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Lettera pubblicata il 12 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore albanascente.
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purtroppo le mie lettere a viola (con cui le parlavo dell’affetto che mi ha trasmesso e che ricambio e le parlavo dei miei figli) e a rossana (in risposta a ciò che mi aveva chiesto) con un clic sono andate perse. le ricostruirò appena posso e lo farò molto volentieri.
aura, hai ragione, io sono nella tragedia, proprio come dico sempre a mia mamma, non ho 40 anni e figli piccoli e non ho nemmeno un amante che mi aspetta per una nuova vita, quindi non ho problemi di traumi di figli piccoli, di gestione di figli piccoli o problemi di casa, nè economici, ma per contro proprio perchè non ho 40 anni e mettiamoci pure la speranza fin che vogliamo, ma non ho possibilità di rifarmi una vita che compensi i 40/50 anni passati. Penso a tutte le volte che incontrerò di nuovo i miei figli ci sarà, sottinteso tra di noi, un prima ed un poi, un lutto da superare e ogni momento non sarà più come prima.
La mia tragedia è questa consapevolezza; l’umiliazione per la vita passata si può anche allentare ma che futuro mi si presenta?
Non voglio certo ritornare indietro nella gabbia ma se devo essere sincera fino in fondo…..non riesco a pensarlo, non riesco a dirlo cosa vorrei. Niente sarà più come prima ed è dura da mandare giù.
Il massimo che potrei raggiungere è proprio una indifferenza, non direi un perdono, piuttosto un distacco totale.
A volte penso di avere bisogno di raggiungere questa dimensione, che sia poi separazione o che altro, di certo io con lui non uscirò più per tutta la vita futura.
Ho raggiunto una certa lucidità, ho visto i suoi meccanismi perversi che mi hai indicato, sono meccanismi standard; le azioni che mettono in atto possono essere diverse ma seguono tutte lo stesso disegno improntato al possesso, al sesso, al potere. A che livello siamo?
Certo con un uomo così non ho proprio nulla da spartire e mi fa paura continuare a vivere con lui.
Insomma ho raggiunto una certa chiarezza, devo raggiungere una certa tranquillità tenendo fermamente presente che non ci possono essere possibilità di riconciliazione alla maniera di prima.
Adesso devo lasciare, vi scriverò appena posso.
un abbraccio grandissimo a tutte.
rossana,
io non so a che età ti sei separata; certamente separarsi a 63 anni è come spezzare la vita, comunque. O forse penso e mi preoccupo troppo. Chi lo sa?
E’ più facile se nel frattempo si è coltivato un altro amore con un’altra persona, questo amore aiuterebbe a fare il passo. Io e le mie amiche, purtroppo non lo abbiamo mai pensato possibile, volevamo soltanto poter stare bene nella nostra casa, almeno sufficientemente e non andare continuamente in debito di energia. Quindi siamo tutte rimaste sposate finora, soltanto a me è scoppiata la bomba in mano per una condizione di rispetto che, come dice mia figlia, non ci dovrebbe mai essere bisogno di porla, specialmente in un rapporto affettivo.
Ti dò le informazioni che mi hai chiesto:
le mie amiche in condizioni di separati in casa sono 4 (a loro volta hanno altre amiche nelle stesse condizioni):
lei 65, lui 69, due figli, nessuno in casa
Sono insieme da 40 anni. Nella loro casa hanno una cucina al piano terra e una cucinetta in taverna. Ognuno acquista alimentari, lava per sè e stira, dormono in camere diverse, mangiano insieme solo quando ci sono amici o la nipotina o i figli; ognuno ha i propri hobby; mutismo quasi assoluto. Collaborano (litigando) per figli e nipoti; lui da solo cura la madre con demenza senile.
lei 58, lui 65, due figli; uno in casa
Insieme da 38 anni. Ognuno ha hobby propri, visioni della vita assolutamente opposte; vivono insieme con distacco ma con rispetto.
lei 70, lui 75, operai in pensione; vivono insieme da 45 anni
lei ha trovato un pò di pace da quando il marito non ha più esigenze sessuali e da quando lei non risponde più ai suoi proclami. Lei si occupa finalmente di ciò che le piace e non se ne cura più tanto.
lei 53 e lui 60, due figli, uno in casa
sono insieme da 37 anni
Un abbraccio fortissimo.
