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Lettera pubblicata il 11 Novembre 2011. L'autore, navi, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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E’ vero: la laurea, dalla più inutile a quella in Medicina, la danno a cani e porci, però tu, riguardo a psicologia ecc, parti da un assunto sbagliato: non esiste che un che uno psichiatra, o psicologo, ti dica cose su te stesso, questo è un assurdo, oltre che logico, mito…
Tu ti conosci, tu sai quello che senti, che avverti, quello di cui manchi e senti necessità, e allora, riaggrappandomi al tuo discorso sull’amore, lì dove dici: non posso disquisire di questo, non avendo mai trovato qualcuno che provasse questo sentimento per me’, uno psicanalista, o psicoterapeuta, insomma uno psicocoso che non sia nè un cane nè un porco ma abbia un minimo di consapevolezza del suo mestiere, sai cosa ti chiederebbe? Ti chiederebbe questo: e tu? Tu l’hai mai provato questo sentimento per qualcuno?
Amico, ti sei mai innamorato? Il tuo cuore batte ancora? Direbbe Nietzsche: ‘c’è ancora del caos in te? C’è ancora una stella danzante?’ Ecco la cosa che quello psicocoso ti direbbe su te stesso…non so se è chiaro il concetto…facendoti interrogare su te stesso, ti darebbe di fatto delle risposte!
Non è che le tue parole mi facciano arrabbiare o mi diano rassegnazione così, giusto per, ma vedi, io ho la tua età, diciamo anche che fisicamente non posso lamentarmi, m’è andata più che bene, faccio lo psichiatra, ma mi muovo su delle macerie continue, mie personali…mi incazzo perché non riesco a pensare che un ragazzo, un giovane di 30 anni, si condanni a dipendere da una molecola, che abbia paura della realtà perché ci sono troppi stronzi in giro, che minimizzano, usano scherno, derisione, superficialità…ma che c.... te ne frega? Ti basta questo per diventare estraneo a te stesso? Vivi amico, esci di casa, e se incontri un volto e ti colpisce ti sentirai vivo, magari sarà un volto che incrocia i suoi occhi con quelli di un altro, un volto già impegnato insomma, ma tu ti scoprirai capace d’amore, di invaghirti, innamorarti, appassionarti…rassegnarsi ad uno psicofarmaco come destino e ad internet ad oltranza per esprimerti e liberarti ti priveranno di questo, ti priveranno della vita, ti impediranno di sentirti vivo…equivale a non vivere!
E’ vero, gli stronzi sono innumerevoli, ma la vita, amico, è un tentativo continuo in ogni cosa…bisogna tentare, osare, provare, andare oltre…oltre paure e vergogne, imbarazzi e diffidenze!
Come dice Anthony Hopkins nel film ‘Vi presento Joe Black’, ‘se non hai mai tentato, non hai mai vissuto’…metti nel conto tutti gli innumerevoli e colossali idioti che incontrerai, metti nel conto gli sgambetti, le infamie, le ingiurie, le ipocrisie, le falsità, la disattenzione e l’indifferenza che faranno parte della tua avventura e della tua speranza, metti nel conto le risposte alle tue attese e al tuo desiderio che non riceverai, considera tutto questo e parti, avventurati, vivi, ne hai il diritto ed il dovere!
