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Lettera pubblicata il 23 Dicembre 2017. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Gabriele2.
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Si parlava di “tragedie greche su amori finiti o andati male”, non di volontà di suicidio. Quella è una cosa a parte.
Il mio dubbio, invece, rimane sul motivo per cui siete in questo spazio se non chiedereste mai opinioni o consigli a persone sconosciute. Non li chiedete ma li date? Salvo poi “pensare male” di chi li chiede o semplicemente di chi scrive? Come funziona?
Ma non notate che questo è solo un drammatico specchio dei tempi che stiamo vivendo? Siamo sempre più un paese di “single”, e non lo dico io, ma l’Istat, ma lo siamo nostro malgrado, e certi fenomeni che osserviamo anche in questo microcosmo ne sono una prova.
Qui vediamo tragiche storie di solitudini che cercano una soluzione attraverso sfoghi, richieste d’aiuto e bisogno di conferme che in qualcuno durano da decenni. I confronti veri sono rari, sia per l’etereogeneità dei frequentatori, che per la qualità degli argomenti, dove la leggerezza dell’ironia, è pressoché sconosciuta. Altro segnale inequivocabile della pesantezza del vivere.
Questo è realmente un “pronto soccorso” take away, che però più che risolvere i problemi dei malati serve a quelli di certi volontari che lo frequentano.
In effetti Suzanne, Suzanne continua a puntualizzare cose con le quali io mi ritrovo molto. La pensiamo uguale io e te:). In ogni caso, la mia voleva essere una riflessione, quindi ben vengano persone che la pensano diversamente, anche tu Gorian hai ragione, non ti sto dando torto. Tuttavia, certi “sfoghi”, li trovo davvero preoccupanti, come ha già detto giustamente Suzanne: io non voglio giudicare nessuno, sto solo pensando al fatto che per scrivere certe cose, su un sito ANONIMO, dove nessuno ha responsabilità di ciò che dice è veramente pericoloso. Senza contare che alcune storie sono davvero aldilà di ogni comprensione per me, in quanto non mi sento di poter di dire/scrivere qualcosa di confortante, dal momento che non sono al fianco della persona.
P.s. Il titolo del post non l’ho scelto io, è stato messo automaticamente, forse è per questo che in generale può sembrare offensivo
Gabriele, io non ho letto vena polemica nei tuoi interventi, ma solo una riflessione più che lecita. Penso sia anche piuttosto facile sentirsi “importanti” elargendo micro pillole di attenzione qua e là; altra cosa è esserci, quotidianamente e costantemente, per qualcuno. Sarà che ho una visione “antica” dei rapporti umani, pur essendo considerabile “giovane”. La grande piaga della nostra contemporaneità è la solitudine, palpabile e generatrice di mille deformazioni esistenziali…
Suzanne, sono d’accordo. Ma non tutti ci sono quotidianamente per gli altri.
Fin troppe persone ricevono senza dare.
E una persona che si trova di fronte a qualcuno che prende, prende senza dare in cambio, cosa può fare? Sì, prima di tutto allontanarsene. Poi cercare conforto e confronto in se stesso e poi in qualcun altro. E se non ci sono amici o se gli amici non elargiscono le parole “adatte”? Ci si confronta con persone sconosciute, anche su un forum online, vista la nuova era tecnologica.
“Quanto alle relazioni ‘virtuali’, esse non si sostituiscono puramente e semplicemente agli incontri fisici e ai viaggi, che invece molto spesso aiutano a preparare. È, in generale, un errore pensare i rapporti tra vecchi e nuovi dispositivi di comunicazione in termini di sostituzione. […] Il cinema non ha eliminato il teatro, gli ha fatto subire uno spostamento. Si continua a parlarsi anche dopo l’avvento della scrittura, ma in modo diverso. Le lettere d’amore non impediscono agli amanti di scambiarsi effusioni. Le persone che fanno telefonate sono anche quelle che incontrano più gente. […] In realtà, gli abbonati a Internet viaggiano probabilmente più della media della popolazione.” da Cybercultura, Pierre Lévy
Gorian,
“Quanto alle relazioni ‘virtuali’, esse non si sostituiscono puramente e semplicemente agli incontri fisici e ai viaggi, che invece molto spesso aiutano a preparare. È, in generale, un errore pensare i rapporti tra vecchi e nuovi dispositivi di comunicazione in termini di sostituzione.” – Verissimo!
in 17 anni di frequentazione del sito (con all’interno parecchie interruzioni di mesi o anche di anni) ho conosciuto qui DUE amici, poi incontrati e frequentati abitualmente nel reale, con i quali ho un elevatissimo grado di affinità. nessuna frequentazione di anteriore, di un numero elevatissimo di persone in ambito sociale e lavorativo, mi aveva mai permesso incontri nemmeno lontanamente paragonabili.
una ricchezza immensa, che è riuscita a penetrare, quasi a forza, la mia scelta di isolamento. mi sforzo soltanto di non sovrapporre i due diversi tipi di conoscenza e interazione, ritenendo preferibile gli aspetti da apprezzare di persona rispetto a quelli, a mio avviso poco o tanto patinati, che si possono intrattenere on line.
Gorian, mi trovi d’accordo. È sempre una questione di significati e aspettative; dare il giusto peso ad ogni tipo di comunicazione è una buona arma per non prendersi cantonate colossali. Buon anno a te e a tutti!