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Lettera pubblicata il 11 Novembre 2011. L'autore, navi, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Navi, è l’ultima volta che intervengo poi tacerò e mi farò da parte: la mia etica umana e professionale mi impongono di non azzardare un qualsiasi maldestro tentativo di psicanalizzare chicchessia per via internet.
La qualifica di psicoterapeuta e psicoanalista l’ho conseguita prima dell’estate, al Cipe di Roma, Centro italiano di psicologia analitica, ma non esercito nè ho volontà di farlo.
Quello che avevo da dirti te l’ho detto, l’ho fatto come uomo e anche ricorrendo a termini e spiegazioni ‘tecniche’, parlandoti di moti emozionali e di traumi e interiorizzazione, basta non posso nè voglio dirti di più.
Non mi era sfuggito nulla, tu sudi perchè hai somatizzato, ormai gli stimoli esterni si fanno riflessi acuti nel tuo corpo, che fa emergere tratti esteriori che altro non sono che i ‘sintomi’ di quel disagio che ti porti dentro.
Lo psicofarmaco, da questo punto di vista, non c’entra un c....! Lo psicofarmaco oltre a non risolvere proprio nulla di quelli che sono i tuoi problemi, altera soltanto i tuoi normali processi fisiologici a carico di fegato, cuore e reni soprattutto, solo questo.
Hai scritto: ‘Ma questa non è vita, è “vegetazione” e ti dirò di più (sperando che legga anche Alessandro )’, e ora scusami: io in tutto il mio dire, quando mi sono soffermato sulle tue difficoltà, cosa ti ho detto? Non ti ho detto che conduci una morte strisciante, una vita non vita se certe dinamiche continuano a perpetuarsi?
Ecco, inutile aggiungere parole su parole no?
Io ora non nè ho più nè il tempo nè la voglia, anch’io ho i miei casini e disastri, anch’io sono un uomo che soffre, anche a me è stato detto da un collega, e non da uno qualsiasi, ma proprio da un collega psichiatra: ‘Alessà, tu stai depresso veramente’, al quale ho risposto: ‘ah grazie, non lo sapevo affatto, ora che facciamo, fluoxetina o sertralina? Ma vai a fanculo vai…’, ecco ho risposto questo…
Se ti avessi accanto, se ti fossi vicino, se potessi guardarti negli occhi, ascoltare la tua voce, percepire i tuoi moti emozionali e i tuoi fremiti non ti parlerei nè di schemi A e B nè di traumi e processi di interiorizzazione, non farei il medico della mente freddo (di quell’altro Freddo mi ritengono quasi un sosia…ma come vedi…) e distaccato, ricorrerei a tutto questo, ma per essere uomo dinanzi ad un altro uomo, due uomini che soffrono e ci provano, insistono, tentano ancora, pur avendo io domani la chemio e poi ancora, sempre, i controlli periodici.
C’è chi ti parlerebbe di Io, super Io e Es, tutte colossali stronzate, che conosco alla perfezione e che per questo detesto con tutta la forza del mio disgusto, perchè non risolvono un c.... di nulla.
Servono solo ad aumentare a dismisura l’ego ipertrofico di uno stronzo di psichiatra plurititolato che dell’uomo che ha davanti se ne fotte supremamente, al massimo con quattro parole senz’anima cerca di farti da educatore, educatore del patologico che modifica e indica nuove azioni e comportamenti.
Educatore del patologico, perchè sente, per suo arbitrio, che i tuoi comportamenti dominanti sono inaccettabili, sbagliati e quindi da curare. Se non l’hai capito, quello psicologo che ti ha invitato alla ‘vegetazione’, proprio questo ha fatto, per evitare…crisi e malesseri, ma l’hai capito o no?
Quella è la sua, la loro soluzione, io ti ho detto invece che quell’angoscia non devi tacitarla, che devi ascoltarla, perchè così non ne uscirai mai da quello stato di inerzia che sfocerà, stanne certo, n uno stato d’apatia, e a quel punto…
E qui mi vengono in mente le parole di Alda Merini: ‘ho cominciato a piangere per gioco e poi ho creduto che fosse il mio destino’…a te la scelta di quale può essere il tuo destino.