Se nella vita, nella tua vita, una volta, almeno una sola volta tu, e dico tu, ti sei innamorato, beh allora sai distinguere perfettamente cosa è vita e cosa sopravvivenza, sai che la sopravvivenza significa vita senza senso e sensibilità, una morte strisciante, una lenta e schifosa agonia, e il tuo corpo, che si muove, si agita, afferra, colpisce, respira e corre, solo una mera animazione della materia…non condannarti a questa vita amico, non farlo…
Qualcuno ha scritto queste parole, su come si vive senza amore, su cosa succede quando te ne fai dono…te le dedico…
‘Mangi il pane e non ti tieni in piedi, bevi l’acqua e non ti disseti, tocchi le cose e non le senti al tatto, annusi il fiore e il suo profumo non arriva alla tua anima. Se però ti lasci sfiorare da amore, tutto improvvisamente risorge e la vita ti inonda con tale forza che ritieni il vaso di argilla della tua esistenza incapace a sostenerla’…
Ecco la vita in piena: l’amore! E la vita solo diventa reale e tangibile, come se fossero cadute squame dai tuoi occhi e tutto, attorno a te, si manifestasse per la prima volta, come se ogni suono venisse udito per la prima volta, e il tatto fremesse di gioia alla prima percezione delle cose. Un amore che è offerto a tutti con pari possibilità, un amore che è la sola pregustazione del futuro, il solo reale superamento della morte.
Ma come ho detto sopra, bisogna osare, tentare, andare oltre i limiti della paura!
Abbiamo paura tutti, ho paura anch’io, in bilico su tante cose, precario e fragile in tanti aspetti, ma vivo, vivo perchè è giusto, mi incazzo perchè è giusto, spero e tento perchè gli anni, i miei anni, non devono passare vuoti, il tempo, il mio tempo, non deve essere appiattito, gli atti, i miei atti, non devono essere ripetitivi !
Spero possa essere così anche per te…e lo sarà se tu vorrai che lo sia!
Ascoltala ancora quella canzone della Oxa, non l’ho messa lì a caso…ascoltala e rifletti…
Enduzzo, non ci sei mai stata da uno psichiatra, scelta saggia!
E’ vero, l’amore confonde, ma tu preferisci essere sempre lucida? Non c’è geometria nell’amore e nei sentimenti, i sentimenti sono legami che ci rendono parte di una cordata che unisce le reciproche fragilità…se stai per cadere, se stai per sprofondare per la tua fragilità, verrai aggrappata dalla forza di quello che ti è accanto e ti vuol bene e che compensa la tua debolezza…e viceversa!
A me è successo…sono confuso, deluso, incazzato e felice, sereno, pieno di fiducia a un tempo…nè è valsa la pena…!
Auguri a tutti,
Alessandro
Innanzitutto volevo ringraziarti Alessandro,
per il semplice fatto che sei qui a scrivermi, nonostante tu non condivida certi miei atteggiamenti o viceversa.
Non pretendo che uno psicocoso entri dentro la mia testa e ragioni per me, dandomi la soluzione… forse ho visto troppi film dove l’analisi sul lettino funzionava è vero…. ma allora in definitiva a cosa dovrebbe servire la psicoanalisi? Alla domanda se io abbia provato mai amore per qualcuno risponderei che non ne ho la minima idea appunto…non essendo mai stato ricambiato a mio modo di vedere non posso capire cos’era quel sentimento, se solo invaghimento o altro…
Quello che sò è quello che ho vissuto, ovvero solo rifiuti seppur messi a parole dolci, e il senso di abbattimento di quando non riesci a piacere a chi ti interessa… l’impotenza di poter fare qualcosa contro il fatto di non piacere.
Ciao ragazzuoli,ho letto con attenzione i vostri discorsi e ho da fare qualche considerazione. Mi ha colpito molto ventolibero /alessandro come scrivi,come ragioni,sei molto diverso da me,ma diciamo che mi incuriosisce,mi affascina il tuo parlare. Se non son troppo discreto a cosa ti riferisci con macerie personali? cosa non ti soddisfa? Noto una contraddizione però,se sei uno psichiatra e provi questo odio cosi profondo per questa materia,per queste molecole,perchè continui a fare questo mestiere? dal mio punto di vista,e probabilmente mi sbaglierò, continui a dare false speranze a chi crede nel farmaco. E’ un po come un vegetariano che vende carne,ci vedo una contraddizione di base.
