Non sono brava a scrivere lettere, ma mi sento molto giù, d’altra parte, ho una vita che fa schifo e mi sento molto sola.
Non trovo lavoro, non ho un amore, amicizie quasi zero.
Soldi in famiglia scarsi, un fratello con psicosi e ritardo mentale e genitori antiquati che non mi permettono di essere libera come dovrebbe esserlo una persona di 30 anni, credono di conoscermi ma non è così, non sanno nulla di ciò che provo, dei miei stati d’animo.
La persona che mi interessa un altro po’ non sa neanche che esisto, d’altronde perchè dovrebbe interessarsi a me?
La mia insicurezza aumenta sempre più, insieme all’insoddisfazione.
Non è questa la vita che volevo e mi sento in gabbia, senza possibiltà di uscita. Lo so che la vita non è facile per nessuno però oggi avevo bisogno di sfogarmi
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Categorie: - Me stesso
La libertà è sempre una cosa relativa, mi spiace che non sia un bel momento per te ma sei in buona compagnia qui..
Scrivimi se ti va
stefano614@yahoo.it
ciao Sibille,e benvenuta nel club..hai fatto bene a scrivere perché sfogarsi aiuta,non risolverà i tuoi problemi ma ti serve per far uscire quello che hai dentro.magari quello che a parole non riusciresti ad esprimere.in questo sito puoi dire quello che pensi e che provi senza essere giudicata (spero…)e forse trovare qualche amico disposto ad ascoltarti.é vero,i problemi li hanno tutti ma parlarne con qualcuno ti può aiutare forse ad essere un pò meno insicura e insoddisfatta.se vuoi fare 2 parole in via privata ti mando la mia e-mail.ciao
Ciao Sibille,
siamo sulla stessa barca. Io ho un ragazzo che mi adora, questo è vero, e sono superfortunata, ma siamo costretti a degli enormi sacrifici quotidiani per stare insieme, che ci pesano davvero troppo.
Per il resto anch’io non riesco a trovare un lavoro, vorrei rendermi indipendente, stare a casa mia e dipendere dai miei è una vergogna e un malessere quotidiani, a casa poi in genere le cose non vanno bene. I miei, in particolare mia mamma, ha una mentalità completamente diversa dalla mia. Per lei tutto si riduce in termine di costo, io compresa. IO SONO UN COSTO. E gravo su di loro. Stop. Che sia una persona umana con delle necessità per vivere la vive come una rassegnazione. Non ricordo un suo gesto di affetto. E’ sempre fredda. Ora bada a mia nonna che stà male e il suo nervosismo lo scarica in famiglia, me per prima. Nonostante tutto questo quadro è decisamente migliore di quello della famiglia del mio ragazzo, che se ne strafregano di lui, ben più benestanti, anche per quanto riguarda il minimo sostentamento.
Non siamo più bambini, vorremmo anche noi iniziare a pensare ad un buchetto nostro, ma lui studia, nemmeno lui trova lavoro e se lo trovasse comunque riscirebbe solo ad un part-time, non sappiamo nemmeno se i suoi continueranno a pagargli le rette universitarie.
Per quanto riguarda le amicizie. Non ne ho. O meglio, ci sono delle persone che frequentiamo che mi sono care, ma sono tutti 50enni. Ci vogliamo reciprocamente bene, e ho molto più da condividere con loro che con la maggior parte della mia generazione. Facciamo discorsi seri, tutto questo l’ho sempre cercato tra i conoscenti della mia età, ma sono stati perlopiù delusioni o, per i migliori, essersi persi di vista. Noi siamo una coppia che cattura l’affetto di coloro che potrebbero essere i nostri genitori, forse perchè ci vedono fondamentalmente buoni e davvero intenzionati a lottare per quel in cui crediamo con i nostri difetti si sa come tutti, peccato che i nostri veri genitori ci trattino rispettivamente da schifo.
Fratelli non ne ho. Li ho sempre chiesti ma non sono mai arrivati. Da piccola ho subito la solitudine, e negli anni non mi ha mai abbandonata del tutto.
Tra i parenti che ho, quelli che salverei li conto nelle dita di una mano, e tra l’altro anche con questi, ai quali a mio modo voglio comunque bene, mantengo dei rapporto poco più che formali, forse anche a causa della mia timidezza e delle critiche di mia mamma (se mi vede arrabbiata mi critica, se mi vede sorridere e scherzare idem).
In tutto questo quadro ogni giorno provo a sperare, a fare qualcosa, ad attivarmi per migliorare ogni singolo aspetto di cui ti ho parlato. E lo faccio con quella che è la mia determinazione, una determinazione che tuttavia si fa prendere dal pessimismo, dalla paura di non farcela, dal dolore di sentirsi abbandonati. Cerco di non lamentarmi con nessuno, l’unico che accoglie le mie tristezze è il mio ragazzo. Ma a volte non ce la faccio proprio più.
Ciao
Vi ringrazio tutti per le parole di conforto.
Sì questo non è un bel momento, il fatto che ho sempre ignorato i miei problemi, ed ho sempre finto di stare bene,ma in questo periodo, non ci riesco molto. Sono più spesso di malumore, forse perchè inizio a fare un primo bilancio della mia vita.
Per io, me & both, capisco in pieno la tua solitudine ed il tuo bisogno di indipendenza, a volte penso che se questo fosse un paese come quelli del nord Europa, dove i giovani dopo i 18 anni sono incoraggiati ed aiutati dallo Stato a vivere per conto proprio, avrei una vita più serena ed anche il rapporto con i miei sarebbe migliore. A differenza dei tuoi genitori, i miei non è che sono materialisti, lo so che ci tengono a me, ma hanno commesso comunque molti errori nei miei confronti, sono bigotti, antiquati e non se ne rendono conto, mia madre poi mi ha sempre condizionato con una sorta di manipolazione psicologia, che posso dire spero che il futuro sia migliore. Un saluto a tutti e di nuovo grazie
Sibille, anche i miei tengono a me. E stà proprio qui il problema.
Perchè io, sapendolo, mi sento in debito di riconoscenza nei loro confronti. Non riesco ad accettare che non mi vogliano INCONDIZIONATAMENTE bene, senza compromessi, che non riescano a mettere me, nella mia completa essenza, davanti a qualsiasi costo, davanti a qualsiasi mormorio della gente, davanti a qualsiasi figura che si possa fare, davanti a qualsiasi parente idiota che sputa sentenze senza sapere.
Se fossero come i genitori del mio ragazzo, che gli stanno facendo passare l’inferno, sarebbe per un certo verso molto più semplice. Procederei per vie legali come stà per fare lui.
Ma purtroppo non è così, io loro voglio bene e so che a loro modo me ne vogliono. Il punto è che, ad un certo punto, voler bene e non dimostrarlo è come non voler bene, sono giunta a questa conclusione.
Ti abbraccio forte, se ti và possiamo parlare un pò.