Penso di aver capito una cosa: tu aspiri a stravolgerti, a cambiarti nelle tue caratteristiche più vere e più profonde…amico questo è impossibile, e in un certo senso a questo aspira quel tipo di psichiatra o psicocoso vario che ti indica la ‘vegetazione’ come soluzione, bello, tranquillo, calmo, pacato, placido e passivo. E’ uno stravolgimento perchè di fatto non sarebbe la vita che è nelle tue possibilità, tu di contro, invece, aspiri a cambiarti per vivere una vita più autentica e vera.
Lo puoi fare, ma ascoltando la tua angoscia e la tua disperazione, vivendola nel contesto di una relazione, non sopprimendola, ma accettando di sentire cosa ti suggerisce in quel momento.
Decidi tu, cos’altro posso dirti…come ho detto, ti ho parlato con tutto l’insieme del mio essere: come uomo, medico psichiatra, psicoanalista e psicoterapeuta, nel senso che certamente ho fatto riferimento a queste discipline, ma più di ogni cosa ho cercato di essere uomo, uomo con la mia umanità povera è imperfetta, mancante e insufficiente.
Poi un’altra cosa mi lascia perplesso: ‘voi ragazzi vi siete accorti che siamo circondati da una moltitudine di persone veramente ignoranti?’…scusa eh, ma io cosa ti ho detto? Non ho fatto altro che dirti che di stronzi, colossali e mastodontici, in giro ce ne sono un’infinità, e che devi metterlo nel conto nella tua avventura di essere e di esistere? Cioè, a questo punto davvero non capisco…
Se non ci capiamo, se non riesco a farmi capire magari, da parte mia è inutile continuare. Io leggo e rileggo le tue parole e quasi, pari pari, riprendi i miei concetti e le mie parole però poi ritorni punto e daccapo, e allora? Internet ha i suoi limiti, purtroppo o per fortuna, io tutto quello che avevo, potevo e volevo dirti te l’ho detto, avventurarmi oltre no…tra l’altro sono sempre stato contrario a tutte quelle colossali idiozie che sono le consulenze, o addirittura le psicoterapie one line, quindi figuriamoci. Un’altra cosa hai detto ricalcando ancora una volta un mio concetto: o ne esci da solo e non ne esci più. E io la prima volta ti dicevo proprio che uno psicocoso non ti risolve né migliora i problemi della vita, è un confronto che può dare visioni diverse, solo questo, e lì sta la terapia.
Auguri
Alessandro
Ale, non capisco perchè debba essere l’ultima volta che intervieni, che ti taciterai, io non voglio nessuna psicanalisi via internet, mi piace solo parlare all’uomo Alessandro…mi piacerebbe conoscere qualcosa di più di questo uomo, perchè lo reputo persona molto intelligente e piena di sensibilità. Fermo restando che la scelta di parlare dei tuoi “c....” è a tua discrezione e capirò certamente se non lo farai.
Per quanto riguarda quello (sperando che legga Alessandro) non era riferito alla vegetazione, bensì a quello che mi fu detto dallo psicocoso di turno… tutta roba che avevamo già detto non lo metto in dubbio, mi era solo tornato alla mente quello stralcio di conversazione e volevo rendertene partecipe…
Non era mia intenzione prendere quello che mi avevi detto e ripeterlo come se fosse una cosa detta da me, anche se quando parlo di sopravvivenza proprio nell’inizio della discussione è a quello che mi riferisco.
Idem come sopra per quanto riguarda l’ignoranza della gente, me lo avevi detto anche tu, solo che mentre scrivevo mi è venuto alla mente quello… ma ti ripeto non è una mancanza nei tuoi confronti bensì un rimarcare quanto ci sia di marcio in questa società…
“Se non ci capiamo, se non riesco a farmi capire magari, da parte mia è inutile continuare. Io leggo e rileggo le tue parole e quasi, pari pari, riprendi i miei concetti e le mie parole però poi ritorni punto e daccapo, e allora?”
