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Un senso…

di navi
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 11 Novembre 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 49 commenti

Pagine: 1 3 4 5

  1. 41
    ventolibero -

    …’Ti ho detto che non voglio nessuna psicoanalisi o psicoterapia….vorrei solo fare quattro considerazioni con un uomo, non con la sua laurea’…

    …’La tua spiegazione mi ha soddisfatto molto di più, il problema però resta e vorrei capire se esiste un modo di farla tornare normale o devo aggiungerla semplicemente come ulteriore disagio al mucchio’…

    Amico, questa è contraddizione, questo è stacco dalla realtà, questo è principio di psicosi…qua non ne veniamo più a capo, io a ‘sto punto non so più cos’altro dirti, a questo punto mi arrendo davvero.
    Non so più se la tua è una sfida che rimanda sempre al punto di partenza perchè hai da ingannare il tempo o se è incapacità oggettiva a comprendere tutte le miriadi di parole tecniche e non tecniche che ti ho rivolto, e quindi interpretazione distorta della realtà e quindi psicosi (altro che attacchi di panico)…basta, ma basta davvero.

    Francamente sai che c’è? Mi sento preso per il culo da te, ecco, proprio questo, perchè non credo assolutamente che tu sia uno psicotico…

    Sono felice di averti divertito…ma pensi che tutti abbiano a disposizione il tempo che hai tu? Giovane, io nemmeno un’ora fa sono rientrato dalla chemioterapia…e dai su, abbi pazienza…che adesso i co…… sono girati a me davvero!

    Sai come ti farei passare tutti i tuoi attacchi e tutti i tuoi complessi …, e tutta la tua voglia di prender e per il culo le persone, lo sai come?

    Non facendoti vedere certe cose, catapultandoti direttamente in certi ambienti, di forza…a te mi sa tanto che proprio questa terapia ci vuole…

    http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjVjg

    Ma come? ti parlo come essere umano e non ti va bene, ti parlo come psichiatra e non ti va bene, ti parlo nell’insieme di quello che sono e non ti va bene…e basta no?
    Vedi grande sofferente, io avevo fatto domanda per poter essere applicato in una qualsiasi di queste strutture, in una qualsiasi delle 6 dislocate in Italia, per provare a dare senso al mio essere uomo e psichiatra…c’è un c.... di tumore che mi sta logorando e non si può dare seguito alla mia richiesta, che è stata bloccata…vedi? Vedi? E a te, per i tuoi problemi che a confronto dei miei e di quelli che vedi in quel video sono delle colossali stronzate, non sta bene …in qualsiasi modo ogni parola ti venga detta? Basta va…

    S.P. Se vuoi essere rispettato, impara a rispettarti, perché se avessi rispetto verso te stesso non prenderesti così in giro la gente e quindi questa non ti sarebbe contro…ci mancava ora che ripetessi a pappagallo anche il discorso della paranoia giusto per stare in tema…

  2. 42
    navi -

    Mah… rimango sconvolto io caro Alessandro, avevo già notato che ti ritieni onnipotente e hai la conoscenza infusa… che quello che dice la gente tu lo avevi già detto…
    Non so proprio che dire, se la metti come sfida a chi sta peggio in due patologie completamente diverse devo farti i miei complimenti…
    Il tuo tempo è oro… le perle che dai ai porci è tempo sprecato.

    Forse hai ragione, rispetto ai tuoi di problemi i miei sono inezie, ma non sto parlando di tumori…. sto parlando del tuo delirio di onnipotenza.

    Non vado oltre… anzi ti auguro ogni bene possibile.

  3. 43
    rossana -

    Alessandro,
    il tempo che impiego a leggerti non è mai sprecato. oggi ho persino annotato a parte alcune tue affermazioni che vorrei non dimenticare.

    riguardati e abbi cura di te.
    un grande abbraccio.