Non scrivo queste parole per giudicare,non mi interessaa ,ma per confrontarmi e capire. io in futuro vorrei fare psichiatria e in seguito se avrò tempo psicoterapia.Cosa ti ferma nel tuo lavoro ? Concordo con te sull’ amore e sulle troppe persone stronze o superficiali in giro..Mi piacerebbe avere una discussione con te.
Per quanto riguarda NAVI,io ho un esperienza diversa dalla tua.
Capisco la delusione, nel vederti ancora una volta poco considerato,maltrattato, come un numero,dalle persone dalle quali aspettavi una cura. A differenza dei medici di vecchia data a noi stan facendo corsi di medicina e società ,ci insegnano cosa si aspetta il paziente,come conti la relazione,la comunicazione e non solo la pratica clinica. Sicuramente i medici che non ti han chiamato han sbagliato,ma pensa che hanno clienti su clienti nel pubblico e davvero i ritmi son estenuanti. Non tengo a giustificarli,è sbagliato lo ripeto,ma magari diamo un attenuante.
Però posso dirvi una cosa,personalmente a me la psicoterapia ha cambiato tanto davvero. E se non ha ancora risolto completamente il mio star male,perchè è una cosa che ho creato nel tempo,mi ha dato la forza di cambiare me stesso nelle cose quitidiane che mi fan stare male.Io ho provato un primo psicoteraputa,e non mi trovavo bene,mi sedevo,mi faceva dire cosa avevo fatto,mi diceva cose che sapevo e a mio parer non utili e cosi me ne andavo deluso e arrabbiato. Poi son andato da un’ altra e con questa ho fatto molti progressi. Io son partito presentando il mio star male,e poi con le sedute,aprendomi al 100%, mi ha fatto vedere quante fragilità oltre a quella che avevo portato io avessi dentro.Non è un processo nel quale tu arrivi racconti e lei ti dice ” sei debole qui ,qua e anche la” ma è una consapevolezza che arriva pian piano. Mi ha fatto capire cosa mi fa stare male,e mi ha dato consigli,possibilità di confrontarmi,mi ha dato un nuovo modo di vedere le cose,e ora sto meglio nella pratica mi comporto in modo diverso,piu funzionale. Posso farti qualche esempio se vuoi,ma per darti l’ idea (anche se è una cosa abbastanza leggera). Avevo la costante preoccupazione di quello che gli altri pensavano di me,se dopo un malinteso,dopo aver chiesto scusa,non mi credevano io soffrivo ,ci stavo male,mi martellavo dentro.
ora non è piu così,ora mi viene naturale fregarmene,sentirmi a posto con me stesso ,dopo che ho fatto quello che dovevo. So che probabilmente per te sembrerà una stronzata,ho portato questo esempio che è immediato e veloce,ma a me mi ha permesso di vivere in maniera piu rilassata le relazioni. Questo su tantissimi aspetti di tantissime cose. Un esempio,anch’ esso non molto rilevante al di fuori.Io ho una costante diffidenza verso gl ialtri,a causa di eventi passati,ai miei non ho mai detto molto,e di me parlavo poco,mi vergognavo,mi sentivo debole.Ho scoperto tramite la psicoterapia da cosa deriva probabilmente questa mia diffidenza e mi son reso conto che io non ho fiducia nei miei genitori. Prenderne coscienza e capire i motivi è stato il primo punto di partenza per modificare le cose.Ora son completamente diverso su tutto questo,a volte anzi son troppo espansivo.
Io non mi sono mai amato molto,però la gioia nell’ amare altri l ‘ho riscoperta lo stesso.. E forse è proprio vedendoti utile per gli altri,sentendoti gratificato che ritrovi l’ amore per il tuo essere.
Anche per le persone non dovete guardarla in modo cosi pessimistico.