Io credo di capire, e mi spiace che tu interpreti come una scopiazzatura dei tuoi pensieri quello che scrivo, io non ho problemi nella teoria ( il fatto che devi uscirne da solo, che sei circondato da stronzi, che una pastiglia ti rovina la vita ecc ) queste cose le so benissimo e le capisco, è quando devo mettere in pratica il fatto di fregarmene e di reagire che ho dei grossi problemi…. forse proprio questo è il punto.
Ti ringrazio ancora una volta per il tempo che rubi a te stesso per concederlo a me…
Sei stato sfortunato,io non ho avuto a che fare con psichiatri o psicologi di questa pasta,almeno non attualmente,nessuno ha mai detto di abituarmi anzi,di combattere e di impegnarmi se voglio star bene e di prendere il farmaco solo se è proprio necessario e indispensabil.Io ho un problema per certi versi simili a tuo perciò capisco quello che vuoi dire. però son a un passo più avanti rispetto alla tua condizione. Poi ti scrivo una mail,ma scusa, tu sei così egocentrico da pensare che tutti stiano li a guardare te,e a parlare male di te e che non abbiano nulla altro da fare? Che tutti si sentono belli e sicuri ? tu probabilmente proietti le tue paure sugli altri,tu credi di leggere nelle loro menti nei loro sguardi,ma probabilmente sei il primo che li fissi negli occhi,per guardare cosa stanno dicendo di te. E se a me una persona mi guarda fissa mi vien da dire “ma cosa vuole da me questo?” ci hai mai pensato? Questa cosa l ‘ho passata anche io e so come ci si sente e come si ragiona,sei completamente focalizzato sul tuo disagio. Lo so perchè dopo che ho fatto passi in avanti vedo le esperienze in modo diverso, e anche i segnali che ricevo dall esterno. Te lo dico io, senza farti pensare troppo,per come sei adesso potresti essere anche perfetto fisicamente ma non ti cambierebbe di molto la vita. Il tuo disagio si ferma alla goffaggine estetica o va oltre?
Guardati intorno,tutte le persone fidanzate o con una buona vita sociale sono tutte belle,senza difetti? rispondimi onestamente. In fondo altrimenti i non belli si sarebbero estinti.E come vedi,lo stesso alessandro non sembra felice di come stia.
La cosa del piacere se ti piaci è vera ma in parte,è vera dal momento in cui più sei sicuro di te più sei espansivo e trasmetti felicità e quindi piaci, ma non è detto. Io non mi piaccio,ma piaccio abbastanza, perchè ne ho auvto conferme..ora son fidanzato.. Ma prima rifiutavo ogni conferma positiva con scuse,perchè io proiettavo il mio buio interiore. Su questa cosa sto cambiando.
Il cambio di mentalità di schemi è una cosa che non puoi capire finche non ne avrai sperimentato …Anche io li reputavo impossibile o distaccati dal mio stare male. Non so come spiegartelo,ma se vuoi saperlo,prima stai male poi non stai male piu o stai meno male,e dai più importanza a tutte le altre cose che hai dimenticato nel tuo star male. E’ difficile,è faticosa,richiede un grande sforzo e una gran volontà di star bene..Poi se vuoi vivere sempre solo con il farmaco questa non vita fai come vuoi,ma vale la pena riprovare quella strada davvero.
AL di la di quello che ti ha detto Alessandro,che rispetto e ammiro per molti vers, a me confronti o non confronti mi ha dato una mano nel reale, quindi non ci sono filosofie che reggono,almeno per me. E io senza la mia psicoterapeuta,non credo sarei arrivato così velocemente a questo punto. Da solo non l ‘ avrei fatto.