  4. 44
    alessandro -

    Ciao Rossana,
    sei sempre troppo carina con me, grazie. Dal giorno in cui mi iscrissi a Medicina c’è stato in me un trasporto così intenso che non sono mai riuscito a contenere. All’epoca poteva anche essere l’entusiasmo degli inizi, i sogni e gli ideali di quella giovane età, di quel sole in tasca e di quella vita tutta ancora da inventare, ma ancora oggi cerco la mia libertà. Per questa carica ideale, per questo pathos estremo, per questa continua tensione emozionale che ho dentro,spesso mi sento sbagliato, perché ho consapevolezza che tutto questo mai mi farà vivere quella serenità che pure penso un po’ di meritare. Potessi affidarmi a un Dio, gli chiederei solo un po’ di pace dentro. Mi faccio prendere e trasportare, coinvolgere, trascinare e compromettere, e non vedendomi sostenuto, mi chiedo se sia utile insistere nella solitudine dei miei punti di vista che pure, obiettivamente, spesso mi appaiono sacrosanti. Non è immodestia, sai bene che ci sono cose oggettive la cui verità non può essere negata.Oggi è come se nulla ci tocchi più, come non ci riguardasse da vicino, non ci coinvolgesse in prima persona. Nulla più ci interpella, ci chiama in causa, ci appassiona, ci tormenta, ci impegna.Pur con la mia giovane età, guardandomi attorno con occhi attenti e partecipi, avendo provato a gettare uno sguardo sincero su quanto mi è attorno, ho capito che davvero la vita non è una nave tranquilla che scivola via da sola verso il porto della felicità. Su di essa in ogni momento, istante, attimo tutti siamo impegnati come timonieri, con la responsabilità di definire la rotta dei nostri percorsi. Tocca a noi decidere quale esperienza fare dell’amore, come affrontare i giorni della solitudine, che tipo di felicità ricercare, che significato dare ai nostri insuccessi, come investire le nostre qualità a favore della vita di tutti. Per fare questo non basta, nel mio caso, una laurea in medicina e chirurgia né una qualifica di psichiatra. Ciò che mi è più lontano della psichiatria come disciplina e pratica medica è proprio questo: il pensare di avere parole e risposte sempre valide per tutto, capaci di soddisfare ogni domanda. La verità, spesso, è che ci sono risposte che non possono essere affidate alle parole, le senti dentro con tormento, e se ci credi davvero, le vivi andando oltre, oltre ogni ignavia e pavidità dei più, oltre la mediocrità degli egoismi, oltre ogni indifferenza e violenza subita, oltre ogni sfregio ricevuto. Vai, continui, procedi, con la fiducia di sempre, con il peso della tua storia, dei tuoi limiti, delle difficoltà che ti ostacolano e rallentano, ma cerchi sempre di proseguire sui tuoi sentieri del giusto.C’è sì l’ignavia e la pavidità, l’indifferenza e il menefreghismo, vince spesso la logica assurda e meschina del ‘quieto vivere’, ma anche quando non ci si oppone a questo andazzo impunito e impudente, anche quando incroci le braccia e ti lasci trasportare dalla corrente non smetti mai di essere il responsabile della tua vita.

  5. 45
    alessandro -

    Tante persone ti possono aiutare, nessuna ti può sostituire nel rischioso mestiere di vivere. Le mie, come quelle di chiunque, sono vele che sfidano la furia dei venti, e bisogna imparare a giocare d’astuzia con loro per condurre la nave nel porto, e pazienza se poi, come dice De Gregori, ‘lentamente qualsiasi barca prima o poi ritorna a riva, ma mica sempre trasporta un carico con qualcosa nella stiva’. L’importante è che dopo il rischio delle onde, che sia alzano alte e minacciose, a un qualche porto per attraccare si arrivi. E c’è bisogno del vento, perché ti trascini, ti trasporti, ti diriga.
    Ognuno ha il suo vento, il mio lo devo sempre cercare, scoprire, inseguire. E questa è solitudine, la solitudine che percepisco quando non mi sento compreso di fronte a discorsi del tipo: ‘ Alessandro, ho sempre apprezzato la tua lucida intelligenza, la tua vasta cultura, la tua attenta sensibilità, ma per favore, rilassati, non pensare sempre agli affanni del mondo. Puoi salvarti solo se provi ad essere più superficiale, puntando su altro magari’. Risposi: tipo? E quello: ‘Dio santo Alessà, ma ti sei visto? Hai consapevolezza del tuo aspetto? Con i capelli biondini, con quella faccia alla Kim Rossi Stuart, gli occhi azzurri, con l’ 1,81 di altezza, il fisico snello ti lamenti anche? Fai il malinconico? Sei anche medico, un titolo importante, quando pensi di farla finita?’
    Capito? Per via delle fattezze fisiche e del titolo, la mia vita dovrebbe scorrere liscia e tranquilla! Capito con chi ho a che fare? Capito lo spessore di certe persone che, purtroppo, sono la maggioranza?
    Ora che dovrei fare? Andare a dirgli: visto? Tutto giusto ma vedi la vita? C’è questo piccolo dettaglio che ho un tumore, che ho una cicatrice da 86 punti di sutura, per un taglio di netto in verticale sull’addome, c’è che faccio la chemioterapia, che ogni sforzo un po’ più sostenuto mi sfinisce. Hai visto questa c.... di vita? E tu mi proponi di fare il fotomodello? Mi dici che va tutto bene perché sono snello, perché assomiglio a quell’attore, perché sono alto 1,81, perché ho i capelli biondi e gli occhi azzurri? E perché sono laureato? Ma vai a farti fottere!
    Gli avrei risposto questo. Non mi lamento, davvero, anzi ti parlo di cose concrete, di problemi pratici e quotidiani, di quel senso di solitudine che sento, per quella presenza superficiale, ‘non profonda’ di alcuni, che ti priva del necessario sostegno, della fondamentale comprensione.
    Pazienza, andiamo avanti, sperando sempre che il vento continui a spirare e ad agitarmi, e che mai mi permetta di lasciarmi andare e rassegnare alla facile, comoda e meschina filosofia del ‘laissez faire’, lascia
    andare.

