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Lettera pubblicata il 10 Gennaio 2023. L'autore ha condiviso 18 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore white knight.
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Max, i tuoi studi umanistici hanno sicuramente contribuito a renderti la persona speciale che sei, oltre alla tua indole e propensione naturale. Un mondo in cui si incentiva solo lo studio finalizzato al mercato del lavoro attuale (come sta accadendo oggi) è un mondo che non sa guardare oltre il qui ed ora, in cui l’individuo ha valore solo come produttore e consumatore, e tutto ciò che è arte, cultura, Bellezza fine a sé stessa è considerata superflua. Il mondo di Orwell o Huxley.
No, grazie.
Aggiungo, che avendo avuto un percorso molto simile al tuo, apprezzo ogni tua singola parola, comprese quelle riferite all’arte del sapersi arrangiare anche con tre lauree in tasca. Penso però, che per avere una vita soddisfacente, alzarsi al mattino e fare un lavoro che si ama è forse la condizione necessaria per poter essere appagato.
P. S. Ma che perdita sarebbe stata se Barbero avesse studiato ingegneria anziché lettere? Evviva i perditempo non portati per la matematica eh eh! (Che poi, la matematica è molto piú interconnessa alla filosofia di quanto si immagini).
Sulla Matematica insistono ancora sciocchi pregiudizi che ne limitano la profonda bellezza che, appunto, proviene proprio dalla base filosofica dalla quale nasce. Questo perchè i più si fermano all’uso mnemonico delle regole aritmetiche e algebriche e pochi arrivano ad apprezzare il piacere dell’Analisi e dello studio delle Funzioni, che mostrano la “verità” in maniera inconfutabile. Io stesso sino alle superiori non riuscivo a trovare nessun piacere nella ripetizione pedestre di quelle regole algebriche senza vederne un risultato pratico, non sapendo che in realtà stavo osservando il funzionamento di uno “strumento”, e non il risultato dell’uso di questo. Solo con l’Analisi Matematica capisci la funzione di quegli “strumenti” e gli obiettivi che si possono raggiungere nella modellizzazione di fenomeni fisici. Tanto per dire, risolvere una struttura portante edilizia sulla carta, dimensionando travi, colonne e mensole (balconi) è una goduria per chi sa “vederne” l’insita bellezza. Per certi versi non distante dalla Poesia.
“Ma che perdita sarebbe stata se Barbero avesse studiato ingegneria anziché lettere? Evviva i perditempo non portati per la matematica eh eh!”
Che perdita sarebbe stata se gli ingegneri e in generale gli scienziati che hanno fatto scoperte e invenzioni, avessero invece studiato lettere? Saremmo ancora nel medioevo a zappare la terra, non a studiare. Quindi bisogna ringraziare loro se oggi il benessere ci consente di studiare lettere.
Sono importanti anche l’arte, la filosofia, la letteratura, sono tutte discipline nobilissime, anch’esse distinguono l’uomo da un’animale. Ma saresti della stessa opinione se casa tua o il viadotto che stai attraversando fossero stati progettati da una persona che non sa fare i calcoli strutturali, ma che conosce bene la Divina Commedia? Se stai male e nessuno studiasse medicina?
“Un mondo in cui si incentiva solo lo studio finalizzato al mercato del lavoro attuale…”
Si vede che non hai bisogno di mangiare. Forse ti nutri di poesia o forse…
hai le spalle coperte e disprezzi chi non ha tempo da dedicare alla lettura di un buon libro, perché lavora. Disprezzi, come Berchet, l’insensibile l’ottentotto.
Alle superiori chiedemmo ad un nostro compagno di classe, che ora è direttore responsabile di due dei quattro reattori di una centrale nucleare nella Repubblica Slovacca o Ceca, se faceva con noi un’attività post scuola. ci rispose:”Nella vita l’importante è non morire di fame. Queste iniziative sono bellissime, ma ho già l’impegno del conservatorio e quest’anno abbiamo l’esame di maturità”.
Suzanne, la vita non è percepire duemila Euro al mese lavorando tre ore seduti dietro una cattedra e passando il resto del tempo ai Caraibi.
“la matematica è molto piú interconnessa alla filosofia di quanto si immagini”
Lo sappiamo. La matematica portata all’estremo diventa filosofia.
Nel milanese si dice: Pasticcere, fa’ il tuo messtiere. Quindi è importante che ci siano i filosofi, o comunque le persone che svolgono mestieri più teorici, così come è importante che ci siano i matematici e gli ingegneri. Il problema a mio avviso non è stabilire chi sia più importante e chi meno, ma fare in modo che nella società ci sia posto per tutti. Peraltro, se fossi stato vedente, probabilmente avrei puntato a un percorso di istruzione multiforme, magari con un liceo classico seguito da una facoltà tecnico-scientifica. Peraltro, come già ho rilevato, molti di coloro che si sono affermati in ambito scientifico provenivano da studi superiori umanistici, quindi le cose non debbono per forza porsi in termini di netta alternativa. Un cervello senza gambe non va da nessuna parte e delle gambe senza un cervello non sanno dove vanno. Ma oramai l’ho capito, voi due, Trad & Suzie, la parte degli avversari dovete farla per forza, come Sandra e Raimondo.