E poi se posso dirlo, vi sbagliate entrambi. Il mondo è pieno di merde,di stronzi,ma ci son tante persone a posto
ma non ti permetti di apprezzarle e conoscerle,forse scappi forse non vuoi vederlo . Io ho vissuto il cambiamento e non credo che in 3 anni nel mondo ci sia stato un boom di persone buone tutte attorno a me.
Come ti dicevo i rapporto si costruiscono,anche la fiducia e l’ affetto si costruisce.. Ma ci vuole impegno,come tutte le cose positive. E se io dovessi dire che ho solo persone schifose attorno,direi una cazzata, si ognuna ha i suoi difetti,ma mi hanno dato tanto,mi son state vicino e io son stato vicino a loro,ho passato bei momenti.Non mi aspetto che tu ci creda o capisca,perchè tu sei parte del vecchio me stesso,tu sei chiuso nella tua gabbia e non hai voglia di cercare le chiavi,però ti posso assicurare che se togliessi quei maledetti occhiali scuri vedresti i colori veri.
Credo che alessandro veda in te la stessa cosa che vedo io. Tu sei chiuso nella tua idea,funziona tutto in teoria,ma non ci credi con il cuore,quindi ritorni alle stesse premesse iniziali e alle stesse insicurezze. E a lui questo fa innervosire o cmq fa perdere la voglia di ripetere la cosa. Oh io lo conosco bene questo meccanismo, si lo conosco bene. Ho messo 5 mesi a sfidare la mia psico su tante cose,a far lo stesso che fai tu ad andare avanti per tornare indietro.La psicoterapia che ha studiato Ale cmq è diversa da quella che sto facendo io,per intenderci la psicanalisi parte da freud, la cognitivo comportamentale è un po piu pragmatica.
Sinceramente anche io ho detto ciò che avevo da dire ….
Per quanto riguarda gli schemi, mi ha fatto ridere quanto hai detto ” ma se uno si sente sempre disordinato,fuori posto,etc”
Ti sei mai chiesto perchè ti senti sempre disordinato etc? Questo è di per se uno schema mentale sbagliato,derivato dal passato forse. Uno sicuro di se perchè si sente sicuro ?
le proprie credenze di base.. quelle sbagliate,irrealistiche o esagerate possono essere modificate.
Ma devi prima ascoltarti.
Anche li,continui a giudicare tutto in base alla tua esperienza.
Così se hai trovato 3-4 psicologi pessimi,via tutti gli psicoterapeuti,hai conosciuto 20 persone stronze,via tutte le persone,hai subito un rifiuto, verrai sempre rifiutato.
Capisci che sei tu in prima persona che ti spezzi le gambe? Io dopo almeno 10 anni di amici di merda ,di tradimenti ho trovato la mia casa.
esempio pratico forse piu facile.Sto attualmente facendo un trattamento con delle lenti speciali da vista (ortocheratologia) . Sono stato in ballo un anno,tra prove e controprove, quando il tempo massimo era 3-4 mesi . A un certo punto volevo lasciare perdere,non avrei mai avuto la soluzione,non era adatta per occhi come i miei. E invece proprio l’ ultimo tentativo,concordato con l applicatore,abbiam trovato la lente adatta.Se mi fossi arreso non avrei ottenuto quello che volevo,e mi sarei fatto l’ idea che il mio occhio non poteva avere quel trattamento.Ora,ricordo tutta la fatica che ho fatto e i giorni in cui non vedevo bene etc,ma credo ne sia valsa la pena.
Io non ci sono rimasto male per il fatto che tu abbia rimarcato e ricalcato alcuni miei concetti e parole, al massimo di questo posso esserne lusingato più che infastidito, perchè ne percepisci la verità…
Io resto perplesso per un’altra cosa: sei consapevole di questo e non fai nulla per uscirne, e parlando e parlando ancora e poi sempre, stiamo punto e daccapo. E’ questo che mi fa incazzare. Vuoi che ti faccia la psicoanalisi, o la psicoterapia, cosa ti aspetti?