Rossella, hai fatto esempi molto realistici, però mi sembrano tagliati solo, essenzialmente, sulla paura della solitudine e la paura della morte, alla fine. L’amore non si trova a nessuna età, se si fonda sulla paura della solitudine.
Un giorno ho conosciuto una signora molto, molto anziana, che mi ha toccato molto, anche se non ho avuto modo di approfondire la conoscenza. Be’, lei è una che non ha paura di morire. Tutti i suoi cari sono morti e lei vive sola. Quando le ho detto che dovrebbe uscire, fare due passi, farsi visitare da un medico se ha disturbi, insomma avere cura di sé, mi ha detto: “sono molto vecchia, la mia vita l’ho vissuta, anno più anno meno, quando muoio muoio”, e mi trasmetteva molta serenità. La sua unica preoccupazione è suo figlio, giustamente.
Alba, un forte abbraccio anche a te e… Ti trovo in forma smagliante. 🙂 Reattiva e lucida. Elabori, ragioni, il cervello ti funziona magnificamente e quindi stai serena, con la chiarezza arriverai poco alla volta a una tua decisione (qualsiasi sia), ci vuole tempo. Questo passaggio mi sembra molto importante: “Ho raggiunto una certa lucidità, ho visto i suoi meccanismi perversi che mi hai indicato, sono meccanismi standard; le azioni che mettono in atto possono essere diverse ma seguono tutte lo stesso disegno improntato al possesso, al sesso, al potere. A che livello siamo? Certo con un uomo così non ho proprio nulla da spartire e mi fa paura continuare a vivere con lui”.
Ci sono coppie che possono andare avanti anni, o per sempre, con certe dinamiche, che tu chiami giustamente meccanismi perversi. Hai presente quelle coppie che litigano sempre, e sempre nello stesso modo? C’è una tensione, nel conflitto, che li tiene legati: ed è tutto lì, il loro rapporto. Tolto il conflitto, cade il “sentimento”… Non armonia, non gioia, non piacere di stare insieme: tutto si riduceva a questi meccanismi nevrotici. Be’, a volte succede che uno dei due INTERROMPE la dinamica. E fine.
Ho dei vicini di casa che sono separati in casa. Da ANNI si ripetono (litigando e urlando) LE STESSE COSE. Dio! Ormai le so anche io! Lui ha portato l’amante a casa, lei non lo avrebbe mai fatto, lui non se ne va (non si capisce perché), lei (l’amante) è una puttana, lui è uno stronzo, lei (la moglie) è una pazza ecc. ANNI. Sempre le STESSE FRASI. Poi il silenzio, fino al venerdì successivo, quando si ricomincia. E naturalmente i figli crescono così, pensando che quello sia il modo di stare insieme.
viola,
che bell’emozione ho provato, quanta energia ho sentito! Il mio cuore si è allargato e ti sento dentro e intorno a me; ho provato il bello della vita che pulsa anche nei tuoni di una tempesta. Che energia mi danno le tue parole! Ho pensato a tua mamma e al conforto che le dà una figlia come te. Io penso che lei sia intimamente convinta di non aver avuto felicità dal suo uomo ma in compenso di godere quella di avere una figlia come te. Non si può avere tutto, si sarà detta.
Il suo vuoto affettivo è molto ben compensato.
Ci vuole molto coraggio anche a stare in una penosa situazione.
Io mi accorgo che ci si abitua a brontolare, ad essere tristi, ci si adagia pure, comunque si compensano i vantaggi e gli svantaggi.
Tua mamma sente il tuo appoggio e secondo me questo le basta.
E’ vero avrebbe potuto rifarsi una vita, sappiamo però che non è detto di riuscire a trovare uomini diversi; ho sentito molte donne che di uomini non ne vogliono più sapere.
E’ vero, se si separasse non perderebbe te ma, come spiega con precisione rossana c’è tutto un mondo di riferimenti che si spezza e questa frattura te la porti dentro anche guardando al futuro. Uno sconvolgimento con poche prospettive, dove la scelta finale si gioca probabilmente su un margine labile di opportunità. Quindi, è comprensibile restare.
