Salve a tutti voi del forum,
Scrivo qui per la prima volta dopo mesi che vi leggo. Sono sempre stata fidanzata da quando avevo 17 anni (ora ne ho 40) . Ho avuto 3 storie importanti di cui l’ultima di 6 anni (2 di convivenza) finita quasi 6 mesi fa. Ho sempre sentito come un vuoto dentro che si attenuava quando ero fidanzata ma non andava mai via del tutto. Adesso, che per la prima volta sono single dopo tanto tempo, questo vuoto lo percepisco molto di più. Sono sempre stanca, triste, le cose non mi interessano. Ho sempre cercato di colmare dall’esterno questo vuoto, dedicandomi tantissimo alla relazione e poco ai miei bisogni. Ora cerco di farlo ma sono appunto svogliatissima e senza energie e non so cosa fare come se non avessi il “libretto di istruzioni”. Mi sembrava che il mese scorso stesse andando meglio invece da dieci giorni son peggiorata. Qualcuno a cui è capitato e ne è uscito?
Tristezza / depressione
di
cercatrice76
Lettera pubblicata il 22 Maggio 2016. L'autore, cercatrice76, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Se uno non ha pane per mangiare deve procurarselo lavorando non può fare qualche pratica meditativa (alla religioni orientali) per colmare la fame perché non è ciò che serve e la fame aumenterebbe. E viceversa chi ha un vuoto interno non può colmarlo con cose esterne se no quello aumenta. La vita è “Dukkha” (dolore/ insoddisfazione) e anche se hai tutto a volte ti prende lo stesso. Potresti provare a fare qualche pratica meditativa… forse ti giova non so, (loro “promettono” proprio di colmare questo vuoto…) senza ovviamente rinunciare all’amore e ai tuoi bisogni che sono esigenze diverse.
Ti consiglio di non scoraggiarti. Per quanto mi riguarda penso che ogni persona nella vita abbia modo d’incamerare un senso della giustizia che la porta a patire comportamenti che, attenzione, non sono sbagliati in valore assoluto. Questa consapevolezza nella vita ti aiuta a non essere prevenuta su tutto e su tutti. Si tratta di esercizio richiede una grande fatica quotidiana (soprattutto quando incontri tante persone) ed è proprio questa fatica a dare un senso alle gerarchie. Nei momenti di grande stress è facile perdere il senso dell’orientamento. La prima risposta si trova in ciò che ci è più caro (vicino in questo senso)… è così che diventiamo più indulgenti con noi stessi e con gli altri. Alle volte basta aprire il documento d’identità per trovare i simboli di una storia che è la nostra storia. Che dire? Non lo so, forse aspetto un ragazzo, a questo punto potrei dire un uomo, che mi possa conquistare con i suoi errori e le sue manchevolezze. Non mi riferisco a quelli oggettivi (e la cosa chiaramente dovrebbe essere reciproca) no, mi riferisco alle dimenticanze. Secondo me è lì, nel vuoto della comunicazione, che si manifesta il sentimento. In linea di principio mi piacerebbe decidere tutto di comune accordo, ma inconsciamente, come si direbbe in gergo, desidererei “non rendere conto a nessuno” e a questo punto neanche “mettere”. Secondo me il fidanzamento si gioca su una scala di temperatura che serve a stabilire il punto di non ritorno… purché tutto avvenga nel perimetro di una piena armonia e di una perfetta autonomia. Quando entri in questo ordine d’idee riesci a razionalizzare il perdono e a superare un’eventuale delusione d’amore. Ti auguro una buona serata!
Grazie per le risposte. Ho iniziato un corso di mindfullness speriamo possa aiutarmi in qualche modo.
Cercatrice, c’è chi sta peggio di te, e ha già passato la temperatura del punto di non ritorno. Te ne sei resa conto?
Comunque un delizioso “non scoraggiati” non si nega a nessuno, hai visto?
xleby, ottima considerazione. Molti cercano di saziare la LORO fame con il “cibo” sbagliato.
Golem, c’è sempre chi sta peggio ma non è mai di conforto. Sta cosa della temperatura du non ritorno poi non l’ho capita. Non ho scritto per sentirmi giudicata ma per confrontarmi con chi vive o ha vissuto esperienze simili. Non riesco ad uscire da questa apatia che avvolge tutto.
Cercatrice,
voler trovare all’esterno quanto manca alla formazione del proprio io interiore o una conferma rassicurante di sé potrebbe far ricadere nella sindrome “estetica” di Don Giovanni, a cui non bastarono 1003 donne conquistate a salvarlo dalla disperazione, quando si rese conto di essere di fatto sospeso sul vuoto.
se ti riesce, fermati per tutto il tempo necessario a conoscerti meglio e a bastarti, almeno per l’essenziale. ti potrebbe succedere di meglio in seguito, continuando a concentrarti essenzialmente su di te.
Rossana,sono d’accordo con te. È che son stanca di essere sempre triste e senza forze. Non so come “svoltare”….
Cercatrice, sono pochissimi quelli che capiscono le “immagini” retoriche di Rossella, e nessuno di questi pochissimi ha voglia di spiegarcele.
Secondo me bluffano.
8
cercatrice76 – 23 maggio 2016 14:16
Ma tu, cosa derideravi veramente?