D’altra parte, in un certo senso l’ho già fatto in uno dei miei primi interventi, dando risposta hai quali tu stesso hai detto che le mie parole sono state più esaurienti di qualsiasi cosa avessi sentito nel corso dei tuoi tanti incontri con diversi terapeuti…allora non oso immaginare cosa ti abbiano detto questi qua, se delle poche parole scritte da me su un sito ti son sembrate più esaurienti di tutte quelle ascoltate in quegli incontri. Non ti sembra di esagerare? Volevi sapere la ragione di tutto quel sudare in quei particolari contesti, t’ho risposto, va bene così o no?
Poi dici di sapere degli stronzi che ci sono, che una c.... di pillola non ti risolve nulla ecc, ma quando io azzardo una sorta di ‘psicoterapia’ per cercare di destarti da un certo torpore ecco che ripiombi nel nulla, nel vuoto, nel niente…e allora? Sto riferendomi in particolare ai miei interventi nei post 16 e 17…ma a quanto pare non hai capito nulla…Amico, scusami la domanda, ma alla prima seduta, ti hanno mai posto questo interrogativo: cosa ti aspetti da questa psicoterapia? Te l’hanno mai fatta questa domanda? Se non esplicitamente tu l’ahi in qualche modo percepita? E tu te la sei mai posta? Ecco, questa prima domanda è propedeutica, diciamo essenziale a tutto il seguito del percorso terapeutico.
Qua di cazzate ne sto già sentendo abbastanza, ste cose non si improvvisano nè si riducono a schemi A e B, andateci piano. Psicoterapia non è un generico consigliare o incitare, attenzione. E in questo contesto si inseriscono poi affermazioni assurde che dicono: ‘l’indirizzo cognitivo – comportamentale è più pragmatico’, che significano sta sortite? Allora ecco il discorso di stamattina: facciamo gli educatori? A parte che io non ho mai detto di seguire l’indirizzo freudiano, ho citato Freud perchè con lui è nata e per dire che si applica principalmente alle nevrosi, punto.
E comunque, se a qualcuno può interessare, diciamo che mi sento vicino al metodo fenomenologico – descrittivo, che con Freud non c’entra nulla, ma lasciamo perdere ste stronzate.
Tu vivi attacchi di panico, è come vivere con un mostro dentro, ecco io non posso sapere con che frequenza si verificano questi attacchi, con che grado di intensità e con che modalità, come emergono all’esterno. Non so in che tempo avverti uno stato di ansia anticipatoria, cioè la preoccupazione penosa e costante che l’attacco possa ripetersi.
Questo malessere è scatenato da una conflittualità inconscia, che certamente va indagata.
E’ lì che risiede la ragione del tuo sentirti osservato, è da lì che origina un principio di ‘delirio reattivo’ (scusa il termine tecnico) che ti fa pensare che se non fossi di buona stazza come sei quello scherno che tu percepisci castrato emergerebbe in tutta evidenza.
Il delirio reattivo può portare anche alle manie di persecuzione, alla paranoia…ora, tu col farmaco taciti questo, l’ansia arriva, tu la percepisci, ne conosci già esiti e manifestazioni e quindi una pasticca e tutto passa…e fin qui ci siamo. Il discorso però è questo: come affrontare alla radice la causa, l’origine e superarlo, e questo, ovviamente, dovrebbe farlo la psicoterapia. Quello che io voglio dirti è questo: bisogna dare senso ai propri disagi, ma sappi una cosa importante: dare senso al proprio dolore, all’incertezza, alla vita, non ne sradica i traumi, quelli ci sono, sono stati vissuti e lì rimangono. La psicoanalisi serve a dartene consapevolezza, la psicoterapia ad aiutarti a non fossilizzarti su questi.