Ci sono molti motivi che frenano la volontà di separarsi. Cerco di interrogare me stessa.
Forse vorremmo sostituire questa situazione con una migliore come si fa con i pezzi di ricambio perchè pensare di affrontare un disagio dai risvolti infiniti di cui non si vede la fine diventa un’impresa immane. Ci sto riflettendo ora: in questa dimensione, mi sto giudicando, c’è troppa volontà di potenza.
Non mi accontento di pensare di togliermi di torno una situazione di malessere che inquina la vita e già per questo mi dovrei dire: basta ed avanza, il futuro poi, chi lo sa? e invece vorrei già riempire il vuoto dell’impalcatura crollata o avere almeno buone speranze di sostituirla, che è tutto un altro programma.
Sento un tigre nel motore ma non ce l’ho ancora fatta. Devo fare delle distinzioni tra una vita mortificante e chiudere con la vita mortificante. INTANTO. Quello che sarà sarà. Un passo alla volta.
Quanti modi ci sono per chiudere con una vita mortificante?
Io non posso chiedere a mio marito di fare ognuno la propria vita restando insieme da fratelli (qualche coppia ci riesce) perchè dovrei chiedergli RISPETTO, il motivo per cui c’è stata l
continuo
c’è stata la rottura, sarei di una ingenuità totale e anche illogica.
Intanto lo sto osservando alla luce delle ultime considrazioni di AURA (sulle sue finzioni, ecc.) non per giudicare i comportamenti ma per scorrere la logica di fondo e trovare la conferma che un PRIMATE quale è non cambia. Infatti……Ieri sera lui prepara da cena e mi chiede se voglio cenare.
Ho detto di sì, volevo studiarlo alla luce delle ultime considerazioni di aura (sulle sue finzioni, ecc.).
L’ha presa alla larga e alla larga io sono stata.
Ha l’atteggiamento meno sicuro, di chi ha qualcosa da nascondere.
Ho mantenuto distacco come tante altre volte, stesse domande paranoiche, falsa ed eccessiva disponibilità, conduceva lui il discorso illuso di spuntarla come sempre, che banalità, voleva dimostrarsi scendiletto, lo fa nelle cose di poco conto.
Penso che volesse darmi la possibilità di parlare del mio malessere, non mi ha chiesto nulla, infatti aveva scritto ” se vuoi possiamo parlarci”.
Ho bisogno ancora di questo lavorio, mi vergogno veramente.
Possibile che ci si affezioni alle bastonate?
Poi sono uscita fino alle 23, sono andata a trovare un mio amico e al ritorno girava ancora per casa e io mi sono ritirata.
Adesso che ho capito bene il suo meccanismo sto lavorando sul mio distacco (lo sento sempre meno appartenente alla mia sfera-questo sento che mi fa bene) per raggiungere uno stato di naturale tranquillità emotiva.
Viola, quanta fatica per sbriciolare questa dura pagnotta, può aiutare chi ha già vissuto queste situazioni, poterne parlare, potere confrontarsi, poter seguire passo dopo passo, è una grande ricchezza, a volte guardo ciò con molta felicità; per godere di un pò di felicità bisogna riuscire ad essere umili o riuscire a superare dei pregiudizi;
me ne accorgo anche osservando mia mamma che ora mi sta aiutando molto, il che è molto strano che mi stia aiutando a distaccarmi da lui perchè per tutta la vita ha dato torto alle sue figlie per tutelarsi dal giudizio della gente per qualsiasi motivo, inducendo le figlie a fare pure scelte che erano utili a lei e non alle figlie. Ne parliamo spesso e poi mi dico: che ne so io della sua vita, dei suoi motivi profondi, delle sue difficoltà o incapacità ad agire diversamente, da poterla giudicare? Così sono riuscita a fare pace dentro di me con lei e a godermela pienamente.