Io ho vissuto gli anni delle medie e della superiori con persone che mi han fatto sentire semrpe sbagliato,sempre preso in giro,sempre con la voglia di cambiare e cambiarmi!, poi ho conosciuto due persone fantastiche,mi son aperto mi son trovato bene,ed è stato duro anche trovare un equilibri su alcune cose. Da li ho aperto gli occhi e ho visto in tante persone quella cosa che prima non trovavo mai. Inutile negarlo,la fiducia,la vicinanza,l’affetto di crea,quindi abbiamo anche noi molta responsabilità su come ci poniamo e su come impostiamo il rapporto. Attento,c’è differenza tra psicanalisi e psicoterapia. La psicanalisi non è nemmeno riconosciuta.Io sto svolgendo una psicoterapia cognitivo comportamentale. Con la mia terapeuta mi sento a casa ,mi sento capito,provo quasi affetto a volte e rabbia in altri.
Probabilmente le mie parole ti saranno semnbrate vuote o lontane,false forse, come sembravano a me dall’ esterno. Ma io ti sto dicendo la mia esperienza,io non ho motivo di dirti una cazzata,non ti conosco,non ho conseguenze nella mia vita nè in positivo nè negativo. Datti una seconda possibilità.Quando parli di rifiuti,vedo in parte la tua fragilità. quante persone ogni giorno ricevono un rifiuto,tantissime. Però non la vivono come la vivi tu. Ora,capisco che dopo tanti rifiuti ci si chiude etc,ma non è detto che la tua impostazione sia giusta. Ti prego,mettiti in discussione, prova a ipotizzare che anche se come ti poni,come pensi ti sembra giusto e funzionale, magari non lo è.
Se vuoi ti lascio la mail,se hai voglia di farmi domande se vuoi non mi hai risposto ,cosa ti senti mancare? cosa non trovi quando esci? cosa vorresti? Cosa fai per cercare di trovare una soluzione? Può essere che ad alcune di queste domande tu non sappia nemmeno risponderti,perchè sei focalizzato solo su quello che non va. un caro saluto
Navi, tu chiedi a cosa serve la psicoanalisi…proviamo…hai fatto alcune sedute, se di psicoterapia o psicoanalisi non l’ho ben capito(e qui, a parte la sortita della psicanalisi che non è riconosciuta, Sun ha ragione a dire che sono cose ben diverse) e assumi un antidepressivo, quindi il tuo malessere (il termine disturbo non mi piace) rientra nella categoria delle nevrosi.
Freud ha sostenuto che la psicoanalisi si riferisce a queste, dove chi ne soffre mantiene l’unità dell’io, che non si divide, che ha percezione di se stesso e del mondo, della realtà che gli è intorno e che vive però con disagio e sofferenza.
Ecco il punto: tu hai sentito quel trasporto di cui parlo, che sia stata una passione improvvisa oppure un sentimento più profondo e costante oppure ancora un invaghimento superficiale poco conta: qualcosa ti ha colpito, interessato, e ti ha anche ferito, perchè la tua speranza è stata delusa da una risposta che, per quanto dolce, non è stata quella che ti aspettavi.
Se ora ti avessi di fronte, ti chiederei: in quel momento, prima della risposta o dell’esito, come ti sentivi? Se dici bene, allora questo conferma le tesi di chi sostiene che, soprattutto per le nevrosi, sono i condizionamenti ambientali a regolare i normali processi biologici del cervello. Se ti sei sentito meglio in quel momento, vivo, presente a te stesso, consapevole del tuo sentimento e di ciò che desideravi, è successo che quello stato di gioiosa e insieme ansiosa attesa e speranza hanno provocato un aumento della serotonina portandola entro normali livelli fisiologici e quindi l’umore ne ha giovato.
E questa che sommariamente e maldestramente sto facendo ora sai cos’è? E’ psicoterapia, vale a dire uno stimolo a riappropriarti di te stesso, che si inserisce nel contesto del discorso sul farmaco: se non hai stimoli, sproni, motivazioni, se non sei consapevole di quelle necessità che ti portano a desiderare, ad aspirare, a reclamare perchè troppo deluso, ne ricavi un abbattimento che ti rintana nel nulla, così si abbassano anche i livelli di serotonina, così pensi, devi pensare purtroppo, che il farmaco è il tuo destino, la tua salvezza, la tua vita.
