Idee, obiettivi, visioni e azioni efficaci.
La nostra attività professionale rappresenta uno degli elementi fondamentali della nostra vita. Naturalmente si lavora innanzi tutto per guadagnarsi da vivere. Ma il lavoro non è solo questo. Esso può essere anche la fonte della nostra gioia di vivere, rafforzare l’autostima, contribuire al nostro sviluppo personale. Il lavoro è anche una sfida! Ed è proprio questo che dà soddisfazione. Il lavoro è importante. E dà un senso alla vita quotidiana.
Tanto più importante è quindi che sul lavoro noi ci sentiamo a nostro agio. Che andiamo volentieri a lavorare. Che siamo motivati a fornire prestazioni creative e di alto livello qualitativo. Presupposto necessario è peraltro quello che viene definito un «buon clima sul posto di lavoro». Ma non è un clima che semplicemente «è già lì». Bisogna crearselo. Bisogna dare anche un proprio contributo: sia come collaboratore che come capo. È un invito e una sfida che vale per tutti. Se qualcuno vuole tirare la stessa fune e nella stessa direzione deve condividere anche la meta e la via.
Siete d’ accordo?
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Lavoro
Gentile Lipsia…
Il tema che hai toccato è di una attualità incredibile, tanto incredibile che a volte è difficile spiegare alcuni comportamenti che si instaurano presso alcune aziende.
Da dove pensi che nasca il cosiddetto “mobbing” se non da un clima aziendale malato e fuori controllo?
Certo, come dici tu bisogna lottare per crearsi un buon clima negli ambienti di lavoro, ma spesso queste fatiche vengono vanificate da persone che non sono mai maturate completamente e si comportano esattamente come bambini che “escludono” un compagno solo perchè più bravo, o più imbranato degli altri.
Difficile lavorare in un ambiente dove TUTTI siano così consapevoli del loro stesso comportamento, però posso affermare che un azienda dove non c’è un clima sereno, è un azienda destinata male, vuoi per continue assenze dei lavoratori che preferiscono starsene a casa che lavorare con un clima da incubo, vuoi per gli attriti diffusi in azienda con tutto quello che ne comporta.
Dovrebbe essere il datore di lavoro a tenere sotto controllo il clima della sua azienda, ai primi sintomi di strane competizioni o vessazioni tra colleghi (mobbing) dovrebbe intervenire per far cessare sul nascere queste anomalie.
Mobbing: Adulti che si comportano come bambini, o bambini che si comportano come adulti?…
Difficile dirlo, ma dei bambini naturalmente immaturi si possono comprendere, gli adulti immaturi un pò meno.
PsikoPatìk
completamente d’accordo, infatti quando ho visto che il clima non era buono mi sono mossa immediatamente per farmi spostare di ufficio. E’ fondamentale star bene dove si lavora, assolutamente, e lo è anche che il lavoro che si fa piaccia davvero.
Per quanto riguarda la questione mobbing si potrebbe scrivere un enciclopedia…la cosa è risolvibile facilmente quando la persona mobbizzante è sul tuo stesso piano…un pò meno quando si tratta di un capo. Là l’unica soluzione è farsi trasferire, secondo me…anche se non sarebbe giusto perchè dovrebbe andar fuori dalle balle il capo per logica, ma parliamo di fantascienza o quasi
l’erba cattiva non muore mai
Lipsia, ma chi ti paga?
Io lavoro da più di vent’anni in ente pubblico; ho il diploma di mat. scientifica, diploma di Conservatorio, parlo tre lingue, sono assessore in un comune della cintura, frequento l’Accademia di belle arti (pittura e incisione)da 5 anni (con sacrifici per l’orario di lavoro, ovvio). Pensi che ai miei datori di lavoro glie ne freghi qualcosa delle mie competenze? Sarei felice di metterle a disposizione, inclusa la competenza amministrativa che ho maturato. Eppure mi tengono a passare carte in un ufficio sovraffollato, senza aria condizionata, dove fa caldo anche d’inverno, dove c’è via vai continuo e si fa fatica anche a concentrarsi per fare questo straccio di lavoro ripetitivo e spesso inutile.
La mia paga di luglio ammonta a Euro 1035,00, inoltre.
Come si può pensare che in queste condizioni una abbia voglia di mettersi a migliorare l’ambiente di lavoro e le relazioni? A malapena si riesce a sopravvivere tra le montagne di carte e le frequenti chiacchiere dei colleghi che ti sciorinano, anche se non vuoi, i fatti loro privati a squarciagola prendendo il caffè nel tuo ufficio.
L’unica arma di difesa è farsi gli affari propri, parlare il meno possibile, non accettare provocazioni di nessun genere, compreso l’attacco ai dipendenti pubblici del caro Brunetta, che fa di ogni erba un fascio. Io ho preso in tutto ben sette giorni di malattia in tutto il 2008, tre giorni per bronchite e quattro per problemi ai denti, fine, e per questo mi devo pure sentire in colpa, agli arresti domiciliari dalle 8 alle 20, con un’ora d’aria dalle 13 alle 14. Io vivo sola, come faccio a farmi eventualmente la spesa, per esempio? O il malato deve digiunare? Non ho parenti che possano accorrere al mio “capezzale”. La mia proposta è che si faccia un’infermeria sul luogo di lavoro, così i malati possono stare a letto sotto controllo, giorno e notte, magari ti ficcano anche qualche carta da smistare, se non sei moribondo. E ci si fa compagnia, magari si gioca a carte tra malati…
L’unico pensiero di una come me è di andarsene per sempre, cosa che non escludo di fare se mi capiterà l’occasione, ma ora lasciare un posto di lavoro è un grosso rischio, e bisogna avere soldi per iniziare una nuova attività, mica facile se non hai le spalle al sicuro. Ma continuo a sperare e guardarmi attorno.
