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Lettera pubblicata il 23 Settembre 2023. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore marc.
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“alle scarpe comprate una volta l’anno, alla casa di 40 metri quadri in affitto, ai viaggi di 15 ore in seconda classe per passare le vacanze al sud a casa dei nonni, e al culo che mi sono fatto per poter studiare e lavorare contemporaneamente”
Golem, ti garantisco che moltissimi ragazzi di oggi ci metterebbero la firma!
È possibile, la povertà è un pozzo senza fondo. Al paesello, dove feci le prime quattro classi delle Elementari, c’era un mio compagno di classe che veniva a scuola scalzo. Arrivava con lo sguardo basso, e silenzioso si metteva in fondo all’aula.
Trent’anni dopo, girando per il paese vedo l’insegna di un negozio di calzature col cognome di quel bambino scalzo di trent’anni prima, un cognome abbastanza insolito per non essere incuriosito per i ricordi che mi riaffiorano dopo tutti quegli anni. Bè era lui.
Sarà stata una coincidenza, una vendetta, una sfida? Non lo so, lui non mi riconobbe, e io non volli presentarmi, e forse non l’avrei riconosciuto neppure io se non avesse mantenuto quello sguardo cupo e risentito. Però ai piedi aveva un paio di scarpe, nuove, lucide, impeccabili.
Ok,utili allo scopo Golem, MG, Rossana.
Purtoppo ho letto una neonata lettera che forse si riferisce anche alla mia. Se così fosse, l’autrice ha capito l’esatto contrario, quando parlo di “soluzioni” … io stò parlando di “soluzioni” le stesse di cui lei vorrebbe parlare ma qui non ne parla… Quando lei dice che le cose non vanno così male in Italia si dovrebbe domandare perchè anche su Lad e nella vita di tutti i giorni la maggioranza degli italiani, esclusi i piagnoni, pensa il contrario? E’ probabile che che ci sia del vero? Ho bisogno di una pausa, proprio ora che i commenti si facevano interessanti. A volte penso anche che io sia un povero illuso… ma davvero posso pensare che le cose possano mai cambiare in Italia? Speriamo che mi passa, proprio ora che ero riuscito a fare analisi e riflessioni per me interessanti e che continuerò a fare per me.
Mi ritorna in mente la frase di Totò “Mi sa dire dove devo andare per dove devo andare!”. Totò aveva capito tutto degli italiani non sanno dove andare perchè non sanno quello che vogliono, però vogliono stare bene senza sapere come…Hoibò. Grande totò.
Quindi anche per me:
https://www.youtube.com/watch?v=4AEQ8hbVdiQ
Marc, non ti avvilire. Credo di aver capito a quale “utenta” ti riferisci. Stai tranquillo. La sua lettera non era riferita a te, ma era una provocazione rivolta a me. Purtroppo per lei però l’ intento della signorina non è andato a buon fine, in quanto la sottoscritta ha replicato a dovere e anche perché gli unici due che le hanno dato retta sono due fresconi a cui importa solo trovare dei sodali nella loro esilarante battaglia in comune contro la sottoscritta. Nulla di nuovo sotto il sole. Molto di vecchio sotto il tappeto.
Cara utenta.. ritenta!
Golem, più che la povertà è la disfunzionalità ad essere senza fondo. Temo che questo aspetto del nostro sistema sia ormai un cancro inarrestabile. E penso che molti oggi hanno ricominciato a conservare le scarpe vecchie.
Fortunatamente a breve trasmigro e respirerò aria nuova. In tutti i sensi. Questo paese purtroppo è destinato allo scadimento perché scadente è chi lo governa ma ancor di più chi lo popola.
