Ciao a chiunque legga,
Non penso di essere la sola a fare questi pensieri, e vivere certe cose però ecco la mia “confessione”:
Oggigiorno sono una ragazza tranquilla, amo solo stare a casa e non ho voglia di uscire, l’idea di doverlo fare anche per vedersi con gli amici mi secca (pur sapendo che potrei divertirmi).
Studio e dunque non ho orari ben precisi (che penso sempre di voler regolare e mai faccio).
Ho sofferto di attacchi di panico e per rabbia nei confronti di me stessa per cui mi sono ferita varie volte, finchè non ho tentato il suicidio…semplicemente mi sentivo stanca,non ne potevo più e confesso che quel giorno è stato uno dei più belli; mi sentivo finalmente in pace con me e con il mondo, mi ero truccata e messo uno dei miei vestiti preferiti, ed ero pervasa da una quiete interiore che non ho mai più provato dopo. (il mio ex dell’epoca mi ha salvata).
Scrivo oggi, però per altri motivi…
non so se abbia a che fare con rabbia o aggressività o cosa, ma trovo soddisfacente l’idea di poter uccidere qualcuno (non credo lo farei davvero) però se vedo immagini per esempio di cadaveri o autopsie o torture non provo nulla, ho la sensazione di appagamento solo se dovessi farlo io.
Strano è che se vedo un animale soffrire è come se soffrissi io, ma con gli umani no,perchè?
Ho lavorato anni a contatto con le persone,(come barista e parrucchiera, adesso studio) ne conosco tante e nessuno potrebbe nemmeno immaginare i miei pensieri, perchè sono il classico tipo che ride sempre,che ti abbraccia,che aiuta,che ascolta con il sorriso e ti consiglia…ed invece sotto sotto non me ne frega profondamente di nessuno,trovo davvero superficiali,infantili e stupidi tante delle parole che esprimono e delle volte penso con soddisfazione l’idea e la sensazione di controllo misto a studio delle reazioni di qualcuno prima che venga ucciso. Osservo molto comportamenti e parole, capisco immediatamente la persona che ho di fronte,(attitudine o) capacità che negli anni inconsciamente ho sempre volto a mio favore,non mi rendevo conto di farlo all’impatto ma col senno di poi: manipolazione.
Non ho mai compreso ne saputo accettare scelte che non avrei personalmente fatto,finchè ho deciso semplicemente di fregarmene e vedere il mio, ma la tendenza di far cambiare idea per portarla affine alla mia c’è sempre (negli anni persone a me vicine m’hanno accusata di prepotenza)
Finalmente il poter stare a casa mi acquieta, mi sorge il dubbio che ciò che mostro agli altri non sia la vera io (ma non potrei nemmeno farlo vedere) e far uscire parti di me che, si ci sono ma non sono pienamente io mi stanca e mi scoccia per cui preferisco stare a casa.
Non mi sento nè migliore nè peggiore di nessuno, ho solo espresso la mia piccola confessione.
Ciao 🙂
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Categorie: - Me stesso
Leggendo la tua lettera, il mio primo pensiero è stato: Questa è matta! Ma poi, riflettendoci un po’ su, mi sono accorto che il modo in cui ti senti tu, al netto degli impulsi omicidi, è quello in cui spesso mi sento io e credo si sentano tante persone, anche se non lo ammettono. Effettivamente siamo circondati da un mare di superficialità, di stupidità e di inautenticità che a volte risulta proprio sconfortante. Bisogna per forza uscire il sabato sera per fare casino, magari con persone delle quali a noi non importa niente. Dedicarci a cose che ci paiono una perdita di tempo, parlare per forza, magari dicendo sciocchezze, per non sembrare asociali. Fare gli sbruffoni, i disinvolti, gli smargiassi, per non ammettere che magari si è insicuri e si ha una paura matta di esser giudicati dagli altri. E questa continua compressione del proprio sé autentico alla lunga diventa insostenibile e si finisce col detestare coloro che ci circondano.
E tutto questo ci porta a volerci raccogliere in noi stessi e a volerci isolare dal frastuono degli altri (che è un modo mascherato per ucciderli o almeno farli tacere). Dunque stai a casa, leggi, rifletti e cerca di avere rapporti con persone autentiche, il che non vuol dire che debbano pensarla come te su ogni cosa, ma che siano persone che non parlano a vamvera, giusto per far passare il tempo, e invece parlano per dire cose significative e esprimere ciò che hanno dentro. Quanto poi all’attrazione per la violenza e l’omicidio, magari potrebbe giovarti qualche chiacchierata con uno psicologo, per far emergere eventuali sentimenti di rabbia o frustrazione che ti portano a questo. Forse il mio tono ti è suonato un po’ predicatorio, ma in realtà certi disagi e sentimenti li provo anch’io. Davvero, con affetto sincero, in bocca al lupo.
assolutamente no
se ho deciso di scrivere è proprio per un confronto,per cui anche se me ne avessi dette di tutti i colori ti avrei cmq ringraziato per la risposta.
Nel tuo caso,sei stato particolarmente piacevole da leggere!
Come dici tu trovare persone interessanti con cui arricchirci vicendevolmente,potrebbe essere utile e piacevole.
