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Un sogno nel cassetto

di Lorenzo Moscatelli

Buonasera Direttore, mi chiamo Lorenzo Moscatelli, ho 33 anni e vivo ad Orbetello. Il motivo per cui ho deciso di scriverle questa lettera è per farLa partecipe di un mio”sogno nel cassetto”che, purtroppo, non riesco a realizzare. Devo partire da lontano. All’età di quindici anni , andando al mare a S. Liberata, appassionato di mare(non a caso sono un Biologo marino disoccupato … ), nelle mie ricerche sottomarine, a poca distanza dalla spiaggia, trovai con mio padre delle ogive disattive; non sapevo da dove potessero venire, ma gente sulla spiaggia mi raccontò che tanti anni fa, a largo di S. Liberata, scoppi ò una nave, il Panigallia, che portava appunto munizioni; quelle ogive provenivano da lì . Questa cosa mi incuriosì tantissimo; cercai informazioni e continuai a tirar fuori dal mare questi piccoli gioielli luccicanti, attirando sempre intorno a me tanta gente che rimaneva stupita dei miei ritrovamenti. L’interesse per quel periodo bellico diventò sempre pi ù forte e allargai le mie conoscenze anche alla Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, divenendo recuperante sulle stesse zone di guerra, soprattutto Monte Grappa, Col di Lana, zona di Sappada. I miei giorni di vacanza , a Settembre, vado lì , prima che cada la prima neve a coprire le valli e, zaino in spalla, nella nebbia del mattino, inizio le mie ricerche. Questo va avanti da molti anni e ad oggi sono riuscito a creare un piccolo”museo”, fatto di miei ritrovamenti, acquisti o scambi con amanti del settore come me, restauri minuziosi eseguiti personalmente. Ho praticamente occupato un piccolo appartamento di proprietà dei miei genitori, dove tengo esposto il tutto, regolarmente catalogato e conservato in teche di vetro. Alcuni anni fa, nel 2016, riuscii a predisporre una mostra, con il patrocinio del Comune di Orbetello, all’interno della polveriera Guzman, che ottenne un grandissimo successo. Addirittura, le persone che sono venute a visitarla, rimasti colpiti dalla mia passione e dagli oggetti esposti, sia della Prima che della Seconda Guerra Mondiale, hanno cercato a cosa qualcosa di quel periodo, appartenuta a parenti, perduta in un cassetto, e me la hanno portata, sentendosi così fieri di aver potuto dare un loro contributo a questa iniziativa. A questo punto lei si chiederà perché ho deciso di scriverLe; perché il mio”sogno nel cassetto”è poter avere da parte dell’Amministrazione Comunale una stanza dove poter trasferire questa mia mostra, in maniera che possa essere fruibile da tutti, orbetellani, turisti, amanti del recupero; insomma .. . per tutti coloro che amano la cultura e la storia della nostra bella Italia. Sia lo scorso anno che quest’anno ho potuto esporre, durante la manifestazione di Gustatus, qualche pezzo all’interno delle stanze dell’ex Frontone e, mi creda, ho avuto un grande ritorno di gratitudine e meraviglia da parte di tutti quelli che sono “casualmente”venuti a visitarmi. Anche perché io non solo espongo, ma racconto la storia di ogni singolo oggetto, di ogni anche se pur piccolo reperto, perché in ognuno di essi c’è la nostra storia, soprattutto, c’è il sacrificio di tanti giovani caduti per la nostra liberazione. Ho parlato tante volte con gli assessori; addirittura li ho fatti venire a vedere l’intera collezione, è loro piaciuta, mi hanno fatto tante promesse, ma ad oggi …. tutto tace, nessun impegno vero e costruttivo. E pensare che io sono convinto che tutto questo potrebbe essere un’attrazione turistica non da poco, soprattutto perché è in una zona”non di guerra” e quindi ancor pi ù unica e originale. Mi creda, ho visto emozionarsi e piangere persone, quando racconto, per esempio, delle maschere antigas della prima Guerra, fatte di cartone e, quindi, inutili per la salvezza della vita o di una gavetta con le cifre del soldato che la possedeva, incise magari dentro una trincea in attesa del nemico o delle lettere scritte da questi ragazzi alle famiglie, alla”mammina cara”che pregava a casa per loro. Sì, forse io sento questa mia passione in maniera forte, fortissima, ma vorrei tanto che altri la condividessero con me. Pertanto il “MIO SOGNO NEL CASSETTO” è questo e Le ho scritto nella speranza che questa mia lettera a Lei possa sensibilizzare chi di dovere per trasformare il mio sogno in realtà . é mai possibile che la nostra Amministrazione non abbia la disponibilità di una stanza per fare questo? Come sempre la burocrazia e forse il poco interesse per un argomento certamente non gettonato come manifestazioni di altro genere non mi permette di coronare quanto da me tanto desiderato. Naturalmente, tutto è iniziato con quelle piccole ogive brillanti nel mare di S. Liberata, che ancora hanno un posticino a parte nel mio cuore; se non le avessi trovate .. . chissà .. . ma forse era scritto che dovesse andare cosi .. .
la ringrazio tantissimo per la Sua attenzione e soprattutto perché ho potuto raccontarLe la mia storia; spero che qualcuno legga questa mia lettera e mi possa aiutare in questo mio progetto.
Le lascio anche il mio numero di telefono: 349 4978284, che può tranquillamente pubblicare, perché , sa, ….. non si sa mai ….
Cordialmente.
Lorenzo Moscatelli