Passando dallo sprone (psicoterapia) alla comprensione (psicoanalisi), il sintomo che emerge, che tu avverti ma di cui, ovviamente, non sei consapevole, l’isolamento, la paura, il timore di nuove incomprensioni, nuove indifferenze, nuove non risposte alle tue attese insomma, sono dei meccanismi di difesa, che ti permettono ancora la vita per il fatto stesso di lamentarti della vita che conduci, ma ovviamente la rende dolorosa e la limita, di fatto una vita non vita.
Dai traumi subiti dall’esperienza del vivere, esistenziale, ti difendi rinunciando ma sentendoti insoddisfatto, e quindi vivi una vita limitata…cosa posso dirti di più? Ecco: non farla diventare una vita mancata! I meccanismi difensivi servono a vivere, come vedi, ma certo non a vivere bene, perchè ti senti manchevole, insufficiente, monco.
Devi riscoprire quella forza ad agire per soddisfare quei bisogni che senti essenziali ad una vita autentica, piena, vera. La vita di tutti e di ciascuno si fonda su delle attese che possono trovare risposta oppure negazione, e come detto, quest’ultima condizione è la premessa esistenziale per il trauma.
Tu ci sei già passato, e se ho compreso bene un pò la situazione e la sua dinamica, il discorso sia motivazionale sia ricorrendo un pò ai ‘ferri del mestiere’ te l’ho fatto, concludo dicendoti soltanto questo quindi: non ti fossilizzare su quel trauma.
Cambia psicoterapeuta o psicoanalista, resta nel pubblico ma vai altrove, i Csm (centri di salute mentale) accolgono chiunque, anche chi non rientri nella loro zona di competenza, e prova a fare quel percorso di sprone e di conoscenza di cui molto sommariamente ti ho appena parlato.
Auguri davvero!
Sun, riguardo le macerie, giusto per non essere prolisso, l’ultima che si aggiunge alle tante è questa: combatto contro il cancro. Ti basta?
Venendo alla ‘contraddizione’, beh classico modo di ragionare, da bravo aspirante psichiatra.
Nella psichiatria domina l’organicismo, e se anche nei corsi di specializzazione si studiano gli indirizzi psicoanalitici, si accenna brevemente alla psichiatria sociale ecc, lo psichiatra resta, anche contro ogni evidenza, prima di tutto un medico, per lui è il cervello e le sue molecole che non ingeriscono come dovrebbero, tutto di fatto si riduce alla sinapsi giusto per capirci, almeno tra medici.
Io ritengo il farmaco, gli psicofarmaci la soluzione di nessun male, e sai bene che in psichiatria i farmaci hanno effetto solo ed esclusivamente sintomatologico e non certo causale, non curativo.
E come detto nella risposta a Navi, spesso, soprattutto nel campo delle nevrosi, è l’ambiente e l’esperienza che in esso la persona vive a incidere profondamente sui processi cerebrali, pensa solo alla depressione reattiva.
Il discorso è complesso, non posso certo svilupparlo qui, ma la contraddizione appartiene a chi nega tutto questo, e parla di malformazione endogene alla base di ogni tipo di disturbo psichico.
Qui si inserisce la mia ripulsa per (certa) psichiatria, perchè così facendo, scoprendosi incapaci o non disposti a farsi accanto a chi vive crisi tremende, col farmaco ci si lava le mani, e se quello insiste bene, contenzione e iniezioni depot.
L’industria psicofarmaceutica ha un giro d’affari assurdo che tu nemmeno t’immagini, e se entri in un Spdc ti renderai contro dei disastri esistenziali che il business produce su deboli e inermi.
già quando ho conseguito la specializzazione nella mia tesi denunciavo questo, e infatti mi diedero del matto al solo sentire il titolo di quel lavoro: ‘La complessità dell’umano in bilico tra i facili entusiasmi e i meschini interessi della psicofarmacologia’.
il sofferente non crede nel farmaco, assume il farmaco, è diverso.
