toroseduto,
anch’io trovo questa lettera piacevole e rilassante: mi ricorda vecchi tempi e lontani vissuti.
intorno ai 22 anni ho assistito, in una memorabile serata di periferia, a bassissimo costo (so che non ci si sarebbe potuti permettere di più), a una delle prime recite all’aperto di Dario Fo: “Mistero buffo”.
quasi pleonastico confermare che da allora Dario e Franca sono stati una delle coppie che più ho apprezzato in tutti i sensi, benché non mi sia stato più possibile godermeli dal vivo.
i vangeli apocrifi interessano parecchio anche me. ho da tempo in casa quello “secondo Giuda” ma finora ho preferito lasciarlo in attesa, perché, a tratti, mi concentro su quello di Marco, che è il mio preferito.
mi farà piacere conoscere le tue impressioni sul nuovo acquisto.
ricambio l’augurio di buona serata!
ciao Rossana, vedo che ti sei eclissata, forse non mi leggerai, non importa,tengo fede all’impegno preso.
Dopo un’accurata lettura di 600 pagine, ho relegato “I vangeli apocrifi” nei libri da evitare.
Ad un certo punto sono una vera tortura! Sarà che io cerco altre cose, la meditazione introspettiva, il lato Storico delle vicende, non c’è niente di tutto questo! Ipotesi, forse si, forse no, quasi mai… Insomma una fregatura, almeno per me, non sono uno storico e nemmeno uno “stoico”. Ritorno ad Hesse, mi rileggo Siddhartha, mi fa ritrovare i miei momenti migliori letterari. Cosa fai di bello? Ho fame di un libro che mi faccia risalire la china, Un caloroso saluto, toro
Toroseduto,
stavolta non mi sono volontariamente eclissata ma ho ricevuto l’invito a una lunga vacanza da parte degli amministratori del sito che non ho potuto rifiutare.
grazie per la recensione sui “vangeli apocrifi”, che conferma le mie supposizioni in merito. mi limiterò a dare un’occhiata a quello che ho in casa…
per quanto riguarda le mie ultime letture, sia per “Il lupo della steppa” di Hesse che per “L’idiota” di Dostoevskij, sono stata spiacevolmente sorpresa da quella che mi è parsa una lunga preparazione a un finale rapido e conciso, con effetto sorpresa, al di là di più calibrate aspettative.
ovviamente, tutto molto apprezzato il resto.
attratta dal solo titolo, ho prenotato in biblioteca “Piccola storia dell’amore” di Armando Torno, di cui non ho mai letto niente. è un argomento a cui sono da sempre interessata e spero di trovarvi qualche nuovo spunto…
hai mai letto “Il vicario di Wakefield” o qualcosa di Goldsmith?
un caro saluto.
Ciao Rossana.
Oggi dopo una settimana di impegni mi sono connesso e letto che sei ritornata. Non ho riletto Siddharta, sono stato alla Feltrinelli e ho trovato un libro di Hermann Hesse, DEMIAN. Come al solito mi sono entusiasmato alla lettura di questo libro che ha una storia strana. Hesse lo scrisse sotto falso nome nel 1919. “Appena uscito il libro Thomas Mann confessò allo scrittore Joseph Ponten, viaggiatore,novelliere e romanziere renano (1883-1940):[…] Un libro che recentemente mi ha fatto molta impressione è DEMIAN, Storia di una giovinezza di Emil Sinclair. Mi sono subito informato dell’autore, della sua età eccetera. Se ha tempo legga questo racconto! Secondo me è una cosa straordinaria.Intorno a a quel Sinclair non ho potuto apprendere quasi nulla,egli si circonda di mistero.Fischer, al quale mi ero rivolto, mi rispose di aver avuto il manoscritto tramite Hesse: sarebbe opera di uno scrittore giovane,malato,che vive in Svizzera. Sono lieto che lei approvi (continua)