Un dogma freudiano vuole che gli uomini nel loro agire siano animati dal principio di piacere. Ecco, qui sta il punto: tale principio che rimanda ad una necessità rimanda alla relazione, all’incontro, ma questo comporta una mediazione che deve avvenire tra l’istinto e la società, cioè gli uomini, gli altri, che lo limitano e regolano nel loro agire, a quel punto scopri la tua identità, chi sei e cosa vuoi. In termini tecnici: l’Io (quello che tu sei e che agisca nella società e si rapporta con gli altri) è il compromesso tra i bisogni dell’Es (il piacere libero, cioè l’istinto) e super Io cioè delle regole sociali, di quegli imperativi che fondano la civile convivenza e le relazioni interpersonali.
Tu, in questo momento, ti trovi in uno stato di ‘narcisismo inverso coattivo’, cioè sei isolato e emarginato per via del tuo esserti fossilizzato sulle tue difficoltà, per via della paura che ha preso il sopravvento e ti blocca, quando può essere solo superata, sai come? quando sta arrivando la crisi, in un contesto di socialità e rinunciare al farmaco cercando di regolare le pulsioni del momento. Ecco, quello sarebbe lo sbocco pratico del percorso psicoterapeutico.
Freud ha teorizzato che la coazione a ripetere è una difesa per affrontare (non affrontandolo) il nuovo che non essendo stato mai vissuto ha il rischio dell’errore, mentre ciò che si è fatto serve a rassicurare in quanto già fatto e di conseguenza ripetibile senza imprevisti.
E tu perseveri nell’inerzia, perchè la paura è più forte della tua necessità di vivere, e non agisci. La ‘coazione a ripetere’, porta ad assumere gesti o comportamenti ripetitivi che non hanno un movente e una logica entro un rapporto di realtà. La ragione è nel tuo trauma non nel mondo, non negli altri, perchè questo mondo e questi altri ci saranno sempre, magari sempre peggio, ma questo è…tu devi soltanto trovare la tua ‘linea mediana’ come ho cercato di dirti e dimostrarti…più di questo…
Alessandro
Ciao Sun, io non parlerei di sfortuna per quanto riguarda i miei incontri psicologici o psichiatrici, vivo in un centro piccolo ( che se vuoi ti dirò in privato ) e quindi le opportunità sono molto ridotte…. In aggiunta a questo la mentalità della gente qui è chiusa, la malattia mentale viene vista come follia e quindi da evitare come la peste.
Per esempio quando si sta in sala d’attesa dallo psicologo la speranza è sempre quella di non incontrare nessuno che si conosce…
Io solitamente non fisso nessuno, il mio sguardo è sempre rivolto verso il basso, se non addirittura coperto da occhiali scuri da sole quando le condizioni meteo lo permettono.
Quando casualmente però il mio sguardo passa rapidamente in rassegna il contesto in cui mi trovo noto spesso di essere osservato…sicuramente gran parte di questo è paranoia, ma credo che tu sappia come ci si sente e quanto ci si può convincere di questo.
Se mi guardo intorno vedo persone pessime che hanno un’ottima vita sociale e partner che non ci si capacita di come possano trovare qualcosa in esse.
E ancora persone che stanno assieme non per amore ma per consuetudine.
Quello che cerco di fare è di fregarmene, e se guardo il risultato rispetto a qualche anno fà devo dire che sto imparando a farlo…solo che ci sono giorni più pesanti di altri in cui non riesco proprio a fare a meno di pensare di essere osservato o additato.
Io non dico che tutti siano degli stronzi, anche se lo penso della maggior parte, ci sono ovviamente le eccezioni, e probabilmente hai ragione tu dicendo che dipende dal modo in cui interpreti il rapporto con le persone.
Però crescendo mi sono accorto che anche le person più vicine, stringi stringi, pensano solo a loro stesse… la maggior parte delle volte che ti danno una mano cercano anche un tornaconto personale e questo magari lo scopri solo dopo…
Ale, io reputo che il solo fatto di alzarmi dal letto e affrontare la giornata sia qualcosa che faccio per uscirne, certo forse per te continuare a parlarne è deleterio ma a me fa bene perchè eviscero il problema e mi costringo a considerarlo reale, non ad accantonarlo nel dimenticatoio usando le energie solo per stare in piedi e muovermi come un automa.
