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Lettera pubblicata il 12 Luglio 2010. L'autore, shara, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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rossana, i tuoi commenti mi stanno dando modo di riflettere molto.
come dicevo abbiamo iniziato la nostra relazzione io 16 lui 20
prima di me ha avuto diverse storie che si concludevano nell ‘arco
di settimane o forse mesi .
la prima storia che si e’ protralta nel tempo e stata con me, che
infatti dopo 4 anni di fidanzamento e sfociata in matrimonio.
rossana voglio farti una domanda e,voglio che tu sia sincera fino in fondo e se possibile senza giri di parole legendo questa storia e i miei commenti cosa pensi che farei bene a lasciarlo?
shara,
vorrei tanto poterti dare una risposta ma non è possibile, in quanto esiterei a farlo anche se fossi la tua miglior amica di sempre, e conoscessi da anni sia tu che lui.
come forse avrai notato, ti vado scrivendo di tutto e il contrario di tutto, quasi a ruota libera, lasciando a te trarre le conclusioni.
sono tanti gli altri aspetti di un’unione di coppia da prendere in considerazione, e tu sola lo puoi fare per te, tenendo presente tutti i pro e i contro. mettiti calma e tranquilla, e annota su un foglietto solo tuo (da tenere nascosto a tutti in un luogo ultra-sicuro) i motivi a favore e quelli contrari. poi tornaci su ancora, più e più volte, aggiungendo, togliendo, modificando e approfondendo, se necessario. prima o poi, senza fretta, sarai in grado di prendere una tua decisione serenamente.
ti auguro di tutto cuore che sia la migliore per te e per tutta la tua famiglia.
PS: il fatto che abbia fatto le sue esperienze prima di accasarsi, gli toglie anche la lontana giustificazione di voler vedere com’è il sesso con le altre. non che questo lo penalizzi più di tanto: può essere la persona migliore del mondo, nonostante la “debolezza” per le sottane. ogni donna può dare emozioni e sensazioni diverse, pur facendo più o meno le stesse cose a letto…
Da giorni seguo con interesse l’intenso scambio, tutto al femminile, tra Shara e Rossana. Da uomo posso dire che è illuminante leggere la posizione in cui si trovano le due donne, quella tradita e quella complice.
E se quella della donna tradita è abbastanza nota, quella dell’altra, la complice è spesso socialmente censurata ma non per questo meno importante. Trovo infatti molto vero quel ruolo di “camera di decompressione delle passioni mancate” — magistralmente descritto da Rossana– in cui l’uomo spesso si rifugia per fuggire la propria immaturità emozionale e affettiva o più semplicemente perché il rapporto con la donna ufficiale non è in grado di appagarlo.
Tra le tante leggende metropolitane che hanno un qualche fondo di verità, si dice dell’uomo che può tradire solo col corpo separando il cuore. E quando ciò è vero, proprio in questo sta la tragicomicità della condizione maschile. È quella dissociazione alienata tra corpo e anima, quelle due “vite” una sessuale e l’altra spirituale, che separatamente convivono nello stesso corpo a rendere l’uomo un essere fragile perché incapace di vivere in interezza la complessità della relazione amorosa.
Invidio a voi donne quel non dover vivere in uno stato di “dissociazione” interiore che in questo modo vi rende forti, complete e capaci quindi di vivere tutte le sfumature dalle relazione amorosa all’interno di voi stesse prima di tutto, e poi e con un solo uomo. Fatto questo che forse spiega perché il tradimento femminile certifica quasi sempre la fine della relazione precedente.
G.
@ Shara
Se da uomo mi è permesso rispondere alla domanda che tu poni a Rossana, ribadisco quanto affermato nel mio primo post. Credo che la decisione di separarti debba essere subordinata alla valutazione di un potenziale recupero della relazione. Credo quindi che tale eventualità possa essere esplorate solo con un aiuto esterno e soprattutto competente.
Penso infatti che una terapia di coppia possa aiutavi ad affrontare in profondità le cause del disagio relazionale, al fine di capire se c’è margine per risolverlo. Diversamente non credo tuo marito risolverà da solo il suo problema e prima o poi, tornerà a ferirti. Affermi che tuo marito mai lo si sottoporrebbe a terapia? Sta a te imporglielo come “conditio sine qua non”, ovvero come ultima chance che gli viene offerta per salvare un matrimonio alla frutta che ormai gli sta presentando il conto.
Sono certo che una terapia beneficerebbe anche te, almeno il quella di parte di rispetto per te stessa che “l’accettazione” dei suoi tradimenti ha fortemente incrinato.
Se anche questa possibilità si rivelasse fallimentare, innanzitutto avresti maggiore consapevolezza di te stessa e di chi hai sposato, e qualsiasi decisione prenderesti sarebbe quindi il risultato di una posizione ragionata e anche se sofferta, priva di rimpianti futuri.
Ti faccio i miei migliori auguri.
G.
glosstar,
come già esplicitato, riprendo qui, a beneficio essenzialmente di shara, a cui mi sento molto vicina, alcune considerazioni.
premetto che sono tendenzialmente poco tenera nei confronti degli uomini in generale. al di à delle motivazioni antropologiche che indicano nell’attività sessuale maschile il bisogno inconscio di perpetuare il più possibile la specie e nella sessualità femminile la selezione del maschio fisicamente, intellettualmente e/o ora anche economicamente più prestante, in grado di garantire la miglior protezione ai propri cuccioli, so che esistono uomini che, se non coinvolti emotivamente, non hanno nemmeno esigenze fisiche pressanti mentre ce ne sono altri che sono sempre pronti, anche solo incrociando uno sguardo, a tutte le età.
temo che anche in questo loro atteggiamento possa influire la tolleranza atavica, prettamente patriarcale, di giustificare le intemperanze maschili, quasi non avessero gli uomini una possibilità di controllo e di raziocinio umano sui loro sensi. la donna, invece, è stata educata da sempre a reprimere la propria sessualità (non sempre con l’infibulazione fisica ma di certo con l’infibulazione mentale), per cui ancora oggi, dopo 50 anni di femminismo, credo non siano ancora molte nel nostro Paese le donne in grado di vivere liberamente la propria sessualità (io stessa ci sono riuscita SOLO quando IO l’ho voluto), a danno anche dell’uomo, che spesso impone ancora alla propria compagna rapporti “rispettosi” ma ne cerca nel contempo altri, più “vivaci” con partner più disinvolte e meno rispettabili…
posso anche credere che per alcuni possa esistere quella che chiami “dissociazione interiore”. personalmente, però, la ritengo più dovuta al fatto che per l’uomo la donna è spesso un complemento, che completa la sua realizzazione personale e sociale, mentre per la donna un uomo è quasi sempre tutto il suo mondo, inglobando in questo anche i figli.
concordo con il suggerire una terapia di coppia anche se temo che una donna non possa MAI imporre un granchè a un uomo, se non dominandolo con il sesso, e gli uomini in linea di massima sanno ben poco della loro vita interiore e sono altrettanto poco disponibili a mettere in piazza quello che non sanno. è lui che dovrebbe cercare un supporto psicologico, non Shara! ma per lui tutto è ok, giusto e comprensibile, è Shara che si fa troppi problemi…