Ho visto troppe volte la stessa immagine.
C’è una bambina che fa capolino da un mucchio di borse sacchi stoviglie vestiti peluche e un gatto.
Mille volte lo stesso: gettati su un camion che li porta via.
Ci sono le donne ucraine, forti come rocce che si fanno carico della tragedia dell’ umanità
Lasciano una terra martoriata e qualcuno o qualcosa di cui non è rimasto nulla.
Il mezzo parte tra rumore di ingranaggi per conquistare la strada di fango e resti di bombe.
Non si guarda indietro la madre ucraina, rimbocca la coperta all’ unica ragione che la muove.
Nel silenzio dei miei pensieri, rifletto.
Lettera pubblicata il 25 Marzo 2023. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Genovese.
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