Lettera pubblicata il 8 Novembre 2019. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cultura - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    white knight -

    Carissimo Lorenzo, intanto complimenti per la tua passione e per come la vivi. Spero vivamente che qualcuno lì dalle tue parti ti ascolti e ti assecondi, tuttavia non credo sia facile poichè (immagino) per organizzare una mostra e/o un museo permanente ci vogliano tutta una serie di adempimenti: al di là della stanza che è il meno, credo che ci voglia che ne so, almeno una persona fissa a fare da sorvegliante, qualcuno deputato alle pulizie e alle manutenzioni, ecc. non so come funzionano i regolamenti in materia ma consitstono più o meno in qualcosa del genere. In più non parliamo di un piano delle emergenze (lo so è ridicolo, ma anche per una stanza hai tante specifiche tecnico sanitarie) e poi il discorso responsabilità civile e penale per eventuali danni a cose e/o persone in quella stanza. In sintesi: siamo in Italia. A tal proposito potresti appoggiarti a strutture già esistenti. La memoria della prima guerra mondiale è molto sentita nel nord-est, nelle zone in prossimità del Piave, del massiccio del Grappa e dell’Alto Adriatico. Non saranno la tua Orbetello, ma magari lì la tua collezione potrebbe essere meglio valorizzata. Ti auguro di coronare il tuo sogno con tutto il cuore.

  2. 2
    Bottex -

    Se un edificio, che sia dell’Amministrazione Comunale o meno, ha già una stanza adatta disponibile, non dovrebbe essere impossibile. Si suppone infatti, che questo edificio abbia già un proprio piano delle emergenze, CPI, personale per la sorveglianza e manutenzione, percorsi di fuga e via dicendo. Anche perché si tratta di oggetti non pericolosi, quindi non ritengo ci sia bisogno di ulteriori autorizzazioni.
    Questo dipende però strettamente dalla quantità del tuo materiale, se hai detto che hai riempito un piccolo appartamento non deve essere poca. Quindi, bisogna vedere quanto grande deve essere la stanza che occorre. Non solo per la disponibilità, ma anche per via delle norme. Perché un qualsiasi edificio adibito a uffici può avere anche saletta espositiva senza rispettare ulteriori norme, ma oltre una certa superficie, sicuramente scattano degli obblighi.
    Tuttavia, come ha detto W.K., se finora a Orbetello nessuno ha fatto niente di concreto, dovresti provare a rivolgerti altrove. Oppure, potresti provare a contattare qualche museo. Buona fortuna!

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