Attualmente sono senza lavoro, proprio per l’ impossibilità di attuare quanto descritto nel mio post
il mondo del lavoro ormai non può essere più definito un mondo creativo dove si può creare un’armonia intorno a noi.. perchè un lavoro del genere (anche se esiste) non lo chiamerei più lavoro.. ma hobby 🙂
Apparte gli scherzi. è vero.. uno studia tanto.. si fa il mazzo e poi viene ricompensato con calci nel sedere.
Trattato male (mobing) e sottovalutato.
Quando si lavora spesso si diventa altre persone.. pettegole o fredde a seconda del nostro carattere.. e io forse nel lavoro sono un pò egoista.. ma è dovuto dal fatto che nella mia azienda se non lo sei ti mettono i piedi in testa quindi è meglio se lo faccio prima io.
Questo no è lavorare.. ma è passare sopra gli altri, competere per trovare anche solo un pò di tempo.. e non c’è gratificazione in questo.. forse solo tanta rabbia.
Beh, se puoi permetterti di non lavorare piuttosto che stare in mezzo alle difficoltà, beata te! Io non posso permettermelo di certo, di utopie non si vive.
Sono pienamente d’accordo lipsia.
Anche io, come altra gente, nel mio passato ho subito mobbing da parte del capo, non è servito a nulla cercare di parlarne e a alla fine me ne sono dovuta andare.
Comunque, sia ai tempi della scuola che anche negli anni lavorativi che sono seguiti sino ad oggi ho sempre detto che personalmente preferisco avere un lavoro dove se anche prendo 200/300 euro in meno rispetto ad uno stipendio normale, almeno però sto bene con i colleghi e il capo.
Insomma, sono disposta a sacrificare lo stipendio pur di trovare un lavoro dove posso interloquire in modo costruttivo con gli altri (anche i clienti).
E’ fondamentale, anche perchè se ci pensiamo bene il lavoro occupa 8 ore al giorno (praticamente 1/3 della giornata siamo a stretto contatto con loro) se togliamo 1/3 per dormire, le restanti 8 ore ci servono per svegliarci, lavarci, vestrirci, mangiare, fare le pulizie, la spesa ecc.. ci rimane poco per gli hobby o il privato.
Dunque 8 ore di lavoro sono una gran fetta di giornata da passare a stretto contatto con persone con le quali “devi” andare d’accordo, soprattutto se devi collaborare a stretto contatto, altrimenti pure il lavoro viene male.
L’indifferenza non è mai stato il mio forte.
Se devo scegliere, preferisco meno stipendio ma più benessere nei rapporti.
Certo di utopie non si vive cara Rosadeibanchi, ma non voglio nemmeno morire per dover lavorare in un ambiente dove non sono più a mio agio…e dico agio per non scavare nel profondo. Non è che posso permettermi di vivere di rendita, al massimo posso stare ferma qualche mese, ma sono sicura che, guardandomi in giro qualcosina per racimolare la giornata c’è. A volte è bello essere un po’ bohemienne e affidarsi un po’ al caso, ma solo a volte.
sono un’infermiera domiciliare ma nel mio tempo libero mi occupo di yoga ed altre tecniche di rilassamento e durante un ultimo corso di training autogeno mi è stato richiesto di trovare persone su cui poter direttamente esercitare questa tecnica quindi ho pensato di mettere in bacheca nel distretto in cui lavoro un volantino con mio nome e numero telefonico ma i medici del distretto lo hanno visto e me lo hanno tolto più di una volta, posson farlo. fatemi sapere al più presto grazie
Si Barbara possono farlo,almeno credo.
Pubblicizzi la tua attività privata in un ente pubblico.
Comunque a volte avrei voglia di urlare a tutti i miei colleghi perchè
non interlocuiscono con me in maniera uguale a come io faccio con loro,per esempio.
Sin dal primo giorno di lavoro mi sono sempre comportato bene,onestamente,chiaro con tutti,sempre impegnato e senza che nessuno me lo chiedesse,senza aspettare il comando dall’alto voglio dire…sempre disponibile con i colleghi,il sorriso con tutti,la gentilezza ecc…è il mio carattere,ho sempre atto così.
Adesso che c’è Brunetta,è triste vedere che chi non ha fatto poco o nulla nel passato,adesso si impegna ma è un finto impegno,o meglio, diventano ruffiani con il capo,in maniera tale che tu(io in questo caso) che mi sono sempe comportato bene,senza aver bisogno ovviamente di leccare,mi vedo in un certo qual modo “squalificato” e messo in disparte.E’ dura,in questo clima,tirare avanti in maniera coerente:vorresti vomitare tutto ciò che hai dentro…