  6. 46
    alessandro -

    Ci sono queste parole appassionate di un sacerdote che ho sempre amato, al di là del suo essere credente in qualcosa che io non sento e non vivo, per l’uomo che è stato: don Tonino Bello, ha scritto queste parole che mi auto dedico, perché è davvero esile lo scarto tra me, medico in difficoltà e tormentato e i tanti eroi della loro vita dannata che come medico e come uomo ho incontrato e cercato, per provare ad essergli di aiuto e di conforto, di sostegno e di incoraggiamento.
    Scrive don Tonino: ‘tu sei il simbolo di tutti gli innocenti della terra che la
    ferocia umana uccide sulle strade del dovere. Tu sei il simbolo di tutti i
    poveri che, ridotti a scorie da eliminare, pagano in silenzio il tributo a
    una civiltà impietosa che discrimina i fragili e stritola gli anonimi. Tu sei il
    simbolo di tutti gli oppressi del mondo, di tutte le vittime del sopruso, di
    tutti i torturati dalla fame, il cui gemito di agonizzanti non è raccolto da
    nessuno, e muoiono rassegnati senza neppure l’illusione eroica di servire
    una causa. Tu sei il simbolo di tutti quelli che sono travolti dal fiume
    sommerso dell’ingiustizia, verso cui confluiscono i rigagnoli delle nostre violenze private e che la nostra ammutolita coscienza lascia tranquillamente annegare’.
    Quando andavo a Bologna, per l’impegno con l’Associazione dei Medici di
    Strada, avevo ‘l’ illusione eroica di servire una causa’. Mi ci impegnavo
    con sincerità, con passione, con estrema fiducia in quello che facevo, mi sentivo non utile ma vivo a contatto con tossici, barboni, sbandati, disperati di ogni tipo, cercavo di stargli accanto, di aiutarli. A Genova li ho portati con me in barca a vela, a Tellaro a farci lunghe nuotate. Ho aperto le porte del reparto, sempre chiuse, e ricevuto gli sguardi malevoli degli infermieri, i rimbrotti del primario nonché i richiami della direzione sanitaria, perché i ‘matti’ vanno custoditi, tenuti chiusi, controllati, e già di quell’episodio ti ho detto. Ho fatto il medico nelle stazioni, nei giardini di periferia, nei casolari di campagna che fanno da ricettacolo per quelle vite che nessuno vuole avere vicino a sé, ignorate e dimenticate.
    L’ho fatto con amore e per amore…ma ora…e poi lei..

  7. 47
    rossana -

    Caro Alessandro,
    sento a pelle tutto il tuo dolore e la tua solitudine. e non ho parole che ti possano sollevare. però, ti sono vicina, con il cuore.