Ci siano casi in cui è necessario, certamente, come la schizofrenia paranoidea, ma anche lì…
Alessandro
Caro Sun, io non mi aspetto una “cura” dagli psicologi, sarebbe bellissimo se esistesse una parolina magica e tu “guarisci”, non credo più nelle favole, so perfettamente che in questo tipo di patologie mentali puoi chiedere aiuto ma quello che deve fare qualcosa sei tu ( a differenza di altre branche della medicina dove ti affidi a un chirurgo per esempio ).
Io ho avuto la sfortuna di avere a che fare con molti simili al tuo primo psicoterapeuta, anche io me ne andavo deluso e scazzatissimo…
Io le mie fragilità, anche parlandone non ho avuto modo di analizzarle, se non con l’input di prendere una pastiglia quando si presentavano difficoltà.
A me non sembra assolutamente una stronzata la cosa che dici del pensiero degli altri, è così anche per me, anche senza che io ci litighi, io mi sento sempre giudicato dagli altri, in base anche solo al mio aspetto fisico…arrivare a riuscire a fregarmene sarebbe a dir poco strepitoso per me….
Voglio ringraziarti del fatto che ti interessi a quello che dico e ti assicuro che le tue parole non mi sembrano ne false ne vuote, anzi, sono frutto di un’ esperienza tua personale che per certi versi sembra molto simile alla mia.
Questo conferma il mio pensiero che si può arrivare a capire una persona che ha dei disagi mentali, se si è passati per la stessa strada… altrimenti ci si ritrova a sentire cose del genere: ” non sai quanto ti capisco, anche io ho avuto un esperienza del genere: quando per una settimana dopo che mi sono lasciata/o col compagno son rimasta chiusa/o in casa a piangere”.
( sarò stronzo o arrogante a dire così, ma per me la depressione è tutt’altra cosa ).
Ti rispondo ora. Mi sento mancare la stabilità, la serenità per affrontare la giornata ( che comunque affronto ugualmente).
Quando esco non trovo l’interesse per nulla, trovo solo sguardi che interpreto sempre come negativi.
Faccio poco per cercare una soluzione, cerco di stare in piedi anche se il cervello mi dice di restare a letto, cerco di stare su e di mantenere per lo meno un lavoro…
Cosa vorrei? Vorrei riuscire a essere più superficiale, più freddo, più cattivo….credo che le persone che riescono ad essere così abbiano una vita molto più semplice….
Caro Alessandro, io ho fatto delle sedute, credo di psicoterapia… (scusate la mia ignoranza se ho citato la psicoanalisi), così facendo una stima stima approssimativa direi una 50ina con 3 o 4 psicologi diversi.
Giusto per capire di cosa parliamo, visto che sei anche uno del settore mi sembra d’obbligo un prologo.
Fino all’età di 18 anni non ho mai sofferto di alcun disturbo che richiedesse l’aiuto psicologico….poi dopo l’insorgere di una colite nervosa, e qualche episodio di malessere ingiustificabile a livello fisico sono entrato in questo magico mondo…. Subito i miei malesseri sono stati catalogati come crisi di panico, e trattati dalla psicologa della mutua ( senza per altro consulti psichiatrici ) a botte di xanax e “descrivimi la tua giornata”….”porta dietro il farmaco e usalo in caso di bisogno” ( effetto placebo )ecc ecc.
Coperto dal farmaco la cosa sembrava attenuarsi e questa non aveva più tempo da dedicarmi, cosicchè mi rimbalza da un’altra psicologa sua amica ( pagando un tiket ). Dopo poche sedute con questa non si è instaurata la minima fiducia e il rapporto si è interrotto, nonostante il mio medico mi prescrivesse sempre lo stesso il farmaco.