Tu dici che io non ti ascolto o non ti capisco o anche che ripeto quello che mi dici, ma tu mi ascolti?
Ti ho detto che non voglio nessuna psicoanalisi o psicoterapia….vorrei solo fare quattro considerazioni con un uomo, non con la sua laurea.
Confesso che a volte faccio fatica a seguire tutti i paroloni o termini medici e probabilmente li interpreto male, però a tratti li comprendo e ci trovo un umanità che mi fa pensare che sarei molto più incline ad aprirmi con uno come te.
Alla prima seduta a quanto mi ricordo quella domanda non mi è mai stata posta e io non l’ho mai percepita come domanda posta da loro…. l’ho percepita al massimo come domanda personale a me stesso posta nel seguente modo: Servirà a qualcosa venire a questi appuntamenti?
E mi sono risposto… se non sarà solo un banale resoconto della mia giornata e si riuscirà a capire qualcosa dei meccanismi di questo disagio forse potrò buttare nel cesso le pastiglie e vivere meglio.
Ciò non è accaduto come ti ho già detto.
Al di là di tutto il resto mi sarebbe piaciuto parlare un pò di più di questa sudorazione anomala, perchè quando l’ho chiesto alla psichiatra mi è stato detto che era perchè era caldo!!!!! E questo mi fa solo girare i co.......
La tua spiegazione mi ha soddisfatto molto di più, il problema però resta e vorrei capire se esiste un modo di farla tornare normale o devo aggiungerla semplicemente come ulteriore disagio al mucchio.
Visto che come ti ho detto non voglio una terapia online ( che sia tu che io vediamo come una stronzata ) ti parlerò dei miei attacchi di panico per un ultima volta visto che mi sembravi interessato e poi non parleremo più di queste cose.
Gli attacchi, contrastati credo dalla pastiglia non si verificano frequentemente, quando capita è quasi sempre di notte, mi sveglio e ho il cuore che mi rimbalza nel petto, solitamente la gola secca, brividi, nausea…. so cosa mi sta succedendo ma questo non sminuisce minimamente il fatto che io mi sento morire… se mi alzo è peggio, l’unico modo che ho di combattere è cercare di stare tranquillo, fare respiri profondi e aspettare che passi.
Generalmente dopo 5-10 minuti la cosa scema e se riesco mi rimetto a dormire, altre volte rimango sveglio fino alla mattina per il timore che torni e io non sia pronto ad affrontarlo.
Durante il giorno la cosa si presenta in maniera più blanda ma altrettanto fastidiosa.
Capita che al mattino mi sveglio e ho un senso di debolezza, di testa vuota, tachicardia… se devo uscire provo quella che tu chiami ansia anticipaoria, ovvero non sto proprio male ma sento che può arrivare da un momento all’altro…. se me ne sto a casa tranquillo solitamente passa, se esco è più facile che venga ma… anche no.
Generalmente esco uguale, come ti ho detto a volte passa, altre invece mi ritrovo in un bar o simile ad affrontare il malessere… se c’è qualche amico che conosce la mia situazione gli dico di distrarmi, di accompagnarmi a casa anche…mentre se sono solo cerco di affrontarla al meglio…
Altre volte esco, arrivo al cancello di casa e torno indietro…
Nel corso degli anni ho imparato a convivere con il mostro dentro di cui parli, ma lui è li, pronto a saltare fuori quando meno me lo aspetto e a cogliermi impreparato.
Per questo è così difficile separarsi da quella pasticca, il mostro può stare a cuccia anche per mesi ma la consapevolezza è che non se n’è andato.
Paura della paura, questo è il sunto della cosa.
Ok, ora ho concluso, non ti stresserò più con parole su parole che alla fine valgono meno di uno sguardo.
Grazie per la comprensione.