Viola, nella lettera persa ti avevo parlato dei miei figli. Ora non posso continuare, lo farò prossimamente. Abbraccio grande
Non vorrete mica farmi commuovere? 🙂
Secondo me siete due splendide persone. Alba tu sei “piena” meravigliosamente. Lo so che è dura (“dura” è un eufemismo!) e se tu decidessi di rimanere con Lui io capirei. Ma io voglio dirti comunque che se lo lasci sei una grande, proprio perchè è dura. Tu mi dirai che serve a poco essere grandi quando poi si è chiusi in un’altra gabbia.. quella della solitudine ed è quello che volevo far capire a mia madre che lei sola non lo sarà mai perchè ha me, certo con i miei impegni, i miei problemi anche i nostri modi differenti di vedere la vita ma io ci sono per lei SEMPRE. Questo devi pensare Alba, ci sono i tuoi figli, chiedigli aiuto, te lo devono, li hai cresciuti, li hai amati. DEVONO AIUTARTI. PUNTO. Per una volta apoggiati tu a qualcuno invece di risolvere sempre i problemi degli altri.
Ad Aura invece vorrei dare una mano per farla uscire dal tunnel in cui sta scivolando…dai, anche io sono un po’ come te, ma non devi farti soppraffare dal senso di sconfitta. Devi vivere.. respira e senti il profumo della vita..terribile e ingiusta ma comunque unica..principi azzurri, come tu ben sai, non ne fanno più da un pezzo ma cercare non dico di accontentarti ma di capire i limiti che un’altra persona può avere? gli uomini in genere sono geneticamente dotati di minore sensibilità, esistono ma sono così una rarità che bisogna essere eccessivamente fortunati.. Pensaci.
Vi abbraccio entrambe.
Ciao Viola. 🙂
Grazie per il sostegno. Ci penso, ma (riguardo gli uomini) non ho veramente capito quale sarebbe però la conclusione. Non mi pento delle cose che ho fatto (mollare uomini che non basavano il rapporto, per esempio, su un vero dialogo e rispetto), per niente. Certo, uomini sensibili sono rari, dunque? Non ho capito se dovrei allora accontentarmi di quelli insensibili (ma non credo che tu stessi dicendo quello…). Tra l’altro ho conosciuto uomini sensibilissimi, ma terribili. E che me ne faccio? Questi non costruiscono, distruggono. Diciamo che una famiglia mia ormai me la posso quasi dimenticare, ma del lavoro ne ho bisogno, altrimenti muoio. Sono partita, nella vita, con un enorme svantaggio. Non sono stata lì a pensare a tutto quello che mi era mancato e mi sono data da fare: per un po’ di studio, di lavoro (e mi sono impegnata anche nei sentimenti), per ritrovarmi con niente in mano. Niente! Come se non avessi fatto niente, in tutti questi anni! Ecco perché sono abbattuta. Ecco perché sono stanca. Ecco perché, se fossi un uomo, potrei dire che mi sono davvero rotta le palle, di tutto e di tutti.
Come uscirne? Non abbattersi? Certo, è naturale, si prova a non abbattersi. Tuttavia i problemi, che al momento hanno in molti, del lavoro (non parliamo dei rapporti, vedo che è strage generazionale, anche legata alla precarietà lavorativa), e li hanno anche chi non era partito svantaggiato, sono lì, ci sono, non è che posso far finta che non ci siano, e ripeto, sono stanca. Stanca di girare a vuoto, stanca di avere una madre che poteva fare una piccola cosa per me e non l’ha fatta, stanca di uomini che chiedono ma non danno, stanca di chi ti sfrutta sul lavoro e ti butta, stanca di questo sistema giungla che di civile non ha niente. Stanca di tutta questa m… che ho ingoiato tutta la vita, senza avere fatto male a nessuno. Sono stanca, priva di forze, abbattuta, sì, è così. Questa è la verità. Può sempre accadere un miracolo, che ti devo dire… Ci spero, nel miracolo, perché qui ormai si tratta solo di miracoli, quando tutto il sistema, politico, sociale, è marcio, fino all’osso. Ma ci rendiamo conto in che paese siamo? Qua un paio di generazioni di giovani sono fottute, mentre una classe politica scellerata ci porta alla rovina totale. E figurarsi le donne. Qua ci vorranno secoli, perché cambi qualcosa per le donne. Nel frattempo ci faremo la nostra bella vita di m… Eh?
