Salve a tutti, sono una ragazza di 19 anni, studio medicina, ho un ragazzo che mi vuole bene e la mia vita sembra perfetta, eppure sto male. Mi sento un giocattolo rotto da scartare, da buttare via, qualcosa che non ha niente di prezioso. Questo mio enorme problema di autostima si riflette in tutto quello che faccio e nei rapporti con gli altri. Se sono in un momento di fragilità scambio qualsiasi parola o gesto per un rifiuto, per disprezzo… che forse è quello che io stessa provo per me. Ho sempre avuto problemi di insicurezza, ma questi si sono acuiti quando una persona a me molto cara ha messo fine alla nostra amicizia che io consideravo sacra, immortale. Mi ha lacerata, spezzata a metà e ora non riesco a togliere questo masso che ogni giorno mi ritrovo sul petto. Mi sembra che da questa penosa situazione non ci sia via d’uscita…
Un giocattolo rotto
di
blue
Lettera pubblicata il 2 Dicembre 2018. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore blue.
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Non dici abbastanza per formulare una diagnosi, ed è anomalo per una studentessa di medicina. Comunque i giocattoli si scartano e ci si gioca, dov’è il problema? Poi magari i giocattoli si rompono, ma ormai li fanno tutti in Cina.
Certo le “lacerazioni” ed essere spezzati a livello L2 può dare diversi fastidi, soprattutto neurologici, ne convengo.
Ma non è il tuo caso, tieni duro e va avanti con gli studi (hai scelto il meglio).
L’errore sta nel dare agli altri più fiducia di quanta meritano effettivamente. In secondo luogo, è inutile cercare di “misurarsi” con gli altri, specialmente donne, ragazze, della tua età. Il problema potrebbe essere questo. Le donne tendono ad essere molto competitive tra di loro, e magari, nel tempo e senza accorgertene hai risentito di questa cosa. Non devi aspettare l’approvazione di nessuno per essere felice, fa ciò che ti senti sempre e comunque, senza avere rimorsi.
In ogni caso hai tutta la mia stima, solo per il fatto che stai studiando medicina?
Per me la vita avviene in una stanza. Non penserò mai di essere una persona inadeguata perché vivo secondo la dottrina della Chiesa e la natura non occupa un ruolo di primo piano nella mia scala di valori. C’è un tempo per tutto. Ci sono persone con una spiccata identità storica che riescono a scrivere la storia che vogliono vivere senza sentire la responsabilità di amare un Dio vicino che non ha preso solo la nostra sembianza esteriore, ma ci ha condotto fino al sepolcro che è la nostra inutile vita. Dall’altra parte ci sono caratteri che esprimono la centralità dei valori familiari e della figura paterna che ci spingono ad andare con fede senza considerare i valori della terra come una forma di schiavitù. Questi caratteri idealisti hanno un cuore avventuroso che li porta a dominare le forze della natura. Proprio questa tendenza fa nascere delle rivalità tra le generazioni; rivalità che vengono trasferite nella famiglia se non si vivono consapevolmente (Caino e Abele).
L’identità dolorosa di quanti subiscono la superiorità della virtus e della pieta genera dubbio e incertezza in quanti fanno prevalere l’orgoglio e la superbia. Ci sono altri istituti che si fanno carico dell’indipendenza dei nostri padri, dei nostri mariti, ecc. Fino a quando esisterà la proprietà privata saremo tutti liberi di tirarci i ponti. I valori condivisi sono cambiati e non corrispondono a doveri sanciti dalla tradizione. Non possiamo subire la presenza antica. Una persona che crede nel valore della famiglia non può prendersi la responsabilità di aggiungere agli impegni che comporta questa organizzazione sociale, in un mondo in cui gli ideali si condensano nell’unità e nel potere del singolo, altri pesi che nenache Benedetto XVI è riuscito a portare. Questo amore infelice è il frutto di una passione che porta verso la rovina. Che dire? Pensare di volere di più da qualcuno, di per sé, mi sembra una cosa abbastanza folle. Resta questo. Basta questo.
quote “Mi sento un giocattolo rotto da scartare, da buttare via, qualcosa che non ha niente di prezioso”
probabilmente la sensazione e’ corretta e in precedenza ti sovrastimavi.
quanto tempo é passato e quanti commenti stupidi hai ricevuto
decidere di comunicare un momento così delicato della propria anima per poi sentirsi dire certe stronzate
non ti sei sovrastimato e spero che ora ti stia meglio
vorrei solo darti un cinsiglio:
accettare.
accetta che quello che ritenevi sacro é finito, accetta di non essere come vorresti, accetta quella che sei e ragiona su questa parola: accettare