MG, fare un discorso su quanto ci aspetteremmo da una società stato, e quanto ci viene dato, troverebbe una quantità incalcolabile di opinioni, e se dovessimo tenerne conto di tutte mai avremmo la formula per accontentare tutti. Io guardo a chi ero 40 anni fa e a chi sono oggi, ho visto i progressi che ho fatto con i miei sforzi e quello che ho raggiunto e non posso che esserne soddisfatto. Ma questo mi è stato possibile perchè ho trovato il terreno adatto con questa società, che, certo, non mi ha regalato niente, ma mi ha consentito di trovare la mia strada, arrivando ad assicurare aia figlia un suo tetto sulla testa. Quindi cin metà dei problemi già risolti. Tutto questo.ma8 mi sarebbe stato possibile in una società diversa, come quella russa, per dirne una, e il perchè è scritto nella Storia, anche recente, dei due Paesi.
Illudersi che in un “altrove” non meglio definito tutto sia più facile è appunto un’illusione, dipende tutto da noi, dalle nostre qualità e dalla capacità di lavoro che abbiamo, e anche da un po’ di fortuna. Ma solo un po’ neh?
Golem, io penso che già il fatto che ci si voglia allontanare da un certo contesto o da una certa situazione, è il segnale che forse per noi è giunto il momento di fare un cambiamento. E quindi è giusto cambiare, anche solo per poter rivalutare quello che ci lasciamo alle spalle nel caso le cose dovessero andar male, o comunque non secondo i nostri piani. Io posso dire che ogni volta che ho vissuto esperienze nuove, smantellando ciò che ormai era diventato vecchio e stantio, non mi sono mai pentita. Sono soddisfatta di aver fatto quella scelta perché mi ha permesso di evolvere come persona oltre che di migliorare sul piano pratico. Purtroppo gli italiani sono incastrati in un insieme di retaggi che impediscono a questo paese di diventare una Nazione di alto livello sul piano dello sviluppo economico e dei diritti civili, soprattutto se parliamo di diritti delle donne.
Per quanto riguarda il sistema sovietico, ci sono anche molte persone che si sarebbero trovate meglio
in quel tipo di società che nella nostra, e forse sarebbe stato giusto non volerle “occidentalizzare” a tutti i costi.
Il mondo capitalista richiede molte skills, dinamismo, spirito di adattamento, mentalità imprenditoriale, e non tutti hanno queste peculiarità.
I media dipingono qualcosa come buono o cattivo in base a una visione assoluta secondo la modalità che conviene al potere. Ma è consigliabile non dare ascolto a tutto quello che ci dicono.
MG, io stesso, un lontano giorno mi licenziai di colpo dal posto dove lavoravo da disegnatore. 300 metri da casa mia, uno stipendio normale e un lavoro sicuro, visto che disegnavo ascensori.
Ma non c’è la facevo più, e, attenzione, mi sono licenziato senza averne trovato un altro, ma mi è andata bene. Ho fatto un concorso presso un’azienda pubblica e l’ho vinto, dove sono rimasto sino alla fine, diplomandomi e laureandomi. E fortuna ha voluto che abbia pure trovato casa vicino al posto di lavoro, che per me è un beneficio impagabile.
Cambiare fa bene, certo, aumenta l’esperienza e le conoscenze, che come ho sempre detto ha mia figlia, sono fondamentali nella vita. Infatti durante la mia carriera da architetto ho conosciuto un imprenditore al quale ho fatto diversi lavori, e infine mi ha voluto in una sua start up dove mi ha riempito di soldi, tanto che in due anni ho comprato in contanti la casa a mia figlia. Quindi non sono contrario per niente ai cambiamenti, ma vanno fatti, ma come dicevano i latini, “cum grano salis”.
Golem, a volte se vogliamo cambiare radicalmente una situazione che non ci piace o che ormai ci sta troppo stretta, è necessario anche un pizzico di “incoscienza” ( che poi in realtà non è incoscienza ma è solo seguire la voce della nostra anima, che è molto difficile che sbagli ). Anche perché le condizioni “perfette” per partire credo non ci saranno mai. Per nessuno.
Al peggio me ne torno indietro con il mio camperino, e invece che a Berlino o ad Amburgo me ne starò come sempre davanti al bagno Mariuccia, ma stavolta dopo aver conseguito un attestato del corso di tedesco. Che può succedere di così grave?