E come se non bastasse… Dove sono gli amici cari, eh? Quando avevano bisogno loro, c’erano eccome. Adesso ho bisogno io, e ci si dilegua. Che vadano al diavolo! E l’ex fidanzato, che mi scrive, rivela, dopo anni, la VERITA’? La verità che allora non mi ha detto (ma che io ho percepito, miracolo! E me ne sono andata) la verità che non mi amava, che amava un’altra che doveva dimenticare, addirittura (a questo non ci ero arrivata, si vede che l’aveva nascosto bene…)… Che la mia migliore amica ci provava spudoratamente, e che a lui piaceva, ma si era trattenuto… Che carino, in fondo ha detto la verità… E perché, a che serve ora, venirmi a dire queste cose, nelle mie condizioni (di cui a lui naturalmente non importa un bel niente)? A fare male, da perfetto incosciente, quando non da perfetto stronzo. Che vadano al diavolo tutti. E gli unici che si mostrano disponibili? Dei perfetti sconosciuti, che in realtà non possono fare nulla, come te, Viola, e ti possono dire solo qualche buona parola, ecco tutto. E quelli che ti dovevano dimostrare che ti volevano bene, ma dove c… sono? Io non li vedo. E di sicuro io non li vado a cercare, mi fanno schifo e pena. Sono dei deboli che hanno bisogno dei forti e quando i forti sono deboli, sono affari tuoi. Sono degli opportunisti. Sono che non gli va di rispecchiarsi: perché sono diventati degli stronzi cinici. Una mia ex amica è diventata una che cornifica il fidanzato: le dava fastidio confrontarsi inevitabilmente con una che queste cose non le faceva, anche non giudicandola. Avrà pensato di cambiare giro, stare con chi o faceva come lei o non sapeva niente di quello che faceva. Naturalmente non mi ha neanche concesso una spiegazione (“non mi va più di essere tua amica”, sarebbe bastato). No! Doveva distillare la distanza fra noi, farmi soffrire inutilmente, con mesi di prese di giro, “ti chiamo”, “settimana prossima ci vediamo”, “ora non posso, ma ti chiamo presto”. Un bel giorno NON le ho risposto (non stavo più a quella farsa) e lei è scomparsa: quello che voleva. Chi trova un amico trova un tesoro, dice il proverbio. Come il lavoro.
E crediamo davvero che se le cose mi andavano bene, questa fuga generale ci sarebbe stata? Non siamo così ingenui, spero.
Ora mi direte: farsi nuovi amici. Non ci ho provato? Certo! Ho avuto fuori casa una fila di uomini, per esempio, pronti a dare un sostegno, una mano, chissà. Prima però andiamo a letto, eh?
aura,
ti penso spesso,
tu mi stai aiutando moltissimo, io sento di non essere capace di fare altrettanto per te perchè non ho percorsi da indicare o ricette da dare e mi dispiace moltissimo, quasi mi sento ingrata.
Sento che hai un grande desiderio di essere amata, come ce l’ho anch’io e questo riesco a capirlo e tu lo meriti per la tua apertura , la tua sensibilità e generositaà.
Come passi il tuo tempo libero? Vivi sola? Hai un lavoro che ti piace o almeno un poco soddisfacente?
Cara Alba, ma no, ma come ti senti ingrata? E dai, no… Tu stavi male e avevi bisogno di parlare, questo ti ha aiutato a fare chiarezza e io sono contenta se ti ho aiutata, anche poco. A me poi stai dando delle grandi soddisfazioni. E pure a Viola. 🙂
Ti avevo scritto lungamente per risponderti di me, ma poi ho pensato che non fosse più il caso.
Piuttosto, le tue ultime lettere mi sono tanto piaciute, e scusami se la butto sull’umoristico… La scena della cenetta con lui, cucinata da lui, al suo ritorno, con la tua lettura (sottotesto di intenti e pensieri di lui) raffinatissima, mi ha reso sempre più orgogliosa di te. Inizio a sentirmi più tranquilla e inutile… 🙂