Per quanto riguarda il resto vedremo, non mi fido del supporto psicologico
perchè:
1. non credo aiuti se tu non sei pronto a modificare qualcosa
2. non riesco a essere pienamente sincera discorrendo faccia a faccia di suddetti temi
3. certe cose forse è meglio tenerle dormienti e non alimentarle nell’esigenza di trovarne radice
Grazie mille per il tuo pensiero
Non voglio fare lo psicologo ma in un certo qual modo nella tua lettera io ci leggo una domanda “ma tu mi vuoi bene?”, il tu in senso plurale. I tuoi genitori sono stati e sono presenti e attenti alla tua esistenza? Inoltre questa tua sensazione di esser così profondamente diversa dagli altri e quindi “speciale” è solo una tua sensazione appunto che gli altri non colgono perché convinti a loro volta di esser speciali anch’essi. Kurt Cobain, incarnazione anni 90 del disagio esistenziale tardo adolescenziale cantava “I’m not like them but I can pretend” ovvero “ non sono come gli altri ma posso fare finta“. Questo per dirti che queste sensazioni sono comuni a molti adolescenti e oggi anche nei più grandi. In verità nessuno é speciale: sul water tutti facciamo la cacca puzzolente. Rispetto al vagheggiamento della morte, del putrido, dell’omicidio violento ecc.*
*Anche questo, aspetto molto comune nella maggior parte degli adolescenti: difatti è proprio in questo periodo della vita che ci si avvicina alla sottocultura dark gotico oggi anche chic (vedi gli Emo), tematiche queste nate in epoca romantica e trattate nel romanzo dell’orrore , i più famosi quelli di Edgar Allan Poe a cui appunto i ragazzetti si appassionano. Per non tirarla lunga in altre parole, devi crescere, a prescindere quella che possa esser la tua attuale etá ed eventualmente, risolvere qualche problemino di autostima e famigliare che, sono sicuro, ci sia…
Premetto doverosamente che faresti bene a fare una chiacchierata con uno psicologo/psichiatra. Più che altro per il discorso autolesionismo e suicidio in maniera tale che non si ripeta più. Per quanto riguarda il resto mi verrebbe da pensare che hai dell’irrisolto dentro di te, che può essere frutto di te stessa, del mondo che ti circonda o di entrambe le cose. Un banale consiglio che mi sento di darti è quello di scrivere su un foglio di carta tutto ciò che ti passa per la mente (desideri, sogni, perversioni, paure…). Non cambierà la vita dall’oggi al domani ma ti offrirà un certo distacco col tuo “sè” interiore e così comincerai a vederti un po’ in terza persona. Vedrai le cose in prospettiva più oggettiva. È il primo step per risolvere l’irrisolto. Quando avrai la penna in mano resterai un po’ a pensarci. Ma poi appena inizi a scrivere vedrai che fiume in piena ne verrà fuori. Poi starai meglio e che pian piano te e il mondo intorno a te comincerete a migliorare.
“Ci sono domande cui è meglio non sapere la risposta e segreti che dovrebbero sempre restare sepolti”
Io sono quello che si può dire un “animale
a sangue freddo”, infatti anche ieri non sono riusciti a rilevare la mia temperatura, quando
sono andata in clinica per la pulizia dei denti.
Fra l’altro devi firmare non solo di non avere
il covid, ma pure di stare benissimo, senza febbre, mal di gola, tosse,malessere,astenia ,cefalea ,congiuntivite, sangue dalla bocca, diarrea,anoressia, vertigini,perdita di peso e disturbi dell’olfatto o del gusto , solo stando benissimo pare puoi entrare in una clinica.
Uccidere un proprio simile (senza essere beccato) è dannatamente più complicato di quanto uno possa credere, perciò puoi cambiare fantasia.
Tanto basta aspettare un pugno d’anni e Madre Natura farà da sè il lavoro sporco, non per nulla spesso si va ai funerali più per ghignare che per piangere.
Le autopsie peraltro offrono elementi di grande fascino e proprio qui su LaD c’è un Maestro che non mancherà di consigliarti.
Insomma, sei perfettamente normale, con una come te molti psicologi fallirebbero.
“trovo soddisfacente l’idea di poter uccidere qualcuno (non credo lo farei davvero) però se vedo immagini per esempio di cadaveri o autopsie o torture non provo nulla, ho la sensazione di appagamento solo se dovessi farlo io”
Io da anni sono l’anatomopatologo laddense per quelle ragioni, ti basti questo. Qundi ti capisco.
Per Bohemien82 –
Quello che dici è assolutamente vero, tutti siamo speciali e nessuno lo è allo stesso tempo.
Familiare non c’è nulla che si possa risolvere in quanto mio padre ha abbandonato me e mamma quand ero piccola (mai conosciuto), vista la giovane età sua (di mamma) sono stata più un’amica/sorella che figlia.
Ho fatto pace con il passato e questo non vuol dire che io sia cresciuta cmq.
ho accettato scelte e situazioni non compiute da me ed ho gestito la mia vita con i suoi errori di mio.
Bhe l’autostima forse quello si, è un punto su cui posso lavorare,quindi ti ringrazio per il consiglio.