In realtà il problema degli ingegneri odierni, in linea di massima, è proprio quello di avere scarsa cultura umanistica.
Io non dimenticherò MAI il preside della mia modesta scuola professionale per disegnatori industriali: l’ingegner Luigi Straneo. Un gigante culturalmente, che periodicamente ci faceva sentire musica classica e vedere film del neorealismo italiano. Senza contare la qualità degli insegnamenti, che mi hanno dato una base ingegneristica che molti miei colleghi architetti se la sognano dopo 40 anni di professione. Quegli “stimoli” di cultura umanistica, apparentemente lontani dalle materie scientifiche che prevalevano nella didattica, me li sono ritrovati come strumenti per affinare la sensibilità ed avere una visione più ampia dei problemi, anche in ambito esclusivamente tecnico. Infatti gli studi di architettura ne hanno giovato moltissimo, anche perche quella facoltà spazia in modo “orizzontale” tra tecnica e umanistica, e la sensibilità per un architetto è sostanziale per una professione seria.》
》Poi gli ingegneri “moderni”, proprio per la visione “tubolare” e unidirezionale che tendono ad acquisire, si sentono portatori di verità assolute che frequentemente li rende presuntuosi.
Ricordo un episodio significativo nel mitico Politecnico di Milano, quando, attardatici per una lezione in una delle aule di ingegneria, all’uscita ci beccammo le invettive degli ingegnerini, che ironizzavano sulla inutilità degli architetti. Io che oltre ad essere di “antico pelo” -avendo il doppio degli anni degli studenti normali- godevo di un carattere ormai noto anche a chi legge, replicai senza scompormi che: “sì, sarà anche come dite voi, che vi date tutta ‘sta importanza, ma il fatto è che a diventare famosi siamo noi, come mai?”. Colpiti e affondati.
Un architetto studia Statica ma anche Architettura Sociale, Scienza delle Costruzioni ma pure Storia della Città e del Territorio e persino Sociologia, esami che ho fatto; un ingegnere gli aspetti umani li sfiora appena, limitandosi a quelli fisici e matematici, che non bastano se operi, come operi, nella Società.
Ottimo, Golem, ben detto! Hai espresso in modo più compiuto e fondato quello che io cercavo di spiegare sulla base del mero buonsenso. Così facendo hai maggiormente sviluppato il mio ultimo commento, che si può leggere immediatamente prima del tuo. E già che ci siamo,k piccola freddurina gastronomico-professionale. Qual è il piatto preferito dagli avvocati? La pasta alla… Grisham!
Però si perde di vista la base della società moderna, che si può riassumere nella parolina magica “MERCATO”.
La difficoltà delle materie umanistiche di trovare un certo sbocco è perchè di fatto manca loro un MERCATO di sbocco. A parte l’insegnamento e qualche impiego secondario nel mondo della comunicazione e della cultura, personalmente non vedo “grandi” campi di impiego. Salvo che l’umanista in esame non sia anche particolarmente dotato sotto il profilo creativo, al che una formazione umanistica può addirittura fungere da catalizzatore, ma si parla dell’1% della popolazione.
Quindi prima di intraprendere un’avventura didattica e poi professionale bisogna sempre pensare al potenziale mercato che se ne può sviluppare.
E’ un consiglio che dò agli umanisti o aspiranti tali, e così dovrebbero fare anche quei falliti dei professori di liceo che in V superiore all’oirientamento sanno soltanto consigliare ai ragazzi “fai ciò che ti piace e non curarti del futuro”…
E’ vero che la preparazione umanistica dà gli strumenti per applicarsi anche a materie scientifiche. Il mio prof di economia aziendale raccomandava di soffermarsi sul significato delle parole per capire il testo di ragioneria. E’ tutto nelle parole.
Io feci un ibrido tra liceo scientifico e tecnico. Essendo una classe di maschi, frequentavo gruppi del liceo classico, dove abbondavano le ragazze. Quelle studentesse erano più colte ed educate di quelle dell’istituto tecnico femminile e delle magistrali. Quindi non si dica che disprezzo le materie umanistiche. Piuttosto, i professori del liceo classico raccomandavano di non frequentare gli “esseri inferiori” degli istituti tecnici.
Faccio però una considerazione alle vostre osservazioni. Se consideriamo gli studi classici come propedeutici per gli studi tecnico scientifici, attribuiamo un ruolo ancillare alle discipline umanistiche. Torniamo allora al punto di partenza: studiare lettere al fine di erudirsi in letteratura è inu