Dopo qualche tempo vado da uno psichiatra, che mi fa prendere effexor e non mi indirizza da nessuno per una terapia psicologica…. passa il tempo e io mi imbottisco, finchè dagli esami del sangue risultano valori sballati e questo mi dice che può essere per quel farmaco, il genio però non me lo fa interrompere gradualmente, mi inserisce il cypralex facendomi smettere questo in 3 giorni…. seguono grossi svarioni e una settimana d’inferno infermo sulle gambe anche mentre camminavo…. Questo mi fa perdere fiducia ancora di più e andare avanti solo con le prescrizioni del mio medico per i farmaci.
Dopo un anno circa decido di smettere di prenderlo gradualmente per disintossicarmi, ma l’esperimento è disastroso e mi ritrovo oltre che con le crisi di panico in forte depressione…. Interviene mia madre e mi porta da una psichiatra nota qui in zona a pagamento, questa mi da il sereupin e mi indirizza da una sua psicologa a livello ospedaliero.
Questa dopo qualche seduta mi vuole far fare un corso di autostima dalla sua allieva e mi smolla a lei…. faccio anche sto benedetta cazzata di autostima che non mi serve a nulla ( però con le pastiglie stavo meglio )… poi mi convocano e mi dicono che per esubero pazienti devono spostarmi in un altra sezione, quindi da un altro psichiatra che mi conferma il sereupin, e mi vede una volta ogni 3 mesi….avanti così per molto tempo finchè non presentandomi a un appuntamento non mi ha più richiamato e io non lo cerco…. Eravamo scesi a 30 mg di sereupin, ora io me lo son ridotto a 20 mg e sto in piedi…. questo è più o meno tutta la storia in breve.
Io ci aggiungo che prendere una pastiglia da 10 anni non è la mia massima aspirazione…. credo che mi abbia anche distrutto qualcosa a livello ghiandolare perche sudo copiosamente in + situazioni
Il sudore aumenta se mi viene fatto notare o se è una situazione in cui mi sento a mio agio….oltre naturalmente al normale caldo… questo però prima non mi era mai successo.
A volte di notte mi sveglio e ho il cuore a mille, mi manca l’aria e mi sembra di morire, devo fare grossi respiri e cercare di calmarmi sperando che la cosa scemi ( anche questo credo sia dovuto più che altro alla diminuzione delle pillole ).
Passiamo alle tue domande: nell’attimo prima di una risposta come mi sentivo? Se per bene intendi adrenalinico posso dirti di si, ma ero in ansia per l’esito e questo mi portava ad essere nervoso, intrattabile ecc ecc. Poi quando scoprivo che l’esito era negativo…. puoi immaginare la depressione più nera. Mi ricordo una volta, dopo essere uscito con una che mi piaceva con un pretesto e avendo ricevuto a fine serata un palo in fronte ( via sms ), con la macchina da portare a casa e i lacrimoni giù per le guance, dovetti fermarmi e chiamare un amico per calmarmi un po.
Premettendo che il tuo discorso sui perchè della psicoterapia è molto più esauriente di qualsiasi cosa mi abbiano raccontato durante le sedute di cui sopra, devo confessarti che più il tempo passa più vita mancata ho alle spalle e più il fardello si fa pesante… più il carico si ingrandisce più ti tira a fondo…. è bello pensare di poter reinventarsi ma ci sono vincoli quali un lavoro, una famiglia ecc non ti permettono di prendere e andare a rompere il mondo ( per non dimenticare il dipendere da una c.... di pasticca ).
Grazie del continuo sprone che mi dai, ma qui o ne esco da solo o non ce ne esco…. oramai sono allergico a ogni tipo di medico della mente, non riuscirei proprio più ad aprirmi….forse per arroganza come dicevi in principio tu…
Mi dispiace davvero per il cancro 🙁