    Concordo con te: “Tocca a noi decidere quale esperienza fare dell’amore, come affrontare i giorni della solitudine, che tipo di felicità ricercare, che significato dare ai nostri insuccessi, come investire le nostre qualità a favore della vita di tutti.”

    hai avuto il GRANDE dono di avere in te una ghianda di passione, che ha germinato e ha dato i suoi frutti. sì, lo so, una goccia in mezzo al mare ma è lei che ti ha guidato e, forse, è ancora lei che ti sta mettendo alla prova.

    purtroppo, non è sempre detto che la passione si accompagni all’estasi. ma quanto avrei voluto avere una passione come la tua, da dedicare agli altri, non a se stessi, come succede a tutti noi per quel misero fuocherello che a malapena riscalda i nostri giorni.

    è risaputo che più della metà degli esseri umani ha un’intelligenza inferiore alla media. come puoi pensare di essere compreso e sostenuto da molti? come psichiatra saprai meglio di me quanti sono in media gli esseri umani emotivamente maturi. e allora, cosa ti puoi aspettare dai più?

    la difficoltà più grande per te sarà incontrare una donna che ti possa capire e che “sposi” in te anche la tua passione. non so se il destino te la vorrà concedere ma so che a molti l’ha negata. se avessi l’età giusta e potessi attrarti, vorrei esserti compagna di vita. lo sono stata per una dozzina d’anni di una persona che, come te, inseguiva sogni, molto meno nobili dei tuoi.

    non ti perdere d’animo. è un brutto momento ma passerà. tornerai a sentirti più forte e ad andare avanti per la tua strada, che è stata segnata da prima che tu nascessi. tu sei Alessandro!

    molto belle le parole di Don Tonino. mi annoterò anche quelle…

    con affetto

  8. 48
    alessandro -

    Grazie Rossana! Sto male, non solo nel fisico, nell’interiorità più vera e profonda, tutto mi appare inutile e vano. Ogni sforzo, ogni passione, ogni entusiasmo…però ho cercato di spronare gli altri a continuare, ad insistere, ad agire, a fare, ad essere…oggi debbo farlo con me…sono a Genova, ci sto da quando ho concluso col mio incarico lavorativo giù, nella mia città, nei luoghi della mia infanzia e dei miei affetti più forti e più puri…
    Anche se si naviga a vista, si va avanti come sempre, come sempre ho fatto…esistono le ‘gerarchie’ dei dolori e dei problemi, altroché, esistono eccome…esiste quella paura che anche uno psichiatra sente e prova, quella che ti fa tremare di rabbia e di sgomento davanti ad un referto che ti parla di carcinoma, quella che ti assale con un fremito gelido all’ingresso di una asettica e gelata sala operatoria per uscirtene con l’addome tagliato in due, a te medico che sai cosa ti accadrà e cosa ti aspetterà…esiste quella paura fatta di rassegnazione di fronte ad un referto istologico che parla di ‘elevata possibilità di recidiva con rischio metastatico’, esiste esiste…e qua tutti che vogliono morire, tutti che si sentono persi, tutti nel nulla e nel vuoto…ci sono problemi e problemi, se si capisse questo, se ci si provasse a rendersi aperti e disponibili verso ciò che, oggettivamente, supera e va oltre le nostre difficoltà e i nostri dolori, forse, dico forse, il mondo, questa società orrenda e meschina, sarebbe un poco, solo un poco migliore…più giusta, più umana, più serena, una società più libera per una vita più degna di essere vissuta, pur con tutte le sue difficoltà!
    A presto,
    Alessandro

  9. 49
    rossana -

    Alessandro,
    sei soltanto umanamente provato, e a ragione. e anche spossato. non è una barzelletta lottare contro il cancro! normale che si diventi nervosi e irritabili!

    se ci riesci, per un po’ pensa solo a te stesso, a darti il meglio che puoi in tutti i sensi (anche a tavola), a rilassarti e a ricaricare le tue energie, che torneranno. anche riguardo alla malattia, pensa più che puoi in positivo.

    ho una nipote che ha più o meno la tua stessa età, con due figli piccoli, che porta avanti a muso duro una battaglia come la tua. a volte non si può fare a meno di lottare, e sperare…

    tua sorella ti sta vicino almeno a parole? spero proprio di sì…
    un abbraccio.

    PS: esiste eccome la gerarchia dei dolori, benchè ad ognuno, egoisticamente, il proprio sembri sempre il più grande e il più difficile da superare.

    mia sorella ed io facciamo a gara per aggiudicarci la palma della più sfortunata… spesso lascio vincere lei, solo perchè è la più vecchia!!! 🙂

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